Il "Bonatti" di Civezzano (1708)

LA STORIA DELL'ORGANO BONATTI DI CIVEZZANO

L'ORGANO DEL 1600

L'ORGANO BONATTI
I RESTAURI

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La storia dell'organo Bonatti di Civezzano

 L'occasione del restauro dell'organo Bonatti ha indotto il Gruppo Amici della Musica e dell'Arte a eseguire ricerche nell'archivio della Canonica di Civezzano per poter ricostruire la storia dello strumento. Le notizie ricavate, anche se incomplete, a causa delle ruberie e distruzioni provocate da un distaccamento dell'esercito francese nel 1796, dimostrano come la storia dell'organo della chiesa monumentale di Civezzano rappresenti uno dei momenti significativi nella comprensione della vita economica, sociale, culturale e religiosa della comunità di Civezzano, che nei secoli scorsi, con tutte le sue frazioni, gravitava attorno alla "pieve". La traccia principale per la ricostruzione di tale storia si trova nella serie, purtroppo lacunosa, dei libretti della contabilità (detti "conti del San Michele ") che il sindaco della chiesa redigeva ogni anno, da giugno a giugno e presentava per la resa dei conti" al cancelliere del Principe Vescovo di Trento. Il sindaco (detto più spesso "sinico", o "sinicho" o "sindico") veniva scelto di anno in anno tra la popolazione; era un uomo, abile nell'amministrare, che godeva la fiducia delle autorità ecclesiastiche; in genere non era una persona di elevata cultura, però sapeva scrivere. E le scritture di questi sindaci rappresentano un documento storico e linguistico eccezionale: sono concise, redatte spesso in dialetto con espressioni e termini di uso corrente nelle varie epoche. Altra fonte di notizie sono gli "Urbari ", cioè i registri degli investimenti fatti dal sindaco, i testamenti, gli appunti dei pievani, le lettere degli organisti e "follisti", le quietanze per opere eseguite, il testo del Pompeati e quello del Vaja.

L'organo del 1600

La chiesa di Civezzano, voluta dal grande principe vescovo Bernardo Clesio e costruita dai maestri lombardi, sotto la guida di Antonio Medaglia di Pellio Superiore in Val d'Intelvi, tra gli anni 1533 - 1536, fu ben presto dotata di un organo. Non è rimasta traccia dell'acquisto e dell'autore di questo primo organo, né delle sue caratteristiche. Il Mariani nel 1673 riporta la notizia che tale organo "passava per uno dei più sonori ". Però risulta che fu costruito durante l'estate del 1619. Infatti fino a quell'epoca non si fa alcuna menzione di un organo. Era sindaco in quegli anni Andrea dal Bosco ed è questi il testimone principale dei lavori eseguiti in occasione del montaggio dello strumento. Nei mesi estivi del 1619 i "murari" costruirono una "quadrelada" e fecero "molta manifattura" sopra il "carnaion" per l'installazione dei "mantesi" dell'organo. Nel gennaio del 1620 sempre Andrea dal Bosco pagò il fabbro che aveva foggiato "seradura, portadore et cancheni" per la porta "da che se va a sonar li organi e levar li mantesi "; e sempre negli stessi giorni si ricorda "mistro domenech cuneta che la lavorà in torno a lusso che serve alli organi ". Il sindaco dell'anno successivo Stefen Magnag il 24 agosto 1620 pagò "le as che se adopera a far li ussi che serve a lorgen e al mantes" e il giorno 8 settembre dello stesso anno fece costruire "una scala per andar a sonar li organi".

 Da queste notizie semplici ma importanti si desume che il primo organo della chiesa di Civezzano aveva i mantici all'esterno dell'edificio, mentre lo strumento era ubicato dove si trova l'attuale Bonatti.

