corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 10
16 marzo 2001


Incontro sulla riforma scolastica "De Mauro"
LA SCUOLA E' IN UNA CRISI D'IDENTITA'
Ai genitori il diritto di poter scegliere e di educare

“Il ‘nodo’ della scuola non è il problema di come debba essere strutturata (2+3+2) ma è la questione educativa. E’ questa la linea che ha condotto il convegno indetto da Agesc (associazione scuole cattoliche) e Fidae (Federazione istituti di attività educative) sulla Riforma della scuola. L’incontro “Bambini riformati, la scuola italiana al bivio” tenutosi venerdì 2 marzo presso la Camera di commercio di Forlì, ha visto la partecipazione di moltissimi insegnanti e genitori che si sono riuniti per dare un giudizio concreto su la riforma di De Mauro e per capire che cosa ci si attende dalla scuola.

Innanzitutto si è precisato che la scuola deve essere un luogo dell’educazione, intesa come un cammino di maturità che avviene nell’incontro tra un adulto che ha dei valori da comunicare e il ragazzo . In questo compito educativo la scuola affianca in modo sussidiario i genitori che sono i primi educatori dei loro figli, ai quali trasmettono valori e stili di vita Quello che è stato più volte sottolineato è la genericità dei concetti espressi nella riforma: non si parla più di educazione, ma solo di formazione e innalzamento del livello culturale della scuola italiana. Nulla però si fa per migliorare questa offerta formativa: bambini e insegnanti dal prossimo settembre saranno investiti da questa “nuova” scuola italiana, che ha abbattuto tutte le strutture senza sostituirle con altre, ha eliminato i programmi con i loro contenuti introducendo i curricoli che danno solo le indicazioni degli obiettivi da raggiungere “scaricando” sui docenti tutta la responsabilità del percorso formativo.

In breve, non importano più i contenuti e i modi in cui si spiegano i concetti ma solo le conclusioni.Agli insegnanti è lasciata la massima libertà, semplicemente perché è molto più comodo agire così (scaricando tutte le responsabilità sui docenti). Insomma questa riforma non piace ai genitori cattolici. Essi vogliono che i propri figli abbiano una preparazione buona e non ‘appena sufficiente’ e inoltre desiderano riappropriarsi del diritto di poter educare. Infatti, oggi, come sostiene Maria Paola Tripoli, ispettrice scolastica "si assiste ad uno stressante esproprio della famiglia, là dove la famiglia ha il suo specifico cioè nell’educazione e nei valori. I minorenni – ha continuato l’ispettrice - non possono firmare assegni, né comprarsi il motorino, ma se vogliono abortire lo possono fare all’insaputa dei genitori, oppure possono scegliere già a quattordici anni di non avvalersi della religione cattolica”. Nel corso della serata è emerso che per riuscire a sostenere questa situazione di profonda crisi, per costruire un percorso educativo e formativo valido e per rivendicare il proprio diritto all’educazione è necessario che genitori e insegnanti recuperino una dimensione associativa.

Barbara Baronio


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