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RISERVA: ANCORA IN ALTO MARE
ESPLODE LA RABBIA DEI PESCATORI
di Alberto Sercia

A continuare a parlare della "Riserva delle Egadi", a quasi un anno dalla pubblicazione del D.M. che ne sanciva la nascita, si rischia di essere ripetitivi e retorici sui mali e sui danni che l'applicazione cieca di questo provvedimento comporterebbe sulle popolazioni isolane e più specificatamente sugli abitanti di Marettimo. 
Gli ultimi avvenimenti però ci impongono una riflessione e un'analisi attenta sui risvolti che ne sono scaturiti. 
La marineria trapanese, scesa massicciamente sul sentiero di guerra, ha risvegliato dal letargo in cui era caduto, riportando alla ribalta della cronaca, l'annoso e irrisolto problema, coinvolgendo questa volta nella protesta, anche le forze politiche trapanesi schieratesi al fianco dei lavoratori del mare. 
Una mobilitazione ed una solidarietà pressoché unanime che ha tenuto con il fiato sospeso migliaia di famiglie legate direttamente e non, all'indotto che la flotta peschereccia della città e delle isole ha nell'economia dell'intera provincia. 
Si è scoperto, con sconcerto, che fu proprio la Regione Siciliana a dare parere favorevole alla pubblicazione del Decreto, chiedendone automaticamente la gestione, e creando così tutti i presupposti affinché il T.A.R. respingesse di conseguenza il ricorso presentato dal Comune di Favignana e dal Comitato cittadino di Marettimo.  La Regione, che avendo il privilegio di essere a Statuto Speciale, avrebbe dovuto difendere a spada tratta i nostri calpestati diritti, era invece in perfetta sintonia con il Ministero dell'ambiente, mentre noi sudditi ignoranti ci scalmanavamo nella ricerca di una soluzione. 
L'ultima beffa risale a poche settimane fa, quando, durante l'incontro avuto fra il Ministero dell'ambiente Ripa di Meana, le rappresentanze dei pescatori di Trapani e le forze politiche comprese quelle delle nostre isole, si decideva di sospendere per 90 giorni il provvedimento in attesa di uno studio e di una verifica più attenta e approfondita del problema. 

Quale stupore per gli abitanti di Marettimo, 24 ore dopo l'incontro, scoprire che la sospensione riguardava esclusivamente la marineria trapanese e che i loro problemi erano stati "erroneamente" snobbati e dimenticati. 
A questo punto, come direbbe il buon Lubrano, "la domanda nasce spontanea".
Ma cosa facevano i rappresentanti del Comune di Favignana e tutti gli altri politici presenti all'incontro mentre "per sbaglio" ci si dimenticava di includere Marettimo nella sospensiva?
E non si può dire che questa volta il Ministero abbia deliberato di nascosto, mettendoci di fronte, come spesso accade al fatto compiuto. 
Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, e nulla di concreto e tangibile per gli abitanti di Marettimo è venuto a modificare, anche solo parzialmente, le regole ed i limiti di questo decreto capestro, mentre le sbarre del carcere che inchiodano e umiliano un'intera popolazione ghettizzata nella propria isola, sono sempre là, immobili ed invisibili, pronte a colpire attraverso gli organi competenti chiunque tenti di forzarle. 
Tutti questi avvenimenti gettano amarezza e preoccupazione, e, mentre non esiste ancora un regolamento che tuteli ed espliciti portando ordine nel Decreto, si va avanti nella speranza, nella discrezionalità o nella bontà di questo o quel Comandante di Porto, anch'egli purtroppo vittima della burocrazia e dei pasticci dei suoi superiori.
Intanto i mesi trascorrono, l'estate si avvicina, e vengono i brividi solo al pensiero di quello che potrà accadere la prossima stagione se il Decreto non subire in termini brevi le giuste e doverose modifiche.

