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SANTA BRIGIDA VERGINE D'IRLANDA
La vita

Brigida d'Irlanda nacque a Leinster nel 453 circa, figlia di un certo Dubtiaco, e morì a Kildare verso il 524 nel monastero da lei stessa fondato. Ancora oggi è considerata la seconda patrona di quell'isola assieme a san Patrizio: i due probabilmente non si conobbero mai, ma è molto probabile che san Patrizio, con l'esempio della sua vita abbia avuto una influenza decisiva rispetto alla vocazione monacale di Brigida. Di fatto ella rappresenta una delle più alte e significative espressioni della spiritualità che scaturì dalla conversione al cristianesimo delle popolazioni celtiche che abitavano l'Irlanda. Il suo nome tradisce chiaramente questa origine: Brigida è nome tipicamente celtico e precisamente significa “persona eccelsa, splendida, meravigliosa”. Fino al V secolo l'Irlanda era sostanzialmente rimasta isolata rispetto alle vicende che avevano agitato l'Europa sia durante l'espansione che all'apogeo della potenza di Roma. Con il disfacimento dell'impero romano nel V secolo paradossalmente i contatti tra l'Irlanda e la civiltà romana divennero più intensi. Ciò fu possibile perchè il Papato assunse un ruolo sempre più attivo negli equilibri politici fra gli stati barbari, che stavano sorgendo, e la consolidata presenza dell'impero bizantino in oriente. L'attività del Papato era fondalmente tesa a creare le condizioni per l'evangelizzazione totale dell'Europa. Ed è proprio nel V secolo che il Papato intraprende la grande impresa di evangelizzare le isole britanniche e l'Irlanda. Mentre in Inghilterra l'opera viene conclusa tardivamente dopo il 595, grazie all'attività di Agostino, poi vescovo di Canterbury, in Irlanda l'evangelizzazione, come ricorda il contemporaneo Prospero d'Aquitania (390-460) nella sua Cronaca, viene avviata molto presto nel 431 da Palladio, inviatovi come vescovo da papa Celestino I. Quando Palladio morì fu san Patrizio a venir designato vescovo e suo successore nel duro e difficile apostolato fra quelle popolazioni ancora largamente pagane. Siamo nel 432 d. C. e proprio mentre le invasioni barbariche infuriano sul continente, l'Irlanda si avvia a diventare un centro e una roccaforte della religiosità e della cultura cristiana, quella che sarà chiamata “l'isola dei santi e dei sapienti.” E' a quest'epoca che risalgono gli insediamenti monastici di Glendalough e Clonmacnois nonchè il famoso calice di Ardagh. Patrizio strutturò profondamente le comunità cristiane e fondò nuovi vescovadi nelle città irlandesi più importanti, fra cui Armagh (Ard Macha), la storica capitale ecclesiastica dell'intera Irlanda, di cui fu il primo vescovo (oggi nei territori dell'irlanda del Nord).
 

Egli fu lo strumento grazie al quale si concretizzò nel V secolo la prima evangelizzazione del popolo irlandese, che avvenne, unico paese dell'Europa occidentale, senza martiri. Ciò fu possibile perchè anche in Irlanda i missionari cercarono di far accogliere la dottrina cristiana con una modalità che la Chiesa ha consigliato da sempre e cioè ereditare e utilizzare i santuari e i templi pagani già esistenti sul posto, sostituendo ai vecchi idoli un nuovo tipo di culto ortodosso con l'insegnamento cristiano. Quanto a questo una lettera di Gregorio Magno del 601 è chiarissima, che, pur riferendosi alla evangelizzazione della vicina Inghilterra, è quanto mai plausibile sia stato applicato anche all'Irlanda: “Se quei templi in Inghilterra sono ben costruiti, è necessario che, dall'adorazione del demonio, essi passino al servizio del vero Dio; così che la nazione, vedendo che i suoi templi non vengono distrutti, possa rimuovere l'errore dal cuore; l'adorazione e la conoscenza del vero Dio avverrà più liberamente nei luoghi a cui il popolo è abituato.”

