POESIE di Mons. Elio Venier

In questa pagina pubblichiamo alcune poesie di Mons. Elio Venier al fine di stimolare sane riflessioni nei nostri lettori.Sono tratte principalmente dal libro "Dal cielo di Roma al verde della Carnia" che ha scritto per il suo 60. mo Sacerdotale.
Mons Elio Venier è nato a Zuglio Carnico il 3 Agosto del 1916 è Protonotario Apostolico, Canonico on. di S. Maria Maggiore, Prefetto dell'Archivio Liberiano, Primicerio dell' Arciconfraternita di Sant'Eligio dei Ferrari. Direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma e del Lazio. Assistente Nazionale dei Giornalisti Cattolici (UCSI). Accademico Tiberino, Membro della Pont. Accademia dei Virtuosi del Pantheon (settore lettere e poesie).
Non siamo certo in grado di scrivere una critica a riguardo delle poesie che pubblichiamo,continueremo in seguito ad aggiungerne altre, ma vi possiamo dire che la loro lettura ci ha dato una grande pace e serenità.
Ringraziamo Monsignore per l'onore che ci da nel poter pubblicare le sue poesie in cui troviamo tutta la sua vita dedicata a Dio.
Buona lettura
(le foto sono di Luigi Deratti e Gerardo Rossetto)
POESIE di Mons. Elio Venier
| Ecco l'Anno Santo del duemiIa Il mio giubileo s'è aperto alle
soglie Una ventata di gioia,
scortata Fu come se l'umanità si
fosse destata Mai spento sussulto
dell'eterna lotta Piazza S. Pietro e Sala
Nervi I bambini più belli Ma ci sarà qualcosa, Roma, Epifania del 2000 |
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All'ombra di un abete
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Altrimenti che fede è? |
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Chiesetta
alpina (Don Guerrino Bulfon) Sulle pagine aperte, come sul libro dell'arcobaleno umano, tutti i colori del cuore sono segnati da penne e calligrafie multiformi, intinte all'unico pozzo dell'imprevedibile vita. È la felicità della verde natura in questo suo ammanto di silenzi e d'aure refrigeranti. È il sogno delle cose attese o perdute, che chiedono alla preghiera qualche miracoloso intervento. È il segno di spenti dolori, che urgono leniti tra queste pareti di legno aromatico, che la Madonnina lieve addolcisce. Qui il cuore del buon don Guerrino, nel cinquantesimo di sacerdozio, realizzò il suo sogno di un spirituale ristoro, e palpita ancora come una fiammella, che mai ha perduto la sua luce di speranza Zoncolan, 21 agosto 1998 |
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Suonate a festa tutte le campane Gli scarni vestiti della morte si sfaldano al chiaro della mia fede: nuda luminosità ella mi appare come una finestra sull'infinito che invoco. Partirò come chi saluta un amico, amato e sofferto amico, fratello di sangue e d'ideale. Senza rancore partirò, anche se l'amico mi ha spesso tradito inconsapevole, e pianto versammo insieme sulle ferite deluse. Suonate a festa tutte le campane. Limiti azzurri non saranno alle mie ore di pena. Vorrò che i trilli degli scampanii come processioni di foglie immacolate m'accompagnino alla sagra della mia pace e fiori bianchi sulla tomba cadano, lacrime di rimpianto, vissuta espiazione. Dalla carne l'angelo che emigra finalmente sarà l'io che abbisogno: oh, suonatemi a festa tutte le campane... (ripresa dal mio volume "A ritroso" - "Una vita una poesia", del lontano 1947) |
| Natale Non
per me ghirlande d'angeli non
vapori caldi di pastori non
strascichi di magi che riversano e
a tutti nell'attimo sacro A
me basta un semplice altare Ad
uno ad uno io dispenso Mons. Elio Venier 1991 |