GENTE DI MARE


Il disastro ecologico delle Shetland e la fuoriuscita di tonnellate di greggio dalle stive della petroliera Braer che si sono riversate sulle coste, distruggendo un ambiente naturale marino, unico al mondo, deve far riflettere su quali sono le reali minacce e i nemici del mare. Quante petroliere transitano, senza controllo, al largo delle Egadi. Quante volte hanno ripulito le cisterne creando enormi chiazze di greggio che si sono depositate sulle coste delle nostre isole? 
Anche se volessimo difenderci da questi pericoli non potremmo farlo in quanto attualmente non esiste nessuna struttura di pronto intervento che possa prevenire o proteggerci da questi disastri. 
Che dire delle fogne e scarichi che si riversano in mare senza che vi sia un impianto di depurazione? O delle discariche di rifiuti urbani abusive e a cielo aperto che degradano i luoghi? Risolvere concretamente questi problemi significa veramente proteggere l'ambiente naturale del nostro arcipelago. Non si può iniziare a salvaguardare la natura continuando a stringere il cappio al collo a questa gente che da decenni sopravvive, lavora e custodisce gelosamente le isole. 
Gente di mare, piena di problemi mai risolti. La notte non può dormire tranquilla, perché la sua barca non è al sicuro nel porto che non c'è; non "può morire" perché non c'è più posto al cimitero; non può stare male, perché non vi è un eliporto ed un pronto soccorso attrezzato. 
E' gente che grazie all'arte del pescare non conosce la disoccupazione, non conosce tangentopoli o tutto ciò che accade di sporco e corrotto. E' gente che quando è stata chiamata ad occuparsi ed affrontare problematiche ambientali che riguardano le Egadi ha risposto con senso di responsabilità.
Riguardo alla riserva marina, un provvedimento piovuto dall'alto in maniera arrogante e scorretta, ha dibattuto ed elaborato delle controproposte, completamente disattese e scartate dal governo centrale, ha accettato la costituzione del parco regionale naturale terrestre, la cui gestione, proprio in questi giorni è stata affidata alla Forestale. 
Riguardo al parco si vuol far notare ai vari assessori, presidenza della Regione e deputati regionali trapanesi, ciò che prevede l'articolo 2 della legge sulle aree protette n.394/91: "I parchi naturali regionali sono costituiti da aree terrestri ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico ed ambientale".
Questo vuol dire che, di fatto, siamo già in presenza di un parco naturale sia terrestre che marino e in quanto Regione a statuto speciale ci stiamo facendo sfuggire una nostra esclusiva prerogativa. 
Inoltre la costituzione di un parco (e non riserva integrale) comporta meno vincoli, ma la cosa più importante è che in un parco tutto ruota attorno all'opera dell'uomo che vive nelle isole e rimane sempre figura principale. 
Su questo bisogna lavorare, in questi giorni di deroga che sono stati concessi, per trovare la migliore soluzione affinché la gente non sia costretta a lasciare definitivamente le isole. 
  

LUIGI IALUNA
 

  

RICEVIAMO

 Il Parroco si compiace


Ringrazio la Direzione che ha voluto invitarmi ad essere il portavoce della Comunità di Marettimo sul periodico "Il Giornale delle Egadi".
Ho letto con vivo interesse e grande gioia del mio spirito il primo numero, e debbo subito compiacermi ed incoraggiare questa iniziativa, frutto di una presa di coscienza da parte dei giovani per cercare di sviluppare le nostre zone.
La pubblicazione propone vari argomenti di cultura ed iniziative, favorendo l'interesse verso il territorio. Sarà un viaggio tra storia, arte ed accurata cronaca, sarà uno strumento per cogliere quello che in un determinato momento ci può aiutare.
Spero che il periodico richiami l'attenzione di quanti hanno il potere di difendere le bellezze naturali di quest'isola ed impedire la contaminazione e l'inquinamento di quel poco che ancora rimane pulito nella nostra Sicilia, sempre rispettando i diritti ed i doveri di questa gente per la sopravvivenza.
A nome della comunità a voi giovani, speranze e costruttori del domani, rivolgo tanti buoni auspici ed auguri.
 