Brigida dunque trascorse la sua infanzia e probabilmente tutta la sua vita in una società profondamente impregnata di cultura e cultualità celtica, che stava trapassando al senso religioso cristiano. Alcune leggende legate alla sua storia la fanno addirittura figlia di una donna che “era al servizio di un druido”, di un sacerdote cioè che amministrava l'antica religione dei celti. Non è neppure da escludere che costui, come altri druidi (druido = uomo molto sapiente) sia diventato sacerdote cristiano e abbia cercato di creare, come sovente accadde in quel secolo, un sistema monastico basato sui misteri druidici tradizionali. Religione cristiana e druidica convissero a lungo assieme ed è solo con il sinodo di Drumceatt del 547 che fu decretata l'espulsione e la condanna sia dei druidi che dei bardi, i celebri cantastorie celtici. Alcuni autori, in particolare John Sharkey, studioso dell'antica religione celtica, hanno insistito molto su una presunta stretta connessione di Brigida con il mondo cultuale-religioso arcaico celtico. Soprattutto si è cercato di riconoscere un preciso legame tra la Brigida cristiana e la dea madre Brighid della religione celtica. Equivocando forse ai limiti del lecito sulla loro omonimia, si è infine voluto identificare le due Brigide. Analizzando il culto legato alla cosiddetta fontana di santa Brigida (St. Brigid's Well) a Liscannor (Lios Ceannúir) nella contea di Clare, Sharkey testualmente scrive nel suo libro I misteri celtici, l'antica religione: “Molte fontane e sorgenti sono sacre da tempo immemorabile. Nonostante le trasformazioni degli oggetti di devozione e dei riti, l'atto di invocare la sorgente della vita non è mai stato dimenticato. Questa fontana un tempo era sacra alla dea madre Brigida che guariva con la potenza del fuoco e dell'acqua. Nel cristianesimo la dea si trasformò in santa Brigida, patrona del focolare, della casa e delle fontane sacre.” Questa fontana, che è un tipico esempio dei pozzi sacri irlandesi dotati di virtù taumaturgiche la cui tradizione risale ai culti celtici, è meta di un pellegrinaggio l'ultima domenica di luglio (Una tradizione simile, con il culto delle acque, di origine celtica, sopravvive ancora ad esempio ai cosiddetti morti del Lavello a Bulciaghetto: nessuno però metterebbe in dubbio la cristianità del culto mariano locale). A sostegno di questa sua reinterpretazione antropologica della figura della santa, Sharkey ricorda alcuni episodi tratti da leggende popolari irlandesi, secondo i quali si narra che ella sia stata bruciata all'alba del 1 febbraio nel corso della festa di Imbolc, un episodio questo che ricorda un antico rituale celtico. Di qui l'ipotesi di una Brigida, santa cristiana, che si sostituisce alla arcaica triplice dea celtica che sovrintendeva alla nascita, alla vita e alla morte. Così la nuova Brigida diventa la santa patrona del focolare, della casa, delle fontane e delle guarigioni.

A rinforzo di questa idea, Sharkey sottolinea che non è un caso che il suo monastero sia sorto intorno al fuoco sacro di Kildare, la cui fiamma perpetua venne fatta bruciare fino alle invasioni normanna e danese del XII-XIII secolo, quando fu spenta per ordine dell'arcivescovo di Dublino. Successivamente riacceso, avrebbe continuato a bruciare fino alla Riforma. La fiamma e il fuoco furono attributi propri della sua iconografia e sono ricordati anche in racconti agiografici cristiani. Un tempo questo santuario di Kildare era probabilmente sede di un oracolo celtico, simile a quello di Delfi, con la sua fiamma sacra e le sue acque curative. L'inno a Brigida cantava: “Brigida, donna meravigliosa, fiamma improvvisa, fa che il fiero, splendido sole ci conduca all'ultimo regno.”

