DSC
X TAPPA
INTRODUZIONE
|
Pochissimi potenti impongono una legge del profitto demoniaca ad una larga maggioranza di esseri umani "nati liberi ed eguali in dignità e diritti… senza distinzione di alcuna di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro genere, di ordine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o altra condizione" (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo). |
|
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai numeri 360 e 361, recita: Grazie alla comune origine il genere umano forma una unità. Dio infatti "creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini" (At 17,26). Meravigliosa visione che ci fa contemplare il genere umano nell’unità della sua origine in Dio…; nell’unità della sua natura, composta ugualmente presso tutti di un corpo materiale e di un’anima spirituale; nell’unità del suo fine immediato e della sua missione nel mondo; nell’unità del suo habitat: la terra, dei cui beni tutti gli uomini, per diritto naturale, possono usare per sostenere e sviluppare la vita; nell’unità del suo fine naturale: Dio stesso, al quale devono tutti tendere; nell’unità dei mezzi per raggiungere tale fine; … nell’unità del suo riscatto operato per tutti da Cristo. Questa legge di solidarietà umana e di carità, senza escludere la ricca varietà delle persone, delle culture e dei popoli, ci assicura che tutti gli uomini sono veramente fratelli (Pio XII, Enciclica Summi Pontificatus; cfr. Concilio Vaticano II, Nostra aetate). |
TESTO
|
Condanna del profitto – rapina derivante dalla oppressione economica dell’uomo e dei popoli e dall’inquinamento dell’ambiente. "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni… La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé… Anima mia hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio" (Lc 12,15-21). L’etica del profitto è per molti un’utopia. Il mondo industriale è in mano a cinquantasei macroaziende multinazionali, alcune delle quali con bilanci più grossi di quelli di molte nazioni, che troppo spesso manovrano anche il fisco come le loro tasche. Chi non è della partita rimane fuori dalle tavole imbandite con pietanze grasse. La discriminazione tra le classi è più viva che mai: da una parte lo strapotere dei giganti del capitale dall’altra gli sfruttati che del capitale sentono l’odore a distanza e l’olezzo della miseria sempre più incollata addosso. La cultura informatica è nei loro paesi, ma al servizio degli sfruttatori, mentre gli sfruttati non hanno mai usato neppure il telefono, e accelera il processo del loro sfruttamento. In sostanza miseria e ricchezza convivono, la prima sopraffata dall’altra. Ecco il globalismo! Ecco lo sviluppo uniforme del mondo! Ogni sera i ricchi aspettano la chiusura di Wall Street; anche qui emerge la discriminazione. I risparmiatori, piccoli, ma imprudenti, illusi dalla pubblicità del potere, attendono di sapere di che sorte moriranno. I burattinai stanno all’erta per stabilire quale provvedimento speculativo conviene prendere: aumentare gli investimenti finanziari o quelli umani in termini di licenziamenti. Comunque vada i conti tornano sempre. Mentre le piccole imbarcazioni colano a picco appena c’è un po’ di vento in più del normale, le navi di grande cabotaggio sono pure di grossa stazza e quindi rimangono quasi sempre a galla anche davanti alle grosse bufere, La Ford e la Good Year, ad esempio, che, dopo molti anni di grandissimi successi commerciali, hanno un momento di rallentamento delle vendite, del resto comune alle altre industrie del settore in campo mondiale, si affrettano ad annunciare circa duemila licenziamenti ciascuna, senza lacrime. Questo provvedimento, infatti, tradurrà quasi sicuramente l’andamento negativo in positivo nel giro di poco tempo. Il risparmio di quattromila retribuzioni (l’esborso per le liquidazioni dovrebbe essere già stato ammortizzato, se, come dovrebbe essere, si tratta di somme via via accantonate col maturare delle anzianità del personale), costituirà un colpo di fortuna per la produzione che si avvarrà di nuove tecnologie a risparmio di mano d’opera, per cui si potrà marciare sul mercato a prezzi più concorrenziali, senza nulla rimetterci, con l'effetto di una ripresa e di un superamento delle vendite attuali. Senza contare che nel frattempo alcuni macchinari obsoleti del patrimonio aziendale potrebbero andare a fare mettere in piedi piccoli satelliti industriali per la produzione a basso costo di sottomarche. All’annuncio di questi due colossi del settore del trasporto fa eco la dichiarazione di crisi della FIAT, che ricorrerà quasi sicuramente alla cassa integrazione e ai licenziamenti di padri di famiglia, ma non toglierà, anzi aumenterà, il suo apporto finanziario alla Ferrari. Risultato: crollo in borsa calcolato; spostamento della produzione, anche con eventuali marchi commerciali alternativi che giustificano l’uso di macchinari obsoleti, che in questo modo godono di una gratuita rivalutazione non tassabile, nei Paesi dove la manodopera è da dieci a venti volte inferiore di quella italiana; un nuovo apporto commerciale procurato dalla Ferrari che beneficia di maggiori investimenti, con due significati, a) maggiori sponsor che coprono, in più con notevoli interessi percentuali, l’iniziale maggiore esborso in favore della Casa di Maranello; b) maggiori richieste di autovetture