STORIE
DI MOSTRI, FANTASMI, TESORI …
“Il campanaro, d’inverno,
andava a suonare l’Ave Maria prestissimo, ma c’era ancora buio. Dopo aver
suonato l’Ave Maria aspettava un po’, prima di suonare i bottini[1]
per la Messa e allora c’è stato per un po’ di tempo che tutte le mattine,
mentre aspettava, vedeva delle lingue di fuoco che passavano e partivano dal
muro della chiesa e andavano fin in campagna. Allora il campanaro lo ha detto
al prete e lui gli ha risposto che erano le anime del purgatorio, gli ha fatto
dire qualche messa, non si sono più fatte vedere.”
Di queste storie ne ho raccolte parecchie:
“Nelle case dove era appena
morto qualcuno, se i parenti non gli facevano dire delle Messe, succedeva che
tutte le sere si sentiva un rumore, come di una gallina che vola in mezzo ai
pulcini. Se invece si facevano dire le messe non si sentiva niente”.
Di alcune è protagonista anche un sacerdote:
"Don X aveva paura di
dormire in canonica perché tutte le notti sentiva la campanella che è dietro
l’altare suonare. Dopo ha guardato se aveva fatto dire le messe per un legato,
ha visto che non le aveva dette tutte”.
Sempre don X:
“Una sera, mentre usciva
dalla canonica, si è sentito stringere, come se il vento lo stesse
abbracciando. Però non c’era il vento. Poveretto aveva una paura”.
Una storia del genere, forse la più conosciuta in paese, è legata alla villa della signora Morandi. Questa, prima di morire aveva espresso la volontà di lasciare la villa di sua proprietà alla parrocchia per costruire un asilo. I parenti, alla sua morte, hanno preferito vendere la villa al signor Federici. La governante di quest'ultimo mi ha raccontato una storia molto interessante:
"La Morandi ha sempre
detto che, morta lei, la sua villa doveva andare per asilo. Quando è venuto
Federici non aveva pace, ballavano le sedie, si sentivano degli insulti. Il
padrone allora ha mandato a chiamare suo nipote di montagna che ha chiamato uno
stregone e questo gli ha detto che la signora non ha eseguito i suoi doveri,
aveva bisogno di bene[2]
e non glielo avevano detto. Allora il padrone, tutti gli anni, gli faceva dire
una messa. Come sono arrivata io a lavorare in quella casa non si è più sentito
niente”.
Le anime del purgatorio godevano di molta attenzione. Negli archivi della parrocchia ho trovato un registro dove venivano annotate tutte le offerte per le anime. Una delle funzioni storicamente più frequentata è quella di Ognissanti, che a Budrio si celebra il primo di Novembre con una messa al cimitero. C’era anche una pratica legata a questo giorno. I contadini portavano delle galline, dei conigli … e li vendevano al miglior offerente, il ricavato veniva utilizzato per celebrare messe in suffragio delle anime purganti.
Di queste storie, che possono sembrare credenze di un mondo ormai lontano, ne ho raccolto anche fra persone giovani, protagoniste di episodi del genere ai nostri giorni.
Un uomo, mi ha raccontato che tutte le mattine, alzandosi, sentiva sbattere qualcosa contro l’inferriata del balcone, la cosa è continuata per molto tempo, fino a che, infastidito e incuriosito ha deciso di cercare le cause. Le ha provate proprio tutte. Poi, su suggerimento di qualcuno, ha pensato che il rumore fosse provocato dal padre defunto ormai da qualche anno. Dopo aver fatto celebrare qualche messa per l’anima dell’interessato, il rumore non si è più sentito.
Un’altra caratteristica tipica dell’uomo di campagna del passato è quella di personificare e identificare le forze dell’aldilà con luoghi particolari. A questo proposito interessante è la storia legata all’unica maestà[3] di Budrio.
“Una volta li c’era un
oratorio, molto più grande, allora l’hanno buttato giù con un trattore e delle
corde e l’hanno buttato in strada. Quello che l’ha buttato giù, aveva moglie e
due bambini. Dopo poco è rimasto fulminato e poi dopo il padre si è annegato in
un catino di vino. Poi ci hanno fatto quel pilastrino lì. Ma ogni tanto ci
fanno degli insulti, adesso ci hanno messo anche una Madonna di plastica perché
l’altra l’hanno rubata”.
“Hanno buttato giù anche un
altro pilastrello qui a Budrio, sono stati mio zio e mio cognato, dopo poco
tempo sono morti tutti e due. A Stiolo invece c’era un’altra Madonnina l’hanno
buttata giù, per sette anni c’è sempre stata la tempesta. Dopo hanno fatto dire
delle messe e la tempesta non è più tornata”.
Il legato è un atto di disposizione testamentaria a titolo particolare, con la quale il testatore attribuisce, a carico dell’erede e a vantaggio del legatario, singoli acquisti. Per quel che riguarda il nostro discorso, si tratta di individui che lasciavano in eredità alla parrocchia dei beni in cambio di sante Messe che dovevano essere celebrate con regolarità, dopo la loro morte.
Sono documentati sei Legati.
I primi quattro, secondo una nota lasciata da don Morini, risultano da una "vacchetta"[4] dell’anno 1765, furono puntualmente soddisfatti fino al 1815. Da quell’anno fino al 1872 non risulta dall’archivio l’adempimento dei medesimi. Dal 1872 don Morini riprende ad eseguirli.
Don Orazio Baracca
Lasciò una pezza di terra.
Bernardino Tosi
Un campo situato alle Cavecchie, lasciato all’altare di San Pietro.