Da un punto di vista strettamente storico la dea insulare Brighid, le cui leggende sono tuttora vive nella tradizione orale irlandese, viene descritta negli antichi testi come patrona della poesia e del sapere, dell'arte di guarire e dell'abilità artigianale. Tenendo conto dei mutamenti linguistici, il nome la identifica con Brigantï, latinizzato in Brigantia, l'esaltata, dea tutelare della potente tribù britannica dei Brigantes. Il suo nome ricorre ampiamente in denominazioni di luoghi e fiumi, il che è assai indicativo di un culto diffuso nell'Europa occidentale. E' assai probabile che Brighid-Brigantï sia da equiparare alla Minerva gallica descritta da Cesare. Sull'argomento è invece più velato il giudizio dello storico irlandese Proinsias Mac Cana: “Cesare non ci ha trasmesso il nome gallico di Minerva, ma senza dubbio il suo più lampante equivalente insulare è la dea irlandese Brighid, che compì la memorabile impresa di diventare badessa (o per lo meno di essere assimilata alla badessa) del grande monastero di Kildare e la più celebre santa della chiesa irlandese, Brigida.”

Per parte nostra crediamo che queste leggende popolari hanno sicuramente un fondo di verità, ma non nel senso indicato da Sherkey. Vivendo in un'epoca, il V secolo, che vedeva il trapasso da una religione con rituali e devozioni celtiche ad una con la spiritualità nuova del cristianesmo, Brigida certamente provò in sè la crisi dei tempi. Ma Brigida, una fra le prime e più pure espressioni del cristianesimo irlandese - la sua verginità è un segno indelebile di appartenenza alla Chiesa di Cristo - proprio per questo fu un chiaro esempio del passaggio dal mondo spirituale druidico e celtico al mondo spirituale cristiano. La figura di Brigida inevitabilmente diventò il simbolo di questa trasformazione la cui eco non poteva mancare, e di fatto non manca, di riverberarsi nelle tradizioni orali popolari. Le fonti agiografiche cristiane ci presentano invece una Brigida che già sin da giovane manifestò attrazione per la vita monacale, alla quale fu avviata da san Malo, che la consacrò alla verginità. San Malo era un monaco nipote di san Patrizio, il leggendario evangelizzatore dell'Irlanda. Da san Patrizio Brigida ereditò il desiderio di impiantare un cristianesimo forte, virile, integrale, sensibile al rispetto dei deboli, caratteristiche queste che sono ancora oggi ben radicate e patrimonio comune del popolo irlandese. A Kildare, Cill Dara in celtico, che significa la chiesa della quercia, la chiesa del querceto, una località [2a] poco discosta dall'attuale Dublino, in un'area ricca di testimonianze storiche celtiche, Brigida fondò verso il 490 un grandioso doppio monastero. Nella sua opera Conquest of Ireland, scritta nel 1189, Silvester Giraldus Cambrensis (nome d'arte di Gerald du Barri, gentiluomo di nobile lignaggio al servizio di Enrico II, re d'Inghilterra), ce ne ha lasciato un'ampia descrizione. Questa istituzione monastica, che fu soppressa al tempo di Enrico VIII, il primo re d'Inghilterra che ruppe la comunione con la Chiesa di Roma, si propagò rapidamente ed altri monasteri vennero fondati con la medesima regola. Oggi sul luogo di quel convento si eleva una magnifica cattedrale del XIII secolo, affiancata da una torre circolare del IX secolo. Accanto alla cattedrale e alle rovine del castello dei famosi conti di Kildare, i potenti Fitzgerald, sorgono oggi tre abbazie, una nera, una grigia e una bianca: Black Abbey, Grey Abbey e White Abbey. Il culto della santa, dopo la sua morte, conobbe una larga diffusione e ben presto dalle isole britanniche passò sul continente giungendo anche in Italia, portatovi probabilmente da monaci irlandesi o Scoti. Le sue spoglie mortali furono conservate nel monastero di Kildare fino al IX secolo, quando, per vari motivi, le sue reliquie furono trasferite a Down Patrick, dove riposano anche le spoglie di san Patrizio. Durante il regno di Enrico VIII il suo capo fu trasferito a Lisbona e le altre parti del corpo a Honau in Alsazia. Una sua Vita fu scritta nel VII sec. da un certo Cogitoso. Egli afferma che a Saint Bridget fu innalzata sopra un vasto terreno e a grande altezza, una chiesa con assiti dipinti. Essa aveva all'interno tre spaziose cappelle, divise l'una dall'altra da tramezzi, tutte sotto l'unico tetto della grande chiesa.

