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ANELITO DI UNA NUOVA VITA

L’UOMO NON SI PUO’ SEPARARE
DA DIO, NE’ LA POLITICA DALLA
MORALE


Nella nostra società, che sempre più sembra smarrire il senso dei trascendente, appare urgente richiamare i cristiani (persone che credono in Cristo e lo incarnano nella vita quotidiana) alla responsabilità nell'impegno sociale.
A questo scopo la Congregazione per la Dottrina della Fede ha recentemente pubblicato un documento.
"Con questo intervento il magistero della Chiesa vuole illuminare la coscienza dei fedeli, soprattutto di quanti si dedicano all'impegno nella politica, perché il loro agire sia sempre al servizio della promozione integrale della persona e del bene comune"...
In questi ultimi tempi sono emerse delle tendenze culturali che, in nome di una pseudo libertà, accolgono come buona e avallano ogni scelta a scapito dei principi della legge morale naturale.
"In questo frangente i cattolici non possono assistere indifferenti a tentativi legislativi che intendono frantumare l'intangibilità della vita umana (si pensi all'aborto, alla manipolazione genetica, al divorzio) ma hanno il diritto e il dovere di intervenire per richiamare al senso più profondo della vita e alla responsabilità che tutti possiedono dinanzi ad essa".
A volte si sente dire che la Chiesa si intromette in questioni che non le competono ma, come ci ricorda il S. Padre, "il tralcio, radicato nella vite che è Cristo, porta i suoi frutti in ogni settore dell'attività e dell'esistenza".
Nel cristiano non possono sussistere due vite, ma una unità, nella coerenza tra fede e vita, tra Vangelo e cultura. Pertanto non si può delegare ad altri l'impegno affinché la Verità sull'uomo e sul mondo possa essere annunciata e raggiunta.
La fede in Gesù Cristo che si è definito «la via, la verità e la vita» "richiede ai cristiani lo sforzo di inoltrarsi con maggiore impegno nella costruzione di una cultura che, ispirata al Vangelo, riproponga il patrimonio di valori e contenuti della tradizione cattolica".
Sotto questo aspetto sono da respingere quelle posizioni politiche che strumentalizzano il messaggio religioso indirizzando la coscienza verso una speranza solo terrena che annulla la tensione cristiana verso la vita eterna.
Il Signore risorto re dell'universo ci sostenga nel "combattere la buona battaglia e conservare la fede" (2 Tm 4,7).
 

La Redazione

PAURA DI CAMBIARE


Non stupisce più di tanto al giorno d'oggi incontrare una persona e sentirsi dire: "Ho paura!"...
Con i tempi che corrono si convive con ogni sorta di paura: paura del dolore e della solitudine, paura della malattia e della morte, paura di essere traditi, paura della violenza, della guerra...
Ma mi stupì, quel giorno, imbattermi in un tale che mi disse: "Padre, ho paura!" "Paura di che cosa?" - gli domando. Accorgendomi che si schermisce, cerco di incoraggiarlo ad esprimersi meglio. Finalmente, sentendosi a suo agio, mi confida: "ho paura di cambiare vita! Ne sento l'esigenza, ma... mi vergogno per quello che può pensare la gente...".
Cari amici, ho capito che c'è ben altro a incutere timore agli uomini: la paura di sé stessi, di sentirsi osservati, di essere giudicati!
Suvvia! E' Pasqua! La Festa della speranza e della certezza! Cristo Risorto ha vinto le nostre paure! Non temere!...
Questo invito forte e suadente che Dio rivolge al suo popolo, è ripetuto 365 volte nella Bibbia (quanti i giorni dell'anno). Gesù ne dà la ragione: "nessuno potrà rapirvi la gioia che Dio vi ha dato" (Gv. 16,22).
La gioia che Dio dona al peccatore convertito non teme intrighi o avaria, elimina ogni paura.
Né malattia, né vecchiaia, né solitudine, né disavventura o contrarietà ce la potrà mai strappare dal cuore!
L'amore del Risorto infiammi il vostro cuore.

 

IL PARROCO   
Padre Umberto

 

 

BUONA PASQUA!

Il Signore risorto,

iil vincitore sulla morte,

dice ai suoi amici

«PACE A VOI».

Possa ognuno accogliere

nel proprio cuore

questo dono pasquale e

sempre sperare.

«Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra e mai mio pensiero dal tuo distolgo il volto»
 

Giovanni Paolo II