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Lectio
Mt
25, 1-13 La Parabola delle dieci vergini
DAL
VANGELO SECONDO MATTEO.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: [1]Il
regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade,
uscirono incontro allo sposo.
[2]Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
[3]le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;
[4]le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli
vasi.
[5]Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
[6]A mezzanotte si levò un grido: ECCO LO SPOSO, ANDATEGLI INCONTRO!
[7]Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
[8]E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché
le nostre lampade si spengono.
[9]Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi;
andate piuttosto dai venditori e compratevene.
[10]Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo
sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la
porta fu chiusa.
[11]Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono
a dire: Signore, signore, aprici!
[12]Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
[13]Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né
l'ora."
Prima:
La parabola del maggiordomo
Dopo: La parabola dei talenti
Passi
paralleli: Lc 12, 35-38
Riferimenti
biblici: 2 Cor 11,2
Il
contesto
La
parabola è propria di Matteo, è letterariamente legata alla
precedente parabola mediante il motivo del ritardo dello sposo e del suo
sopraggiungere inatteso. Le vergini sono le anime cristiane che, fidanzate
a Cristo, loro unico sposo sono in attesa di essere presentate a lui per
le nozze celesti. La vita cristiana è secondo la parabola, un cammino
in cui la meta è una festa nuziale; un cammino però fra
le tenebre che solo la fioca luce di una lampada, simbolo della fede vigilante,
può rischiarare. La metafora nuziale per esprimere il rapporto
di amore e fedeltà tra Dio e la nazione eletta nell'AT, e tra il
Cristo e le anime battezzate nel NT, è una delle più note
e più efficaci della tradizione biblica.
È la metafora più bella dell'esistenza umana, paragonata
a un uscire per andare incontro allo sposo. Tutta la nostra vita è
un'uscita, finalizzata a questo: usciamo dal grembo della madre alla luce
del sole, usciamo ogni istante da ciò che siamo verso ciò
che diventiamo, fino a quando usciamo dalla vita per incontrare la nostra
vita, nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3).
Ignoriamo il giorno e l'ora dell'arrivo, ma sappiamo che ogni giorno e
ogni ora è un passo verso di Lui. A condizione però che
ne ascoltiamo la parola. Questo è l'olio che le vergini sagge portano
con sé, e le fa entrare alle nozze. Le vergini stolte invece non
hanno ascoltato e fa Le vergini stolte invece non hanno ascoltato la sua
parola, la loro esistenza è un vaso vuoto, senza amore.
Questo brano non vuole spaventarci riguardo al futuro. Vuole responsabilizzarci
sull'importanza del momento presente: è l'unico che ci è
dato per vivere e acquisire l'olio necessario. La minacciosa descrizione
del fallimento serve a risvegliarci dall'incoscienza e dall'ozio, per
attivare la nostra libertà.
Esegesi:
Vs
1 Il Regno dei cieli è simile: qui si parla del regno
dei cieli nella sua prospettiva finale. Qui sulla terra il regno è
un cammino verso Dio e contiene grano e zizzania, pesci buoni e pesci
cattivi, spose sagge e spose stolte, chi incontra lo sposo e chi no!
Dieci vergini: le vergini sono da intendere non tanto come donne
singole ma come la totalità della comunità cristiana, che
diventa la sposa pronta per il suo sposo. In effetti in Gen 1, 27 si dice
che Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina ricreò.
Dio però non è ne maschio ne femmina! A sua immagine e somiglianza
è la relazione tra i due, che è amore, gioia, affidabilità,
completezza, fedeltà, tenerezza. Ciò che c'è di bello
nell'unione sponsale, è pallido riflesso di colui che è
amore, e ci ha fatti per amare come siamo amati. Lui stesso è lo
sposo, la nostra altra parte, che si dona a noi se l'accogliamo.
Presero le lampade: Non sono né lampade a olio, la cui fiamma debole
si spegne al vento, né lanterne, la cui luce è fioca. Si
tratta di fiaccole luminose, adatte per cortei grandi sale, con alla base
una boccia che contiene combustibile. La fiaccola è il credente
stesso. Acceso alla luce di Cristo, si fa lui stesso luce del mondo.
