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STORIA DELLA PARROCCHIA: (dal Progetto Educativo Parrocchiale 2008 "Mi sarete testimoni")

DAGLI INIZI DEGLI ANNI '60 ALLA FONDAZIONE DELLA PARROCCHIA.

La parrocchia di San Pietro in Legnano, nata giuridicamente il 1° novembre 1972, affonda le sue radici negli anni precedenti al suo costituirsi come parrocchia. La sua fondazione, infatti, può considerarsi il risultato finale , ed iniziale, di una presenza identificabile in un gruppo di persone che seppero, con il loro impegno di testimonianza e di missionarietà nei confronti degli abitanti del quartiere Canazza, far lievitare una coscienza di appartenenza alla comunità cristiana viva ed operante nel contesto socio-culturale del quartiere.

GLI INIZI.

Al suo sorgere la comunità parrocchiale nacque da un piccolo gruppo che raccolse intorno a sé persone diverse per età, temperamento, estrazione sociale, provenienza d'origine ma che ebbero l'ansia del discepolo, che si lasciarono educare ad una fede intensa come conversione e impegno personale di vita rinnovata nello Spirito.

Questa genesi ebbe inizio quando, alla fine degli anni '60, prese fissa dimora in quartiere don Enrico Lazzaroni, allora coadiutore della parrocchia del SS. Redentore, di cui il quartiere Canazza era parte. (Alla sua figura di guida e di pastore è da attribuirsi il ruolo determinante nello strutturarsi della parrocchia come comunità aperta alla realtà umana del quartiere che, come responsabile della parrocchia dal 1973 al 1984, ha saputo testimoniare e comunicare al popolo a lui affidato.)

A lui si affiancarono in quel periodo un gruppo di giovani appartenenti al movimento di ispirazione cristiana "Gioventù studentesca". Determinante fu la collaborazione nell'attività pastorale delle Suore Operaie, già presenti sul territorio della nuova parrocchia, e significativo fu anche l'aiuto festivo dato da don Gianluigi Panzeri. La loro azione pastorale congiunta fu rivolta con particolare attenzione al mondo giovanile, coinvolgendo tramite questo il mondo dei ragazzi e degli adulti.

Con il passare dei mesi prese sempre più fisionomia una presenza nuova in quartiere, una presenza che si ispirava pubblicamente al Vangelo e proponeva  un modello di vita e di impegno conforme ad esso.

Ma il dato fondamentale che fece scaturire il rifiorire di una esperienza ecclesiale fu la scelta di porre come priorità assoluta del ritrovarsi della comunità una esplicita decisione di rieducarsi ad una vita che avesse come centralità Cristo e il suo Vangelo, così da far nascere in ciascuno la decisione fondamentale di rendere la persona di Cristo centro della propria vita e, aderendo al suo Vangelo, far propria la sua missione, scoprendo in ciascuno gli specifici doni e carismi per il servizio alla vita comunitaria.

Questo gruppo originario divenne luogo di riferimento per gli abitanti del quartiere; in esso, infatti, identificavano la presenza visibile e concreta della testimonianza al messaggio cristiano. Ciò fece nascere l'urgenza di qualificare con sempre più chiarezza ed incisività il compito che la nascente comunità parrocchiale doveva rendere come testimonianza nei confronti del quartiere: la scelta di darsi come impegno prioritario quello di creare un ambiente di fraternità e solidarietà che fosse di educazione alla fede per tutti coloro che avessero iniziato un itinerario di sequela a Cristo.

STRUTTURAZIONE DELLA VITA PARROCCHIALE: 1973 - 1977.

Giunse così il momento in cui maturò la prospettiva di creare, anche giuridicamente, una nuova parrocchia; e negli anni '72 - '73 venne edificato il nuovo Centro Parrocchiale che prese il nome "San Pietro".

Fin dal suo sorgere come parrocchia, la comunità si è sempre posta come obiettivo quello di essere al servizio degli "ultimi", vivendo un'accoglienza evangelizzatrice capace di far germogliare vite di fede nascoste agli occhi ma rese visibili nella testimonianza di quanto lo Spirito accolto possa operare nella quotidianità del credente.