Don Girolamo Campo

VIVERE INSIEME


Non è facile vivere insieme!
Non è facile se manca la capacità di comunicare, non è facile se manca in ognuno l'umiltà di sentirsi in spirito uguale agli altri, non è facile, infine, se manca la volontà di anteporre l'interesse generale all'interesse particolare.
Convivere in un rapporto armonico fra singoli soggetti è, innanzitutto, un fatto di sentire. E' un nobile sentire saper leggere sul volto del proprio simile la gioia per una comune conquista, la stessa gioia di vivere che ciascuno avverte per una personale vittoria. Tale nobile sentire non rimane mai soltanto un fatto interiore, ma si concreta, nei rapporti interpersonali, in manifestazioni esteriori che rendono elegante il tratto ed accattivante l'atmosfera sociale che ne deriva.
Convivere in questo stato di grazia è, però, anche un fatto di cultura.
Conoscere gli altri, essere edotti sui processi formativi che si sviluppano in maniera interattiva fra i soggetti, avere consapevolezza delle istanze che la comunità propone significa possedere un bagaglio culturale capace di valutare sapientemente le problematiche che un corretto vivere insieme incessantemente fa sorgere.
Appare, quindi, evidente la necessità di promuovere a tutti i livelli un processo di formazione culturale al fine di rimuovere gli ostacoli che sempre s'incontrano sulla strada che porta ad una chiara visione del rapporto sociale.
Siffatta conoscenza è, comunque, ancora insufficiente per affrontare i complessi problemi di una società, specie quando essa è volta alla ricerca di un'amalgama e di una sua precisa identità.
Nell'insieme sociale l'amalgama si ottiene facilmente se è presente in ogni soggetto l'amore per il prossimo, mentre l'identità si realizza attraverso la proiezione dell'immagine composita dei singoli atteggiamenti. Atteggiamenti che derivano non soltanto dal modo di sentire, dalla gioia di vivere, dall'amore per il prossimo, ma derivano anche dall'anelito di vedere accolte le istanze sociali che i tempi nuovi avanzano con sempre maggiore urgenza.
Si tratta di richieste concrete che per essere soddisfatte hanno bisogno di una vera disponibilità di servizio.
Occorre, però, che tale disponibilità operativa sia non soltanto in ciascun soggetto, sibbene anche nelle strutture sociali preposte istituzionalmente al servizio della comunità.
Deve essere, cioè, riscontrata nell'insieme una vocazione diffusa e forte atta ad ingenerare una indomita volontà di crescere sulla via della realizzazione di una struttura organica da dare all'aggregazione sociale. Tutto ciò in umiltà, senza arroganza, e con il profondo convincimento che si vive bene insieme dove esiste:

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Eleganza nel tratto
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Gioia di vivere
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Amore per il prossimo
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Disponibilità di servizio
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Indomita volontà di crescere.

Questa sintesi di valori che, forse non a caso, ci porta alle EGADI, desidero presentarla come canone di vita per il nostro arcipelago.
 

Pietro Torrente

 

PUNTA TROIA

 Il Castello alla Forestale


In una riunione del Comitato Tecnico dell'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente si è deciso per l'affidamento alla Forestale dell'antico maniero di Marettimo ubicato sul promontorio di Punta Troia. 
Si è arrivati a tale decisione, tenendo conto che l'Azienda Foreste sarà sicuramente l'ente gestore della Riserva Naturale di Marettimo, detenendone già circa 750 ettari. 
L'unico ostacolo, al recupero di un bene storico-archeologico quale è il Castello di Punta Troia, è l'irrisoria concessione di appena 6 anni e a titolo oneroso imposta dal Ministero delle Finanze. Tutto ciò appare alquanto gravoso all'amministrazione forestale che richiede un maggior numero di anni per poter espletare la complessa azione di restauro di cui necessita l'antico monumento.