 La cassa che racchiude l'organo Bonatti è quella originale realizzata per il primo organo. Ne è autore "mistro giovan marja bataja" nel 1619. Questo artigiano venne pagato in tre rate successive di venti ragnesi ciascuna "per causa del ornamento che a fatto a lorgen ", "per comission di sua signoria Reverendissima" (il vescovo ?) il 24 febbraio 1620, il 30 giugno 1620 e il 2 giugno 1621. L'ultima rata "gli fu data zo in castel"

 Dato che nella "resa dei conti" di quegli anni non si parla di spesa per acquisto di un organo, ma solo dei lavori eseguiti per la sua installazione, probabilmente questo primo organo fu donato da qualcuno; forse dal vescovo. La congettura è avvalorata dal fatto che l'autore della cassa dell'organo fu pagato per commissione di Sua Altezza Reverendissima nel castello del Buon Consiglio a Trento.

 Questo organo suonò per la prima volta "la prima et terza dominicha de novembre" del 1619 e poi fu suonato le "cinque feste de nadal" sempre del 1619. All'inizio non c era un organista fisso a Civezzano, ma si doveva farlo venire da lontano. Perciò si suonava solo nelle feste principali. Il primo organista fu "misser Antonj da Perzen" L'organista era trattato con riguardo e pagato bene; nei documenti è sempre detto "signor".

 Quando veniva a Civezzano per suonare, gli si offriva il pranzo a spese della chiesa. Le prime due suonate nel novembre del 1619 costarono otto "troni ": lo stesso prezzo in quegli anni si pagava per un carro di legna. Durante il 1620 l'organo fu suonato in 12 occasioni: il primo giorno dell'anno, dalla Epifania, il 25 marzo, da Pasqua, da l'Ottava di Pasqua, la prima domenica di maggio, la seconda domenica di maggio, le tre feste della Pentecoste, dall'Ascensione, l'otto settembre, la sera prima e il giorno dell'indulgenza, il dì e la notte di Natale.

 Nel 1623 era organista un certo "Gandin" che veniva da Trento; il sindaco di Civezzano doveva noleggiare una cavalla per portarlo "in su et in zo".

 L'organista era pagato di volta in volta, ma ben presto si assunse un organista stabile con retribuzione annuale. Almeno dal 1636 è documentata la presenza nella comunità di Civezzano di un organista fisso e stipendiato: si tratta del "buon prete Guariento" beneficiato di Seregnano. Egli morì nel gennaio del 1677 a 78 anni e fu sepolto nella chiesa di Civezzano che "aveva servito in qualità di Organista per lo spazio di anni 30 ".

L'organista faceva parte dei "sallariati" della chiesa e riceveva 90 ragnesi l'anno, assai di più del sagrestano. Dal 1685 lo stipendio sale a ragnesi 103, dal 1704 a ragnesi 135, nel 1721 a ragnesi 141 e poi dal 1723 al 1746 a ragnesi 144. Naturalmente accanto all'organista si nomina spesso il "levamantici", a cui viene data una mancia annuale alla "resa dei conti" che è di ragnesi 6 durante tutto il 1600.

 Riguardo a questo primo organo si hanno notizie di restauri. Nel 1623 "lorgenischa del dom (di Trento) a fato assi manifattura alli organi". "Un restauro importante si ebbe nel 1660 per opera del famoso organaro Carlo Prati mentre era parroco don Armani e sindaco Giac. Bampa. Non si conosce l'entità e la qualità di questo restauro. Certo deve essere stato un intervento notevole se costò 635 troni e se il Prati stesso "si affermò coi lavori eseguiti all'organo di Civezzano" Se è vero che il Prati è stato il maestro del Bonatti, si capisce come la presenza di questo illustre organaro sia stata di grande importanza ed abbia contribuito certamente alla formazione di una qualificata tradizione organistica nella comunità.

 Un altro restauro è documentato nel mese di maggio del 1702: "il signor Andrea Rondner, organaro, con il suo compagno "impiega 17 giorni per il restauro e per I'occasione la fabbriceria compera pelli, chiodi, colla e piombo. La spesa è di ragnesi 210 più 99 per cibaria. Un ultimo ritocco si ebbe il 4 agosto 1703. Il vecchio organo suonò di sicuro fino al giugno del 1708.

