corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 8
2 marzo 2001


IL PERISCOPIO:
NUOVI PRINCIPI IN ITALIA?

Mi è capitata fra le mani una e-mail davvero interessante. Non è giunta al mio indirizzo, ma a quello di un mio collega. Ho capito subito che si trattava di qualcosa di particolare e me la sono fatta consegnare. Sta girando da qualche tempo e l’oggetto con la quale viene inviata è significativo: “facciamola girare”.

Di cosa si tratta? E’ un documento di circa tre pagine che inizia con il “costo di un deputato, stipendio 37.086.79 al mese”. E’ sufficiente questa affermazione per catturare l’attenzione di chiunque. Come, quei signori che noi eleggiamo e mandiamo a Roma a rappresentarci portano a casa un mensile così elevato? Come è possibile, ci si chiede tutti quanti?

La mail prosegue con il dettaglio di quei 37 milioni di lire e rotti. Non sto  a descrivere le singole voci, ma ne parlo perché ad un certo punto del messaggio così ho letto: “Queste affermazioni possono essere lette solo attraverso internet in quanto quasi tutti i mass media rifiutano (servi) di portarle a conoscenza degli italiani…”

Mi è bastato questo passaggio per decidere di dedicare una puntata di questa rubrica all’argomento. Ma veniamo ai privilegi, sempre se veri e da verificare. A leggere la famosa mail c’è da mettersi le mani nei capelli. Saremmo di fronte, oggi, nel 2001, ad una nuova classe di principi, con diritti davvero assurdi e inimmaginabili ai più. Nel particolare si tratterebbe di: telefono cellulare gratis, tribuna d’onore negli stadi gratis, tessera del cinema gratis, tessera teatro gratis, tessera autobus e metropolitana gratis. Perché un parlamentare non dovrebbe pagare il cellulare? E perché no lo stadio? E il teatro? Cosa c’entrano queste cose col mandato parlamentare?

Ma non è finita qui. L’elenco prosegue con privilegi d’altri tempi, assurdi davvero. Ci sarebbero i francobolli gratis, i viaggi in aereo su voli nazionali, le carrozze letto sui treni, le autostrade, piscine e palestre, tutto ovviamente gratis, sempre se vero. E’ un elenco lungo, fin troppo lungo, lunghissimo. Viene male a leggerlo. Sarà vero? E’ mai possibile che un parlamentare possa andare in pensione con 4.762.669 lire al mese dopo soli 35 mesi di attività romana, quando agli italiani si chiedono almeno 35 anni per una pensione che fra qualche tempo sarà al 50 per cento dello stipendio? Che democrazia è mai quella che stiamo vivendo? No, non può essere vero. Non ci posso credere. Ma che categoria è quella dei parlamentari italiani? Sono così anche gli altri in giro per il mondo? 

E non è finito il lungo elenco dei privilegi. Ci sono anche, tra gli altri, i giornali gratis, le cliniche, l’assicurazione infortuni e quella in caso di morte, i ristoranti, e basta così. Ne ho avuto abbastanza. Vorrei verificare, però. Siccome abbiamo dei parlamentari anche fra i nostri conoscenti e abbonati, avrei piacere che qualcuno smentisse. Ho voluto parlare lo stesso dell’argomento proprio perché avrei piacere che chi di dovere dicesse la sua in proposito. Non si può vivere nel dubbio. Non si può tenere nel cassetto un fatto di questo tipo. Ne dobbiamo parlare a carte scoperte, senza paure e senza timori. D’altronde i parlamentari sono i nostri rappresentanti sì o no? E se ci rappresentano non dobbiamo sapere come li paghiamo? 

A questo punto aspetto una replica. Non solo io l’aspetto. L’aspettano tutti gli italiani che oggi stanno leggendo tutte queste notizie su internet. Se non sono vere vanno smentite. Se sono autentiche dobbiamo fare qualcosa per riportare chi di dovere ad una più equa retribuzione. Altrimenti dove va a finire lo spirito di servizio che anima tanti che si dedicano alla politica?  E non vuole essere una battuta sarcastica.

Zeta


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