IMPRESSIONI SULLA TERRA SANTA
Andare in Terra
Santa è come approdare da naufrago ad un'isola sconosciuta: sì, perché è
terra di risveglio e di rivelazione.
Ci si ritrova l'innocenza dell'infanzia, il dolcissimo primo contatto con Dio
che (noi non lo sapevamo) scopriva le segrete aspirazioni dell'anima; ma è
soprattutto respirando l'aria di questa terra e percorrendo le strade del Cristo
Uomo che scopriamo le nostre radici cristiane.
Già la voce di Mosè ci precede dall'immensità del deserto silenzioso e ci
accompagna fino ai confini della terra promessa.
E' solo l'inizio di un'avventura meravigliosa in cui lo scenario è una terra
piena di contrasti fisici, umani, sociali, ma il vero protagonista è il cielo.
Per questo è bello essere lì, anzi, bisogna essere lì: allora un giorno la
mente emigra e si perde nell'affascinante Mistero dell'Incarnazione per
l'incontro di Maria; oppure il calore del focolare della sacra Famiglia ci
ricorda gli umili animali che scaldavano con il loro fiato il Bambino Gesù. E
quanta poesia nella grotta della Natività dove l'altare cristiano quasi si
confonde con la vecchia mangiatoia e la stella d'argento ortodossa splende come
fosse appena scesa dal cielo. Ecco il Giordano dalle limpide acque e l'altare di
Cana tutti e due mezzi sacri per riconfermare la promessa di fede a Dio e agli
uomini; inoltre a Cana il miracolo del vino segna l'inizio del "tempo dì
Cristo" anticipando il messaggio dell'Ultima Cena. Questi e tanti altri
pensieri in Terra Santa dove andando, moderni pellegrini, non gridiamo più al
miracolo se "casualmente" in una strada di Nazareth ci attrae lo
sguardo dì un solitario Frate Francescano, pellegrino anche lui venuto dal Perù
che unisce i suoi passi ai nostri, prega, canta con noi nella sinagoga e
benedice da così lontano la nostra comunità fiorentina; lui ci dice: " lo
non credo alla casualità del nostro incontro...", parole ispirate ? Chissà!
Un altro giorno nel mare di Galilea vediamo una barca di pescatori, la scena non
è dissimile da quella di 2000 anni fa: essi lanciano le reti come un tempo
quando Gesù volle andare, camminando sulle acque, incontro ad alcuni uomini,
anch'essi pescatori per farne dei discepoli testimoni della Sua Verità.
Ecco Gerusalemme una città Speciale soprattutto perché qui la preghiera è di
casa: la si trova attaccata scritta ad ogni porta di Israele e gli ebrei che
pregano al Muro del Pianto; suonano le campane insieme alle mille voci che
salgono al cielo dai minareti. Al mattino tutti questi suoni accompagnano gruppi
di ragazzini che vanno a scuola nella confusione di grida e di voci delle
stradine della Casba e dei suoi bazar.
TERRASANTA vuol dire GERUSALEMME - Questo disse don Massimo mentre ci si
avvicinava alla città e subito un misterioso richiamo emerse dal passato nella
nostra mente: era il Calvario circondato dalle tenebre quelle che nascondevano
anche la cecità degli uomini ma accompagnavano la Sua Agonia e preparavano al
grande sacrificio per Amore.
Per questo ed altre infinite sensazioni identifichiamo il nostro pellegrinare
cristiano con il cammino della vita ed oggi anche se il dolore e la sofferenza
sono cibo quotidiano però, alle porte di Gerusalemme, cantiamo felici lodando
il Signore.
Loredana e Silvano