FALERIA

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STORIA DI FALERIA

Anticamente il borgo si chiamava Stabia,o Stabbia - Stabla, nome che si fa derivare da Stabulum= stazione, in quanto si riteneva che in quell' area , lungo una strada etrusca o romana, sorgesse una "statio" o "mutatio", l' equivalente di una stazione di posta del secolo scorso.

 L' attuale nome di Faleria  è dovuto ad un malinteso toponomastico dell' amministrazione postunitaria del 1872, in quanto l' antico insediamento di Faleria si trovava presso Civita Castellana.

 Il paese è situato su un  alto sperone tufaceo  a strapiombo sul Fosso della Mola, un affluente del Treja, a 200 metri sul mare, nella valle  che separa il gruppo del Cimino dal monte Soratte.. Il suo territorio confina con quelli di Civita Castellana  e di Calcata  e con alcuni altri comuni della provincia di Roma.

 E' collegata alla via Flaminia  con due uscite che vanno ad immettersi la prima presso Rignano Flaminio, la seconda nel tratto intermedio tra questo centro e Civita Castellana. Un' altra strada conduce poi da Faleria a Calcata.

 L' esistenza di un centro etrusco nella zona è documentata da  numerosi resti di necropoli falische nei territori situati  a nord e ad ovest del paese, e dalle rovine di un antico ponte detto di Santa Maria. Sono stati inoltre ritrovati resti di età romana.

 L' antico centro di Acquaviva, sede di diocesi, doveva sorgere, nei primi secoli dell' età cristiana approssimativamente sul territorio dell' attuale Faleria, e dovevano appartenere alla sua giurisdizione vari  centri fra cui Morlupo e Rignano Flaminio, i quali successivamente entrarono a far parte del vescovato di Porto e Santa Rufina.

 Nel medio Evo sorsero nel territorio di Faleria alcuni Castelli, dei quali il meglio conservato  è quello situato nel paese. Esso si compone di una massiccia cinta muraria e di un castello vero e proprio, con torri rettangolari e cilindriche, rimaneggiato in periodo rinascimentale con l' aggiunta, fra l' altro, degli stemmi degli Anguillara.

 Nei più antichi documenti che si riferiscono a questo castello (una bolla di Giovanni XIX del 1027 ed un' altra di Benedetto IX del 1037) si legge che il castello di Stabbia apparteneva al monastero di San Gregorio al Celio, che lo aveva  avuto in donazione alla fine del X secolo..

 A partire dal  XII secolo  Stabbia appartenne ai conti dell' Anguillara, cui rimase fino al 1660, quando fu ceduta ai Borghese, che ne mantennero la potestà fino all' unità d' Italia.

 Uno dei documenti più significativi  della storia del paese sono gli Statuti del 1522, estratti dalla  Congregazione de Buon Governo. Sempre dalle cronache del XVI secolo si ha notizia dell' acquisto  di Mazzano da parte del conte Gian Battista dell' Anguillara., e della stesura di un catasto del territorio.  Nel 1549 Stabbia , Mazzano e Calcata  pervennero a Flaminio dell' Anguillara per una convenzione con il fratello Everso..

 Il 25 giugno 1660  Stabbia fu ceduta per 110 mila scudi ai principi Borghese.

  Sempre nel territorio di Stabbia  si trova Castel Paterno, noto per esservi morto, nel 1002  Ottone III. Anteriormente a tale avvenimento il castello  era stato concesso da Papa Agapito II ai monaci di San Silvestro in Capite  di Roma (955). Innocenzo IV lo accordò, in seguito, al monastero di San Lorenzo al Verano (1244). Nei secoli XIV e XV appartenne ai conti dell' Anguillara.

 Altri resti appartengono ad un castello detto di Fogliano di Mezzo, presso il quale dovette sorgere un borgo di un  qualche importanza , che appartenne agli Anguillara e successivamente (sec. XVI) 

ai Frangipane.

 A parte la collegiata di San Giuliano, nei dintorni di Faleria si trovano le piccole chiese di San Biagio e della Madonna della Pietrafitta..

 Il centro medievale del borgo si presenta oggi , a parte alcune eccezioni specie al limite dell' abitato dalla parte di San Giuliano, ben conservato e restaurato: un progetto  guida deve essere infatti derivato da un seminario sul restauro dei centri medievali svoltosi proprio a Faleria nel 1982, cui parteciparono anche i professori Bozzoni e Carbonara della Sapienza di Roma.