La Patrona

Mi chiamano la Maddalena. Ma il mio nome è Maria.
Accetto l'appellativo Maddalena perché mi ricorda la mia ricca città natale, Màgdala, sulla sponda nord-occidentale del lago di Tiberiade. Respingo invece l’attributo di peccatrice, eufemismo che sta per donna di strada.
Tutto è derivato dalla erronea lettura del vangelo. San Luca riferisce che da me "erano usciti sette demoni". Sette ha qui il valore di pienezza che gli davano frequentemente gli antichi i quali facevano risalire al demonio ogni specie di infermità. L’evangelista voleva dire semplicemente che ero stata liberata da Gesù da una paurosa malattia. Molti autori latini, invece, avendomi gratuitamente identificata con la peccatrice innominata di Luca (7, 36-50), hanno preso in senso metaforico di peccati i miei sette demoni. Ma andate a dirlo agli artisti che mi hanno raffigurato e continuano a raffigurarmi come una peccatrice.

Sono stata invece, questo sì, una discepola di Gesù, anzi, la capogruppo delle discepole miracolate. Luca narra che il Maestro andava predicando il regno di Dio "e i dodici erano con lui e alcune donne" e nomina me, Giovanna e Susanna tra "le molte altre che lo assistevano con i loro beni" (8, 1-3). Analoga a quella goduta dai Dodici era la comunità di vita con Gesù a cui sono stata ammessa abitualmente con le altre. Lo servivamo, provvedevamo ai suoi pasti e ci adoperavamo perché nulla gli mancasse. E nel nostro amore fedele e coraggioso non lo abbiamo abbandonato neppure nelle ore della tragedia finale, come hanno fatto invece tutti i discepoli, Giovanni escluso. Siamo state sul Calvario, testimoni della sua morte, e testimoni poi della sua deposizione dalla croce, del suo seppellimento e, prime fra tutti, del sepolcro vuoto. Ma ciò che ancora mi commuove è l’apparizione che il Risorto ha riservato a me per prima. Comincio col prenderlo per il giardiniere, dopo però che mi è concessa l’esperienza carismatica della sua presenza reale, sentendomi chiamare: "Maria!", gli rivolgo la gioiosa invocazione di fede e di amore: "Rabbunì! Maestro! ". Avrei voluto trattenerlo. Ma lui me lo vieta, svelandomi che non è più nella condizione terrestre di un tempo e invitandomi a recare con urgenza ai discepoli il lieto messaggio pasquale. Obbedii (Giovanni 20, 11-18). è per questo che i Greci mi chiamano "uguale agli apostoli" e i Latini "l’apostola degli apostoli".

Quanto ho rievocato lo narrano i vangeli ispirati. Alcuni Padri e scrittori della Chiesa vanno oltre. Sant’Ambrogio, per esempio, mi considera la nuova Eva. La prima Eva con le sue parole di menzogna ha visto la morte e l’ha trasmessa, io ho visto la vita nuova del Risorto e l’ho annunciata con parole di verità. Nel quarto secolo il vescovo Pietro II di Alessandria, oltre a considerare me la nuova Eva, prende Pietro come il nuovo Adamo. Pietro per il nome datogli da Gesù, che equivale a roccia, io per il nome della mia città di Magdala che significa torre e fortezza, abbiamo opposto la saldezza e la stabilità cristiana alla debolezza e alla caduta della coppia all’aurora dell’umanità.

Maria Maddalena chi è? Di Maria di Magdala - detta Maddalena - sappiamo quanto gli evangelisti raccontano nelle loro cronache e, in particolare:

Se i particolari biografici su di lei sono pochi e incerti, la sua leggenda è però, senza dubbio alcuno, una delle più copiose fonti di ispirazione mai scaturite dalla figura di una donna, fatta eccezione, forse, per la vergine Maria. Una e molteplice, Maria Maddalena è stata confusa, fin dai primi secoli del cristianesimo, con personaggi del nuovo testamento, e nel suo aspetto più simbolico, identificata con altri dell'antico testamento.

