Il territorio e la sua storia
Il terreno adiacente a quello in cui ora è situato il complesso parrocchiale dell’Immacolata nel periodo rinascimentale delimitava il confine settentrionale della città. In quel periodo, questa zona era attraversata da una strada di campagna, costellata da grandi pioppi, che collegava due giardini: quello del Padiglione e quello della Delizia di Belfiore, che era in prossimità della chiesa di S. Maria degli Angeli. Nella prima fase della sua storia, questa strada di campagna era solamente precisata nel suo tracciato; essa dopo aver collegato i due giardini, si prolungava idealmente nell’area del Barco, prima che nelle mura in costruzione fosse stata lasciata aperta la porta detta degli Angeli, dal nome della vicina chiesa.
Al termine di Corso Ercole 1° d’Este, nei secoli scorsi si apriva la porta degli Angeli che serviva quasi esclusivamente alla Corte Estense, per l’uscita dei principi e dei nobili alla caccia nel Parco di Belfiore e del Barco.
Per questa porta il 29 luglio 1574 entrò in Ferrara Enrico III re di Francia, accompagnato dal duca Alfonso II d’Este, dal cardinale Filippo Buoncompagni, dal duca Emanuele Filiberto di Savoia e da Guglielmo Gonzaga duca di Mantova. Dalla stessa porta il 12 novembre 1598 entrò l’arciduca Alberto D’Austria, ricevuto dal papa Clemente VIII con al seguito dodici cardinali, vescovi, ambasciatori e nobili con gran seguito di carrozze. Dalla porta degli Angeli era uscito invece il 28 gennaio dello stesso anno, per l’ultima volta, Cesare d’Este, il quale, cacciato dal papa Clemente VIII, si era trasferito a Modena come duca di quella città. Lasciò il castello dei suoi antenati estensi, scortato da 600 cavalleggeri, da 200 archibugieri a cavallo e da 300 fanti.
Il cronista bolognese Giovanni Sabadino degli Arienti, nel celebrare le imprese del duca Ercole I, non trascurava di magnificare 1’opera dell’Addizione Erculea. Un risalto particolare assumeva la strada degli Angeli definita "amplissima... lastricata da cotte pietre", con i lati adornati da "arboscelli alti da pioppe dense" che ombreggiavano il percorso alle persone che si recavano alla chiesa di S. Maria degli Angeli.
Il primo toponimo ricordato nelle indicazioni dei confini cittadini e denominata come "la via per quom itur ad ecclesiam Sancte Marie ad Angeli".
La zona degli Angeli, dopo la scomparsa della chiesa assunse la generica denominazione toponomastica dei "prati e orti di Belfiore".
Nel 1810, come risulta dal Catastico rustico, mappale n. 3110, conservato presso 1’archivio di Stato di Ferrara, gli orti, i prati vignati, i piopponi erano di proprietà dei principi: Pio, Pasquale, Antonio, Francesco, fratelli eredi di Maria della Concessione.
Dallo stesso Catastico del 1833, mappale n. 4542 e n. 3106, si evince che il terreno "degli orti e vigne" era passato di proprietà di Antonio Campana e del veneziano Giacomo Luzzato. Nel 1836 Giuseppe figlio ed erede di Antonio Campana, acquista i possedimenti del Luzzato. Costruisce poi una casa colonica di 253 metri quadrati circondata da: "prato con viti, frutteti e pioppeto", denominata dai ferraresi "Casa dell'ortolano".
Nel 1843 casa e terreni vengono acquistati come risulta dal mappale 3107 Archivio di Stato di Ferrara dal conte Antonio Mazza di Ferrara; dopo alcuni passaggi di successione, all’inizio del’900, casa, orti e vigna furono acquistati dall’Ing., Adamo Boari (Marrara 1863 - Roma 1928).
Nel 1913 l’ing. Sesto Boari, fratello di Adamo, progettò e fece costruire 1’originale palazzina in "cotto" situata al numero civico 51 di Corso Ercole I d’Este, nelle vicinanze della chiesa degli Angeli.
Il 27 Luglio 1956 i fratelli Primo e Mario Santi, industriali di Bologna, acquistavano da Emanuela, erede di Adamo Boari I’immobile: con fabbricato rurale, seminativo, arborato, prato e orto.
Per poter costruire la chiesa, 1’Arcivescovo Mosconi, il 18 dicembre 1957 con rogito del notaio Pietro Feletti acquistava il terreno dei fratelli Primo e Mario Santi di Bologna.
(Tratto da "LA CHIESA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI FERRARA" DI Luciano Maragna)