Pertanto, con la fondazione della nuova parrocchia la comunità di San Pietro sentì come compito primario quello di darsi un nuovo assetto alla sua proposta pastorale nei confronti del quartiere. A questo scopo, dopo una serie di assemblee comunitarie a carattere consultivo, si istituirono dei gruppi di lavoro con l'obiettivo di coordinare i vari settori della pastorale parrocchiale: catechesi, liturgia, educazione cristiana, impegna sociale.

Così la comunità parrocchiale riuscì ad incarnare una Chiesa aperta a tutti, nella quale si ritrovarono insieme persone credenti e non, senza distinzione d'età e di ceto sociale, divenendo così una comunità di popolo che trovava la sua massima espressione di unità nella celebrazione eucaristica domenicale, a cui erano chiamati a partecipare "non solo gli entusiasti della fede e gli impegnati della cultura e della politica, ma anche gli uomini stanchi della vita, i dubbiosi e gli incerti, i cristiani incoerenti e quelli superstiziosi, gli ignoranti e gli scemi. E' la tavola dei poveri di Dio" (S. Dianich, "Una chiesa per vivere").

Al di là di inevitabili difficoltà pastorali, di pigrizie personali, di tensioni all'interno della comunità, la gente comune di questa parrocchia ricevette il dono di una presenza evangelizzatrice carica di provocazioni e stimoli per un'assunzione personale, matura e quotidiana del vivere la propria esperienza di fede.

NUOVA FISIONOMIA PARROCCHIALE: 1977 - 1983.

Negli anni '76 - '77 si ebbe un forte incremento nella popolazione del quartiere che rese necessaria una nuova impostazione pastorale ed un nuovo modo di essere presenti come comunità cristiana all'interno del quartiere.

Più precisamente vennero a risiedere in quartiere 366 nuove famiglie suddivisibili in tre fasce di appartenenza socio-culturale, insediatesi in quattro distinti caseggiati così che nel volgere di due anni il quartiere vide accrescere circa del doppio il numero dei suoi abitanti, con tutti i problemi di inserimento e di integrazione tra le diversificate componenti sociali da essi rappresentate.

Dovendo far fronte ad una realtà sociale varia e ideologicamente eterogenea, la parrocchia di adeguò di conseguenza, strutturando la propria pastorale in maniera tale da poter accogliere e tentare di dare risposta alle diverse e molteplici domande che le giungevano dalla popolazione del quartiere, ripensando a come poter essere incisiva e propositiva nel contesto del quartiere, valorizzando quanto già operava nel senso di una presenza evangelizzatrice e riformulando un progetto pastorale che sapesse, nel tempo, risolvere quelle situazioni di "assenza" che si venivano riscontrando.

 

Don Felice CARNAGHI, 1984 - 1993

Nell'anno 1984 si ebbe il primo cambio della guardia della parrocchia: a don Enrico Lazzaroni succedette don Felice Carnaghi. A lui nel 1987 si affiancò, dopo la partenza delle Suore Operaie, madre Antonia Luzzana, Canossiana, che nella sua lunga permanenza (13 anni) lasciò un ricordo indelebile in generazioni di ragazze e ragazzi che seguì nel cammino di fede e nell'animazione dell'oratorio; preziosa fu la sua opera anche con i loro genitori e con gli ammalati, che seguì amorevolmente.

Nei nove anni di permanenza a Legnano come parroco di San Pietro, don Felice Carnaghi si pose sostanzialmente due obiettivi: irrobustire la vita della comunità parrocchiale e formare un laicato adulto e responsabile. A suo giudizio, si trattava infatti di uscire dal periodo pionieristico della parrocchia per dotarla di strutture e di organizzazione stabile; occorreva sollecitare la presenza di gruppi e di movimenti, instaurando legami permanenti con il decanato e la diocesi e quindi facendo rifluire stimoli positivi a San Pietro; si doveva far capire a tutti che parrocchia e quartiere - pur così strettamente connessi tra loro e chiamati anzi ad una feconda collaborazione - non erano la stessa cosa e avevano in verità finalità diverse. Dato per scontato l'impegno di evidenziare la specificità della comunità parrocchiale, don Felice insisteva sulla necessità di passare rapidamente all'edificazione di organismi e strutture quali la Caritas, l'oratorio e il Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Tutto questo lavoro presupponeva però una chiara e condivisa idea di chi fosse e dovesse essere il fedele laico. Su questo punto insistette "a tempo e fuori tempo", sollecitando ciascuno a prendere coscienza della propria vocazione personale e, di conseguenza, dell'approdo fattivo da dare alla vita della comunità. Durante la sua presenza si realizzò l'attuale struttura oratoriana.

