home page  |      step prevnext      | index  | current  |      page prev | next

DALL'ALBO  D'ORO

 PROF. ELIO MARCHEGIANI

 

Pittore e scultore gentile e raffinato Maestro - Ricercatore attento alla tradizione e alla avanguardia artistica
 

 
La Madonna sita nel capitello delle Tre Croci era sicuramente la Madonna protettrice dei tonnaroti

 
Tale scoperta si deve al Professor Elio Marchegiani che, su mio interessamento ha accettato di restaurare la tavola raffigurante la Vergine senza alcun compenso.
Egli infatti dichiara di sentirsi cittadino di quest'isola che per sua scelta ha eletto quale sede dei suoi ritiri di meditazione, vacanza e riposo. 
Lo conosco da quando ero bambino: nel 1969 si accampava all'estremo di Punta Longa a sfidare lo scirocco. Il suo passaggio obbligato erano quindi le Tre Croci ed anche ora che la sua casa è ai Calamoni queste restano un suo punto di transito costante. 
Nessuno di noi allora sapeva che Marchegiani era un artista affermato. Quando ne siamo venuti a conoscenza, molti anni dopo, lo abbiamo stimato ancora di più per la sua umiltà avendo scoperto anche che era la stessa persona di cui potevamo leggere sui giornali, sulle enciclopedie, ascoltare alla radio o vedere in televisione.
Ma ritorniamo al restauro.
Il dipinto era molto sciupato. La tavola in parte anche bruciata e dal furto del 1977 privato dei preziosi oggetti votivi.
Quando Marchegiani si è reso conto che ciò che la Madonna teneva tra le braccia era un piccolo tonno e che alla base del quadro erano dipinti tre arpioni, abbiamo iniziato le ricerche. Tenuto conto che il professore ha datato la tavola fine 1700, vista la locazione del quadro che dobbiamo pensare prima delle costruzione delle case popolari ed altri edifici del rione, riteniamo sia giusto credere che prima delle Tre Croci esistesse già un tempietto con la Vergine. Posta in vista del "Loco Tunnara", con il suo lume ad olio sempre acceso (non esistendo ancora la corrente elettrica), era punto costante notturno di riferimento dei pescatori alla pari del Crocifisso "U Signuruzzu", anch'esso sito in luogo strategico sopra Marasolu a Punta Longa.
Piccoli fari di fede ma anche guide al rientro in riva.
Inoltre era antica tradizione, nel mese di maggio, mese Mariano e di mattanza, recitare il Rosario della Madonna: un momento propiziatorio anche per la pesca fonte di vita per l'isola.
Quindi "A Maronna du calvaniu" come fatto locativo in quanto sita nella zona anticamente detta del calvario ma "protettrice dei tonnaroti" come fatto votivo.
Ringraziamo il Professor Marchegiani non solo per il restauro ma per la scoperta che accresce il valore affettivo e simbolico del quadro. (F.R.)

MICHELE SILANOS - FINANZIERE MARE
CROCE DI CUERRA AL V.M. (alla memoria)

 

"Imbarcato con funzioni di marinaio su dragamine in partenza verso altra zona, per evacuazione di importante base navale oltremare, si prodigava, sotto violenta azione aerea avversaria, per l'imbarco di importante carico. Successivamente, attaccata l'unità da soverchianti forze navali che ne provocavano l'affondamento, partecipava alla impari lotta fino all'estremo sacrificio della vita.
Esempio di sereno ardimento e sentimento del dovere."

