Carissimi fedeli,

 

“ E’ giunta l’ora di salpare, alza, nocchiero, le vele e dirigiti verso altri lidi, l’approdo non è lontano, né sconosciuto; la Vergine Addolorata ti aspetta e ti accoglie con le braccia aperte per proseguire il cammino nel servizio della vigna del Signore”.

Queste parole mi sono venute in mente svegliandomi una mattina presto.

La vita della parrocchia di s. Pietro apostolo ha coinciso per ben 42 anni con la presenza dei Frati Minori Cappuccini. Essi hanno dato alla parrocchia le caratteristiche fondamentali dello spirito francescano: semplicità evangelica, accoglienza dei fratelli più poveri e bisognosi materialmente e spiritualmente, vivacità nelle iniziative pastorali, amore per i giovani, per i quali sono stati profuse le migliori energie: attività formative, spirituali, ricreative e sportive.

Lasciamo un patrimonio molto importante alla diocesi e ai nostri successori, che ci auguriamo non verrà disperso.

Ed ora permettetemi un mio personale addio.

In questo momento si affollano alla mia mente una infinità di sensazioni, di pensieri, di ricordi.

Mi sembra di essere un viandante che va senza la prospettiva del ritorno.

Qui a s. Pietro sono stato complessivamente 21 anni in due mance (1974-83) e (1995-07). E’ il luogo dove sono vissuto più a lungo.

Nella prima mance come giovane sacerdote (avevo appena 3 anni di sacerdozio) ho imparato a relazionale con spontaneità, sincerità e fratellanza con tutti. Il settore giovanile e in particolare quello dei ragazzi fu il campo d’azione più immediato e costruttivo.

La mia attività pastorale non si limitò alla sola parrocchia, ma si allargò alla diocesi come assistente spirituale dell’ACR. Con loro iniziammo i campi-scuola, attività mai più interrotta. Ai ragazzi ho portato il mio sorriso,la gioia di vivere, la  semplicità francescana, l’amore a Gesù e alla Mamma del cielo.

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose che si andava faticosamente organizzando mi vide come fondatore e insegnante di s. Scrittura.

In occasione dei 700 anni della nascita di s. Francesco  organizzai  insieme a P. Egidio Scamuffo dei frati Minori e P. Luigi della Zizza dei Frati Conventuali  diverse missioni popolari con grande successo di popolo.

Nel pieno di queste attività i superiori mi inviarono alla  fraternità de L’Aquila e dopo tre anni nella grande parrocchia della Madonna dei Sette Dolori in Pescara Colli.

Ai piedi della Vergine Addolorata ho conservato il carisma francescano nel servizio alla comunità.

Dopo 9 anni di fecondo apostolato i superiori mi pregarono di tornare  a Lanciano, come parroco.

Compito che accettai con molte riserve e perplessità, sia per l’impegno che riassumevo, sia perché dovevo sostituire un mio confratello col quale avevo vissuto per nove anni insieme. Nonostante tutte le mie perplessità e incertezze accettai, confidando più che sulle mie forze, sulla potenza di Colui che dà la forza ai deboli, ai poveri la scienza, la sapienza del cuore ai semplici.

Il primo giorno in mezzo a voi mi diede tanta amarezza. Tornai a Pescara e mi misi a piangere. Mi sembrava di essere un pesciolino che tanti pescicani volessero sbranare.

Certo il dolore della partenza di p. Lorenzo era indubbiamente tanta, ma a quel pesciolino….

Quel pesciolino non è diventato per nessuno un pescecane, ma un delfino, che da subito e per sempre ha perdonato ed accolto con sincerità e amore i fratelli, considerando che l’amore per una persona si trasformi in amore per il Signore.

L’iniziale disorientamento, anche con l’aiuto di P. Egidio, è stato facilmente superato, e dopo il primo anno di rodaggio, abbiamo ricostruito insieme la comunità parrocchiale.

