CHIESA DI SANTA MARIA REGINA DELLA PACE
CASTELLACCIO -TRESTINA
Dedicata il 25 MARZO 1989

SANTA MARIA REGINA DELLA PACE
| La
chiesa madre di Trestina, la più antica e l'unica che è
sopravvissuta ad ogni tipo di evento, è quella di S.Maria
Regina della pace che un tempo era chiamata col nome del
santo della chiesa attuale..., San Donato.(FOTO1) LE ORIGINI : E' impossibile ricostruire la storia delle origini della chiesa per mancanza di documenti di data anteriore al 1229. Ci si deve affidare a delle ipotesi sorte grazie ad alcune tracce archeologiche ancora esistenti: i frammenti di vasi in ceramica di epoca etrusca e romana che sono rinvenuti presso la chiesa, ci fanno pensare ad un luogo di culto remoto quivi praticato. Questo fatto viene rafforzato anche sulla certezza che gli antichi abitanti di Trestina erano soliti adorare le loro divinità sulle "alture" e che i primi cristiani andarono a costruire le chiese negli stessi luoghi in cui i loro padri avevano adorato più dei. Questa considerazione ci porta all'epoca della conversione al cristianesimo nelle campagne vicine a Trestina, che poteva essere un fatto compiuto solo nel secolo ottavo ( grazie anche alla presenza di San Donato vescovo della vicina Arezzo, che aveva contribuito alla conversione dei pagani). Altro elemento che ci permette di andare indietro col tempo, è il fregio in cotto (FOTO2) che ancora appare sulla facciata più antica della chiesa in alto a sinistra della porta occidentale che corrisponde alla porta secondaria e che viene attribuito ad epoca longobarda. Esso fa suscitare l'ipotesi che la chiesa sia di un'epoca anteriore al mille.Sotto il fregio si trovava l'antica porta di uscita, oggi murata con pietre di varia grandezza, come visibile nella FOTO3 dove è altresì visibile la nuova porta occidentale. Ma venendo piu' vicini a noi nel tempo, possiamo farci narrare dall'edificio stesso elementi piu' sicuri della sua storia. Originariamente si trattava di una piccola chiesa a pianta rettangolare di circa sette metri per cinque, con l'aggiunta di un abside ad oriente che ospitava l'altare.L'orientamento, comune a tutte le chiese antiche, faceva sì che i fedeli partecipassero ai riti rivolti verso oriente, il quale è per i cristiani - Gesu' che disse: << Io sono la luce del mondo>>. L'interno ando' via via arricchendosi di affreschi con immagini votive ( fino a sovrapporsi!) risalenti al 1300.Si possono ancora riconoscere quelle di San Lorenzo, di San Pietro, di San Sebastiano e del Salvatore Benedicente (FOTO4) e (FOTO5). In epoca successiva la chiesa fu ampliata con la chiusura dell'abside, la demolizione del muro longitudinale e l'allungamento verso nord, assumendo la forma attuale con l'aggiunta della sacrestia (MAPPA). Non si hanno notizie sulla data dell'ampliamento ma sappiamo che già nel 1568 la chiesa ebbe bisogno di essere imbiancata, (decisione presa durante la visita pastorale di Costantino Benelli) e questa azione si ripetè anche nel 1571 e nel 1592 che oltre alla tinteggiatura si provvedè alla riparazione del tetto. Quindi bisogna tornare indietro nel tempo fino al momento della soppressione della parrocchia vicina, di San Lorenzo di Rogaia, che può aver comportato l'esigenza di una chiesa più grande. Passiamo ora ad analizzare i vari periodi che la chiesa, con le sue testimonianze, soprattutto con gli affreschi, ci offre.
Nel '500 la tecnica espressiva è l'affresco. Vuoto rimase per lungo tempo lo spazio sopra l'altare maggiore come si desume dalla visita di Costantino Bonelli, che nel 1568 decretò di provvederlo di qualche pittura o tavola. Forse però null'altro appare se non l'immagine del crocifisso. Ad occidente si ammira ancora l'affresco avente per soggetto la parola di Dio. Sotto questo affresco vi era stato messo, per un periodo di tempo, un altare minore. Vi era inoltre, anche un altare ad oriente parallelo a quello occidentale. Anche dietro di esso vi era un affresco con quattro figure di santi. Si suppone che davanti ad esso, oltre l'altare vi fosse la statua della Madonna, di cui altrimenti la chiesa sarebbe stata sprovvista. Nel '600 tale devozione sarà sostituita e così scomparirà l'immagine. Nella FOTO6 l'affresco in sfondo all'altare minore occidentale. San Paolo è circondato dai quattro evangelisti che si presentano ognuno col proprio simbolo a lato ( il toro,l'aquila,l'angelo e il leone) tutti rivolti verso l'altare maggiore. Nella FOTO7 l'affresco in sfondo all'altare minore orientale. Riconosciamo: Santa Caterina d'Alessandria, protettrice della sapienza. Sant'Antonio abate che si riconosce dal bastone e dal porcellino. San Sebastiano con le frecce e protettore degli appestati. Per ultimo San Benedetto. In secondo piano Sono rappresentati Santa Caterina e San Sebastiano i due martiri. Nella FOTO8 è visibile un particolare dell'affresco orientale. Come vediamo non tutto l'affresco è sopravvissuto.
