corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 10
16 marzo 2001


VILLAGGIO GLOBALE:
IL WEB SIA CON VOI
Per vivere da cristiani nell'era della comunicazione

Con questo titolo, forse un tantino irriverente ma efficace, Igino Domanin e Stefano Porro hanno appena mandato in libreria, per i tipi di Mondadori, un saggio sul rapporto tra Chiesa e internet che ha subito acceso il dibattito. Di opere sul tema ne erano già uscite molte, ma nessuna affrontava l’argomento in maniera così dirompente.

“La rivoluzione digitale – si chiedono gli autori – sta travolgendo ogni distinzione tra sacro e profano? La mutazione antropologica, che investe le funzioni della mente e del corpo, degrada le forme di ritualità nelle quali si sperimenta l'esperienza del Sacro? L'universo caotico e turbolento del cyberspace genera soltanto l'idolatria della tecnologia e la crisi irreversibile della coscienza morale e religiosa? L'osservazione del web suggerisce il contrario”. La tesi del libro è ardita: è superficiale liquidare il proliferare di messaggi religiosi sulla Rete come pura mercificazione della fede. Siamo davanti a “nuove possibilità di espressione del senso religioso”.

E’ fuori discussione che sia in atto un decisivo mutamento del modo di vivere e comunicare la religione, e che la causa di tutto ciò sia la pervasività delle nuove tecnologie. Il punto delicato è quanto le Chiese istituzionali debbano concedere al “virtuale” diventato “reale”. Lo schermo del computer, dunque, come nuova grata confessionale? O l’altare di chi vuole sposarsi, non solo civilmente, su Internet? Monasteri lontani e inaccessibili offrono i loro servizi agli utenti della Rete, e migliaia di persone aprono le loro anime sulle chat religiose. Ma da qui a parlare di vere comunità on-line ce ne corre, ribatte dalle colonne di “Avvenire” Francesco Ognibene. “La cyber-Chiesa non nasce con un clic”, scrive. “La rete crea il contatto ma la Chiesa vive da duemila anni di comunità reali, non è realistico pensare che possa spostarsi sul terreno delle pure telepresenze né diventare tutta digitale perché il mondo ha deciso di accendere il modem”.

Dalla carta stampata il dibattito si sposta sulle pagine digitali, dove i protagonisti del dibattito proseguono il confronto e lo allargano ai “navigatori”. Su un punto si trovano tutti d’accordo: la realtà giovanile che è emersa nelle giornate del Giubileo attesta la presenza di una rinnovata sensibilità verso la fede e il fascino misterioso del Sacro. Anche cercandone i riflessi col mouse.

Senza appiattire il proprio messaggio, annullandolo nel caos di informazioni che circolano in Internet, il Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei da alcuni giorni ha messo in rete “G”, un quindicinale on line all'interno della pagina web "giovani.org". La nuova iniziativa editoriale telematica – ha spiegato don Domenico Sigalini, direttore del citato Ufficio Cei – si propone di “aiutare i giovani a leggere la vita dal punto di vista del Vangelo, interagendo con loro e con il bisogno tumultuoso e selvaggio di esperienze spirituali che hanno”.

“E’ una boccata d'ossigeno, per poi immergersi di nuovo nella vita di tutti i giovani con un'idea in più”, ha proseguito Paolo Daccò, caporedattore della neonata rivista, che “vuole incontrare le emozioni e le ragioni, la realtà e le aspirazioni del mondo giovanile”. Destinatari: i giovani stessi e i loro animatori (che potranno "scaricarsi" gratuitamente tutto il materiale, o richiederne copia via e-mail), ma anche tutto il popolo dei cybernauti. Sono molte le rubriche in cui viene prestata un'attenzione particolare a "stili di vita nuovi", come quelli legati alla  globalizzazione o agli squilibri ambientali, per scardinare gli stereotipi giovanili imposti dalla società dei consumi. Non manca neppure la rubrica del cuore, Love@G, in cui i giovani possono "parlare in libertà, senza troppe inibizioni, di un ambito troppo importante per essere lasciato fuori". Ma anche troppo profondo, al pari della fede, per essere consumato dentro il Web.

Ernesto Diaco


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