corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 8
2 marzo 2001


Omeopatia e medicina tradizionale
NON ALTERNATIVE, MA COMPLEMENTARI
L'intervento di mons. Sergio Pintor, direttore dell'Ufficio Cei per la Pastorale della Sanità

“La salute non risiede in una sola parte dell’organismo, ma vive dove la scienza non può arrivare”. Con queste parole monsignor Sergio Pintor, direttore dell’Ufficio Nazionale Cei per la Pastorale della Sanità, ha voluto sottolineare come medicina tradizionale ed omeopatia debbano lavorare insieme per la cura, non della malattia, bensì del malato. In occasione del convegno “L’omeopatia e la rivalutazione etica del paziente come persona umana”, organizzato dall’Aiot (Associazione medica italiana di omossitologia) e Cei (Conferenza episcopale italiana), e svoltosi nei giorni scorsi a Roma, monsignor Pintor ha parlato d’integrazione tra le due forme di medicina.

“Il rapporto tra medicina tradizionale ed omeopatia –spiega Pintor –va considerato in termine di complementarietà, poiché la stessa omeopatia, correttamente intesa, rientra nella medicina tradizionale. Dobbiamo essere tutti più umili e ascoltarci con attenzione poiché il progresso scientifico, se non è umano, rischia d’impazzire ed essere riduttivo”.

“Al di là delle critiche rivolte all’omeopatia –sostiene Gian Paolo Marini, delegato Aiot per i rapporti con le istituzioni –è sempre stato riconosciuto al medico omeopata un’attenzione particolare al paziente, inteso come persona umana complessa ed articolata. Negli ultimi anni si è dimostrata l’efficacia terapeutica della sua metodica, attraverso pubblicazioni in riviste di medicina ufficiale ed è stata considerata pian piano una branca della conoscenza medica. Lo dimostrano i sei milioni d’Italiani che ricorrono a terapie omeopatiche, tre milioni in più rispetto al ’98".

“La sua peculiarità –aggiunge Marini -, rimasta invariata dai tempi del suo fondatore Hahnemann (tra ‘700 e ‘800), è la percezione dell’uomo come essere formato da materia, mente e anima. I farmaci omeopatici hanno quindi il compito di equilibrare gli scompensi psicologici e fisici del paziente, prendendo in esame, non la malattia o la sofferenza, ma il malato che soffre. Questa concezione dell’uomo accomuna così il medico omeopata a tutti coloro che hanno una visione religiosa del mondo, l’omeopatia alla Chiesa”.

Caterina Boschetti


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