 

Don Lucio GALBIATI, 1993 - 2001

Con l'inizio del 1993 la parrocchia rivive il cambio del parroco: a don Felice Carnaghi subentra don Lucio Galbiati.

Durante il suo mandato, in parrocchia si rende sempre più evidente il disagio giovanile. La comunità sembra non riuscire più ad aggregare: i giovani ruotano attorno ad essa ma non assumono impegni significativi, non si sentono appartenenti ad essa e via via lasciano del tutto il riferimento parrocchiale. Qualcuno frequenta ancora l'Eucaristia domenicale, i più volonterosi qualche volta partecipano alla catechesi. Ma è solo questione di tempo: man mano che passano le settimane la fede acquista sempre più valenza esclusivamente privata e, sotto l'influenza della mentalità corrente, ognuno se ne va per la sua strada.

Il 27 settembre 1998 è una data storica per la vita della comunità: il Card. Carlo Maria Martini consacra la chiesa parrocchiale, ristrutturata, intitolandola al patrono della parrocchia san Pietro apostolo. La comunità vive con gratitudine e fede il momento in cui, dopo tanti sforzi,può vedere coronato con successo il frutto di tante fatiche. E' anche il momento in cui la comunità si riconosce matura, capace di dotarsi di strutture rispondenti ai suoi bisogni, primo fra tutti uno spazio consacrato definitivamente al culto di Dio. L'Arcivescovo esorta e incoraggia il cammino di fede di ciascuno e della comunità e mostra vivo apprezzamento per l'opera compiuta.

 

Don Gianni CAZZANIGA, 2001 - ....

Il 1° settembre 2001 la parrocchia vive per la terza volta il cambio del parroco: a don Lucio Galbiati subentra don Gianni Cazzaniga e contemporaneamente inizia il suo servizio anche madre Assunta Ronchetti (canossiana), che affianca il nuovo parroco nella conduzione dell'oratorio e nell'organizzazione della catechesi dell'iniziazione cristiana, oltre ad occuparsi anche della visita degli ammalati. Dopo meno di due mesi dall'arrivo del nuovo parroco vengono rinnovati (come in tutta la Diocesi) il Consiglio Pastorale e quello degli Affari Economici. Dietro sollecitazione della Curia, si avvia subito un confronto con la società di calcio A. C. Canazza (nata all'interno della parrocchia) per definire il suo nuovo assetto e per costituirla in associazione collegata alla parrocchia ma autonoma dal punto di vista legale ed amministrativo. Molto spazio viene data all'impostazione dell'aspetto educativo. I primi mesi del 2002 vedono l'impegno a preparare la visita pastorale del Card. Carlo Maria Martini, che si effettua domenica 7 aprile 2002. Iniziano anche diversi lavori di ristrutturazione, che nel giro di alcuni anni, vedono. tra gli altri, la sistemazione della cappellina dedicata a san Pietro, il rifacimento della cucina e del bar, il rifacimento dei tetti della parrocchia e dell'oratorio, il campo di basket/pallavolo, il campetto di calcio, le pavimentazioni esterne dell'oratorio, la messa a norma degli impianti elettrici e di sicurezza,la razionalizzazione e computerizzazione dell'impianto di riscaldamento, l'allestimento del palco/teatro, nuove piantumazioni... A fine 2002 viene istituito il Consiglio dell'Oratorio.

Nell'anno pastorale 2002-2003 vengono ripensate le impostazioni dei cammini di catechesi dell'iniziazione cristiana e degli incontri rivolti ai genitori. Verso fina anno pastorale si impostano, per il successivo, anche il cammino di catechesi per gli adulti e la costituzione dei Gruppi di Ascolto della Parola, con l'aiuto di alcuni responsabili diocesani.