Da un lato, la figura ibrida che noi oggi conosciamo deve la sua esistenza alla fusione quasi immediata di tre donne del nuovo testamento:

Tratto dal libro L'amore di Maddalena

 

I Vangeli

DAL VANGELO DI GIOVANNI (Gv. 20, 1-18)

Il primo giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Màgdala si recò al sepolcro, mentre era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dall'ingresso. Allora corse da Simon Pietro e dall'altro discepolo, il prediletto di Gesù e disse: "Hanno portato via il mio Signore dalla tomba e non so dove l'hanno messo!". Pietro uscì allora con l'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Tutti e due correvano insieme, ma l'altro discepolo, più svelto di Pietro, lo precedette e arrivò primo al sepolcro. E curvatosi vide i pannolini per terra, ma non entrò. Giunse anche Simon Pietro che lo seguiva, vide i pannolini per terra, il sudario che era sul capo di Gesù, non per terra come i pannolini ma avvolto a parte, in un altro posto. Allora entrò anche l'altro discepolo che era arrivato prima al sepolcro. Questo vide e credette. Non avevano ancora infatti capito la Scrittura secondo la quale Gesù doveva risuscitare dai morti.
Poi i discepoli se ne tornarono a casa. Maria però stava fuori presso il sepolcro piangendo. Mentre piangeva, si curvò anche lei verso il sepolcro e vide due angeli vestiti di bianco, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dalla parte dei piedi, là dove giaceva il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'abbiano messo". Ciò detto si voltò indietro e vide Gesù che stava là, ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, credendo che fosse il giardiniere, gli disse: "Signore, se l'hai trafugato tu, dimmi dove l'hai messo, e io andrò a riprenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Voltandosi essa rispose in ebraico: "Rabbunì!", cioè Maestro. Le disse Gesù: "Non tenermi così, perché non sono ancora asceso al Padre. Và a trovare invece i miei fratelli e dì loro: Ascendo al Padre mio e al Padre vostro, al Dio mio e vostro".
Allora Maria di Màgdala andò dai discepoli e disse: "Ho visto il Signore!". Poi riferì tutto quello che Gesù le aveva detto.

DAL VANGELO DI LUCA (Lc. 8, 1-13)

In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi predicando e annunciando la buona novella del regno di Dio; ed erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre che lo servivano con i loro beni.

Tradizione

Maria detta Maddalena perché era originaria di Magdala, sulla sponda occidentale del lago di Genesaret, è sempre citata per prima tra le donne che seguivano Gesù e lo servivano. Secondo il Vangelo di Luca, Gesù l'avrebbe guarita da una possessione demoniaca. Maria Maddalena amava Gesù ardentemente e gli rimase sempre fedelissima; per il figlio di Dio fu indubbiamente una compagna importante.
Non abbiamo altre notizie sulla sua vita: non se ne conosce l'età o il ceto sociale. Nella sua incrollabile fedeltà a Gesù Cristo, Maria Maddalena era presente quando il figlio di Dio fu crocifisso; lo stesso quando fu deposto dalla croce e fu sepolto. Nella prima apparizione dopo essere risorto, Gesù incaricò proprio la sua fedele serva di informare i discepoli della Risurrezione.
Sulla vita di Maria Maddalena dopo la risurrezione di Cristo ci sono solo leggende. Secondo la più famosa, Maria sarebbe pervenuta via mare nella Francia meridionale, con la sorella Marta e il fratello Lazzaro, dove avrebbe annunziato il Vangelo o, secondo un'altra versione, vissuto da penitente in un romitaggio nei pressi di Baume, pochi chilometri a est di Aix-en-Provence, dove Maria Maddalena sarebbe anche morta, verso la metà del I secolo.
A proposito della tomba e delle reliquie di Maria Maddalena si sono sviluppate, nel corso dei secoli, molte storie, leggende e opinioni. Sempre in Francia sono nati due santuari dove ancora oggi affluiscono numerosi pellegrini: Vézelay e Saint-Maximin-la-Sainte-Baume.
Vézelay, nel dipartimento di Yonne, a nord-ovest di Digione, era originariamente un importante crocevia per i pellegrini diretti a Compostela. Da qui San Bernardo convocò la seconda crociata e sulla collina con la famosa basilica romanica si arrampicarono tra gli altri i crociati Riccardo Cuor di Leone, Filippo augusto e san Luigi. Oggi i turisti amanti dell'arte salgono alla basilica di Santa Maddalena per ammirare un'indimenticabile testimonianza di arte romanica e gotica. Nell'XI secolo un monaco portò a Vézelay le presunte reliquie di Maria Maddalena, e la fama di questa località crebbe ulteriormente. L'afflusso di pellegrini aumentò sempre più, finché nel XIII secolo non si seppe che a Saint-Maximin erano state rinvenute le reliquie presumibilmente autentiche della santa. Ancora oggi il visitatore di Santa Maddalena può vedere, in una piccola confessio ubicata nella cripta, cui si accede con una scala dalla crociera, un reliquiario con le cosiddette reliquie di santa Maddalena. La cripta è la parte più antica della basilica, e risale al IX secolo.
La cittadina di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, in Provenza, assurse invece a notorietà nel XIII secolo, quando vi furono rinvenute le presunte tombe di Maria Maddalena e Massimino, il primo vescovo di Aix. Per custodire le preziose reliquie, vi fu poi eretta una basilica gotica. Accanto a questo edificio, elegante e imponente al tempo stesso, si trova un monastero annoverato tra i più bei monumenti gotici della Provenza.
Secondo una tradizione greca Maria Maddalena sarebbe invece stata sepolta a Efeso, dove il culto della sua tomba è attestato sin dal VI secolo. Dopo la traslazione delle sue presunte reliquie a Costantinopoli, nell'anno 899, nacque anche là un fervido culto della santa.
Altre reliquie di Maria Maddalena si trovano, oltre che nelle località citate, anche a Halberstadt e Exeter, nonché nella chiesa parigina della Madeleine.
Dal culto di Maria Maddalena in Germania nacque, agli inizi del XIII secolo, un ordine di donne penitenti e convertite a lei ispirato (maddalenine). Nel Medioevo anche la città di Lubecca fu un centro del culto di Maria Maddalena, perché alla santa era stato attribuito il merito della vittoria in una battaglia contro i Danesi.

