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VII TAPPA

AMORE NON GUERRA

  • INTRODUZIONE

    Ieri sera, 29 Gennaio 2003: La trasmissione TV "Porta a Porta" presenta il contingente degli Alpini di stanza all’Aquila in partenza per l’Afghanisthan nei prossimi giorni, salutato dal festante ministro della difesa Martino (bastava notare la presenza costante del sorriso sul suo volto – ma forse ci voleva mostrare i denti … bianchi; forse sarebbe più adatto definirlo dell’offensiva).

    ... Sono così 8500 i soldati italiani inviati in Medio Oriente in "missione di pace". Intanto, uno degli alpini, intervistato dal conduttore della trasmissione, Bruno Vespa, sull’armamento in dotazione, ha mostrato, oltre ad una grossa pistola, un fucile "a pompa", per i combattimenti ravvicinati. Come missione di pace non c’è male. Il generale, comandante il gruppo, ha però, detto che le armi servono per difendersi da eventuali aggressioni. Il suo modo di esprimersi, però, mostrava segni di perentorietà.

    Gli USA hanno già in Iraq 35.000 uomini. La Gran Bretagna 30.000. A sentire, tuttavia, Bush e Powell, la guerra già dichiarata, ma ancora, ufficialmente, è da iniziare. Tutti questi militari, allora, sono in gita di piacere?

    Oggi, 30 c.m., è iniziato il viaggio di Berlusconi per l’incontro con Tony Blair e poi con Bush. Cosa si diranno mai? Mi sembra una sorta di pellegrinaggio devozionale al più potente tra i potenti della terra!

    L’Europa unita è pacifista o guerrafondaia? La maggior parte si schiera con chi vuole la guerra. Per condivisione d’idee? Per essere simpatica a chi ha i "canini" più affilati?

    Chi, come Francia e Germania, ha il coraggio di dissociarsi dai guerrafondai viene accusato di rendere più forte Saddam con quello che viene definito una forma d’appoggio indiretto o latente di fronte all’opinione pubblica.

    Bush, con cuore grande e generoso, concede sei settimane di proroga perché Saddam possa mettersi prostrarsi all’America, prima del bagno di sangue, e il leader iracheno promette che, se ciò accadrà, in quel mare "rosso cruento" galleggeranno un milione di cadaveri di soldati americani. Insomma, i due mastini assetati di vendetta scalpitano negli angoli opposti dell’arena.

    Insomma, guerra sa da fa’.

    Slamon Warduni, vescovo ausiliare di Bagdad, rivolto ad una delegazione italiana di parlamentari, s’è chiesto se il suo paese sarebbe stato vittima di un embargo da dieci anni se nel suo sottosuolo non ci fosse il petrolio; perché il suo Paese è l’unico chiamato a comprovare il non possesso d’armi, quando tutti gli altri Stati della regione e del mondo non fanno altro che armarsi, quando Israele detiene armi nucleari, e quando l’Iraq stesso è stato in passato fortemente armato dall’Occidente.

    Monsignor Warduni ha fatto riferimento a un appello che dopo una giornata di digiuno e di preghiera la Chiesa di Bagdad ha rivolto alle altre Chiese e ai governi rappresentati nella capitale, perché al popolo iracheno siano risparmiati gli annunciati lutti e i dolori dell’attacco militare.

    …A che servirebbe liberare l’Iraq dal regime di Saddam per assoggettarlo ad un’effettiva schiavitù sotto il dominio degli Stati Uniti ed a un’occupazione militare: "una volta – ha detto - si facevano schiavi gli uomini, adesso si fanno schiave le nazioni". Perciò la Chiesa rifiuta e denuncia questo tipo di liberazione (Angelo Bottone, studente; appartenente al gruppo "politici cattolici").

  • TESTO

    Amore, non guerra.

    "A voi che ascoltate dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi calunniano" (Lc 6,27-28).

    La domanda più ricorrente, provocata dalla mancanza di un cammino di fede e di una lettura approfondita e meditata, meditata nel profondo del cuore e vissuta, cioè ascoltata, della parola di Dio, è: "Perché Dio permette che accada questo e quest’altro?".

