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Cristoforo de Grassi, veduta di Genova nel Medioevo (1481)
Museo Navale di Pegli

 
I seguenti brani e la stampa sono tratti dal dal Bianchi - Poleggi, Una città portuale del Medioevo, Sagep Editrice, Genova, 1987:

pg. 77:

"Ci riferiamo in particolare al quartiere del Molo ed all'urbanizzazione del vecchio porto avvenuta tra XIII e XIV secolo quando già il Molo vero e proprio si prolungava ormai verso mare.

Estesa più di 2 ettari a chiusura dell'arco portuale, la penisola viene lottizzata dal Comune su due grandi ordini di isolati che la attraversano da est ad ovest ed affittata quindi ai privati con gli stessi criteri politici ed economici applicati dalle locazioni enfiteutiche alle aree di espansione residenziale, come ci documenta la eccezionale serie dei terrarum sive embulorum costituita da 88 cartulari conservati nell'Archivio di Stato che abbracciano il periodo 1340/1804.

Nel 1350, secondo uno dei primi e completi registri, abbiamo conteggiato 228 terratici assegnati a circa 180 locatari di cui almeno un terzo è composto di artigiani addetti alla manutenzione, strumentazione e riparazione delle navi, come maestri d'ascia, ferrari, remolari, clavoneri, falegnami, calafati e anche bottai."


pg. 195:

"Per il settore delle abitazioni popolari abbiamo la fortunata opportunità di disporre di un campione abbastanza completo ed esteso, costituito dal quartiere del Molo.

Come si è già detto era un quartiere particolarmente legato al porto da cui gran parte dell'area era stata ricavata con un interramento tra il XIII e il XIV secolo. Era stato pianificato dal Comune ed edificato, ancora con cessioni enfiteutiche, con piccole case artigiane la cui gestione pubblica aveva lo scopo di assicurare certi servizi portuali ed una presenza strategica di mano d'opera specializzata nelle arti navali e marinaresche.

Nel 1418 prima di perdere del tutto il controllo della situazione patrimoniale, il Comune ha ceduto il quartiere al Banco di San Giorgio. I protettori delle Compere si danno cura principalmente di un recupero finanziario ed abbandonano le avvedute, ma probabilmente non più operanti, regole di assegnazione delle case, che imponevano: bandi pubblici, locazioni solo biennali, proibizione di subaffitto, ecc. Sono concesse investiture in enfiteusi perpetua estesa a tutti gli eredi di ambo i sessi. I diritti di San Giorgio sono limitati ad una gabella o terratico di cui alla lunga è concesso il riscatto.

L'amministrazione di questo patrimonio è tenuta dal 1540 con i cartulari degli Embulorum figuratis, dove sono registrate le pensioni e ai quali è allegata una documentazione grafica ricca di immaginose rappresentazioni delle case, generali del quartiere e particolari degli isolati, e quel che è più importate corredata di indicazioni metriche."



 
Veduta del Molo, Cabella embulorum sive terraticorum

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