Secondo la tradizione SANTA MADDALENA NELLA SUA ROCCA, un Fariseo pregò il Figlio di Dio di andare a mangiare con lui. Non rifiutò questa grazia ad un uomo che sembrava volergli rendere qualche onore, anche se vide nel suo cuore sentimenti lontani da quelli che voleva gli fossero resi. Si mette a tavola con altre persone della stessa Setta, lui che apparecchia un tavolo nel Cielo, dove c'è la carne di cui si cibano gli Angeli. Ma non si cura tanto di mangiare, quanto di saziare la peccatrice che deve andare a trovarlo spinto dalla fame di Giustizia. Ella non ha altro nome nella città di Naim; ma è troppo poco chiamarla solamente peccatrice della Città, è il peccato della Città e di tutta la provincia della Galilea. Se vi domandate quale sia la sua nascita, ella è Nobile. Suo fratello è un uomo giusto e sua sorella è esempio di virtù in tutta la vicina città di Gerusalemme. Ma non ha potuto sopportare questi censori domestici del disordine della sua vita; e per appagare la sua passione con più libertà e meno vergogna, si è separata da essi, dimenticando ciò che doveva al proprio onore. Non bisogna , perciò stupirsi se ella non si ricorda più ciò che deve alla sua famiglia. L'amore impuro di cui è schiava le ha messo una benda così spessa sugli occhi dello spirito, che non vede più né la bellezza della virtù, né la freschezza di una buona reputazione, né l'infamia delle voci cattive che la seguono ovunque. Non sente più i rimorsi della sua coscienza; come intenderebbe i cori di voci a suo svantaggio di tutta la città? La Natura le aveva donate delle meravigliose grazie del corpo, e non ci si poteva augurare niente di più di una bellezza a compimento di quanto non fosse presente nella sua persona. Era di una taglia al di sopra dell'abbondante e la sua grandezza, tuttavia, non aveva niente se non maestoso. I fiori che appassiscono al sole non sono tanto freschi quanto il suo viso, ove appare una certa audacia mischiata con un po' di modestia, che non attirava la l'insolenza degli sfrontati e che non offendeva neanche la severità dei più chiusi. I suoi occhi sembravano lanciare fulmini piuttosto che sguardi e erano tanto più pericolosi, che non mostrando che dolcezza, devastavano i cuori della giovinezza. Era la preda che cercava; era per questa sfortunata presa che usava i doni che Dio le aveva fatto. Ella non si curava del fatto che li impiegasse contro il proprio autore; e che abusando d'essi, abusava anche di se stessa; che volendo prendere gli altri, ella si prendeva nelle proprie reti; che spargendo fuoco si metteva al centro di esso; che presentando del veleno ne sentiva lei stessi gli effetti; in una parola, volendo che tutti gli uomini l'adorassero faceva di tutti gli uomini suoi carnefici e suoi tiranni. Lei sola poteva dire quanto le sue conquiste le costassero cure, inganni e preoccupazioni; quante bassezze doveva fare per conservarle; che paure la tormentavano quando sospettava che i suoi schiavi desideravano la libertà; quante gelosie bisognava guarire per delle costrizioni insopportabili; quanti rimproveri e stravaganze era costretta a sopportare. In una parola, non esiste che la peccatrice che non possa ben esprimere le amarezze che corrompono tutte le dolcezze dei suoi peccati. Nel momento di maggior impegno, una luce celeste, che ella non aveva né domandato, né atteso, illuminò d'un colpo il suo spirito e le fece comprendere le abominazioni della sua vita. Non fu per lei una illuminazione di un lampo, che mostra tutto ciò che c'è in una stanza e che la lascia subito dopo in un profonda oscurità. Fu una illuminazione distinta e costante, che in un istante dissipò la notte nella quale la sua anima era seppellita e le mostrò fino alle macchie più piccole. Capì in un attimo che il corpo non le era stato donato per insudiciare, come aveva fatto; ma per adorare Dio, di cui aveva avuto l'onore di essere il Tempio; che più egli era stato perfetto più ella doveva essere riconoscente e farne un uso onesto; e solo quando ci sarebbero stati le Leggi dell'onestà naturale e civile, i suoi eccessi avrebbero potuto essere scusati. Capì che la sua bellezza, di cui era idolatra, non avendo l'onestà per compagna, la doveva piuttosto affliggere e confondere, che renderla vana, poiché ella non faceva che diffamarla sempre di più, esporla a diversi ladri, gettarla nei più grandi precipizi e