corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 11
23 marzo 2001


Anno C - 4ª Domenica di Quaresima
IL GIORNO DEL SIGNORE
"Il padre misericordioso"

Più che parabola del "figliol prodígo", è la parabola del "Padre misericordioso" perché è lui il vero protagonista del racconto. Luca introduce le parabole sulla misericordia del Padre nel contesto di ostilità degli scribi e dei farisei contro Gesù perché "accoglie i Peccatori e mangia con loro".
Gesù si identifica con il Padre della parabola.
Il peccato del figlio minore consiste più nell'aver disprezzato la casa del padre, la sua presenza, che nell'avere consumato i suoi averi con le prostitute, come dirà il fratello maggiore. L'atteggiamento del Padre, fin dalle prime battute, è di rispetto della volontà del figlio, anche su un argomento, come la parte di eredità che gli spetta, sul quale lui, vivo, poteva obiettare parecchio. Invece non fa nessuna obiezione al figlio che se ne va di casa con un atto di disprezzo evidente: rispetta la sua libertà.
Quando ritorna è il Padre a "vederlo quando ancora era lontano". Lo vide di lontano perché lo aspettava e, "commosso, gli corse incontro e lo baciò". L'incalzare di tutte queste azioni e di questi sentimenti è tale da occupare tutta la scena. E' tanta l'abbondanza dei sentimenti che vive, da bruciare tutto l'atto di pentimento così ben preparato dal figlio.
Di sgridate neppure l'ombra. Tutto è gioia e deve diventare festa per tutti. E' un'esplosione di gioia dopo tanta attesa dolorosa. Era morto in tutti i sensi ed è tornato in vita. "Aveva smesso di amarmi e adesso mi ama di nuovo".
Il figlio maggiore si crede buono, migliore di suo fratello. Capisce l'amore del Padre ancora meno di lui e fa l'offeso, pretendendo che il Padre gli esprima il suo amore concedendogli quelle cose che, di fatto, sono già le sue, perché lui è sempre con il Padre.
E' così pieno di sé e tanto ottuso da non accorgersi dell'amore del Padre.
lo, Signore sono il figlio minore e maggiore insieme. Vado via spesso da casa tua, illudendomi che sia un affare; decido di tornare perché sto troppo male lontano da te; non mi garba che Tu faccia festa grossa per un ritorno; non mi va giù che Tu mi ami così tanto: sei troppo impegnativo.
Come vedi sono un po' complicato. Rimettimi in piedi ed aiutami a starci (1 Cor 10).
Mi ha fatto conoscere il tuo nome dal tempo lontano, quando ti sei manifestato come: "lo sono colui che sono" (Es 3) e quando Gesù ti ha rivelato come "Padre nostro", con l'accento sull'"Abbà": papà.
Scuotimi Signore, adesso, ti prego, così avrò ancora tempo e modo di prepararmi all'incontro pasquale con Gesù, tuo Figlio e mio Signore.

Piero Morigi

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