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PERCHE' ?


Non è facile esprimere in poche righe il significato che ha per noi, giovani abitanti delle Egadi, la pubblicazione di questo giornale. 
L'idea, concepita già da tempo nei nostri pensieri, è quella di riuscire ad attuare una sorta di scambio di opinioni, di pensieri, di storia, di cultura, con tutti coloro che si sentono legati alle isole, non solo perché rappresentano il luogo ideale per un turismo rilassante e discreto, che comunque va tenuto in grande considerazione, ma soprattutto perché amano interessarsi attivamente a quella che è la realtà tipica dei nostri luoghi. Importante è quindi per noi uscire dall'isolamento in cui siamo vissuti per secoli, isolamento che ci ha abituato, nostro malgrado, a vivere all'ombra dal "resto del mondo". 
Negli ultimi anni varie pubblicazioni hanno descritto le bellezze naturali dei nostri luoghi, ma poco si è parlato di chi in questa realtà vive, lavora, studia, ama rispecchiarsi nelle proprie tradizioni, ma vuole evitare che il mancato attracco di una nave, per la mancanza di adeguate strutture portuali - oltre ad impedire l'arrivo dei generi di largo consumo - ostacoli il flusso dell'informazione e della cultura (a Marettimo e a Levanzo non arrivano i giornali). 
Dal desiderio di unificare e di informare gli abitanti delle Egadi sulle condizioni e i problemi che travagliano le isole e con l'intento di rilanciare e promuovere iniziative atte a migliorare la vita su questi splendidi, ma spesso disagiati "scogli", nasce oggi questo primo numero di "Notizie dalle Egadi", ideato e voluto dall'Associazione Culturale Sportiva Ricreativa e Turistica "Marettimo". Si tratta di un periodico aperto, indirizzato a tutti gli abitanti delle tre isole con i quali si vuole instaurare un proficuo e costruttivo rapporto di collaborazione, al fine di abbattere vecchi ed ormai anacronistici campanilismi alla ricerca di un equilibrio che abbia come ultimo fine il benessere economico e lo sviluppo sociale di tutto l'Arcipelago. Il motivo per quale questa iniziativa nasce a Marettimo è di facile intuizione. 
Marettimo da sempre è stata l'isola più bistrattata, più dimenticata e quindi disagiata, ma nel contempo più aggredita da quelle forze economiche e commerciali disposte a stravolgere la vita sia degli abitanti che dell'intero ecosistema pur di realizzare i loro obbiettivi. Questa debolezza, dovuta alla mancanza di peso economico, ha fatto di conseguenza sviluppare negli abitanti di Marettimo una forza di coesione ed una coscienza sociale superiore rispetto alle altre isole. Invitiamo pertanto tutti coloro che ci leggeranno - siano essi abitanti dell'Arcipelago Eguseo o semplicemente stimatori dello stesso - a collaborare attraverso l'invio di loro idee, proposte, articoli, consigli o anche critiche. Siamo consapevoli che ascoltare diverse voci e pareri possa esserci di grande stimolo nel portare avanti le iniziative. 

