Intervista a… ELSA BERTOLINI, anni 75


Il Catechismo
  
Mi sono trasferita a Favaro da Dese e per i primi tempi ho continuato a frequentare quella chiesa. Quando poi è nata la nuova parrocchia di S. Pietro ho cominciato ad inserirmi nella vita della nuova comunità.
   Quando ho iscritto mia figlia Sandra al catechismo don Vincenzo mi ha detto : “Anche tu potresti fare la catechista! Se sei una brava mamma, devi anche impegnarti a fare il catechismo ai bambini!”. Io ero incerta, avevo paura di sbagliare. Ma don Vincenzo mi rassicurò, dicendomi che se avevo dei dubbi potevo sempre rivolgermi a lui.
   All’inizio c’erano pochi locali : ricordo che si era costretti a fare catechismo anche nelle varie stanze della canonica ( nel soggiorno, in cucina, nell’entrata). In quel periodo nascevano tanti bambini : quelli che si preparavano alla Prima Comunione erano più di cento all’anno e perciò dovevamo fare tre o quattro gruppi per classe. Eravamo in 20-25 catechiste, e ogni quindici giorni ci trovavamo col parroco, per approfondire gli argomenti e i metodi di insegnamento.
   La mia prima classe è stata di 20 alunni che avevano sei, sette anni. Erano bambini più tranquilli di quelli di adesso. Ma è piacevole anche la spontaneità di quelli di oggi: se un bambino parla e si esprime poco non si riesce tanto a conoscerlo. Ancora adesso, se qualcuno di loro mi incontra, mi saluta con affetto. E io mi commuovo e penso tra me: “Signore ti ringrazio, non merito tutta questa riconoscenza e questa gioia!”.

Le pulizie in chiesa

   Ho fatto parte fin dall’inizio anche del gruppo di donne che facevano le pulizie in chiesa. Ci trovavamo una volta alla settimana, con le signore Teresa Pavan e Teresa Mutton. Ci aiutava anche il signor Antonio Tieppo, che aveva un po’ le funzioni di sacrestano. Ricordo ancora il pavimento della prima sala-chiesa : era grezzo, poroso, tutto pieno di piccoli buchi. Era tanto difficile da lavare, il detersivo serviva poco, dovevamo usare dei grandi secchi d’acqua.

I cappellani

   Don Bruno Frison era tanto attivo con i ragazzi e i giovani. Promuoveva tanti concorsi di disegni, temi, fotografie su Favaro. La premiazione avveniva poi al Cinema Sociale, in Piazza. Era modernissimo. E’ il primo prete che ho visto indossare il clergy-man. Qualche vecchietta ammalata protestava bonariamente con lui: “Ma come, el vien a portarme a casa ea comunion vestio da omo !?!”.
   Don Michele Somma è stato qui per tanti anni. Una sua grande qualità era quella di farti sempre una bella accoglienza, appena ti vedeva.

Don Vincenzo Agnoletto

   E’ difficile fare dei complimenti a don Vincenzo, è schivo, fa fatica anche ad accettare gli auguri di compleanno! Ma è sempre stato tanto intelligente, intuitivo: ti legge negli occhi e nel cuore quello che stai per dirgli. Se poi ti deve fare una osservazione, non assume un atteggiamento severo, ma ti dice le cose bene, in modo indiretto. Sei tu che devi capire il rimprovero: è dolce anche quando ti deve riprendere.
   Mi ha insegnato ad amare il Signore con le sue parole e il suo esempio. Per me è veramente un uomo di Dio!