corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 10
16 marzo 2001


L'11 marzo la beatificazione più numerosa del pontificato
FEDELI A CRISTO FINO ALLA MORTE
Il Papa: "Il terrorismo offende Dio"

La beatificazione di domenica 11 marzo è stata la più numerosa del pontificato di Giovanni Paolo II, che sul numero di fedeli elevati agli onori degli altari aveva già battuto ogni record (996 servi di Dio e 447 santi). Nella liturgia celebrata sul sagrato della basilica vaticana, infatti, sono stati proclamati beati José Aparicio Sanz e 232 suoi compagni, martirizzati in Spagna tra il 1936 e il 1939, durante la persecuzione religiosa della seconda Repubblica.

Tra i partecipanti alla celebrazione in piazza San Pietro vi era anche un centinaio di figli di questi martiri. Come Francisco Ros Llopis. Oggi ha 65 anni, ma aveva solo 16 mesi quando suo padre Arturo Ros Montalt fu ucciso, ed era allora il più piccolo di cinque figli. Il padre era agricoltore, segretario del sindacato agricolo, e laico attivo nell'Azione Cattolica. In una foto in cui è ritratto con altri soci di Ac, ricorda Francisco, c'è scritto: "se per andare veloci c'è da fare sacrifici, ben vengano; se ci disprezzano siamo qui, se ci perseguitano noi ci gloriamo". Di fronte ad affronti e vessazioni Arturo insegnava sempre ai suoi figli che la prima cosa è perdonare. Venne preso più volte fino al giorno in cui non tornò più e si seppe che era stato buttato in un forno per la calce.

Tra i nuovi beati spicca il folto gruppo dell’Ac spagnola, 37 assistenti e 43 laici, accanto a numerosi preti diocesani e a religiosi di diverse congregazioni. "Quella di ieri - ha osservato il pontefice lunedì scorso, ricevendo i pellegrini giunti da Valencia e Barcellona - è stata la prima beatificazione del nuovo secolo del nuovo millennio ed è significativo che si è trattato di martiri". Tuttavia, ha proseguito il Papa "il martirio non è una realtà appartenente al passato, ma anche del tempo attuale". Perciò, si è chiesto citando la "Novo millennio ineunte", "non lo sarà anche per il secolo del millennio che stiamo iniziando?".

Nell'omelia pronunciata nel corso della Messa di beatificazione in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II ha affidato all'intercessione dei nuovi beati un'intenzione profondamente avvertita nel cuore degli spagnoli: la fine del terrorismo in Spagna. Il popolo iberico "da decine di anni - ha ricordato il Santo Padre - è provato da una serie orrenda di violenze e di omicidi che hanno causato numerose vittime e grande sofferenza. Nella ragione di tanti deprecabili successi c'è una logica perversa che occorre denunciare". Il Papa si riferiva alla drammatica crescita di violenza provocata dai separatisti baschi dell'Eta.

"Il terrorismo - ha aggiunto Giovanni Paolo II - nasce dall'odio e questo a sua volta lo alimenta, è radicalmente ingiusto e accresce la situazione di ingiustizia, inoltre offende gravemente Dio, la dignità e i diritti della persona". Nessun motivo, nessuna causa possono giustificare il terrorismo: “solo la pace costruisce i popoli. Il terrore è nemico dell'umanità".

Ernesto Diaco

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