PIANO DI SVILUPPO REGIONALE

NUOVI MODELLI PER LA 
RINASCITA DELLE EGADI
di Luigi Ialuna


La Regione siciliana, nel preparare un proprio piano di sviluppo socio economico, ha elaborato uno schema di progetto di sviluppo delle sue isole minori. Questo progetto prende spunto dalla legge regionale n.18/87 contenente provvedimenti a favore delle isole minori e dove si stabilisce che il Presidente della Regione deve provvedere alla elaborazione di un piano pluriennale per la realizzazione di interventi in diversi settori per la sviluppo civile, culturale, socio-economico e turistico delle isole.
Nel far questo deve anche coordinare tutte le azioni ed i finanziamenti provenienti dalla CEE, dallo Stato e dalla Regione.
Proverò adesso a tracciare brevemente i punti fondamentali su cui dovranno nascere, per tutte le isole, dei modelli di sviluppo.
Fra gli obiettivi che si vogliono raggiungere vi sono la crescita economica ed il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni residenti.
Questo dovrà avvenire però nel rispetto, nella salvaguardia e nella valorizzazione dell'ambiente naturale. Il piano quindi dovrà considerare la struttura del territorio, con le trasformazioni impressevi dalla civiltà umana, come un unico contenitore all'interno del quale si trovino le condizioni materiali, non soltanto dello sviluppo sociale, ma anche di quello economico. Esso per realizzarsi ha bisogno di un modello di sviluppo nel quale siano esaltate le vocazioni specifiche di ogni isola e valorizzate le attività economiche già consolidate. Dovranno conoscersi ed essere analizzate tutte le risorse reali di ogni isola e dovranno individuarsi tutte le potenzialità di sviluppo.
Lo strumento che viene individuato per una politica della natura e dell'ambiente è la costituzione di parchi e riserve, sebbene - dice il documento - in un contesto che debba tener conto anche delle esigenze delle popolazioni locali.
Vengono elaborate anche delle linee di intervento nei vari settori produttivi ed in particolare nell'agricoltura, pesca e turismo. Nella pesca si dovrà intervenire attraverso una serie di misure tendenti a ripristinare un ruolo di primo piano del settore, in quanto esso si presenta abbastanza coerente ai fini dello sfruttamento delle risorse locali. Vi dovranno essere azioni finalizzate all'ammodernamento della flotta e della attrezzatura, favorire la creazione di cooperative, ed incentivare centri di raccolta, conservazione e trasformazione del pescato ecc...
Sono previsti interventi per quanto riguarda i servizi e le infrastrutture "essenziali" sia per la popolazione che abitualmente vive e lavora, sia per coloro che temporaneamente giungono nelle isole per ragioni turistiche.
Tutto comunque dovrà essere progettato e valutato con i sistemi di V.I.A. (valutazione dell'impatto ambientale). Le infrastrutture di trasporto, senza dubbio, possono svolgere una funzione importante per lo sviluppo sia come condizione di crescita delle attività produttive, sia come elemento per la fornitura di servizi alla popolazione. Il miglioramento degli approdi ed il conseguente potenziamento dei collegamenti marittimi resta l'unica possibilità per evitare l'isolamento. Dovranno potenziarsi sia l'assistenza medico-generica specie in periodi di affollamento turistico, sia le attività di tipo culturale ricreativo per il tempo libero, non solo per i giovani, ma anche per gli adulti, finalizzati soprattutto alla divulgazione delle coscienze del territorio isolano ed a bloccare la tendenza all'emigrazione nei giovani. E' importante per noi conoscere quale sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere, come si vorrà organizzare questo piano di sviluppo, quali sono le linee di intervento che si prevedono di attuare nei vari settori perché è un nostro diritto e soprattutto un nostro dovere inserirci ed intervenire in questa fase di elaborazione. Ma dobbiamo farlo con grande senso di responsabilità e con tanta serietà, perché questo è un momento delicatissimo per le Egadi e per la sua comunità. Tutti: giovani, adulti, anziani, emigrati, semi-residenti, turisti familiari ed amici delle Egadi devono essere parte attiva e propositiva in questa fase di importanti scelte da cui dipende l'avvenire delle nostre isole.

