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IL PRESIDIO

 

Quanta più gente frequenta le isole, più l'isola muore. Lo scoprimmo nei nostri conversari un po' seri un po' faceti, un po' saggi, un po' folli - il Vecchio ed io, confidandoci ad ogni mio ritorno la preoccupazione crescente, il "magone" montante per la barbarie che vedevamo progredire negli anni sui tufi e sui calcari, sui fondali e sulle trasparenze prima immacolate, sulle tradizioni prima portanti come i pilastri della povertà e dell'onestà. 
Colui che chiamo "il Vecchio "per un'autentica pudica gelosia del suo nome secolare, fu uno dei miei pochissimi veri amici. 
Ma che dico, 'fu"?: egli "è", uno dei miei veri amici, anche ora che ha finalmente rotto l'unico diaframma che in vita lo separava dalla pura e limpida libertà interiore e continua a danzarmi dentro, tra coscienza e memoria, con quel suo fare di giullare di Dio, satiresco come Socrate, ricco e signore nella sua povertà, ingenuo ed innocente come il fanciullino. 
Era nato, cresciuto e vissuto in queste Egadi, qui, e fin dal primo nostro incontro mi accorsi che aveva la straordinaria facoltà di poter entrare a suo piacimento in contatto diretto con il 'genius loci' di ciascuna delle tre isole: più volte dalla sua bocca, dalla sua gestualità, dalla sua espressione artistica, persino dalle sue danze, parlavano a me, medianicamente, le isole stesse: Marettimo, Levanzo, Favignana. 
Era fuori dal tempo, il Vecchio. Un filo ideale di continuità lo associava agli scultori divini delle Cicladi, a Saffo, ai misteriosi Cabiri di Samotracia, ai sacerdoti di Malta, agli uomini dell'ossidiana eoliana e panteschi. Mi aiutò a cogliere per la prima volta l'intuizione che esiste un "quid" preciso in presenza di cui si può parlare di una 'civiltà del Mare', mentre non se ne può parlare in sua assenza, si sia o non si sia isolani. 
Nei nostri conversari venne fuori che l'Isola vive nella vicenda umana, storica come mitologica, soltanto quando vi si verifica il prodigio di una comunità che se ne assuma il presidio civile perché vuole realizzare una certa nuova qualità della vita in un ambiente umano concepito e forgiato sulla base di un nuovo principio. 
L'Isola consiste nella sua stessa originalità; la sua rilevanza storica è nell'essere presidiata da un gruppo umano che si è dato un compito storico. Ma le nostre Egadi sono così piccole...- ci obiettavamo a vicenda -. "Fino a quando io viva, - disse infine il Vecchio - la mia Isola la faccio esistere io. "E mi ricordai di avere già sentito parole simili nella disperata Gorgona dalla Signora Maria, novantenne, una degli ultimi nobili rappresentanti della comunità isolana libera, condannata all'estinzione dal sistema carcerario statale. 
Questa responsabilità di presidio civile segna la differenza tra un'Isola (soprattutto se piccola) e uno scoglio in mezzo al mare. 
Ed è per ciò che la storia di tutti i microcosmi del Mare è fatta di momenti luminosi che punteggiano lunghi tempi di silenzio e di oscurità. 
Salvare l'ambiente? Quale ambiente? Per chi? A quale fine? La natura, in sé, non ha alcun bisogno di essere salvata: sa lei come cavarsela, come convertire le mutazioni. 
Il Vecchio, lui, sapeva bene cosa voleva salvare: la sua Isola aveva un volto, un corpo e un'anima a misura del suo impegno d'uomo, della sua inimitabile originalità, del suo "dover essere". 
 