Uscirono: la vita è un'uscita, un esodo, un continuo accadere
da una realtà all'altra, un uscire da una condizione all'altra.
Incontro allo sposo: L'uomo è di sua natura incompleto. Amando
l'altro , realizza se stesso.
Vs 2 Cinque stolte/sagge: Stoltezza e saggezza sono ripartite
in egual misura. Sta a noi far crescere l'una a spese dell'altra, o viceversa.
Vs 3 Non presero l'olio: Ciò che davvero da luce
al nostro corpo, fino a trasfigurarlo, è l'amore del Padre effuso
nei nostri cuori, amare è passare dalle tenebre alla luce, dalla
vita alla morte. L'olio è lo Spirito santo, l'amore di cui arde
Dio stesso, che il figlio ci comunica, perché amiamo i fratelli.
Questo ci fa luminosi, ci rende figli della luce, icona del Padre. Senza
questo amore siamo stolti: andiamo contro la nostra relatà di figli.
Vs 4 Presero olio in piccoli vasi: La saggezza consiste
nel fare provvista d'olio nel vaso prima dell'incontro con lo sposo. Il
vaso è la persona concreta, nel suo corpo d'argilla che passa:
è in questo che si ama Dio con tutto il cuore e il prossimo come
se stessi. La nostra vita quotidiana, spesa nell'amore, è un processo
di trasfigurazione nel Figlio. Ogni istante di tempo è come un
vasetto: o è pieno d'amore o è un vuoto ripiegamento su
se stessi. La nostra vita terrena ci procura quella riserva d'olio che
arde in eterno: ogni atto è divino!
Vs 5 Tardando lo sposo: il Signore tarda, sembra assente
e lontano. È sempre presente sotto il suo segno per chi sa vegliare
e discernere. Lui è sempre con noi e sempre ci visita: ogni fratello
è il suo volto di Figlio. Ritarda la sua venuta ultima, perché
ci convertiamo allamore. Lui viene alla fine, ma è già presente
in ogni passo del nostro cammino, che ci avvicina o allontana da lui,
secondo che è vissuto o meno nell'amore del prossimo.
Vs 6 A metà della notte: è l'ora in cui tutti
dormono. La sua venuta definitiva è quando tutti dormiamo. Proprio
allora nel cuore delle tenebre si leva il grido del risveglio.
Vs 8 Dateci il vostro olio: solo ora all'arrivo dello sposo
le cinque stolte si accorgono di non avere l'olio. L'olio non è
l'amore infinito di Dio per noi, che c'è sempre: è la nostra
risposta al suo amore. L'olio è da asquistare in questa vita.
Vs 9 No!: Questo olio nessuno ce lo può dare, la
nostra risposta d'amore non può essere delegata ad altri.
Vs 10 La porta fu chiusa: la morte chiude la porta del tempo
utile per acquisire l'olio. La partita è finita: il risultato dipende
da ciò che si è fatto prima.
Vs 12 Non vi conosco: chi non lo ha riconosciuto davanti
agli uomini, non è da lui riconosciuto davanti al Padre. La sua
risposta ultima a noi è quella che noi ora diamo a lui. La nostra
risposta è importante: il Signore la rispetta, tanto da farla sua!
Vs 13 Vegliate dunque: è il senso di ciò che
Gesù ha detto. Nel seguito dirà come vegliare. Non sappiamo
il giorno e l'ora della sua venuta perché ogni istante di vita
è determinante per acquisire l'olio.
Meditatio
Ripeti mentalmente: "ECCO LO SPOSO, ANDATEGLI INCONTRO!"
Oratio
Signore Gesù, illumina la mia vita. Fammi comprendere le scelte,
le decisioni, gli atteggiamenti "saggi", allontanandomi da quelli
"stolti", e soprattutto rendimi perseverante nel vivere come
tu mi chiedi.
Contemplatio
È il momento di lasciarmi amare dal Signore.
Actio
Come posso mettere da parte l'olio necessario ad aspettare il Signore?
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