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testo di Pietro Torrente

Si fa oggi un gran parlare di clonazione: un termine fino a poco tempo fa sconosciuto a tanta gente. 
La clonazione era rappresentata dalla fraudolenta creazione di telefoni cellulari uguali ad altri già in funzione. I possessori dei telefoni così creati non pagavano in tal modo le spese per l'utilizzo fatto del servizio telefonico; spese che venivano, invece, addebitate ai possessori degli apparecchi regolarmente usati. Si trattava, evidentemente, di un semplice atto di disonestà. 
 


Poi un fatto di cronaca avvenuto in Scozia (la clonazione di una pecora) ha reso tutti più consapevoli che in generale il termine "clonazione" sta a significare la perfetta riproduzione di una realtà già esistente, qualunque essa sia: costituita. cioè, anche da esseri viventi! Siffatta clonazione è possibile oggi realizzare avendo la ricerca scientifica posto in essere particolari processi riproduttivi che utilizzano soltanto qualche cellula del soggetto che si vuole... "copiare". 
 


Tali nuovi processi sono certamente conquiste della scienza, che va sempre avanti, determinando quello sviluppo tecnologico del quale l'intera umanità è fiera. Siamo tutti d'accordo che l'uomo con la sua intelligenza possa fare sempre nuove conquiste, ma si resta però sconvolti constatando che si vorrebbe addirittura creare artificialmente la vita.
Dio ha creato la vita e tutto quell'insieme di processi naturali con i quali essa si rinnova. E' giusto che l'uomo intervenga in tali processi modificandoli e creando esseri viventi secondo come meglio gli pare? E' facile intuire che un fatto di questo genere, se applicato all'uomo, potrebbe provocare uno sconvolgimento totale di tutta l'umanità. 
Infatti, una società clonata porterebbe alla distruzione dell'attuale genere umano, che si caratterizza per l'individualità e la diversità dei soggetti che lo compongono, e non già per la ripetitività di una costante uguaglianza.
 

Potrebbe accadere, infatti, che il più dotato dei soggetti (forse anche il più ambizioso), avendo i mezzi necessari per la clonazione, creasse uomini tutti uguali, prepotenti, violenti, asservendoli poi al suo eventuale istinto di sopraffazione dei più deboli. Così il mondo verrebbe totalmente sconvolto.
La clonazione umana è poi da condannare anche dal punto di vista etico e morale. La vita del genere umano nasce, infatti, da un puro atto di amore. 
 


Se la nascita di una creatura dovesse, invece, derivare da un semplice processo tecnologico, cosa resterebbe dei sentimenti che oggi la società avverte? Andremmo incontro sicuramente ad un abbrutimento dell'essere umano, poiché questi non sarebbe più capace di amare, di pensare liberamente, di elevarsi a concetti di pura spiritualità. 
 


Ben venga, allora, la scienza al servizio dell'umanità (per migliorarne, cioè, il suo modo di vivere), ma si condanni energicamente quella tecnologia aberrante che vorrebbe stravolgere i caratteri fondamentali della vita. 
Solo Dio può creare la vera vita in tutti quegli aspetti dell'Essere che compongono l'Universo. 
Speriamo, pertanto, che l'autorevole monito che il Santo Padre ha lanciato dal Suo alto seggio venga accolto universalmente e che il processo tecnico della clonazione non trovi utilizzazione per "fotocopiare" la vita. 
Sarebbe, com'è stato detto, una vera bomba atomica per l'umanità. 
 

Pietro Torrente