Gin Racheli

 

COLLABORAZIONE FRA LE ASSOCIAZIONI DELLE EGADI

 

Da un po' di tempo l'Associazione C.S.R.T. "Marettimo" aveva tra i suoi progetti la ristampa del libro "Cenni storici sulle isole Egadi" pubblicato nel 1912 dal sacerdote Mario Zinnanti da Favignana, primo Regio Cappellano curato e rettore della Real Chiesa parrocchiale di Marettimo. 
Il volumetto non esisteva quasi più, se si esclude l'unica copia custodita presso la biblioteca Fardelliana di Trapani, perciò si correva il rischio che venisse dimenticato un importante documento, il primo scritto sulle tre isole Egadi, ricco di notizie storiche, geografiche, economiche oltre che di tradizioni orali. 
Quest'anno grazie alla collaborazione di Padre Damiano, parroco di Favignana, il nostro progetto è potuto andare in porto. 


 

  

 

L'intervento di padre Damiano ci ha dato l'opportunità di collaborare, per la prima volta, uniti dagli stessi intenti, con il gruppo cattolico di Favignana e con l'Associazione "Pharbantia" di Levanzo. 
Ne è venuta fuori un'ottima ristampa anastatica resa ancora più interessante dall'inserimento di antiche foto delle isole Egadi. 
Oltre al libretto "Cenni storici..." abbiamo pubblicato una raccolta di proverbi e di modi di dire così come nella parlata dialettale delle Egadi, curata da Enzo Campo dal titolo "I proverbi un sbaglianu mai". Insieme i due lavori sono stati presentati ad un pubblico interessato di isolani e turisti, alla presenza del sindaco Giuseppe D'Asta e di alcuni assessori, nei locali del palazzo Florio in Favignana. 
Dal successo e dall'enorme riscontro ottenuto dell'iniziativa abbiamo dedotto quanto sia importante prefiggersi degli obiettivi e portarli avanti in sintonia nel tentativo di tenere alto il nome delle Egadi.
 

Elisa Aliotti

 

II mio sogno è tornarci d'inverno

MARETTIMO, 9 luglio 1994 

La luce e l'azzurro dell'isola mi danno il benvenuto, appena lascio la scaletta dell'aliscafo. 
E subito vedo le facce familiari: Gaspare, il barcaiolo che mi accompagna nelle gite in mare, in attesa, assieme agli altri pescatori, che sbarchino i turisti. 
Loro si augurano che arrivino in tanti, io, invece, già mi rallegro perché, a giudicare dai compagni di viaggio, anche quest'anno siamo in pochi.Il turismo da' da vivere alla gente dell'isola. Anzi, non è proprio così. 
Pochi, ormai, sono i marettimari che risiedono stabilmente nella loro terra. La maggior parte abita e lavora a Trapani e soltanto d'estate ritorna. La gente riprende possesso delle casette bianche, si rintana in poche stanze, riservando le altre agli ospiti. Ma se per alcuni il guadagno estivo serve per "arrotondare", per molti è ancora un importante fonte di reddito. Una delle cose che mi ha affascinato di Marettimo da quando ho deciso che sarebbe diventata la "mia isola" (tradendo Favignana che conosco da più tempo) è proprio l'accoglienza nelle case private. 
Mi piace l'idea che qui non vi sia alcun albergo, né pensione, né residence. Credo che, di tutte le isolette del mediterraneo italiano, sia unica sotto questo aspetto. Persino la piccola e affascinante Linosa dispone di un hotel.Dicevo del mio arrivo. Sì, lo confesso, non appena metto piede a Marettimo mi sento subito in forma. 
Milano è un altro mondo. Una città lontana, estranea. L'unica abitudine a cui non so rinunciare della "civiltà metropolitana" è la lettura dei quotidiani. Ogni mattina il rito si ripete: vado a far colazione da Giovanni, al bar "La Scaletta", e aspetto che l'aliscafo delle 9 e 30 porti i giornali. Giovanni apre il pacco, ne acquisto tre. Li sfoglio seduta sugli scalini, in attesa di decidere il programma della giornata. Per me, di solito, decide il tempo. In senso metereologico: mare e vento. Se la giornata è buona, Gaspare mi porta con la barca in una delle tante cale dell'isola. 
La mia meta preferita e il "Cortiglio": oltre punta Basano dove un anello di scogli racchiude una piscina naturale. 
L'acqua è calma, non è alta (rivelerò un vergognoso segreto: sono una scarsissima nuotatrice) e ci si può sguazzare a piacimento. Resto fino alle cinque (per sostentarmi porto nello zainetto una provvista di mele e un libro).
 

