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LETTERA D'AMORE
PER TE DALLA CROCE


Scusami se ti rubo cinque minuti, ti voglio parlare; sai ti voglio parlare e dirti che ti amo, per un attimo prestami la tua bocca, e dì al fratello che ti sta accanto, ti amo. Per favore accarezza anche per me il fratello accanto, dopo così guardami in croce - quel rancore, incomprensione che hai con lui dallo a me - Io sono abituato a essere umiliato, sputato, schiaffeggiato ed essere ignorato dall'umanità intera. Dopo di ciò ti voglio parlare dell'amore, e dirti che ti amo. E' per amore tuo che mi sono fatto piccolo e mi sono fatto ultimo e ubbidiente fino alla morte. Ho compreso Giuda, l'ho perdonato ed amato, lo chiamai persino amico. 
II mio fratello Paolo nelle sue lettere, in quella ai Corinzi al cap. 13 scrisse sulla carità. Leggila per favore non con la bocca, ma con il cuore. 
Se dici di amarmi mettilo in pratica, non cercare il primo posto, ma fatti servitore. Se tuo fratello ha sbagliato con te, amalo perché con l'amore vinci tutto, e ricordati: è più bello dare che ricevere, e non dimenticare mai che Io mi sono dato a te. 
Sai qui ho preparato un posto per te e soltanto con l'amore puoi guadagnarlo. Sai, Io tante volte ho perdonato i tuoi peccati e tu chi sei per non poter perdonare tuo fratello? Sai, l'altro, (satana) sta facendo di tutto per allontanarti da Me. Lui è discordia, incomprensione, non amore. Io sono amore, pace, umiltà. Io conosco tutto di te; so che fai dei sacrifici ma se non ami e non hai carità, è inutile farli. Se vuoi preparati a ricevermi degnamente nell'Eucaristia, non pensare più ai difetti degli altri, purifica il tuo cuore e abbandonati a Me. Se poi vuoi essere accettato dai tuoi fratelli, prima comincia ad accettarli tu così come sono con i loro difetti, e ricorda che Io ti ho accettato così come sei con le tue miserie e le tue debolezze, perché ti amo. Scusa se ti ho stancato, grazie. 
Il tuo fratello Gesù.

   

Crocifisso della chiesa del Cimitero

 

O Santissimu Crucifissu,
i vostri 'razi sunnu spissu.
Nun ci rati chiu tirruri,
pietà e misericordia o nostru Signuri.
Vui, chi siti patri di summa putenza,
ratici saluti e pruvirenza.
Vui, chi a nuddu nenti niati
Vi preu i nostri curpi pirdunati.
Cavaleri di la Cruci,
cu Vui ogni cori si ridduci
a veru figliu di Maria,
matri vostra e matri mia.
E pi l'amuri da Maronna,
prima chi dumani agghiorna,
u nostru cori v'addumanna
la sarvizza da nostra arma.

IL SS. CROCIFISSO PATRONO
DI FAVIGNANA


(Rievocazione di Padre Mario Zinnanti, storico vissuto all'inizio di questo secolo).

"La chiesa del Crocifisso vanta la sua origine fin dal 1402, epoca in cui da un sordomuto fu rinvenuta la miracolosa effige del Crocifisso. 
Un uomo di cui si ignora il nome, essendo andato a caccia di quadrupedi, pervenuto vicino alla grotta trasformata ora in chiesa nella contrada Piana, vide un coniglio che andava ad intanarsi in quella e lo seguì addentrandosi nella grotta. 
Ma quale non fu la sua meraviglia mista a tenerezza, nello scoprire al lato sinistro dell'entrata nella grotta la figura al vivo dipinta del SS. Crocifisso? 
Riebbe il sordomuto l'udito e la favella, e sperimentando in sé stesso gli effetti salutari dell'Immagine prodigiosa, discese alla fortezza di S. Giacomo a rivelare il grande avvenimento al Primo Cappellano Curato. 
Alla promulgata notizia i soldati ed i pochi abitanti dell'isola visto il reale miracolo, accorsero a quella contrada a piegare le ginocchia dinanzi al rinvenuto Crocifisso. A proprie spese immantinenti alzarono ai piedi della Sacra Effige un'altare; e quella grotta, sempre rimanendo le naturali vestigia, fu convertita in Chiesa... 
Dopo il 1820 un certo Coniglio da Trapani devoto fervente del Crocifisso e facoltoso volle costruire la Chiesa. 
Fervida, immensa era la devozione e il culto che i Favignanesi prestavano al SS. Crocifisso. Il loro fervore però deturpò in parte la ritrovata reliquia, giacché alcuni fedeli raschiavano il masso per darne polvere agli affetti da malattie. 
Per conservare memorie dell'antica reliquia tale D. Guglielmo Marceca da Trapani, orefice, fece costruire una croce di legno in cui si ammira ricopiata ancora... 


(continua a pagina 4)