dall’estero, prodotte all’estero a basso costo; c) risalita vertiginosa delle azioni, svendute ad aziende del gruppo, cioè in famiglia, sul mercato mondiale. In sostanza la sbandierata crisi, ufficialmente avallata con un altro grosso risparmio, il dispendiosissimo, superfluo Salone dell’auto (inutile farlo ogni anno, ora che l’auto è un bene comune quasi di prima necessità), si traduce in grossissimo guadagno, ormai non più ottenibile in regime di libera concorrenza. "Fatta la legge scoperto l’inganno". I grandi investitori non finiranno mai di operare per lo scopo dell’utile percentuale del 99 a 1. La paura di perderlo mise in difficoltà, nel periodo dal 1972 al 1974, i grandi industriali italiani che diversificarono i loro investimenti puntando nell’imbottigliamento e nella distribuzione della Coca Cola d’origine americana. Metà degli stabilimenti nazionali andarono in tilt. Seguirono contrattazioni, vendite ed altri accorgimenti con la ripresa del 100% delle attività. I magnati in questione rimasero a galla. Dobbiamo rassegnarci all’idea che a rimetterci saranno sempre le classi deboli. |
|
Al Vertice Mondiale sull’Alimentazione, tenutosi a Roma dal 10 al 13 giugno 2002, promosso dalla FAO, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha inviato il seguente messaggio: " Oggi più che mai si impone l’urgenza che, nei rapporti internazionali, la solidarietà diventi il criterio ispiratore di ogni forma di cooperazione, nella consapevolezza della destinazione universale dei beni che Dio creatore ci ha affidato. Nel preambolo della Costituzione della FAO si proclamava già l’impegno di ciascun Paese ad aumentare il proprio livello di nutrizione, a migliorare le condizioni dell’attività agricola e delle popolazioni rurali, così da accrescere la produzione ed attivare un’efficace distribuzione degli alimenti in ogni parte del Pianeta. Tali obiettivi comportano, però, una continua riconsiderazione del rapporto tra il diritto di essere liberato dalla povertà e il dovere dell’intera famiglia umana di venire concretamente in soccorso di quanti sono nel bisogno… Per questo, la Chiesa cattolica, da sempre sollecita nel promuovere i diritti umani e lo sviluppo integrale dei Popoli, continuerà a sostenere quanti operano perché sia assicurato a tutti il cibo quotidiano. Essa è vicina per intima vocazione ai poveri della terra ed auspica il fattivo impegno di tutti perché presto venga risolto questo problema, che è uno dei più gravi dell’umanità". |
|
Questa sensibilità della Chiesa verso i diritti umani, cui fanno riferimento le parole del Santo Padre, trovano riscontro negli insegnamenti sociali della Rerum Novarum di Leone XIII che, facendo breccia in molti cuori del mondo economico dell’epoca e, per grazia di Dio, anche di oggi, sortirono benefici effetti testimoniati da alcune iniziative promosse da persone laiche e consacrate che, a partire dal 3 maggio 1903, misero parte della finanza al servizio del Vangelo. E’ questo il propellente che ha dato la spinta alle parole del Papa nel suo Discorso ai dirigenti e ai dipendenti della Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina. |
|
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II Sabato, 8 marzo 2003
Il mio saluto cordiale va ora a voi, cari amici della Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina, che celebra il centenario della nascita. A tutti do il mio benvenuto. Saluto, in particolare, il Pastore della vostra Arcidiocesi, Mons. Edoardo Menichelli, che ha voluto accompagnarvi a quest'incontro. Estendo il mio saluto ai dirigenti, ai dipendenti e a tutti i familiari. Il vostro Istituto fu fondato il 3 maggio del 1903, grazie anche alla provvida iniziativa di quattro sacerdoti, sulla scia degli insegnamenti proposti nell'Enciclica Rerum novarum dal mio venerato predecessore, il Papa Leone XIII. L’Istituto si chiamava allora Cassa Rurale Cattolica di Depositi e Prestiti San Francesco d'Assisi e intendeva fare della cooperazione nel campo del risparmio e del credito un proficuo strumento per andare incontro ai ceti rurali, che non di rado rimanevano vittime della diffusa e mortificante morsa dell'usura.Dalla nascita ad oggi sono trascorsi cento anni, durante i quali il vostro Istituto ha subito ampie e profonde trasformazioni, mantenendo sempre intatto il suo stile di solidarietà e la sua ispirazione etico-sociale improntata al Vangelo. Mi congratulo con voi per il lavoro compiuto e per il consenso non solo economico ma anche sociale e culturale che la Banca incontra attraverso i numerosi e diversificati interventi di beneficenza e di solidarietà tra le popolazioni dell'Abruzzo e del Molise, dove essa è presente. Sono mutate le condizioni economiche e sociali delle popolazioni, ma permangono non pochi problemi acuiti dall'attuale crisi economica che interessa il mondo intero. Auspico che la vostra attività prosegua mantenendo lo spirito delle origini e si apra con coraggio e lungimiranza alle emergenti necessità dell'attuale momento storico. Vi proteggano San Francesco d'Assisi e i santi vostri Patroni; vegli su di voi e sulle vostre famiglie Maria Santissima e vi aiuti a essere sempre fedeli discepoli del suo Figlio Gesù nel diffondere il Vangelo della Carità. Carissimi, vi ringrazio nuovamente per la vostra visita e, mentre assicuro un ricordo nella preghiera, di cuore tutti vi benedico.
|