UN RISERVA A MISURA D'UOMO
di Alberto Sercia 

L'Associazione C.S.R.T. "Marettimo" spesso si è fatta promotrice di iniziative a difesa dell'isola o ha appoggiato ultimamente quelle del Comitato per la conservazione e la sopravvivenza dell'isola di Marettimo, sorto recentemente dopo l'avvenuta pubblicazione sulla G.U. del decreto istitutivo della "Riserva Marina delle Egadi". 
Tale decreto, piovuto come un fulmine a ciel sereno ai piedi dell'estate sugli ignari cittadini di Marettimo, ribadiva concetti e conteneva limitazioni e restrizioni non solo dannosi per l'economia dell'isola, ma addirittura offensivi e provocatori nei confronti delle attività e delle tradizioni degli isolani. 
Dura e disperata la risposta della gente che si mobilitava istituendo un comitato cittadino che promuoveva subito azioni di lotta in ambito locale e che sfociavano in fine con la grande manifestazione avvenuta a Trapani davanti alla Prefettura, dove l'intera popolazione di Marettimo, per la prima volta nella sua storia, sbarcava e si riversava per le vie del capoluogo, mentre una delegazione di cittadini veniva ricevuta alla Capitaneria di Porto, alla Provincia, ed in Prefettura. 
Nel contempo il Comitato si muoveva anche in ambito politico investendo del problema sia la neonata amministrazione comunale, che tutte le forze politiche ed i mezzi di comunicazione. La fermezza dimostrata, portata avanti anche a costo spesso di aspri dibattiti all'interno della popolazione, ha infine prodotto la stesura di un documento, approvato successivamente dal Consiglio Comunale di Favignana, nel quale erano contenute le controproposte della popolazione che in sintesi ribadivano il principio, peraltro sancito dalla Costituzione, del diritto alla libertà di movimento e quindi di navigazione e balneazione, nonché di lavoro e di pesca lungo le coste della propria isola. 
Se questi principi fondamentali che sono alla base della vita stessa dei Marettimari, così come di tutti gli abitanti delle Egadi non saranno rispettati, ma si tenterà di profanarli con l'applicazione di un ignobile quanto inutilmente punitivo decreto, allora le conseguenze dello scontro che ne deriverà, ricadrà direttamente sulle teste di quella frangia, speriamo abbastanza ridotta, di ambientalisti estremisti che escludendo l'uomo dalla fauna delle specie animali viventi presenti sul pianeta, getta discredito e crea pericolose fratture e incomprensioni fra la gente comune e l'intero movimento ambientalista. 

Alla luce degli ultimi avvenimenti dopo un'estate vissuta dai Marettimari all'insegna del terrore e della mobilitazione, con episodi che talvolta hanno sfiorato lo scontro verbale nei confronti delle istituzioni dello Stato preposte all'applicazione cieca del provvedimento restrittivo, i Ministeri dell'Ambiente e della Marina Mercantile, hanno finalmente accettato il dialogo per arrivare ad una revisione sostanziale del decreto. 
 

 

La riunione avvenuta intorno a metà novembre con i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, sembra sia stata fruttuosa e pare siano state recepite da Ministeri competenti le controproposte che riguardavano la cosiddetta zona "B". E' un primo passo avanti e tutti si auspicano che alla fine il buon senso prevalga sulla cocciutaggine e ottusità di un decreto che più che una legge dello Stato, sembra una crociata studiata per cancellare la vita e le tradizioni di una piccola e indifesa comunità. 
E' doveroso ricordare anche l'operato degli abituali frequentatori dell'isola che, caldeggiando le iniziative della popolazione e dedicando preziosi giorni delle loro ferie alla causa comune, hanno fatto sì che la voce della protesta degli isolani si propagasse in tutta la Nazione, accrescendo la sensibilizzazione e abbattendo quel muro di isolamento che sminuiva e rendeva vana ogni iniziativa. 
Una riserva, anche se non necessaria né tanto meno desiderata dalla popolazione isolana, può essere accettata e condivisa solo se al suo interno e nella stesura del suo regolamento non solo non vengano penalizzate le già difficili e precarie condizioni di vita degli abitanti, ma crei anzi nuovi impulsi e getti nuove basi per un miglioramento ed uno sviluppo economico e sociale che gli abitanti delle Egadi, e di Marettimo in particolare, attendono da anni. 
Una riserva integrale che pietrifichi, mummifichi, e renda Marettimo un grande parco zoo dove gli abitanti hanno meno diritti degli animali, è solamente un attentato alla libertà, all' intelligenza, e alla civiltà legata al quel bisogno di sviluppo che ogni abitante delle Egadi racchiude in sé.


A. S.