LITURGIA

Dedica

La fede, l’innato amore spontaneo per la materia e il successivo studio nei quattro anni di preparazione per il conferimento dei ministeri istituiti dell’accolitato e del lettorato nonché gli incontri mensili della formazione permanente, facenti parte della regola di vita di questi ministeri, e i diversi seminari periodici e casuali d’approfondimento, hanno incarnato in me il significato dialogico Dio – uomo scaturente da gesti, parole e simboli della Liturgia, non a torto definita "scuola di fede".

Anche se fino a poco più di un anno fa m’è stata data l’occasione di trasmettere ad altri fratelli e sorelle l’intimo frutto delle nozioni apprese e vissute, ho dovuto in parte supplire autodidatticamente, con l’ausilio dei mezzi offerti dal Magistero della Chiesa, alla parziale assenza, fino a qualche mese addietro, di alcuni imput di sostegno. La mia fede nella Speranza ha, da poco tempo, ricevuto il meritato premio. Nuovi stimoli, infatti, mi sono venuti dalla carità di Padre Romano, fra l’altro ottimo liturgista. Basti partecipare e penetrare le sue celebrazioni liturgiche, in particolar modo nella Liturgia Eucaristica della celebrazione centrale festiva, già dal rito dalla processione d’ingresso, con i ceroferari, alcune volte anche, con il turiferario ed altro a seconda le circostanze, con la qualificata partecipazione della schola cantorum, per assimilare i discorsi e le opere di Dio, il suo mistero trinitario, l’insegnamento e la testimonianza messianica del Figlio e portare tutto ciò nella propria vita, perché sia testimoniata al mondo la fede, affinché si converta e creda al Padre dell’amore, perché regni la sua pace sulla terra.

E’ giusto che un gesto di riconoscenza vada anche a tutti coloro che collaborano con il Parroco e con gli altri sacerdoti, in particolare col vice parroco, Don Giuseppe, dentro e fuori del presbiterio: coloro che lo collaborano nella preparazione e nell’esecuzione della liturgia; le suore; gli addetti ai servizi di sacrestia; i ministranti ed altri.

Direi, infine, che la liturgia si legge sul volto di Don Romano, in quanto traspira e traspare dalla sua entusiastica fatica quotidiana che contagia coloro che gli sono vicini.

Questa mia dedica è ben lungi dall’essere un inno osannante o un agitare un fumigante turibolo in favore del Parroco, bensì una trasmissione delle motivazioni che mi hanno indotto a dare vita ad una rubrica liturgica via internet.

Giuseppe.

 

Villanova, Parrocchia S. Giuseppe Artigiano, 21 novembre ’02

LITURGIA

Tema di riflessione del I incontro

SIGNIFICATO DI "LITURGIA"

 

Il significato originale del termine, dal greco "léiton érgon", indica il servizio individuale o comunitario di utilità pubblica reso allo Stato o ad una divinità.

Il servizio in questione, la cui versione nelle lingue sia dei paesi di lingua latina che in quelli di lingua anglosassone è di una sola parola corrispondente all’italiano liturgia, è un’azione composta di parole, gesti e simbolismi, rituali che rendono manifesto un rapporto dialogico Dio – uomo.

E’ Dio che prende l’iniziativa di questo rapporto nel quale l’uomo diventa il suo interlocutore privilegiato.

Nell’azione liturgica Dio si fa segno, vale a dire si rende sacramentalmente presente nella persona del suo Figlio, per rendere più visibile l’intimità del dialogo.

Nella liturgia l’uomo, attraverso preghiere, gesti e simboli, loda, glorifica e implora per le sue necessità spirituali e materiali il Dio trino ed uno.

In tutte e tre la grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo, Islamismo, Dio è l’unica persona che, per i suoi meriti, primo fra tutti il suo amore per tutto ciò che, da sempre e per sempre, progettato nel suo disegno creativo, ha elaborato e custodito nella sua mente, è degna d’essere adorata, cioè amata, adorata, glorificata, pregata col cuore, con la mente, con gesti e atti di devozione quali la genuflessione e la prostrazione.

Nel cattolicesimo, ad iniziare da Maria Santissima, madre di Dio in Cristo e Figlio dell’uomo in Gesù, tutti coloro che, per le opere compiute su questa terra, si sono fatti servi di Dio per onorarlo e adorarlo attraverso il servirlo tendente a cooperare al suo piano di salvezza, sono stati assunti dalla Chiesa nell’elenco dei Beati o al canone cfr. Codice di Diritto Canonico, canone 1403) dei Santi, cioè eletti agli onori degli altari, possono essere fatti oggetto di venerazione.

La venerazione, meritata anche per la loro testimonianza di vita, degna d’essere presa ad esempio, per la nostra santa condotta su questa terra, non comporta la prostrazione, ma il rispetto e la richiesta d’intercedere presso il Signore, per ottenere da Lui il suo intervento in favore delle nostre necessità spirituali e materiali.

In riconoscimento della loro opera in vita e, dopo la rinascita alla vita eterna, presso il Padre, ancora una volta pre la salvezza degli altri figli di Dio, la Chiesa celebra la memoria del momento del loro ritorno alla dimora celeste; alcune volte, delle quali parleremo in seguito, anche con celebrazioni eucaristiche, il cui centro e fine ultimo è sempre la Santissima Trinità, viva, presente e operante nella liturgia.

Nelle tre grandi religioni monoteiste, la liturgia, nella sua pubblica manifestazione cultuale prende atto dell’azione di Dio che educa l’uomo continuamente richiamandolo ai doveri impostigli dal suo Creatore attraverso il suo dettato del decalogo, che dopo tre soli, ma fondamentali comandi, ne detta ben sette a difesa dei diritti spirituali ed anche materiali di tutti gli individui, ciascuno dei quali è simile all’altro, con la stessa provenienza che, all’inizio della vita, ebbe origine nelle mani di Dio Creatore, Signore e Padrone di tutto e di tutti.

L’insegnamento di Dio, che nell’azione liturgica parla a tutti gli uomini di buona volontà (indipendentemente dal loro modo di professare la fede in Lui) per la tutela dei diritti individuali, voluta dall’unico vero Dio, di nome Jahvé, cioè Colui che è, dà alla liturgia anche una valenza sociale.

Gli uomini di buona volontà, mostrano nell’accettazione dell’invito del Padre la loro fede in Lui. Questo rende la liturgia occasione di fede nella bontà di Dio.

Ogni azione compiuta attraverso i riti liturgici ha un significato sia specifico sia globale che rende visibile la realtà storico - incontestabile di Jahvè.

Fine del I incontro

Note. L’ordine degli incontri segue un itinerario di base ben determinato. Tuttavia, nei due prossimi appuntamenti, effettueremo un salto, anticipando, rispetto all’ordine suddetto, il capitolo che parla dei simboli, dei gesti e dei segni presenti nella Liturgia Eucaristica. Ili motivo di questa intenzionale e momentanea interruzione della logica del percorso d’apprendimento di tutta la liturgia, non è dettata da un capriccio, ma è dovuta alla necessità favorire una migliore partecipazione dell’assemblea di popolo di Dio durante le celebrazioni, ormai prossime, che vanno dall’Avvento all’Epifania; il cui culmine è il Santo Natale.