allontanarla dalla sua benedizione. Ella comprese che il tempo e le malattie le toglievano presto questa vivacità ingannevole che abbagliava più pericolosamente che le altre; che ella era schiava di tutti coloro che la chiamavano Regina; che non c'era niente di così pesante per lei che quelle catene che lei chiamava rose ; niente di così inquietante che i giorni che le sembravano i più sereni; niente di così amaro che le sue delizie; niente di così passeggero che i suoi piaceri; niente di così falso che le sue gioie. Ella comprese che la sua vita faceva vergogna alla propria condizione; che si disonorava disonorando la sua famiglia; che faceva bestemmiare contro la legge di Mosè, di cui faceva professione; capì che era l'abominazione di Dio, l'orrore degli Angeli, il trionfo del Diavolo, lo strumento della sua malizia, l'organo dei suoi inganni, l'obbrobrio della sua nazione, lo scandalo della città il giocattolo dei dissoluti e l'avversione di tutta la gente per bene. Ella seppe che dopo la morte che non poteva evitare e che avrebbe potuto sorprenderla, finché il suo pensiero era lontano, ci sarebbe stato un orrendo giudizio davanti al quale bisognava comparire; e che il Giudice che doveva pronunciare il suo arresto, sarebbe stato quello che lei aveva offeso con tanta ingratitudine e ostinazione. Ella seppe che le sue lacrime, i suoi sospiri, le sue promesse, il suo pentimento non l'avrebbero piegato; che egli era onnipotente per vendicare i torti che lei gli aveva fatto, e allo stesso modo inesorabile; e che la sua vendetta non si sarebbe limitata se non a un'eternità di tormenti senza consolazione. La peccatrice venendo a conoscenza di queste terribili verità fu assalita da spavento che sconvolse il suo spirito. Il Demonio prevedendo dove sarebbe andata a finire questa conoscenza, cercò di oscurarla e di renderla inutile grazie alla diminuzione dei suoi crimini che lui presentava come meno gravi, e grazie alla speranza di impunità o di un facile perdono in età più avanzata. Vedendo che questo artificio non funzionava, glieli fece sembrare così enormi che le tolse ogni speranza di misericordia; affinché non vedendo beni futuri , di cui ella avrebbe potuto gioire, si fermò alle delizie presenti e non si curò più di abbandonarle. Ma grazie alla stessa luce che voleva spegnere, ella capì che era il suo nemico che le stava dando dei consigli; che il suo Tiranno le prometteva la libertà; che il suo corruttore deformava la figura del suo curatore; ma che colui che poteva esercitare su di lei questo potere era nella casa di un Fariseo dove l'attendeva; che nel suo Giudice avrebbe trovato il suo difensore; che nel suo Re offeso le avrebbe mostrato un Padre benevolo; che le mani che avrebbero potuto legarla con catene eterne e annegarla negli Inferi per punirla di quello che aveva fatto ricevere a tanti cuori, doveva essere il suo liberatore; e senza che lei gli parlasse scopriva i suoi tormenti più nascosti. Non voglio più tardare d'andare a cercarlo; i mali che ho scoperto per merito della sua grazia, sono troppo pericolosi per rinviare il rimedio anche di poco; non si tratta di trovare una salute più forte; è questione di salvare la mia vita. Confesso che le buone maniere non vogliono che io vada in casa di un uomo dal quale non sono stata richiesta; e dove, per dire la verità, sono conosciuta come peccatrice; e perché non ho considerato una buona creanza più importante, chi doveva impedirmi di fare della mia casa un luogo di così grande scandalo? Un sincero pudore non mi impedito di corrompermi; e una cattiva vergogna mi impedirà di purificarmi? Mi sono mostrata con impudenza nelle compagnie, nelle Sinagoghe, in luoghi pubblici; per sorprendere il cuore degli uomini; e dovrei temere di mostrarmi ad un festino per guadagnare l'amore del mio Salvatore? Non sono arrossita quando mi hanno guardata come una peccatrice infame; e arrossirò facendomi guardare come una Penitente umiliata? Il Fariseo che ha invitato il mio Giudice, si offenderà vedendomi avvicinare alla sua tavola; ma non è a lui che devo rispondere le sue ingiurie mi devono sembrare dolci, e il suo disprezzo, augurabile, poiché mi sono resa l'obbrobrio di tutto il mondo; non importa se la compagnia si scandalizzerà della mia presenza, purché Gesù la sopporti. E' lui che cerco, è a lui che voglio piacere, è di lui solo che ora ho bisogno.