Poi arriva il barcaiolo a riprendermi e, lungo il ritorno, ci si ferma per una pescatina con la lenza. Abboccano le "viole", pesciolini adatti per la frittura.
E mentre si aspetta, Gaspare immancabilmente mi chiede perché vengo a Marettimo tutta sola. E allora gli rispiego per l'ennesima volta che mi piace così, che per una settimana voglio rilassarmi in pace. Che farò altre vacanze in compagnia... eccetera eccetera."Oggi è cattivo tempo, c'è mare...". Quando il pronostico e questo, nessun problema. Marettimo offre il meglio delle escursioni a piedi. C'è solo da scegliere: il castello di Punta Troia, Punta Libeccio, Punta Basano, le Case Romane... I ragazzi che lavorano per la "Forestale" hanno risistemato alcuni sentieri, ne hanno aperto altri.
Ed è un'emozione intensa godere di questa Marettimo montana, scoprire boschi, fiori; incontrare branchi di capre, imbattersi in conigli selvatici e, con un po' di fortuna, vedere anche i mufloni. E poi c'è il bello della sosta panoramica: alle spalle le rocce, sotto, il mare verde-azzurro. Di solito, io preferisco le escursioni che mi portano fino al mare. Così, dopo, la passeggiata, posso passare qualche ora distesa in una caletta o sugli scogli. Fantastico! 
Come quella volta che sono riuscita ad arrivare a piede fino al "Cortiglio". Nell'ultimo tratto non c'è sentiero, occorre scendere piano piano con prudenza ma, alla fine, dopo la fatica e la tensione, il premio: l'anello di scogli, la piscina. E la sera? Già, la sera. 
Dopo un aperitivo alla "Scaletta", vado a cenare. Sono un'abitudinaria e, come per il barcaiolo e la signora che mi affitta la camera, mi sono affezionata ad una delle quattro trattorie dell'isola. Sono una cliente fissa, insomma. Mi concedo la sfizio di assaporare ogni sera un pesce diverso. Tonno, "spada", ricciola, aragosta.Due chiacchiere con i ragazzi dell'Associazione (sono socia sostenitrice e mi piacerebbe che lo diventassero tutti i frequentatori di Marettimo), una puntata al bar e poi a nanna.Mi dicono che l'isola ad agosto è quasi "irriconoscibile". Viene presa d'assalto, le case bianche "scoppiano" di turisti, non si trova un posto-letto, in trattoria si fanno i turni per mettersi a tavola. Non oso immaginarla, Marettimo d'agosto. Mi rattristerei troppo. Il mio sogno è tornarci d'inverno. Sola e unica "forestiera". 
 