    Dio ha creato l’albero della vita e l’albero conoscenza del bene e del male. Dunque il male esiste, ma non perché è gradito a Dio, bensì perché avendoci donato un’esistenza terrena libera, piuttosto che manovrarci come marionette, ha subito Egli stesso la rivolta di un angelo, anche lui creato libero; il primo, presuntuoso fino all’invidia di non essere l’unico, che abusò della libertà coinvolgendo l’uomo nel suo peccato di presunzione del potere, il primo che votandosi alla missione della discordia fra tutte le creature ha reso operante il male.

    Il male, come condizionamento della volontà umana, è un concetto astratto che dimostra la sua reale esistenza procurando effetti concreti disastrosi. Tuttavia rimarrebbe un’idea astratta, priva di effetti concreti, se non venisse reso materialmente attivo dalla libera volontà dell’uomo che cede all’influenza del "ribelle", per sua scelta, alla quale Dio, impietoso e terribile giudice di satana, non oppone resistenza perché, Lui che ci ama, condivide la sofferenza sia dei peccatori sia delle loro vittime, fino a volerla patire fino alla Croce, e rendere così più efficace il suo piano salvifico.

    Ecco la risposta vivente al continuo chiedersi: "Perché Dio permette la sofferenza dell’innocente?".

    "In questi nostri anni, nei quali permangono gravissime tra gli uomini le afflizioni e le angustie derivanti dall’imperversare della guerra e dalla minaccia di guerra, la società umana…non potrà portare a termine l’opera che l’attende, di costruire cioè un mondo più umano per tutti gli uomini e su tutta la terra, se gli uomini non si rivolgeranno tutti con animo rinnovato alla vera pace. Per questo motivo il messaggio evangelico, in armonia con le aspirazioni e gli ideali più elevati del genere umano, risplende in questi nostri tempi quando proclama <beati i promotori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio> (Mt 5,9)" (GS 77,1585).

    "La pace non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi al solo rendere stabile l’equilibrio delle forze contrastanti, ne è effetto di una dispotica dominazione, ma essa viene con tutta esattezza definita opera della giustizia <che è frutto, anche dell’amore>… La pace terrena tuttavia, che nasce dall’amore del prossimo è immagine ed effetto della pace di Cristo, che promana dal Padre" (GS 78, 1587-1589).

    Per questo, guerra e persecuzioni, che non sono una novità dei nostri giorni, ma hanno un inizio immediatamente successivo all’accettazione umana della follia del traditore di Dio che la Sacra Scrittura, per meglio evidenziarne l’estrema pericolosità che nasce da una grave insidia visibile o latente, ci presenta iperbolicamente in veste di serpente.

    Partendo dal peccato di Caino il quarto capitolo del Genesi mette in evidenza la difficile convivenza degli uomini a causa dell’azione di, colui che mette discordia fra due.

    Da questo momento in poi, basta confrontarsi con alcuni libri della Bibbia, a partire dalla fuga dall’Egitto, con il relativo intervento salvifico di Dio per il suo popolo, nel Libro dell’Esodo, dai fatti narrati nei Libri storici e nei Libri profetici, per renderci conto che oltre venti secoli di storia sono segnati, quasi di continuo, da conflitti del mondo. In ogni luogo della terra l’orrore della guerra è sempre stato più o meno grave e presente. L’elenco è interminabile, ma ci possiamo limitare a constatare che sarebbe ardua impresa tentare di trovare correnti politiche esenti da responsabilità. E’ altresì superfluo andare oltre alcune citazioni: Asia (basta ricordare Cina, Giappone e quasi tutti gli altri Paesi che ne fanno parte, ad esempio la Russia: all’interno, sottomissione dei servi, al tempo di Caterina II; all’esterno, presa della Turchia e poi della Polonia, spartita con Austria e Prussia – siamo fra il 1962 e il 1796 -; per non parlare dei misfatti dell’epoca di Lenin, di Stalin, della Germania di Hitler. E poi l’America; solo qualche esempio: lotta agli indiani – pellerossa -; Vietnam; I Guerra Mondiale; II Guerra Mondiale, che termina con la vendetta sui Giapponesi a distanza di quattro anni – 1941 – per il micidiale attacco alla flotta di Pearl Harbor, con il lancio con circa 80000 morti nella prima e 39000 immediati nella seconda, distanza di tre giorni l’una dall’altra, nell’agosto del 1945; e ancora, i bombardamenti Russi, intorno al 1985, sul Kazakhstan in seguito alla cessazione dell’URSS, che coincide con la morte del comunismo, dell’atomica a fissione di uranio o di plutonio – che ha origine da una scoperta dello scienziato Enrico Fermi, tendente ad essere utilizzata come utilissima energia propulsiva, alternativa e di gran lunga superiore a quella di tipo tradizionale -, i cui effetti di morte nel mondo sono ancora oggi attivi e irreversibili. Siamo alla presenza di segni dell’egoismo, padre dell’odio, di figli di un unico Padre, che vivono insieme senza amarsi.