(tratto da "Santi e Patroni" Schauber - Schindler)

Nell'arte

 

L'ICONOGRAFIA Maria Maddalena è raffigurata principalmente come penitente e eremita, o come donna in abito lungo, talvolta con mantello. La sua figura ha ispirato artisti di tutti i tempi. Una delle sue immagini più espressive è quella realizzata da Grunewald nell'altare Isenheimer, a Colamr (Maria Maddalena ai piedi di Gesù). Notevole è anche il ciclo di affreschi giotteschi nella cappella di santa Maria Maddalena nella cripta della basilica di Assisi. Col suo attributo principale, il vaso di unguento, Maddalena compare in un dipinto di Lukas Cranach il Vecchio (Colonia, museo Wallraf-Richartz). Altri attributi di Maria Maddalena: vaso di incenso, libro, corona di spine, frusta, teste di diavolo, ramo di palma, rosario, croce, strumenti musicali. Spesso è raffigurata anche accanto ai suoi fratelli. Patrona: v delle maddalenine v delle donne e delle penitenti pentite v di scolari e studenti v dei prigionieri v delle donne sedotte v di parrucchieri, giardinieri, viticoltori, vinai, fonditori, bottai, tessitori, calzolai, fabbricanti di profumi e ciprie v dei bambini con difficoltà di deambulazione v contro le malattie degli occhi v contro il maltempo v contro gli insetti infestanti. Una delle tappe più importanti è l'affresco di Giotto che fa parte del ciclo della Cappella Scrovegni di Padova (1303-1305). Maria di Magdala vi è raffigurata di profilo, con un volto pieno di dolcezza, di umana trepidazione, di fede in progresso.