L'organo Bonatti

Durante l'estate del 1708 "Giannandrea Alessandrini... sindaco di questa chiesa dai 17 di agosto del 1690 fino ai 2 aprile 1725... promosse la fabbrica del nuov'Organo, e ne commise l'impresa al valente Maestro Giuseppe Bonatti di Desenzano. Oltre al vecchio Organo sagrificò la Parrocchiale Ragn. 666 e Car. 6 in prò del Fabbriciere, ed altri Ragn. 100 e Car. 9 in altre spese necessarie a quest'uopo". La ormai grande tradizione organistica di Civezzano spinse il sindaco della chiesa a cercare un organaro di gran nome. Qualche anno prima a Trento, nel 1701, il Bonatti aveva restaurato l'organo di S.Maria, distrutto da un fulmine, "con diligenza e abilità lodevole e rendendosi degno di somma lode e raccomandazione". Questo giovane organaro lombardo con le sue innovazioni destò la "meraviglia dei periti" e procurò la "piena soddisfazione del popolo". Era quindi doveroso rivolgersi a Giuseppe Bonatti di Desenzano. Questi rappresentava anche la sintesi di una cultura musicale nuova che rispecchiava benissimo l'ambiente culturale c geografico di collegamento tra nord e sud europeo ed in cui si inseriva molto bene la comunità di Civezzano ricca di attività artistiche le cui tracce ancor oggi si ammirano nello stile tardogotico della chiesa, nella architettura rinascimentale delle "ville ", nei dipinti della scuola bassanese, nell'argenteria di provenienza germanica, nei "pronostici" classicheggianti del parroco Gasparro losi da Enno e nel poema barocco del chierico Francesco Bampi.

 Il Bonatti probabilmente visitò l'organo vecchio e non lo trovò suscettibile di restauro secondo i suoi principi. E' interessante citare a questo proposito la visita del Bonatti al vecchio organo di Pergine in quanto presenta analogia con quella compiuta a Civezzano. "Siccome l'organo di questa Parrocchiale sii e minazzi la totale ruina e però essere stato revisto dal Sir. Gioseppe Bonatti di Desenzano, maestro fabriciere d'organi, quale dopo aver visitato lo stesso ha asserito d'esser impossibile od almeno di spesa totalmente superflua gietata per repezzarlo suggerendo perciò esser totalmente necessario il doversene fare uno tutto nuovo".

Lo stesso consiglio probabilmente fu dato dal Bonatti ai responsabili della chiesa di Civezzano. L'opera fu compiuta durante l'estate poiché il 25 settembre del 1708 si finì di pagare il Bonatti. La firma del Bonatti fu intagliata in un listello di legno ritrovato nel 1898 dall'organaro Leonardo Zotti di Asiago abitante a Meano in occasione di un restauro. Dice: "Joseph Bonati de Desenzano hoc opus organi novi fecit anno 1708, procurantibus D. D. Jùe Philipo Gentilotti Decano, et Jùe And.a Alexandrino Sindico". Tale listello, usato inconsciamente dai pittori, fu spezzato e di esso a noi rimane ora solo la seconda parte.

Il Bonatti inserì il suo organo nella bella cassa di legno preesistente, quasi ad indicare una continuità pur nella innovazione dello strumento e delle sue caratteristiche foniche. Inoltre la posizione laterale della cassa rispetto alla navata della chiesa era preferita dal Bonatti, come lo dimostrano le sue opere, perché risolveva meglio il problema acustico "distribuendone il volume in modo omogeneo nei vari punti della navata "

I restauri

Il nuovo organo sarà oggetto di cure particolari durante tutto il 700 e 800 e inizio 900. I restauri si susseguono con una certa periodicità. Durante il 700 sono solo restauri conservativi, poi nell'800 si incominciano ad operare aggiunte e trasformazioni.