    Caino e Abele, oggi!

    Nei giorni nostri, chi è Caino? Chi Abele?

    "Badate la vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli" (1Co 8,9).

    I defraudatori del prossimo, i guerrafondai, coloro che godono del maltolto ai deboli in barba alle sofferenze altrui, costoro sono i gli eredi di Caino e i responsabili della metamorfosi di Abele in Caino.

    Quando Abele diventa Caino e Caino diventa Abele?

    "Chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte" (Gn 4,14).

    Abele diventa Caino.

    E se ad un certo momento qualcuno, forse dalla pelle scura, cresciuto nell’inferno dell’avidità umana, aizzato da qualche seguace di satana, come Ossama Benladen ed altri, sale su un aereo o si trasforma in bomba umana, per uccidere i Caino, che pur sono suoi fratelli (il cui peccato si appesantisce degli atti di ritorsione compiuti dalle loro stesse vittime) compie a sua volta, un gesto che non incontra il favore del Signore.

    Misericordia senza limiti.

    "Beati i misericordiosi, poiché essi troveranno misericordia" .

    Avete udito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra..." (Mt 5, 38-39).

    L’ammonizione di Gesù non è a buon mercato: Egli, a Pietro che gli chiede quante volte si può perdonare l’offesa subita, afferma che la carità del perdono non conosce confini (cfr. Mt 18,21-22) e Lui stesso lo testimonierà.

    In occasione del suo arresto, testimonia e sperimenta su se stesso la carità di offrire il perdono: "Avvicinatisi, misero le mani su Gesù e lo presero. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, stendendo la mano, sfoderò la sua spada e, avendo colpito il servo del sommo sacerdote, gli portò via l’orecchio. Allora gli dice Gesù: - Riponi la tua spada al suo posto… Oppure credi che non posso pregare il Padre mio, e mi fornirebbe adesso più di dodici legioni di angeli? Comunque si adempirebbero le Scritture, le quali dicono che così deve avvenire? (Mt 26, 50b-54).

    Il mondo tuttavia, nonostante l’esempio di Gesù, quando l’Abele dei nostri giorni veste i panni di Caino, imbottito di una cattiva stampa dimentica chi sono i primi responsabili della loro rivolta; piange e si schiera in favore di chi per primo armò la propria mano; vede la pace come il crollo della giustizia, il perdono come un segno di estrema debolezza fino alla stupidità. E qualcuno, sprovveduto o in mala fede, afferma: ma anche Gesù scacciò i mercanti dal tempio e demolì i loro banchi) ed inneggia alla guerra, esultando davanti a nuove e più numerose vittime che documentano la vittoria, cioè che l’obiettivo vendetta è stato raggiunto dalla efficiente macchina militari dei potenti oltraggiati e offesi. E, comodamente sdraiato su una comoda poltrona, manovra il telecomando nella sadica attesa degli aggiornamenti sulle nuove vittime e sugli esodi dei sopravvissuti; ma cambia canale, per non tapparsi gli occhi, quando la TV mostra il regno della sofferenza, del quale sembrano accorgersi solo i missionari, fra i quali, viva Dio, ci sono anche persone che hanno lasciato le loro sicurezze occidentali per donare se stessi a coloro nei quali riconoscono il volto di Cristo.

    Dopo secoli di servitù gli schiavi reagiscono. La reazione non è quella del popolo di Dio che sfugge al faraone pacificamente.

    La reazione violenta degli schiavi dei nostri giorni non è neanche un brutta copia della fionda di Davide contro il gigante distruttore. Golia; rispecchia invece la tipica confessione di coloro che non sono credenti o che praticano una religione che non sempre esclude la violenza.

    Il terrorismo è la manifestazione evidente di questa forma errata di credo che deturpa alcune confessioni di fede monoteistica.

    La loro reazione vendicativa li riporta alla condizione di Caino.

    Le centinaia di milioni di sacrifici di ieri sugli altari del potere, sono stati ripagati con alcune migliaia di olocausti dalla strategia del terrore.