corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 10
16 marzo 2001


Anno C - 3ª Domenica di Quaresima
IL GIORNO DEL SIGNORE
"Se non vi convertirete, perirete"

La "Conversione", nel Vangelo, viene indicata generalmente in due modi: il primo "ritornare al punto di partenza", il secondo "cambiare mente, cuore".
Qui è usato nel suo secondo significato. "Cambiare mente e cuore" è ben di più che cambiare il comportamento. D'altra parte Gesù dice altrove che è dal cuore che nasce il male, nascono le cupidigie, le fornicazioni.
La conversione, allora, deve coinvolgere il nostro cuore e il cammino per arrivare lì richiede l'impegno non solo della Quaresima, ma dev'essere l'impegno costante della nostra vita.
La caratteristica che lo qualifica non è tanto e solo il coinvolgimento della nostra volontà, che pure è necessario, ma la vita di grazia con Cristo da ricercare sempre, soprattutto nel Sacramento della Penitenza, nella preghiera e nel sacrificio. Solo così saremo come l'albero di cui parla il Salmo 1 che stende le sue radici verso l'acqua del fiume, mantenendosi sempre rigoglioso anche nella calura.
La parabola del fico sottolinea lo stesso concetto, con l'aggiunta della pazienza del padrone (Dio) che concede altri tre anni di tempo e di cure perché si decida a produrre frutto. I tre anni sono quelli della predicazione di Cristo.
Il fico, nella Bibbia, rappresenta Israele e il credente che, per l'attenzione e la grazia che riceve da Dio, deve produrre frutto in ogni stagione. A lui Dio ha rivelato il suo nome (Es 3) come segno di amicizia e di coinvolgimento fino alla sua liberazione dall'Egitto.
S. Paolo ricorda però ai Corinzi (1 Cor 10) e a noi, che l'amore di Dio richiede di essere corrisposto dal nostro comportamento.
Comprendiamo, Signore, che Tu nei nostri confronti sei giustamente esigente, ci tratti da amici, ci doni ogni bene di grazia e ci domandi di collaborare, portando frutto.
Ti mostri a noi con un segno ben più grande del roveto ardente: con il segno sacramentale del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Quello era il simbolo della tua presenza, questo è realtà che ci riempie oltre ogni aspettativa. 

Piero Morigi


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