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Il "Risorto" parla con i giovani

Cari giovani, ho fiducia in voi.
Desidero rivolgermi a voi con la parte conclusiva della lettera pastorale "Educare i giovani alla fede". 
Dialogando con gli operatori pastorali educatori alla fede, non ho inteso considerare i giovani semplici oggetto dell'azione pastorale della Chiesa. Essi infatti sono e devono essere, in forza della loro età e del loro Battesimo, soggetti particolarmente attivi della pastorale diocesana. Bisogna mettere in risalto le ricchezze e le potenzialità dei giovani di oggi ripresentando la risposta del giovane ricco a Gesù: "Ho sempre osservato tutte queste cose, che mi manca ancora?" 
Il "Vieni e seguimi" a lui rivolto da Gesù è propria l'invito ad essere, in pienezza, soggetto attivo nella Chiesa. 
Proprio voi giovani, se siete disposti ad accogliere l'invito del Signore Gesù, sarete la speranza più grande di questa nostra Chiesa. 
Voi volete cambiare il mondo. Voi vi ponete in chiaro atteggiamento di rifiuto nei confronti di quella cultura di morte e di peccaminoso silenzio che ci mortifica da secoli. Non accettate che il progresso tecnico e scientifico della nostra epoca debba rivolgersi, come spesso avviene, contro l'uomo manipolandolo a piacimento quasi fosse una cavia per esperimenti di natura genetica. 
Voi vi chiedete cosa dovete fare affinché non domini più l'ingiustizia, il disprezzo per l'uomo ed il vilipendio della sua dignità. 
Voi non accettate che i diritti, quello al lavoro per esempio, diventino favori, che non si tenga conto dei meriti ma dei legami di "comparaggio" politico o mafioso che favoriscono la logica più o meno larvata della intimidazione alla cui radice sta la convinzione "la legge sono io". 
Voi cercate in tutti i modi di uscire dalla falsa rassegnazione, dalla paura, dall'immobilismo, dal tradizionalismo, dal fatalismo che portano tanti a rifugiarsi nella superstizione, nella magia e a ricorrere a poteri occulti, a preferire i ragionamenti contorti, incomprensibili, carichi di sottintesi che favoriscono, a tutti i livelli, gravi forme di omertà. 
Voi che sentite palpitarvi "dentro" lo sconforto per le vostre incoerenze e gli interrogativi su come superarle, provate soprattutto un forte desiderio di cambiare, ricco di tantissima voglia di essere liberi, impegnati a vivere e ad amare.

Ma come superare o realizzare tutto questo? Ecco la domanda che spesso vi tormenta! 
La risposta la troviamo nella prima lettera dell'Apostolo San Giovanni che esortando i cristiani ad usare il linguaggio semplice e forte della fede esclama: "è questa la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede" 
 

 

Amico mio non cercarmi lontano.
Se piangi, sei solo, se piove sugli occhi
assetati d'amore, non chiamarmi lontano.
Se non trovi la strada,
non sai più cosa è vero,
cosa è falso, cosa vale o ti inganna,
se non canta la vita e tutto si infanga
in giornate di noia,
non cercare lontano. 
Io sono la strada.

Io sono il risorto!

 

IO CHE TI AMO

(Erina Giangrasso)


Io che ti amo,
ti spiano il cammino 
perché la tua vita 
sia sempre sicura. 
Io che ti amo,
ti guardo e sorrido 
perché in un sorriso 
tu possa specchiarti.

Io che ti amo,
ti dono dolcezze 
perché le amarezze 
tu possa ignorare. 
Io che ti amo, 
perché tu non veda 
che amare è morire, 
annego, il finire 
in un mare di versi.

Se questa parola di Dio dimorerà in voi, diventerete forti, riuscirete gradualmente a cambiare il mondo, a costruirlo, come piace a voi, più umano, più fraterno, più di Dio! 
Saprete dire, con la vostra vita, la verità sull'uomo che è quella che trova il suo apice in Gesù di Nazaret, che è l'unico nel quale gli uomini possono trovare la piena e totale risposta ai loro problemi, alla domanda, fondamentale per tutti, del senso della propria esistenza.
Voi avete bisogno di fiducia e di speranza. La fiducia che il male sari vinto dal bene e la speranza, suffragata dalla storia, che l'ultima parola sarà del bene...
Guardate con serenità al futuro perché non avere fiducia nel domani migliore sarebbe invecchiare prima del tempo. 
E finalmente guardate a Maria, Madre di Gesù e madre nostra, che è segno sicuro di questa vittoria. Lei, la donna umile a cui il Signore ha rivolto il suo sguardo ma che è stata capace di dare la vita perché ha confidato in "Colui che è potente". 
Lei, che piena della forza di Dio, ripete a voi quello che lei stessa un giorno si sentì dire dall'angelo: "Non temere, perché hai trovato grazia presso Dio" e che ripete ancora a noi tutti, come ai giovani di Cana: "Fate quello che Egli (il Signore Gesù) vi dirà".
 

+ Domenico Amoroso
Vescovo

 

PASQUA

(Bice Bannino)


I campani danculianu fistusi
nto silenziu fittu fittu,
u suli, arzillu, nesci fora.
E chi viri:
i varvarotta di vicchiareddi
né leti né ncazzati,
si pigghianu di trimulizzu;
i fimmini hannu l'occhi mpannati,
e niatri nichi alluncamu a risata
supra i campanara e l'ova pi truzzari.
Tutti nzemmula s'aggiuccàmu
e vasamu a terra biniritta
du Signuri arrivisciutu
mentri l'aceddi pipitianu:
"pirdunatili Signuri
nto so pettu c'è tantu amuri!"