 

Mediterraneo, 20 Gennaio 1943


Il 1º aprile 1908 porta a Caterina e Tommaso Silanos un grande dono e una immensa gioia: il secondo figlio, Michele, cui negli anni successivi seguiranno altri due fratelli. 
Michele crescerà nella nostra bella isola, custodito e protetto dall'amore dei genitori che semplici e laboriosi saranno per lui esempio di onestà e rettidutine. Come tanti figli di Favignana raggiunta l'età adulta affronterà da solo la responsabilità della vita arruolandosi nel Corpo della Finanza. 
Sempre legato alla sua terra, sposerà nel 1940 una giovane favignanese, Anna Tedesco. Sono giorni felici per la giovane coppia, anche se incombe minacciosa più che mai la guerra. Durante il conflitto il Finanziere Silanos viene imbarcato, in sostituzione di un altro collega, sul Dragamine 37 e mandato in missione in Libia. 
Quando nel 1943 le nostre forze armate hanno un momento di crisi e sbandamento, malgrado la sorella Eleonora, residente a Tripoli fosse disponibile ad aiutarlo e a "nasconderlo", come avveniva in quei terribili momenti. il finanziere Silanos ligio al dovere e animato da profondo amor di patria rimaneva senza alcun indugio al suo posto. 
Proprio nel 1943, l'undici gennaio, si concludeva con onore la vita del finanziere Michele Silanos.

Durante una violenta azione aerea nemica il dragamine 37 veniva affondato e il giovane, che si stava prodigando per l'imbarco di un importante carico da trasferire in altro porto, perdeva la vita lasciando alla moglie e al figlio l'esempio di un uomo votato al dovere fino al sacrificio personale.
Dichiarato disperso nel mar Libico, gli verranno concesse al valor militare due croci al merito: la prima nel 1949 e la seconda nel 1956. Il 4 giugno 1977 viene varata a Gaeta il Guardiacoste "G.46 SILANOS" in memoria del Finanziere di Mare SILANOS Michele.
Alla toccante cerimonia partecipa la vedova Anna e il figlio Tommaso, quest'ultimo cresciuto all'ombra del fervido esempio del padre, il cui nome oggi è ancora vivo nella famiglia Silanos attraverso il diciottenne Michele nipote del nostro compianto cittadino.

 

NICOLO' DI VITA - GENERALE DI BRIGATA

 

Nacque a Favignana il 25 aprile 1893. Era il secondo di nove figli. Trascorse la sua infanzia nell'isola; poi frequentò le scuole secondarie a Marsala e le superiori a Trapani dove si diplomò ragioniere con ottimi voti, ma anche con sacrifici. 
Iniziò subito la vita militare prima come ufficiale di complemento e poi come effettivo. Partecipò eroicamente alla guerra in Tripolitania e si distinse nella prima e seconda guerra mondiale.

Favignana 4 novembre 1968: Gen. Nicolò Di Vita,
Magg. Aurelio Giangrasso e Cav. Girolamo Torrente


Fu insignito di varie croci al merito di guerra perché seppe distinguersi nelle varie operazioni belliche dando prova di coraggio, di competenza e di umanità.
Insegnò "armi e tiro" all'Accademia di Modena con amore, passione, entusiasmo e consapevolezza. La sua vita militare - trascorsa nell'esercito dove raggiunse il massimo grado di generale di Brigata - fu sorretta dalla sua statura morale forgiata dall'esperienza, dai sacrifici sofferti, dalla lotta sui campi di battaglia, dalla fede nei valori perenni della nostra patria. Concluse la sua vita militare come comandante del Distretto di Modena.
In seno alla famiglia fu marito e padre amoroso. Educò i figli al senso del dovere, all'onestà e alla correttezza morale. Amò molto la sua isola Favignana dove trascorse gli ultimi anni della sua vita e dove si dimostrò cittadino esemplare, Non volle mai accettare cariche pubbliche perché la sua rettitudine non gli avrebbe permesso di scendere a compromessi. Però si mostrò sempre disponibile verso coloro che avevano bisogno, aiutandoli e confortandoli con il suo carattere aperto, gioviale, buono e leale.
La correttezza morale di quest'uomo possa essere d'esempio a coloro che hanno perduto i valori della vita e hanno dimostrato di sconoscere il senso del dovere e dello stato, l'onestà e la rettitudine.