Il monastero annesso costituì per lungo tempo un centro non solo di spiritualità, ma anche di cultura. Kildare era uno dei tanti monasteri irlandesi, che nel VII, VIII, IX secolo erano diventati centri di insegnamento in grado di attirare molti monaci dalla Britannia, dalla Gallia e anche Romani che avevano conosciuto la santità e la cultura che san Patrizio ma soprattutto san Colombano [3], compaesano di Brigida nonchè fondatore del monastero di Bobbio, ed i suoi seguaci avevano diffuso sul continente. A Clonmacnoise, Armagh, Glendalough, Kildare, Ferns e altrove erano sorte grandi scuole alloggiate in oratori e celle in legno di quercia con cucine e chiese di pietra più tardi munite di torri rotonde, i cui resti sono ancora visibili oggi, sia pure parzialmente. Fra il VI e il IX secolo i monaci irlandesi percorrono in lungo e in largo l'Europa altomedioevale e erigono ovunque monasteri. Tra i più famosi ricordiamo quelli fondati da san Gall a San Gallo in Svizzera, da san Colombano a Bobbio in Italia, da san Killian a Wurzburg in Germania e altri ancora fino a Luxeuil e a Kiev. Negli scriptoria irlandesi, i monaci trascrivono le grandi saghe celtiche e riproducono i testi sacri in splendidi volumi miniati, i famosi Book of Kells. Solo verso l'800 con le invasioni scandinave, dei Vikinghi prima e dei Danesi poi, si chiude questa splendida età di preziose testimonianze cristiane missionarie. In questo periodo altomedioevale la vita di santa Brigida fu oggetto di vari racconti, che contribuirono a diffondere il suo culto. Fra i diversi esempi, spesso di grande intensità emotiva, è famoso un testo medioevale, che ne esaltava le virtù agiografiche. Si tratta di un brano tratto da un Legendario di Santi della fine del XIII secolo scritto da un vescovo genovese, un certo Jacopo da Varagine. E' la famosa Legenda Aurea, che fu diffusissima nel tardo medioevo e che ebbe un grande influsso sulla devozione popolare, specialmente nella definizione e nella attribuzione ai santi di simbologie speciali e di qualità taumaturgiche specifiche.

Narra dunque Jacopo da Varagine che: “La vergine santa Brigida diede splendore alla Scozia con la santità e coi miracoli. Nacque da genitori pii e nobili e fin dalla sua infanzia si distinse per la sua purezza e per l'applicazione alle cose celesti, fece progressi continui nella virtù. La madre un giorno l'aveva mandata a prendere il burro fatto col latte delle loro vacche, come è abitudine delle contadine del paese, ma Brigida, praticando l'ospitalità e più desiderosa di piacere a Dio che agli uomini donò ai poveri e ai forestieri molto burro e molto latte. Giunto il momento in cui ciascuno doveva rendere conto del raccolto fruttato dalla vacche le sue compagne portarono quel che avevano radunato, ma ella restò tutta dolente, perchè, avendo dato via tutto, non aveva nulla da presentare. Temendo lo sdegno della madre si rivolse con fervida preghiera al Signore e Dio la esaudì perchè si trovò ad avere più burro di tutte le sue compagne e lo presentò alla madre. Poco dopo i genitori vollero che ella si sposasse, ma lei, ispirata dal cielo, aveva deciso di conservare la sua verginità e di consacrarsi a Gesù Cristo. Andò perciò da un pio vescovo il quale le mise un velo bianco ed un mantello dello stesso colore e quindi accolse il voto di verginità.

