IL VANGELO
DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA
La famiglia oggi non gode
di ottima salute. Separazioni, divorzi, convivenze, unioni di fatto sono
purtroppo in crescita anche nel nostro ambiente e nelle nostre comunità
cristiane.
Questo è un motivo in più per riproporre la visione cristiana
della famiglia, definita dal Concilio Vaticano II una piccola Chiesa, una
“Chiesa domestica” .
1. Partire da Dio
Per poter capire il vero significato della famiglia cristiana bisogna
partire da lontano, bisogna partire da Dio.
Dio è amore. Creando non cerca se stesso nella creazione ma
vuole partecipare la sua felicità ad altre persone. E ama tanto
le sue creature da mandare il proprio Figlio sulla terra perché
il Signore Gesù, attraverso la sua natura umana, potesse soffrire
e redimere così il mondo.
Nel primo libro della Bibbia, la Genesi, leggiamo che Dio creò
il mondo: prima le cose inanimate, gli esseri viventi, e, alla fine, come
re e padrone dell’universo, creò l’uomo e la donna.
Soltanto di Adamo ed Eva si dice che furono creati a immagine e somiglianza
di Dio. Non certo nel corpo, perché Dio è soltanto
spirito, ma nella capacità di dialogare con il proprio Creatore
e con gli altri.
La Sacra Scrittura aggiunge che Dio creò gli uomini maschio
e femmina, perché nella complementarietà del loro corpo,
delle loro esistenze, delle loro psicologie potessero formare una coppia,
una famiglia.
E tutto ciò è possibile attraverso l’amore. Perché
Dio ha immesso nel cuore dell’uomo una scintilla del suo amore, della capacità
di incontrarsi, di intessere relazioni, di progettare e realizzare un futuro
comune, di unire per tutta la vita due esistenze.
Ma la natura umana è stata ferita dal peccato originale. Noi
siamo incapaci di amare Dio sopra tutte le cose. Siamo abbagliati dal luccichio
delle cose che ci circondano che spesso, invece di avvicinarci a Dio, ci
allontanano da Lui.
Perciò, oggi, abbiamo bisogno della grazia per rispondere all’amore
del Signore, abbiamo bisogno della forza che proviene dalla salvezza operata
da Gesù con la sua morte e risurrezione.
E Gesù non solo ha valorizzato l’amore umano, ma ha voluto che
l’amore coniugale, l’amore degli sposi, fosse segno e manifestazione del
suo amore, unico e indissolubile, nei riguardi della Chiesa.
2. Il matrimonio
Ma andiamo con ordine scendendo maggiormente nei dettagli.
L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere
umano. S. Giuseppe Cafasso diceva che siamo nati per amare, viviamo per
amare, moriremo per amare ancora di più.
Ne deriva che l’essere umano è l’unica realtà creata
che si realizza in pienezza nel dono sincero di sé e la cui vita
ha un senso solo nell’amore. “L’uomo non può vivere senza amore.
Egli rimane per sé stesso un essere incomprensibile, la sua vita
è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra
con l’amore, se non lo sperimenta e lo fa proprio, se non vi partecipa
vivamente” .
Questa nativa e fondamentale vocazione all’amore, propria di ogni uomo
e do ogni donna, può realizzarsi pienamente nel matrimonio e nella
verginità. Sia l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono
una concretizzazione della verità più profonda dell’uomo,
del suo essere a immagine di Dio. Essi sono “i due modi di esprimere e
di vivere l’unico mistero dell’alleanza di Dio con il suo popolo” . Il
matrimonio e la verginità non sono in contrapposizione tra loro;
sono piuttosto due doni diversi e complementari che convergono nell’esprimere
l’identico mistero sponsale dell’unione feconda e salvifica di Cristo con
la Chiesa.
La nativa e fondamentale vocazione dell’uomo all’amore coinvolge la
persona nella sua interezza, secondo la sua realtà di spirito incarnato:
gli uomini sono, quindi, chiamati a vivere l’amore come totalità
unificata di spirito e di corpo, di cui la sessualità è parte
integrante. Questa rivela che le donne e gli uomini, nella loro diversità
e complementarietà, sono fatti per la comunione e la donazione.
La sessualità infatti dice come la persona umana sia intrinsecamente
caratterizzata dall’apertura all’altro e solo nel rapporto e nella comunione
con l’altro trovi la verità di sé stessa.
Così la sessualità richiede, per sua stessa natura, di
essere orientata, elevata, integrata e vissuta nel dinamismo di una donazione
disinteressata, tipica dell’amore.
In questa prospettiva la risposta alla vocazione all’amore iscritta
nel cuore di ogni uomo esige un costante impegno educativo. Tale impegno
è finalizzato a promuovere la maturità globale della persona
la quale, accettando il valore della sessualità e integrandolo nell’insieme
di tutti i valori del suo essere, è condotta a sviluppare sempre
più la sua potenzialità oblativa così da aprirsi all’amore
per l’altro fino al dono di sé.
E ciò, nella visione cristiana della vita, può avvenire
soltanto nel matrimonio e con il matrimonio.
La Chiesa sente oggi l’urgente necessità di annunciare, celebrare
e servire l’autentico “Vangelo del matrimonio e della famiglia.”
Questa espressione comprende due cose: innanzi tutto ciò che
il vangelo dice sul matrimonio e sulla famiglia, per cogliere la loro identità,
il loro significato e il loro valore nel disegno salvifico di Dio; in secondo
luogo la vita matrimoniale e familiare, quando è condotta secondo
il disegno di Dio, costituisce essa stessa un “vangelo”, una “buona notizia”
per tutto il mondo e per ogni uomo.
