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Rosario Santamaria:
chiamato da tutti u Zu' Sarinu
 

Un personaggio caratteristico, particolarmente gioviale ed aperto, simpatico a tutti. Una figura originale, vorrei dire quasi poliedrica per i suoi diversi aspetti: lavoratore capace ed attivissimo, amante della natura, dell'ordine e della pulizia.
 

Zu Sarinu all'opera
  

Di carattere sereno, dotato di allegria sempre viva, pronto a portare a tutti la nota allegra con scherzi gustosi e frasi proverbiali. La sua fantasia si sbizzarriva di fronte al tufo, (60 anni trascorsi nelle cave), creando originali sculture, che a prima vista possono apparire rozze e monotone, ma all'occhio attento e non frettoloso esprimono una forte carica di umorismo e una spiccata bravura artistica.  I suoi "lavori" erano ammirati e graditi in particolar modo dai turisti, ai quali egli li offriva volentieri con delicatezza.
 

La sua produzione è abbondantissima, vastissima la sua varietà. Frutto di una enorme fantasia, ogni scultura esprime un particolare atteggiamento comico. 
Ebbe una particolare attenzione e simpatia per i bambini. Oltre ad offrire in dono i suoi lavoretti, soprattutto quelli creati dai "rifiuti" del mare, dai ciottoli e radici degli alberi, nelle feste natalizie, in veste di "babbo natale", portava nelle scuole i doni che offriva allegramente con scherzi, canti e abbondanti risate.  Realizzò volentieri i lavori in muratura nell'Oratorio nel 1974 in vista del bene che avrebbe potuto fare ai bambini. Lavorò con molto impegno e alacrità tanto che i suoi manovali non sempre riuscivano a stargli dietro e fornirgli il materiale richiesto. Apprezzava l'opera dell'Oratorio, vedeva la necessità per offrire ai ragazzi ed ai giovani un luogo sicuro per una educazione cristiana e civile.  I Padri Canossiani devono a lui molta riconoscenza. Si è sempre prestato generosamente sia per i lavori dell'Oratorio che della canonica di Favignana e di Levanzo, dove ha lavorato molto e sempre senza chiedere. Ripeteva: "Quando puoi e come puoi pagherai". Soltanto chiedeva la giusta ricompensa per i manovali. 
Accettava volentieri gli amichevoli miei richiami: "Zu Sarinu ricordati che la cosa più importante è salvare l'anima; ti lasci prendere troppo dal lavoro e dagli applausi della gente e se anche sono sinceri, davanti a Dio valgono poco...".  Non era indifferente al problema religioso. Negli ultimi mesi della sua vita, immenso il suo rammarico per non pater più lavorare. Ha accettato serenamente la malattia e ripeteva spesso: "Sia fatta la volontà di Dio". Ha lasciato un buon ricordo, un esempio fortissimo di laboriosità, il culto per la natura, la semplicità del tratto che lo rendeva un eterno fanciullone. 
Con lui se ne va parte di noi stessi, perché u Zu Sarinu impersonificava Favignana e amava Favignana.

LA MADONNA DI BORINDA

Ci piace chiamare così la nuova statua che è stata posta al Bosco, su quell'ala della farfalla Favignana che guarda ad ovest verso Marettimo e il mare aperto...
Il luogo è arioso, protetto dalla montagna; come sfondo le antiche case Canino e all'intorno le chiuse piene di verde erba e fiori nella stagione delle piogge, di cardi e paglia nell'estate.
 

 

La statua voluta dai fedeli dell'isola, da Padre Damiano e da Borinda si erge serenamente su una piattaforma di terra e tufi. 
Guarda ovunque: vicino, lontano; da ogni direzione si incontrano i suoi occhi oblunghi e quel suo viso, bellissimo, di Madonna del Sud. Viso che ricorda e ripropone i tanti visi di donne approdate, vissute in queste isole: lineamenti morbidi e bruni pieni di storia e umanità. 
La Madonna del Bosco col suo bambino in braccio è riposante, suggestiva, ammaliante.

E' umana con la sacralità che la "buona umanità" sa esprimere, se vuole; è misteriosa poiché mistero è la fede, mistero la maternità, mistero l'amore. 
Borinda, nostra concittadina, ricca di creatività e di tecnica, giovane artista egadina ha scolpito la Madonna col Bambino pensando ad una donna-madre del Sud, in cui potessero riconoscersi le donne della sua isola.
La semplicità, la dignitosa umiltà affermata dalla scultura di Borinda, nell'atteggiamento, nelle vesti, nell'idea dell'incedere, nel tenere fra le braccia il piccolo Gesù - bambino come tanti - nei non colori della scultura, che sono i colori della terra e delle nuvole, creano una grande forza di identificazione con la realtà.
La scultura è in cemento armato, alta m. 2 larga m. 0,80, peso complessivo kg 1000. E' stata realizzata con una tecnica personale di moderazione manuale, senza l'utilizzazione di alcuno stampo. 
Il cemento miscelato ad altri materiali attraverso una formula personalizzata risulta essere un ottimo materiale consolidato che non teme le intemperie e le variazioni di temperatura. 
Una patina di rifinitura finale Sulla scultura ultimata conferisce a quest'ultima un aspetto simil-marmo. I tempi di elaborazione per la difficoltà specifica sono stati in media di otto ore al giorno per la durata di circa tre mesi di lavoro dovuti ai tempi di asciugatura necessari nei vari interventi di stratificazione per il consolidamento del cemento. 
BORINDA SANNA è allieva della Prof.ssa Silvia Guaiana direttrice dell'Accademia di Belle Arti Kandiskij di Trapani. 
Il suo curriculum artistico:
- Quinto posto al concorso regionale "Colori di Primavera" a Trapani;
- Terzo posto estemporanea di pittura "Sogno d'Arte" ad Erice;
- Primo posto dell'estemporanea "Natura e Mito" a Marsala;
- Premio critica conferito a Sanremo al Festival Internazionale d'Arte per la scultura "Il parto"
ecc.

Prof. Cristina Mostacci