Sull'altare di destra, tramontato il culto all'immagine della Madonna, perderanno senso anche le immagini dei santi che ad essa facevano corona; si impianterà una nuova devozione e si chiamerà altare di Sant'Antonio di Padova. Vi figurerà un grande quadro, l'unico che rimase conservato presso il cimitero di Trestina che in seguito ritornerà nella chiesa per restarvi tutt'ora. Come vediamo (FOTO9) l'affresco si trova sopra la porta orientale e rappresenta la Trinità dove Gesù è crocifisso e dove il Padre e lo Spirito Santo sono rappresentati sottoforma di colomba e ai piedi abbiamo San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova. Nel 1610 con l'arrivo dei Gualterotti, nobile e potente famiglia castellana, si costruì presso l'altare maggiore una cappellina perpetua sotto il titolo si SS. Crocifisso. Venivano celebrate due messe settimanali e in caso di vacanza, la famiglia poteva nominare un altro sacerdote. Rimane alquanto oscuro il periodo tra il 1653 al 1850. Sappiamo però che nel 1653 la chiesa fu arredata di un quadro in tela in cornice di legno che rappresentava l'immagine della purificazione della Madonna (FOTO10).
Attualmente la chiesa, dopo vari restauri cominciati nel '97 finiti nel '99 per l'anno giubilare, si presenta come luogo di incontro per i paesani i quali festeggiano il primo maggio la festa dei lavoratori intorno alla chiesina, con canti, giochi per piccoli e pik-nick. Per noi Trestinesi la chiesa è conosciuta col nome di " chiesa del Castellaccio". Difatti il nome Santa Maria Regina della Pace è stato assegnato alla chiesa in tempo non lontano, il 25 marzo 1988, in anno mariano, dal sacerdote Mons. Carlo Urru. Durante i restauri la chiesa è stata dedicata anche a Mons. Zefferino Caporali, il quale si dedicò molto alla ricostruzione materiale, spirituale e storica della chiesa. Gli venne dedicata il 7 settembre 1997. La chiesa è sempre aperta al pubblico ma è " seguita" dalla famiglia Pallone, la quale vive nella villa costruita e sorretta dal muro longitudinale in cui si conservano gli antichi affreschi. Cliccando sulla FOTO11 possiamo vedere l'entrata principale della chiesa, mentre nella FOTO12 sono visibili le dediche vicino alla porta principale. La FOTO13 raffigura invece la pala d'altare. Il dipinto che oggi si trova dietro l'altare maggiore, unico rimasto, rappresenta la Madonna e il bambino con ai lati Sant'Egidio e San Pietro. Sant'Egidio, perchè il quadro viene dalla chiesa di Sant'Egidio di Città di Castello, restaurato nel 1997. Andando ancora avanti nella FOTO14 abbiamo un particolare dell'affresco più antico. Il vestito di un uomo a me ignoto (il quale viso vicino a quello della foto 5) è stato abbellito con dei disegni fatti con uno stampino intagliato. Un altro affresco che si trova vicino all'antica porta occidentale ormai murata con calce e pietre è quello visibile nella FOTO15. Le ultime tre fotografie riguardano: la prima il 1480 data in cui l'affresco è stato terminato (FOTO16), la seconda e la terza due particolari esterni che riguardano le finestre che come vediamo non erano molto grandi ed erano molto in alto(FOTO17) per questo, ma non sappiamo quando, sono state chiuse e sostituite da finestre più grandi come quella nella FOTO18.
Se devo essere sincera all'inizio pensavo che la ricerca assegnata dal professore fosse solo una perdita di tempo. Mi domandavo che senso avesse fare una ricerca su un luogo che noi già conoscevamo.Mi sbagliavo! Devo dire che me ne vergognavo un pò del fatto che vivo a Trestina da quasi quindici anni e sono venuta a conoscenza della storia della chiesa del Castellaccio, e in parte anche del mio paese, solo ora che ho terminato la ricerca.Certo, non è approfondita molto perchè il materiale è poco e le informazioni che mi sono state rivelate lo sono altrettanto. Però sono bastate a farmi capire delle cose. Una, importante è quella del fatto, strano e sbagliato, che gli abitanti di un paese o una città in cui si trovano testimonianze storiche ed artistiche, che sono strettamente legate, sono ignorate dalla maggioranza della gente. Questo è un fatto stupido ma vero.Perchè oltre al non sapere, non vogliono neanche sapere. E preferiscono poi i luoghi artistici o storici più importanti e conosciuti, non sapendo nulla sulla storia del loro paese! E' bene secondo me partire dall'ambiente in cui ci troviamo e analizzarlo bene per poi analizzare il resto.Perchè secondo me è importante sapere e conoscere bene il luogo in cui ci troviamo. Io, grazie a questa ricerca ho potuto scoprire la storia della chiesina più bella di queste parti e mi sono stupita ed interessata, non tanto per la sua storia o per le sue opere, quanto per l'aver scoperto che sono tutte cose importanti prima per la storia Trestinese e poi per le mie conoscenze personali! Cecilia Gustinelli |