Il matrimonio e la famiglia diventano così testimonianza e profezia,
oggetto e soggetto di evangelizzazione.
L’istituto del matrimonio nasce “dall’atto umano col quale i coniugi
mutuamente si danno e si ricevono” . Quale patto e alleanza coniugale che
ha avuto origine da una libera scelta di un uomo e di una donna che impegnano
reciprocamente le loro persone e tutta la loro vita, il matrimonio cresce
e si sviluppa in un amore sempre più oblativo, fedele e rinnovato.
Con questa specifica fisionomia, ogni matrimonio ha un profondo significato
religioso, che l’intera storia della salvezza mette costantemente in luce:
è immagine e simbolo dell’alleanza che unisce Dio e il suo popolo.
Tra i cristiani, poi, tutto questo assume un significato più
profondo e diventa una realtà originale e nuova.
Il matrimonio tra due battezzati è stato elevato da Cristo Signore
alla dignità di sacramento, segno e strumento dell’amore di Dio.
Esso ci appare, perché realmente lo è, come grazia e
vocazione. L’amore coniugale tra un uomo e una donna può sgorgare
e può consolidarsi perché trova nell’amore di Gesù
in croce la sua sorgente ultima, la sua forza plasmatrice, il suo costante
alimento; e così ogni matrimonio può e deve dirsi una eco
del sì di Cristo in croce. E’ grazie al dono dello Spirito Santo
che, giorno dopo giorno, Gesù Cristo viene plasmato nel cuore e
nella vita degli sposi, i quali diventano sacramento (=segno, manifestazione)
reale del suo amore totale, unico, fedele e fecondo.
Il matrimonio di conseguenza è per gli sposi il luogo concreto,
specifico e particolare, in cui vivere la sequela e l’imitazione di Cristo.
In altre parole il matrimonio è un cammino di santità con
il quale si imita la santità di Dio. “Siate dunque perfetti
- dice Gesù - come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt
5,48).
E questo cammino di santità gli sposi lo fanno come coppia:
due persone che, dando e ricevendo, realizzano il progetto che Dio ha su
di loro.
3. La famiglia
Ed è per questo motivo che il Concilio, usando un’antica espressione,
chiama la famiglia “Chiesa domestica”, una Chiesa in miniatura cioè.
Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla santa famiglia di
Giuseppe e e di Maria. La Chiesa non è altro che la “famiglia di
Dio”. Fin dalle sue origini, il nucleo della Chiesa era spesso costituito
da coloro che, insieme con tutta la loro famiglia, erano divenuti credenti.
Allorché si convertivano, desideravano che anche tutta la famiglia
fosse salvata. Queste famiglie divenute credenti erano piccole isole di
vita cristiana.
Ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo e persino ostile alla
fede, le famiglie credenti sono di fondamentale importanza , come focolari
di fede viva e irradiante. E’ in seno alla famiglia che “i genitori devono
essere per i loro figli, i primi maestri della fede, e secondare
la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale” .
E’ qui che si diventa santi come padre di famiglia, come madre, come
figli “col ricevere i sacramenti, con la preghiera e con il ringraziamento,
con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e l’operosa carità”
.
La famiglia così è la prima scuola di vita cristiana
e “una scuola di umanità più completa e più ricca”
. E’ qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l’amore fraterno,
il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il culto divino attraverso
la preghiera e l’offerta della propria vita.
E’ un compito questo certamente impegnativo. Ma la famiglia cristiana
è tale per un sacramento ricevuto. E ogni sacramento è grazia,
è forza per superare, con la grazia del Signore, tutte le difficoltà
che man mano si presentano durante la vita.
Se riusciremo a creare delle famiglie veramente cristiane, che vivono
l’amore e lo portano agli altri, la famiglia potrà riacquistare
il suo ruolo di cellula della società, di luogo di crescita e di
maturazione umana e spirituale.
Perciò il Papa nella lettera apostolica Novo Millennio Ineunte
inviata all’episcopato, al clero e ai fedeli al termine del Grande Giubileo
dell’Anno 2000 (6 gennaio 2001) scrive: << Un’attenzione particolare
deve essere assicurata alla pastorale della famiglia tanto più necessaria
in un momento storico come il presente che sta registrando una crisi diffusa
e radicale di questa fondamentale istituzione. Nella visione cristiana
del matrimonio, la relazione tra un uomo e una donna – relazione reciproca
e totale, unica e indissolubile – risponde al disegno originario di Dio,
offuscato nella storia dalla “durezza del cuore”, ma che Cristo è
venuto a restaurare nel suo splendore originario, svelando ciò che
Dio ha voluto fin “dal principio” (Mt 19,18). Nel matrimonio, elevato a
dignità di sacramento, è espresso poi il “grande mistero”
dell’amore sponsale di Cristo per la sua Chiesa (cfr Ef 5,32).
Su questo punto, la Chiesa non può cedere alle pressioni di
una certa cultura, anche se diffusa e talvolta militante. Occorre piuttosto
fare in modo che, attraverso un’educazione evangelica sempre più
completa, le famiglie cristiane offrano un esempio convincente della possibilità
di un matrimonio vissuto in modo pienamente conforme al disegno di Dio
e alle vere esigenze della persona umana: di quelle dei coniugi e soprattutto
di quella più fragile dei figli. Le famiglie stesse devono essere
sempre più consapevoli dell’attenzione dovuta ai figli e farsi soggetti
attivi di un’efficace presenza ecclesiale e sociale a tutela di loro diritti
>> .
E questo è il mio augurio, cari fratelli e sorelle: le famiglie
che vi accingete a costruire siano come uno specchio che riflette l’amore
di Dio e lo rilancia agli altri illuminando il vostro cammino di sposi
cristiani.
+ Michele De Rosa