 Il primo restauro fu eseguito dal Bonatti stesso, "per un vistoso importo" (Ragn. 209) alla fine del 1720 o all'inizio del 1721. In questa occasione Giuseppe Bonatti era accompagnato dal figlio (forse Angelo). Non si conosce che tipo di restauro fu fatto.

Il 27 maggio 1724 il sindaco della chiesa comperò "assi cola pelle e ferro" per il "Signor Francesco Doria che governò l'organo" 25

Nel 1736 "Giosepe Bonatti e il suo garzon" venne chiamato per la terza volta a Civezzano per "fare spolverezare lorgen e a comodare alcune canne e li mantesi" lavoro durò dieci giorni, durante i quali "messer Felipo dei Felipi" provvide alla "cibaria alli medesimi maestri ". La spesa fu di ragnesi 176 più la "bonaman" al garzone. Questo garzone probabilmente corrisponde a Carlo Oliani, falegname e intagliatore, altrove descritto come "egnaiolo del sig. Bonatti".

Durante la seconda metà del '700 e la prima dell'800 furono eseguiti diversi restauri di lieve entità, diretti solo alla revisione e conservazione dell'efficienza dello strumento Bonatti. In ordine cronologico: Giannantonio Doria di Bogliacco (Lombardia) rassettò l'organo e vi aggiunse alcune "coserelle" nel settembre 1767; Giannantonio Berrera da Trento lo ripulì nel settembre del 1782; Kinhalt Leopold, altoatesino, nel 1801 - 02; Franzelin Giovanni, altoatesino, nel 1825 e 1829; Marajno Pasquale con Lorandi Vincenzo da Bergamo nel 1830-31.

 Nella seconda metà dell'800 lo strumento, a causa della sua vetustà, venne sottoposto a restauri sempre più trasformativi.

 Carlo Mottesi il 17 settembre 1852 ha "somministrato e posto in opera un registro dell'organo di questa chiesa in sostituzione alle trombe a lingua che erano tutte sconcertate in modo da non essere più accordabili, ed esperito il nuovo registro riuscito soddisfacente intitolato, il Flausolè"

 Nel 1864 il pittore Fortunato Depaoli rifece la decorazione della Cassa e l'organista Beniamino Lunelli assestò i mantici e pulì le canne.

Durante la seconda metà dell'800 è documentata una ripetuta lamentela da parte dei ~ari organisti e dei follisti per avere un aumento dello stipendio. Nel 1865 intervenne perfino la Pretura di Civezzano per sollecitare il raddoppio dello stipendio all'organista Beniamino Lunelli, da venti a quaranta fiorini. E' interessante riportare un tratto della lettera scritta dal follista Domenico Molinari alla fabbriceria di Civezzano il 9 dicembre 1871: "... Io umilmente sottoscritto non ricorro per un aumento vistoso, ma a tenore della fatica domando il pagamento aumentato. Se si fatica e molto!... Chi direbbe, nel vedere Ja nostra bella chiesa, e se si vuole abbastanza ricca, addobbata, per virtù di chi la governa, assai bene, chi direbbe che il follista acquista il vil prezzo di 8 fiorini e 40 soldi di salario ! Pazienza se i mantici fossero buoni e l'organo in sufficiente stato, che mirando il sacro tempio, non dovrei dirlo, è vergogna in confronto...".

Nel 1873 l'organo Bonatti venne parzialmente modificato "per comodità di eseguire i pezzi secondo la musica moderna ".

 Progettò il restauro Giuseppe Bergoni, organista di Pergine, però i lavori furono eseguiti, sul progetto ridotto del Bergoni, da Giuseppe Bonelli di Trento, organista del Duomo. Si aggiunsero cinque tasti negli acuti, cioè fino al Fa, tre registri a lingua, cioè Fagotto, Corno Inglese e Tromboni di Pedali; furono sostituite la tastiera e la pedaliera; si aggiunsero il Tiratutto e la Terzamano. Vennero rinnovati i mantici e si aggiunsero i Campanelli. All'atto del collaudo, il 23 settembre 1873, Antonio Musch, organista di 5. Maria Maggiore a Trento, dichiara che "il sig. Bonelli ha soddisfatto al suo compito con onore" e conferma che "l'organo non è più quello di prima". E' questa la modifica più profonda subita dallo strumento Bonatti.

