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MOZIA L'ISOLA DI PORPORA

di Nazareno Santoni

già primario all'Ospedale di Jesi
e socio dell'accademia Marchigiana di Scienze, Lettere ed Arti di Ancona

conferenza che ha tenuto il 24 marzo 2000 su
MOZIA CITTA' FENICIO PUNICA

Collocazione storico archeologica della città
nell'ambito culturale fenicio punico.
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Descrivere Mozia, ciò che rimane, poco significa, se non si ha modo di sapere quali furono le sue origini e di quale mondo fosse esponente e baluardo.
Mozia, isola fortificata, vicino Marsala, si trova all'estremo occidentale della Sicilia; fu città punica ma fondata dai Fenici.
Tucidide (VI-2) asserisce che i Fenici abitavano qua e là per tutta la Sicilia, dopo avere occupato i promontori sul mare e le isole vicine alle coste, perché fossero più facili i rapporti commerciali con i Siculi.
Quando poi, vennero d'oltremare in gran numero i Greci, essi sgombrarono la maggior parte del paese e si concentrarono a Mozia, Solunto e Palermo, dove abitarono vicino agli Elimi, rassicurati dalla alleanza con gli Elimi stessi e dal fatto che quel punto della Sicilia distava pochissimo da Cartagine.
Il passo dell'autore greco è esplicito su molti punti: ci dice che i Fenici fondarono Mozia, che questa città rientrava nell'orbita di Cartagine, oltre a ciò, che questo popolo prediligeva i promontori e le isole vicino alle coste.
Gli scavi hanno appurato appunto questo, ma perché in Italia il mondo culturale ufficiale si è disinteressato per tanto tempo dell'argomento?
 

fig. 1
 

Gli studi sulla civiltà fenicio-punica iniziarono, in effetti, nel 1758 con una relazione dell'abate Berthelemy, alla accademia delle Belle lettere di Parigi, riguardo la decifrazione di una iscrizione bilingue( greco-fenicia) trovata a Malta. 
Da allora sino ad oggi i Francesi si interessarono moltissimo al mondo fenicio-punico, approfondendo la conoscenza di quella realtà culturale attraverso i grandi scavi di Biblos, Ugarit, ecc. Invece gli studiosi Italiani hanno mostrato disinteresse per questa parte di civiltà che ci riguarda piuttosto da vicino. E' che non solo i Francesi, ma anche i Tedeschi, con il Gesenius, il Movers ed il Beloch, hanno dato una spinta notevole agli studi, pubblicando numerose raccolte di iscrizioni e portando avanti numerose campagne di scavi importanti.
Il motivo per cui gli Italiani hanno trascurato questo mondo è dovuto forse al fatto di sentirsi eredi di coloro i quali, avendo distrutto Cartagine ed assorbito la relativa cultura, ne hanno sottovalutato gli effetti ed i significati più profondi. Soltanto in questi ultimi anni l'Istituto per il vicino Oriente dell'Università di Roma, ha intrapreso campagne di scavi in diverse località di Israele, Turchia, Siria, Egitto, Algeria, Spagna e Siria.

Tutto questo fervore di studi ha contribuito finalmente, a correggere l'idea che nella civiltà classica i valori più alti e più rappresentativi non sono stati toccati soltanto dalla Civiltà greco-latina, ma anzi, alcuni contributi che rendono meglio comprensibile queste civiltà, sono stati dati dal mondo orientale, rappresentato soprattutto dai Fenici.
Secondo la tesi di S. Moscati, la nazione fenicia in quanto tale, ebbe inizio nel XII secolo a.c. e perdurò sino al 332 a.c. con delimitazione a nord, con la città Shuksu ( posta a sud di Ugarit), a sud con Acco, a ovest con il mare ed ad est con i monti del Libano ( fig.1).
Alla fine del XII secolo dalle coste della zona così delimitata, cominciò un movimento di espansione verso Ovest sino allo stretto di Gibilterra che portò alla fondazione di Cadice, Lixus ed Utica ( fig.2).
Questa espansione aveva lo scopo di diffondere i prodotti commerciali ed i manufatti Fenici, i quali servivano per scambiare l'oro, l'argento ed altri prodotti di quella terra.
Pressati successivamente dagli Assiri, ci fu chi pensò di trasferire la capitale in una sede più sicura, nel cuore del Mediterraneo. Questa venne identificata in una penisola protesa verso il canale di Sicilia, a metà strada tra i nuovi ed i vecchi possedimenti, in prossimità dell'attuale Tunisia.
La fondazione di Cartagine segna senza alcun dubbio l'inizio della civiltà Punica. Prima di allora c'era solo quella Fenicia, infatti la Punica è caratterizzata dalla integrazione tra gli usi ed i costumi fenici con quelli delle popolazioni dell'Africa nord occidentale.
Cartagine ben presto assunse le caratteristiche di una città, che dopo essersi consolidata in loco, comincia un movimento di espansione tale da darle una configurazione che non avevano avuto le altre città fenicie.
Dopo un secolo e mezzo di vita, infatti fonda un nuovo mondo nel mediterraneo occidentale che per circa tre secoli tiene testa prima ai Greci, poi ai Romani.
Il nome "Punico" deriva dal nome "Poeni" con cui i Romani designavano i cartaginesi. Il termine richiama i greco foinikes. La "F" passa a "P", forse per influssi locali indigeni. Che i Cartaginesi non fossero i Fenici è dimostrato dal fatto che i Romani chiamavano quest'ultimi "Foenices".
Il termine Foinikes viene da Poinix, rosso porpora, uso tipico delle due popolazioni fenicia e cartaginese.
Ma come si chiamavano prima, questi popoli? La Bibbia individua le popolazioni della Siria e della Palestina con il nome di Cananei, che ha nella sua radice( Kn'n) il termine "rosso porpora".
La persistenza dell'uso di colorare i vestiti con la porpora è stata individuata in un edificio punico, pertanto è netto il parallelismo, tra manifestazione di costume e nome di un popolo.
 

fig. 2