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DA IL PANTECO - Febbario 1995

Un percorso votivo dai graffiti alle edicole sacre 

di Peppe Occhipinti

Dall'esito delle mattanze dipendeva la vita degli abitanti dell'isola. I tonnaroti che ordinarono allo sconosciuto pittore la loro Madonna la vollero infatti con un tonno tra le braccia (foto di G.Torrente).
Favignana, prima di diventare approdo di vacanzieri d'assalto che per un mese l'anno pensano di essere Ulisse e gli somigliano quanto un gatto può somigliare a una tigre, era luogo di rifugio per uomini che vivevano tra cielo e mare.
Eternamente in lotta con gli elementi, per evitare di soccombere in questo scontro impari affidavano le loro speranze di riuscita a entità metafisiche. A queste chiedevano benevolenza e le colmavano di offerte, doni e sacrifici, come testimonia un lungo percorso votivo che va dai graffiti preistorici alle edicole sacre.
Oggetto di continue attenzioni da parte dei fedeli, le edicole favignanesi vengono di tanto in tanto restaurate e restituite a nuova dignità. 
  


Il restauro più clamoroso di questi ultimi tempi è quello del Calvario che si trova alle spalle dello stabilimento della Tonnara, dentro un piccolo recinto, alle falde del monte Santa Caterina. Al suo interno una piccola tavola dipinta (cm 50 per 50) raffigura la Madonna dei tonnaroti.
Il restauro, che si deve al pittore Elio Marchegiani, docente nell'Accademia delle Belle Arti di Urbino, ha rivelato un particolare iconografico unico: la Vergine Addolorata stringe tra le braccia conserte un piccolo tonno.
L'opera devozionale, tutti giocata sui toni delle terre con elementi scuri a contralto, è raffigurata secondo modelli stilistici tardo settecenteschi: nobili e resi in chiave popolare.

   

Probabilmente si trovava in un'edicola sacra preesistente, in quanto il Calvario dentro cui è esposta risale al 1840.  I Calvari, tre piccole collinette artificiali sormontate da tre croci a ricordo della morte del Cristo, erano edificati alla fine dei centri abitati. 
Segnavano il confine tra la zona dei vivi e la zona disabitata, regno notturno dei morti e delle divinità infernali.
Celebri sono i grandiosi Calvari della Bretagna.
II Calvario favignanese è realizzato in quel tufo che, per secoli, è stato la ricchezza di Favignana insieme alla pesca del tonno.
Dall'esito delle mattanze dipendeva infatti la vita degli abitanti dell'isola. I tonnaroti che ordinarono allo sconosciuto pittore la loro Madonna la vollero con un tonno tra le braccia.
Il tonno, pesce sacro, come Cristo si sacrifica e dona la vita per la salvezza dell'uomo.
  


L'arpione in basso a sinistra completa la simbologia del sacrificio. E' a tre punte, a ricordo dei tre chiodi piantati sulla croce.
Una cerimonia religiosa ha accompagnato un anno fa la risistemazione della bella Madonna nel suo alloggiamento. Un ampio recinto davanti all'edicola sacra consente un qualche raccoglimento per la preghiera, dato che per l'inarrestabile espansione urbana il Calvario favignanese, posto al centro di un quadrivio, è costretto suo malgrado a fungere da spartitraffico.