Bernardino Tosi
Un campo detto “La Fornace”
Filippo Camonchioli
Il Sign. Camonchioli, lasciò della terra da amministrare e
"pagate le gravezze rusticali; ritenuti
per se otto cavallotti[5]
e celebrate Messe N.10 dia il sovrappiù a Putte[6]
di buona vita in occasione di maritarsi"[7].
Vincenzo Lusetti
Scrive don Ollari, nell’intento di sistemare i legati da adempiere:
"Non risulta da questo archivio il quando e il perché di questo
legato. Compare la prima volta nel registro del 1872 e da quella data fu sempre
regolarmente soddisfatto.
Il Vincenzo Lusetti morto in canonica a Budrio il 18 gennaio 1863, era
zio del locale prevosto, allora don G. Lusetti. Dai vecchi della parrocchia è
stato riferito che il detto Vincenzo somministrasse al nipote prevosto la somma
di L.2.000 per la costruzione dell’attuale torre.
Supposto vero il referto
può essere che il nipote Prevosto abbia fondato il Legato a favore dell’anima
dello Zio[8]".
Costante Crotti (morto nel 1901)
Lasciò un piccolo fabbricato alla Fabbriceria di Budrio.
Tutti questi legati sono stati soddisfatti fino all’anno 1979.
SEGNARE LE
STORTE[9]
Una pratica piuttosto diffusa, anche ai nostri giorni, è quella della segnatura delle storte. Alcune famiglie hanno, secondo quanto si racconta, una dote particolare, riescono a curare le distorsioni con un rito singolare.
A Budrio due signore possiedono questa dote, una di loro mi spiega:
“Quando una persona mi
chiede di guarirla, bisogna imporre
le mani, io almeno faccio così, le mani sono rivolte verso l’alto. Si fa un
segno di croce, prima sulla persona che segni, poi sul posto dove sente dolore.
Si prega, io, in quel momento, mi sento di chiedere qualcosa per l’ammalato, ma
non è una dote, è una sensazione di chi segna che si sente di fare questa
richiesta. E’ ovvio che bisogna crederci, ma non è la persona ammalata che deve
crederci, ma sono io che segno perché sono io che chiedo.
Io prego e chiedo la guarigione a Santa Margherita, mentre mia madre lo
chiedeva direttamente alla Madonna.
La mamma di Luigi non usa le mani, ma delle croci. Prima fa bollire
dell’acqua, la vuota in un catino e ci riversa sopra un pentolino rovesciato,
se l’acqua sale nel pentolino vuol dire che è una vera storta e allora prende
le tre croci, le mette all’interno della bacinella e poi segna pregando in
dialetto reggiano. Se l’acqua non sale nel pentolino, vuol dire che non è una
storta, ma si può segnarla ugualmente.”
Sono in molti a far visita a queste due signore e a raccontare poi di essere state guarite.
STORIE DI MOSTRI, FANTASMI, TESORI ....
La campagna è ricca di racconti che hanno terrorizzato e terrorizzano intere generazioni.
La Borda è il mostro delle acque che naviga nel cavo naviglio.
E’ considerata la responsabile dell’uccisione d’alcune persone annegate. Di
questo strano essere si dice: “nessuno sa
com’è fatta perché gli unici che l’hanno vista, non hanno poi potuto
raccontarlo”.
Nel giugno del ‘97, un signore mi ha raccontato quello che gli era capitato qualche mese prima. Una notte, mentre dormiva, si è sentito chiamare: “Vieni giù con me”, si è alzato dal letto credendo che a chiamarlo fosse la madre, mentre scendeva le scale ha capito che qualcosa non andava. Cosa ci faceva sua madre alle quattro di notte, al buio in casa?. Ha allora deciso di risalire le scale, ad un certo punto si è sentito afferrare il collo, qualcuno lo spingeva verso il basso e non lo lasciava andare, Il signore ha cercato di liberarsi dando una forte sgomitata verso quella "cosa" che lo teneva stretto, ha sentito la presa allentarsi, si è girato e ha visto un volto scheletrico sparire pian piano. Ha acceso la luce e non ha potuto non notare l’odore di zolfo che aleggiava per tutta la casa.
Non è da escludere che il tutto sia frutto di una cattiva digestione, ma rimane il fatto che il protagonista del racconto, non lo considera tale.
Altro fantasma che ha terrorizzato alcuni abitanti di Budrio è stato quello che è apparso per un certo periodo davanti al cimitero. C’è chi sostiene che si trattasse di uno scherzo di alcuni ragazzi del paese.
Stando ai racconti dei più anziani, durante l'ultima guerra, i tedeschi avrebbero nascosto un tesoro per evitare che venisse sequestrato durante la liberazione.
Molte persone sono concordi nell'affermare che il tesoro si trovi seppellito sotto il campanile, ma dopo parecchi scavi non è stato trovato. Altri invece, affermano che è stato nascosto all'interno di una tomba al cimitero. Per il momento però, al cimitero, sono state trovate solo delle armi, nascoste probabilmente durante la seconda guerra mondiale.
[1] Suono di campane che annuncia l'inizio della Messa
[2] Preghiere
[3] Piccola costruzione che contiene una statua o un'immagine sacra
[4] Libretto e registro di forma allungata ricoperto, in origine, di pelle
[5] Moneta
[6] Parola dialettale usata per indicare una donna non sposata
[7] Dall'archivio parrocchiale - Registro dei Legati
[8] Dall'archivio parrocchiale - Registro dei Legati
[9] Distorsioni