Quando ella ebbe fatto il suo voto discese i gradini dell'altare e prostratasi in preghiera, appoggiò la fronte sull'ultimo gradino, che, essendo di legno, improvvisamente fiorì e tuttora lo si può vedere: intorno ad esso si compiono continuamente prodigi. Certi lebbrosi chiesero a Brigida della birra, ma ella, che non ne aveva, prese dell'acqua limpida e dopo averla benedetta la distribuì loro, che gustarono della birra eccellente al posto dell'acqua. Per esaudire la richiesta di uno che le aveva domandato del sale, cambiò in sale un sasso. Alcuni rubarono dei buoi, ma nel passare il fiume si annegarono ed i buoi tornati alla sponda andarono sani e salvi dalla loro padrona. Si addormentò nel Signore dopo che questi per la intercessione di lei ebbe operato numerosi miracoli.”


Chiese di S. Brigida

Chiese e altari nel Comasco a Ponzate, Como-Camerlata

Nelle regioni comasche, santa Brigida ha goduto fin dall'alto medioevo di un intenso culto, di cui del resto sono testimonianza le chiese e gli altari eretti in suo onore. Nell'area cittadina si può ricordare la chiesa di Ponzate, eretta nel 1400 e consacrata dal vescovo Mugiasca nel 1779. In Como, nella chiesa di S. Stefano, che sorgeva sul lato destro della Cattedrale e che fu distrutta nel XIX secolo, c'era un altare dedicato alla santa meta della devozione popolare. La venerazione per la santa irlandese giunse a Camerlata avendo come intermediari monaci benedettini italiani e qui si concentrò ben presto l'espressione più solenne dell'attaccamento a Brigida dei comaschi, che le edificarono una piccola chiesa.

Camerlata-Rebbio: Di una chiesetta dedicata a santa Brigida già parlava il vescovo Ninguarda negli Atti della Visita Pastorale da lui fatta negli anni 1589-1593, dicendo che esisteva un Sacellum Beatae Brigidae, posto a destra della via che conduce a Rebbio, qua iter est Arebium ad dexteram inter vineas, loco aliquantulum excelso. Fin da quel tempo la piccola chiesa, ecclesia parva, era celebre per la moltitudine di gente che dalla città e dai paesi vicini accorreva ogni anno il primo e il secondo giorno di febbraio a venerare la santa: et populorum concursu celebris. Nota pure il Ninguarda come in detta chiesuola spesso durante l'anno si celebravano funzioni religiose per soddisfare la devozione dei fedeli in qua ecclesia devotionis causa saepe celebratur. Descrive poi il quadro nel quale è dipinto la SS. Vergine col Bambino e S. Brigida: habet tabulam ligneam pictam cum imaginibus Divae Virginis cum Filio et Sanctae Brigidae. Fino al 1774, anno in cui fu soppresso il Monastero dei Padri di S. Girolamo (o Gerolimini) a S. Carpoforo, questa chiesetta serviva per le funzioni parrocchiali, cioè per la messa festiva, per la spiegazione del Vangelo, la Dottrina etc. Da quell'anno le funzioni furono trasferite nella basilica di S. Carpoforo, dichiarata parrocchiale e assistita dal primo parroco don Orazio Sarti per la cui abitazione fu costruita la casa annessa alla basilica. L'Oratorio restò però di fatto un punto di riferimento per molti fedeli, anche dopo che divenne patronato del possessore della villa adiacente, il cavalier Paolo Giovio che la vendette poi al signor Zuccani (sull'architrave della chiesetta si leggevano queste parole: Monacorum S. Hyeronimi jus patronatus modo jus patronatus Paulus Jovii). Passata in seguito al signor Roncoroni, nel 1911 fu atterrata e sulle sue fondamenta venne eretta una nuova cappella su disegno dell'ing. Giulio Valli. Questa munificenza poco illuminata eliminò ogni traccia dell'antica chiesetta, salvando solamente i dipinti in essa contenuti. Attualmente la cappellina, come tutta la villa Roncoroni, è dell'INPS. Col passare degli anni il nuovo edificio si rivelò troppo piccolo per i parrocchiani, ormai lontani da S. Carpoforo. Era necessario evidentemente costruire una nuova chiesa, in un luogo più comodo per i camerlatesi dove continuare la devozione a Santa Brigida.