 Nel 1881 la Fabbriceria pensò bene di provvedere alla formazione di un organista del luogo. Si prestò Domenico Dorigoni. Questi doveva prendere lezioni dal maestro Bertolasi ed imparare a suonare su un pianoforte acquistato dal Dorigoni con l'aiuto della chiesa di Civezzano. Il Dorigoni si impegnava a suonare l'organo per questa chiesa, in caso contrario doveva rifondere le spese e il prestito avuto.

Nel 1883 fu "fatto ripulire, registrare e ristaurare l'organo dal maestro Bertolasi ", organista a Civezzano per fiorini 48. Il denaro speso era stato ricavato dalla vendita delle "galette".

 lì maestro muratore Giacomo Dematté di Orzano nel 1888 predispose un progetto con due soluzioni alternative per rendere possibile l'accesso all'organo partendo dall'interno della chiesa, attraverso la porta della cella campanaria, e sfruttando la costruzione esistente all'esterno della chiesa tra la parete nord e il campanile. Tale progetto però rimase solo sulla carta.

 Un altro intervento, di cui non si conosce l'entità e dovuto a Pietro Asticher, è documentato nel 1889 da una scritta incisa a stilo su una canna dell'organo.

 L'ultimo restauro dell'organo fu compiuto nel 1898 da Leonardo Zotti di Asiago, residente a Meano. Costui "vi introdusse un mantice nuovo, fece il trasporto dei condotti e la riparatura di tutta la meccanica, e la pulitura nonché l'accordatura aggiungendo poi un crivello per sostenere le canne in piedi ". Il tutto per 390 fiorini austriaci.

 All'inizio del nostro secolo si incomincia a pensare alla sostituzione del vecchio organo. Nel 1909 la ditta Carlo Vegezzi Bossi di Torino fornisce al decano don Giovanni Grassi un progetto dettagliato in cui si prevede l'utilizzo di alcune parti dell'organo Bonatti (un mantice, il ripieno, i flauti e le canne di legno) per la costruzione di un organo moderno con facciata in stile ceciliano da sistemare dietro l'altare maggiore. Il tutto per 9.300 corone. Probabilmente l'aggravarsi della situazione politica di quegli anni impedì l'esecuzione del progetto.

 Dopo la prima guerra mondiale ritorna viva l'idea di sostituire il vecchio organo con uno nuovo. Nel 1926 don Vaja scriveva: "Si capisce da sé che l'organo deve essere rifatto, poiché non è più suscettibile di riparazioni. Una volta era un organo apprezzato". Si incaricò perciò la ditta Vincenzo Mascioni di Cuvio di redigere un progetto che sfruttasse ancora in qualche modo la vecchia cassa seicentesca con l'introduzione di un nuovo organo pneumatico. lì progetto di massima fu fatto con la previsione di un ampliamento della cassa stessa. Ma in seguito anche questa idea fu scartata e la chiesa, per esigenze di funzionalità, preferì acquistare un organo moderno dalla ditta Mascioni e collocarlo dietro l'altare maggiore. Così l'opera del Bonatti fu salva e, anche se dopo un lungo periodo di abbandono, può oggi rivivere a testimonianza di un glorioso passato.

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estratto dal libro:

Gruppo Amici della Musica e dell'Arte

"Il «Bonatti» di Civezzano"

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Biblioteca pubblica comunale G.B. Borsieri

"CIVEZZANO, Antologia di studi"

 

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COMPACT DISK MUSICALE

Ensemble G. Frescobaldi

musiche per ottoni, timpani ed organo del Rinascimento e del Barocco Europeo

Registrato nella chiesa di Civezzano con l'organo Bonatti