Una comunità lacerata e divisa, aveva bisogno di una risposta ferma, accogliente e sincera. Certe mie scelte sono state giudicate a volte deboli e non di carattere, ma a lungo andare si sono mostrate vincenti. Se tutto questo si è realizzato lo si deve a tutti quei parrocchiani,  che,  superato l’iniziale smarrimento, hanno capito che “servire il Signore”, va al di là delle persone che umanamente lo rappresentano.

Abbiamo fatto un lungo cammino insieme, nel quale ho cercato nel sorriso, nella battuta facile e a volte ironica di smussare le angolosità e i difetti.

Il mio è stato un servizio alla comunità e per la comunità senza distinzione di persone, se c’è stata una preferenza è stata quella per i poveri, gli immigrati e gli anziani. Ho dato spazio ai gruppi esistenti e quelli che spontaneamente sono nati, rispettando le loro caratteristiche e peculiarità. Non ho trascurato l’impegno catechetico per i piccoli e i giovani, dando grande libertà e iniziativa ai capi e agli educatori. Non posso non ricordare il grande impegno di tanti laici che in preparazione al grande giubileo del 2000 hanno svolto il servizio di missionari. E che dire poi della devozione alla Mamma del cielo in occasione delle processioni mariane? L’entusiasmo, la preparazione delle persone che accoglievano nel loro quartiere?

Spero che la comunità parrocchiale abbia sperimentato le parole del salmo: “Oh! come bello e gioioso che i fratelli vivano insieme”. Ho cercato di condividere con voi i momenti tristi e felici, come voi avete partecipato alle mie sofferenze familiari.

Ho cercato di valorizzare le caratteristiche di  tutte le persone per realizzare quel corpo mistico di cui  parla S. Paolo nella lettera ai Corinzi nel capitolo 12: una comunità vivificata dallo Spirito Santo, nutrita dalla santa Eucaristia, sotto la paternità del Padre.

In questi 12 anni, insieme con il Consiglio per gli Affari Economici, ho programmato con certosina meticolosità e  realizzato l’abbellimento della Chiesa e il restauro dei locali parrocchiali, fino alla solenne celebrazione del 50° della parrocchia.

Vorrei qui richiamare brevemente alla vostra attenzione i lavori più importanti realizzati: rifacimento totale dell’area del presbiterio:  altare, ambone, sede, tabernacolo e battistero e  apertura  sinistra della Chiesa, nuova illuminazione, levigatura del pavimento, tinteggiatura della chiesa, banchi nuovi, nuovo impianto di amplificazione, nuovo organo, nuovo portone. Abbellimento della facciata della Chiesa con due bassorilievi e sistemazione parziale della facciata, rifacimento del muro di cinta con nuove piante.

Sistemazione dei locali parrocchiali: nuova sacrestia con mobili, porte e finestre nuove, messa a norma impianto elettrico e impianto gas con relative stufe, rifacimento della copertura dei locali parrocchiali, bagno nuovo per la sede degli scouts, 150 nuove sedie.

Attrezzature per uffici: mobili per l’ufficio parrocchiale, tre computer, tre stampanti, due fotocopiatrici, un ciclostile per stampe veloci e relativi mobili.

Il tutto è stato realizzato utilizzando con saggezza e avvedutezza le offerte che voi fedeli avete elargito con grande generosità e aggiungo anche contributi della banca BLS, regione e diocesi.

Ed ora permettete che ringrazi il Signore di aver goduto della vostra fraterna presenza, della vostra collaborazione nella costruzione della comunità parrocchiale.

Ho cercato di non fare parzialità e di accogliervi nell’amore che promana dal costato di Cristo, di sentire i vostri problemi come miei e per quanto mi è stato possibile di aiutarvi a risolverli.

Se sono stato di scandalo a qualcuno ne chiedo perdono.

Il Signore Gesù vi benedica, la Vergine vi protegga, il nostro protettore s. Pietro interceda per voi presso il Padre di ogni bene.

Vi abbraccio con la tenerezza di un padre e con l’affetto di una madre con l’augurio che possiate sempre crescere nella fede, nell’amore e fratellanza.

Grazie di cuore a tutti.

 

    P. Vincenzo Di Marcoberardino

OFM Capp