Fu don Giacomo Peduzzi (1921-1938), undicesimo parroco di S. Carpoforo, che risolse la questione della nuova chiesa. La scomoda posizione della casa parrocchiale aveva già indotto vari parroci a proporre la costruzione di una nuova chiesa in località più comoda. Il progetto potè realizzarsi quando la signora Teresa Rimoldi, ricca proprietaria terriera, dono un terreno detto ul leùn con la clausola che vi venisse costruita la nuova chiesa. Dall'atto di compravendita tra la Rimoldi e i signori Casartelli Francesco e Turconi Giuseppe nella qualità di Fabbricieri si legge che la Signora Rimoldi Teresa dichiara di aver ceduto alla Veneranda Fabbriceria della Chiesa di S. Carpoforo in Camerlata il terreno sopra descritto ai mappali 2593-2594-2595 colle case coloniche che vi sono comprese, con lo scopo e a condizione che su detta area venga costruita la nuova Chiesa Parrocchiale di S. Carpoforo con annessa canonica. L'atto è del 21 dicembre 1922 e nei primi giorni del 1924 furono creati due comitati promotori: il 9 novembre di quell'anno fu posata la prima pietra dal vescovo mons. Archi. In essa si collocò una pergamena che riportava la scritta: Anno p. Chr. n. MCMXXIV. Pio huius nominis Pontifice feliciter regnante Jacobo Peduzzi Camerlatensium Praepositus Parocho Alphonsus Archi Novocomensis Dioecesis Episcopus Clero populoque frequentissimo die Romane SS. Salvatoris Archibasilicae sacra primum Sanctuarii S. Birgittae dicendi hunc lapidem posuit. Ad perpetuam rei memoria. La morte della signora Rimoldi che lascia in testamento l'ingente somma di 200.000 lire, le elargizioni e le sottoscrizioni permettono di avviare i lavori nel marzo 1925 sotto la guida del capo mastro Regazzoni. I lavori veri e propri vengono eseguiti dall'impresa Rusconi e Tettamanzi. Il 29 gennaio 1927 il vescovo di Como consacra solennemente l'edificio aprendolo al culto: per due settimane la popolazione di Camerlata si strinse attorno al suo pastore per festeggiare l'avvenimento. Si legge nell'atto di consacrazione: Universis et singulis has Nostras Litteras inspecturis fidem facite et testamur quod nos hac die vigesima nona mensis Januarii anni millesimi nongentesimi vigesimi septimi Pontificatus autem Sanctissimi Domini Nostri Pii Papae XI anno V indictione romana X ad honorem Dei onnipotentis et gloriosae Virginis Mariae atque omnium sanctorum, cum omnibus orationibus, aspersionibus, antiphonis, psalmis, atque unctionibus et coeremoniis in Pontif. rom. praescriptis, ad nomen et memoriam Sanctae Birgittae Virginis Ecclesiam praeposituralem intra fines paroeciae S. Carpophori loci Camerlatae, Diocesis Comensis, nuper erectam rite dedicavimus et consecravimus, ejusque altare majus in quo Reliquias SS. Martyrum Alexandri et Feliciani reverenter inclusimus. Et singulis Christi fidelibus hodie annum unum et in die hujus modi consecrationis anniversario, qui semper erit die XXIX mensis Januarii ipsam Ecclesiam visitantibus, quinquaginta dies de vera Indulgentia in forma Ecclesiae consueta concessimus. Comi 29 Januarii 1927.

Una lapide murata in chiesa, presso l'entrata destra, ne riprende i dati essenziali: In honorem S. Birgittae templum hoc Aloysius Pagani ep. com. consecravit die 29 Januarii 1927 adsignata pro anniversario eadem die.
 

S. BRIGIDA VERGINE  D' IRLANDA

( Leinster 453 - Kildare 524 )

Alla vigilia della sua festa, il 1 febbraio, con i giunchi raccolti al pozzo di S. Brigida a Kildare, è antica consuetudine costruire una croce che viene appesa all'interno delle case perchè porti fortuna ed allontani malattie e avversità.

 

Inviate le vostre domande o i vostri commenti su questo sito Web a: s.brigida@libero.it
Ultima modifica: venerdì, 04 gennaio 2002