MARISA FUMAGALLI 
(Corriere della Sera

Costituito il Museo del Mare


Agosto 1993, per la prima volta a Marettimo, viene rappresentata in una mostra fotografico-oggettistica la tradizione più suggestiva delle Egadi: l'antica attività della pesca. 
18 marzo 1994, la popolazione marettimara può assistere all'inaugurazione del primo "Museo delle attività e delle tradizioni marinare". 
Durante questo lasso di tempo ogni nostro sforzo è stato rivolto verso la realizzazione di questo obiettivo, per noi di fondamentale importanza, e, quando siamo riusciti a realizzare il nostro sogno grazie alla Curia di Trapani che ci ha concesso una saletta nei locali dell'asilo parrocchiale dove esporre l'insieme dei materiali di cui è costituito il museo, ci è sembrato di far rivivere la memoria dei nostri avi. 
Eroi che rischiano di essere dimenticati se oggi nessuno sa ricordare i loro sacrifici, il loro coraggio di affrontare il mare, la loro immensa dignità. 
Il passato non va dimenticato perché è parte di noi. E' dunque nostro dovere, per quanto ci è possibile, farlo rivivere valorizzando tutto ciò che del passato si è conservato fino ad oggi. 
Rivolgiamo pertanto un accorato appello affinché, tutti coloro che si trovano in possesso di antichi attrezzi, reperti, documenti, foto, libri, pubblicazioni ecc. riguardanti le attività attinenti il mare, la pesca, la storia dei costumi e del folklore della comunità marinara dell'arcipelago Eguseo, possano concederli in custodia al museo dove verranno utilizzate ai fini di studio, di ricerche culturali, di dibattiti scientifici, ma soprattutto, (saranno oggetto per mostre itineranti) con lo scopo di sensibilizzare le collettività verso il recupero dei beni culturali. 
Per la svolgimento delle sue attività il museo potrà avvalersi della consulenza di vari istituti o enti con competenze di carattere scientifico, culturale, turistico o di professionisti che diano un contributo per lo sviluppo dell'iniziativa. 
Si è pensato pertanto di costituire un comitato tecnico-scientifico che sovrintenda alle attività del museo. Hanno già risposto al nostro invito: - il signor Luigi Bruno, il quale ci aiuterà a realizzare una sezione malacologica per classificare la grande varietà di conchiglie presenti nei mari della Sicilia; - l'Associazione "Nautilus" di Trapani con la quale abbiamo già collaborato nelle loro prima rassegna "Cultura dell'Uomo e Cultura dell'Ambiente", svoltasi nel giugno di quest'anno; - la giornalista scrittrice Gin Racheli, autrice del libro "Egadi mare e vita", Presidente della commissione di studio per le isole minori di Italia Nostra; - il Prof. Silvano Riggio biologo marino dell'Istituto di zoologia dell'Università di Palermo. 
 

ELISA ALIOTTI

L'UOMO E IL MARE


UOMO libero, amerai sempre il MARE!
Il MARE è il tuo specchio;
comtempli  la tua anima nel volgersi infinito
dell'onda che rotola
e il tuo spirito è un baratro altrettanto amaro.
Ti piace sprofondare nella sua stessa immagine
l'abbracci con gli occhi e con le braccia
e il tuo cuore si distrae dal suo primo battito
al suono di quel lamento indomabile e selvaggio.
Siete entrambi tenebrosi e discreti: UOMO,
nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi;
MARE, nessuno conosce le tue untime ricchezze,
tanto siete gelosi dei vostri degreti 
e tuttavia sono innumerevoli secoli che vi
combattete senza pietà né rimorsi, talmente amate
la carneficina e la morte,
eterni lottatori, fratelli implacabili.
 

(C. Baudelaire)


CURARE L'ASPETTO ESTETICO di un piccolo paese è molto importante, specialmente se questo si trova su un'isola ed è meta preferita di un discreto turismo. A Marettimo per esempio, sotto questo aspetto si potrebbe fare di più. Facendo due passi all'interno del centro abitato si nota subito che manca il verde nelle strade, sui balconi o all'interno dei caratteristici cortili. 
Un tempo quasi ogni abitazione aveva il suo pergolato davanti la porta e i vasi fioriti su balconi e terrazze, ma oggi, i ritmi della vita moderna sembrano aver tolto la voglia di spendere qualche ora per rendere più accogliente il posto in cui si vive. Per essere di stimolo verso queste iniziative si era pensato di indire un concorso per premiare, la prossima primavera, il miglior balcone (cortile o terrazzo) fiorito.
Dell'iniziativa si potrebbe fare carico l'Azienda Provinciale Turismo di Trapani che già in passato si è dimostrata sensibile sulla questione inviando alcuni vasi in terracotta con piante caratteristiche del clima mediterraneo da sistemare in vari punti del paese.