Un problema che si evidenzia e che perdura con alterne vicende è la contrapposizione di gruppi all'interno della vita parrocchiale. La parrocchia si avvale anche, in successione, dell'aiuto festivo di due docenti del Seminario Arcivescovile: don Alberto Cozzi e don Mario Antonelli. Dal 2002 ad oggi, inoltre si alternano nell'animazione dell'oratorio festivo e nella presenza alle vacanze estive quattro seminaristi del biennio teologico: Lorenzo Freti, Emanuele Merlo, Pietro Guazzetti e Paolo Pistoni: la loro presenza ha sempre avuto un particolare valore per la testimonianza vocazionale. Dal 2003 la nostra parrocchia diventa la sede operativa della Commissione Liturgica del Decanato. Nel 2003 inizia una collaborazione con le parrocchie Oltresempione che va oltre la pastorale giovanile (già seguita dal 1998 da don Carlo Doneda, coadiutore al Ss. Redentore). In questi anni si consolida anche l'esperienza delle vacanze estive dei quattro oratori Oltresempione, arrivando a vedere quasi 200 presenze di ragazzi delle classi elementari e medie con i loro educatori. Inizia anche la rilettura del PEP per la sua verifica. Nel 2004 il CPP svolge l'indagine diocesana sulla frequenza all'Eucaristia, evidenziando risultati interessanti circa la partecipazione e la composizione delle assemblee eucaristiche festive (30% di frequenza con il 34% di esterni alla parrocchia).

Con il 2005 i CPP Oltresempione, con impulso anche dalla nostra parrocchia, iniziano un lavoro comune più organico confrontandosi su aspetti dell'attività pastorale da condividere in un futuro prossimo ( ad es. itinerari di preparazione al matrimonio, incontri di carattere culturale, gruppi di ascolto). Dal dicembre 2004 inizia la sua collaborazione presso la casa di riposo Accorsi e la parrocchia mons. Franco Monticelli, già Vicario Episcopale della nostra zona. A gennaio 2005 il CPP è chiamato ad affrontare l'emergenza prodottasi con la presenza di alcuni containers nei pressi della parrocchia, nei quali la Caritas decanale ospita per il periodo invernale extracomunitari senza fissa dimora e privi di permesso di soggiorno. Con il 2005 iniziano le "scuole per catechisti" organizzate con i P. Devoniani di Monza per l'U.P. Oltresempione aperte a tutto il decanato. Nell'anno successivo prendono avvio anche le "tre sere" per catechisti battesimali. Nel 2006 il Vicario Episcopale mons. Angelo Brizzolati, sulla scia dell'omelia dell'Arcivescovo in occasione del giovedì santo 2006 e della lettera "Nuove strategie pastorali per la Chiesa Ambrosiana", con lettera del maggio 2006 dà inizio ufficiale ad una collaborazione più organica tra le quattro parrocchie Oltresempione, indicando nell'attuale parroco di san Pietro il coordinatore di questo progetto.

Con l'anno pastorale 2006-2007 inizia questo lavoro comune, che incontra subito difficoltà e resistenze, ma che comunque procede. Ci costituisce un coordinamento dei quattro CPP, che si trovano in seduta plenaria all'inizio ed alla fine di ogni anno pastorale per l'avvio e la verifica. I sacerdoti dell'U.P. iniziano a ritrovarsi con frequenza mensile, mentre il coordinamento lo fa con frequenza trimestrale. Nell'ottobre 2006 si rinnovano il CPP e il CAEP, come in tutta la diocesi. Il nuovo CPP, seguendo le indicazioni del Vicario Episcopale, viene formato col minor numero di membri previsto dallo statuto diocesano (per favorire incontri più snelli tra i CPP dell'U.P.),e vede una significativa presenza di giovani sotto i 30 anni, che rappresentano il 40% dell'intero Consiglio.

Con il nuovo percorso pastorale 2006-2009, in occasione del lavoro svolto per la festa della famiglia 2007, si costituisce una "Commissione Famiglia" che inizia a ritrovarsi per un lavoro di lettura della situazione e di conseguente proposta pastorale. L'anno 2007-2008, vede anzitutto la preparazione remota e prossima della visita pastorale del decano nel marzo-aprile 2008, che precede quella dell'Arcivescovo al decanato, prevista per aprile 2009. Il CPP inizia un faticoso ma proficuo lavoro di ristesura del vecchio PEP del 1996 (anche alla luce del recente convegno ecclesiale di Verona, ottobre 2006), coinvolgendo anche coloro che sono direttamente impegnati nelle varie attività pastorali a cui il PEP fa riferimento.

 

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