Tra/Sfigurazione - Lilia Sebastiani

 

Preghiere

 

Preghiera di Santa Maria Maddalena

 

Tu che sei stata liberata da sette demoni
Prega per noi il Signore Gesù:
Che noi siamo liberati
Da ciò che ci incatena lontani da Lui
Che è la sorgente dell 'amore e del perdono

Tu che hai scelto la parte migliore
ascoltando la parola di Dio,
Prega per noi il Signore Gesù:
Che la sua parola ci renda liberi
nei confronti della menzogna e delle tenebre

Tu che sei stata scelta
per essere la prima testimone di Gesù Cristo
liberato dai lacci della morte
Prega per noi il Signore Gesù:
Che noi possiamo vivere in pienezza
nella comunione del Padre,
del Figlio e dello Spirito.

Maria Maddalena morente riceve l'eucarestia
dal vescovo St. Maximin
Olio su tela inizio sec. XVI - Anonimo

 

LITANIE DI SANTA MARIA MADDALENA

in uso a la Sainte-Baume e Saint-Maximin in Francia

Signore, abbi pietà di noi
O Cristo, abbi pietà di noi
Signore, abbi pietà di noi
Santa Trinità che sei un solo Dio,
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi
Santa Maria Maddalena,
Tu che porti il vaso d'alabastro, pieno di profumo
Tu che bagni con le tue lacrime i piedi di Gesù
Tu che li asciughi con i tuoi capelli
E li baci con ardore
Alla quale molti peccati sono stati perdonati
Infiammata dagli ardori della Carità
Molto gradita al Signore
Molto cara a Gesù
Che hai scelto la parte migliore
Che ottieni la resurrezione di tuo fratello Lazzaro
Che assisti fedelmente Gesù in Croce
Restando presso di lui, quando i discepoli fuggono
Prima tra i discepoli a meritare di vedere il Cristo risuscitato
Segnata in fronte dal contatto della sua mano gloriosa
Apostola degli Apostoli
Apostola della Provenza
Protettrice dell'Ordine dei Frati Predicatori
Dolce avvocata dei penitenti
Affinché noi meritiamo di gioire un giorno con te
della Presenza del Signore per sempre
Agnello di Dio che togli il peccato dal mondo perdonaci Signore
Agnello di Dio che togli il peccato dal mondo, esaudisci Signore
A
gnello di Dio che togli il peccato dal mondo, abbi pietà di noi Signore.

 

V. Prega per Noi, Santa Maria Maddalena

R. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo. Concedici, Padre clementissimo, che, come la Beata Maria Maddalena amando Gesù, tuo Figlio, nostro Signore, sopra ogni cosa, ha meritato il perdono dei suoi peccati, come lei ci ottenga presso la tua misericordia la gioia di vivere con te per sempre. Per lo stesso Gesù, il Cristo, Nostro Signore.

Tutti AMEN.

LODE A TE, PIA MADDALENA

Lode a te, pia Maddalena
speranza di salvezza,
acqua per la vita,
fiducia per gli incerti.

Lode a te,
dolce consigliera,
profondamente toccata dall'apparizione di Dio,
g
uida del povero.

Lode a te,
donna felice e gradita a Dio,
alla quale, con una grazia speciale,
sono stati rimessi i peccati.

Lode a te,
donna che lavasti i piedi di Cristo,
dal quale ricevesti
tanti segni straordinari di amore.

Lode a te,
donna degna di godere di Dio,
all'apparizione del tuo Redentore
risorgerai nella gloria.

Lode a te,
che sei stata trascinata fuori
dalla caverna per sette volte
e portata alla sommità dei cieli.

Lode, a te
che sei innalzata
e sei lodata
con Cristo nell'assemblea celeste.

Facci pentire
e fai che dopo la morte,
otteniamo le gioie della luce.
Le sono stati rimessi i peccati, poiché amò molto.

 

PREGHIERA A S. MARIA MADDALENA

Ascolta, pia Maddalena
speranza di salvezza,
sorgente di vita,
fiducia dei peccatori.

Ascolta,
dolce consigliera,
data come esempio del pentimento,
benigna verso i miseri.

Ascolta,
o beata, a Dio gradita:
a Te con una grazia speciale,
sono stati rimessi i peccati.

Ascolta,
tu che bagnasti i piedi di Cristo,
dal quale ricevesti
tanti segni di amore.

Ascolta,
tu che per prima sei stata degna di godere,
all'apparizione del tuo Redentore:
tu ti innalzi nella gloria.

Ascolta,
tu che sei stata liberata
per sette volte dal demonio:
sei nell'alto dei cieli.

Ascolta,
tu che ora ti innalzi
e partecipi alla gloria
di Cristo nell'assemblea celeste.

Fa che noi ci pentiamo
e che dopo la morte,
otteniamo le gioie della vera luce.
A lei sono stati rimessi i molti peccati, poiché ha molto amato.

L'hortulus anime (1515)

VITA DI MARIA MADDALENA

Maria, dunque, unse i piedi di Gesù:
li asciugò con i suoi capelli
e la casa si riempì del profumo dell'olio.
Dio la scelse, la predilesse
e la fece abitare nella sua dimora.

L'hortulus anime (1515)

 

PREGHIERA

Dio,
che rendesti il pentimento della beata Maria Maddalena
così gradito a te da rimetterle non solo i peccati,
ma anche purificare il suo cuore con tanto dolce amore,
cosicché lei lavasse i tuoi piedi con le sue lacrime.
Concedi a noi la grazia di piangere
i mali che abbiamo commesso,
in modo tale da poter ottenere la santa indulgenza
e sentire in ogni preghiera la clemenza del tuo sacrificio.
A Te che vivi e regni con Dio Padre,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

L'hortulus anime (1515)

PREGHIERA

O clementissimo Padre, perdonaci:
come la beata Maria Maddalena,
amando il nostro Signore Gesù Cristo sopra ogni cosa,
ebbe il perdono dei peccati,
così ella ottenga la nostra salvezza
presso la Tua eterna misericordia.
Per il Signore nostro Gesù Cristo.

L'hortulus anime (1515)

 

PREGHIERA

Signore nostro Dio,
è a Maria Maddalena che il tuo amato Figlio
ha rivelato il primo annuncio della gioia pasquale;
concedi a noi, alla sua preghiera e al suo esempio,
la grazia di annunciare il Cristo risuscitato
e di contemplarlo un giorno nella tua gloria.

dalla Liturgia della festa di S. Maria Maddalena
"Sainte Marie-Madeleine - Un chemin de lumière"

 

MADDALENA

E' ancora fra noi Maria Maddalena,
la donna che accostò le labbra all'aceto
prima che al vino dell'esistenza.

Gibran Kahlil Gibran
"A Man from Lebanon,
Nineteen Centuries Afterward",
in Jesus the Son of Man

MARIA MADDALENA

Lo ricordo misurare con i passi la sera.
Lui non camminava:
era la strada al di sopra delle strade,
come una nube al di sopra della terra
che scendesse a donare frescura alla terra.
Ma quando mi trovai dinanzi a lui e gli parlai,
era un uomo,
e il suo volto emanava grande potenza.
E mi disse: "Che cosa vuoi, Miriam?"
Non gli risposi,
ma le mie ali avvolsero il mio segreto,
e mi sentii piena di ardore.
E non riuscendo più a sostenere la sua luce,
mi volsi e mi allontanai,
però senza vergogna.
Era solo timidezza: e volevo rimanere sola,
mentre le sue dita sfioravano le corde
del mio cuore.

Gibran Kahlil Gibran
"Mary Magdalen"
in Jesus the Son of Man

A SANTA MARIA MADDALENA PENITENTE

PROTETTRICE DI ATRANI

I N N O

Nostra illustre Protettrice,
Tu, dai figli venerata,
A soccorrerli invocata,
Loro spieghi il tuo poter.
V
olgi a noi propizio il guardo
Nella terra del dolore:
Dalla patria dell'amore
Retto segnaci il sentier.
Tu rapita alle bellezze
Del divino Salvatore,
Arse tutto dell'amore
Divampante il tuo bel cor.
E fedele Lo seguisti
Tra le pene ed il dolore;
E di morte insino all'ore
Stretta fosti al tuo Signor.
Tu di gloria banditrice,
Agli Apostoli spedita,
Pur sollecita ed ardita
Annunziasti il fausto dì.
Tu d'affanni e di tormenti
Grami i giorni ognor vivesti
Fino a che Gesù vedesti,
A cui l'alma tua si unì.
Deh! c'impetri, o Maddalena
Di seguir di Te le orme:
Né il cor nostro sia difforme
Nello amore di Gesù.
Nelle pene, negli affanni,
Stretti a lui sempre saremo,
Ed uniti ci terremo
Senz'offenderlo mai più.
E spirando l'alma nostra,
Stretti a Lui al Redentore,
Nella patri dell'amore
Regneremo insiem con Te.

Salvatore Cantore Porpora
Dona conforto ai deboli
E tu beata aiutaci
maestra di penitenza
con Te piangiamo le colpe
per Te otteniamo la grazia
Dà o beata Trinità,
concedi o semplice unità
che i lamenti del pentimento
diventino fruttuosi per i
tuoi fedeli.

Amen.

 

Bibliografia

In parrocchia

Il Compatrono

 

Giorgio, il cui sepolcro è a Lidda (Lod) presso Tel Aviv in Israele, venne onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa.

La tradizione popolare lo raffigura come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno. La sua memoria è celebrata il 23 Aprile anche nei riti siro e bizantino.

Se di S. Giorgio possedessimo solo gli Atti del martirio e più esattamente la sua Passione (considerata apocrifa già dal Decreto Gelasiano del secolo VI), potremmo perfino dubitare della sua esistenza storica. Tuttavia non si può cancellare con un tratto di penna una tradizione così universale: la Chiesa d'Oriente lo chiama "il grande martire" (megalo-martire) e ogni calendario cristiano l'ha incluso nell'elenco dei santi. S. Giorgio, oltre ad avere dato il nome a città e a paesi, è stato proclamato patrono di città come Genova, di intere regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania e dell'Inghilterra, con la solenne conferma, per quest'ultima, di papa Benedetto XIV. Questo culto straordinario ha origini molto antiche giacché il suo sepolcro a Lidda, in Palestina, dove il martire venne decapitato all'inizio del IV secolo, era meta di pellegrini già all'epoca delle crociate, quando il sultano Saladino vi fece abbattere la chiesa eretta in suo onore.

 

L'immagine, a tutti nota, del coraggioso cavaliere che lotta contro il drago, diffusasi verso la fine del medioevo, trae origine dalla leggenda creatasi attorno a questo martire e riferita in vari modi dalle molte Passioni. Narra tale leggenda che un orribile drago uscisse di tanto in tanto dal fondo di un lago e si appressasse alle mura della città recandovi la morte col suo pestifero alito. Per tenere lontano tanto flagello, le popolazioni del luogo offrivano al mostro giovani vittime, estratte a sorte. Un giorno toccò alla figlia del re offrirsi in pasto al drago. Il monarca, che nulla poté fare per evitare questa orribile sorte alla tenera figliola, l'accompagnò in lacrime alle rive del lago. La principessa pareva irrimediabilmente votata all'atroce fine, quando in suo aiuto accorse un coraggioso cavaliere proveniente dalla Cappadocia, Giorgio appunto. Il prode guerriero sguainò la sua spada e ridusse il terrificante drago come un mite agnellino, che la giovanetta portò al guinzaglio dentro le mura della città, ormai inoffensivo, tra lo stupore di tutti gli abitanti che si serravano in casa spaventati. Il misterioso cavaliere li rassicurò, gridando loro di essere venuto a vincere il drago in nome di Cristo, perché si convertissero e fossero battezzati. Anche la gloriosa fine di questo martire ha lo stesso sapore di leggenda. Condannato a morte per aver rinnegato gli dei dell'impero, i carnefici sperimentarono sul suo corpo i più atroci tormenti. Pareva fatto di ferro. Di fronte al suo invitto coraggio e alla sua fede si convertì la stessa moglie dell'imperatore. Molti cristiani, pavidi di fronte alle minacce dei carnefici, trovarono la forza di rendere testimonianza a Cristo con l'estremo olocausto della loro vita. Infine anche S. Giorgio piegò la testa sulla colonna e una spada tagliente pose fine alla sua ancor giovane vita.