corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 8
2 marzo 2001



DIGIUNO QUARESIMALE, UN RITORNO ALL'ESSENZIALE

Siamo sinceri: davanti alla tragedia di Novi Ligure e alla svolta imprevista che hanno preso le indagini siamo rimasti tutti senza fiato. No, non può essere vero, è stata la prima reazione che in molti abbiamo vissuto alla notizia dell’incriminazione di Erika e del suo fidanzato di 17 anni per l’uccisione della mamma Susy Cassini e del fratello Gianluca De Nardo. Come è possibile che accadano fatti del genere, ci siamo chiesti tutti quanti? Come può scatenarsi una follia omicida così brutale all’interno di una normalissima famiglia? Domande ovvie, fin troppo banali che ci hanno assalito lasciandoci senza spiegazioni.

Dopo una settimana siamo ancora qui a ragionare su un altro delitto assurdo. La lezione di Sesto San Giovanni pare non sia servita a nulla. Anzi, sembra proprio che la tragica sequenza di delitti non debba più interrompersi. Ma come si può fermare questo disagio così diffuso? Cosa può fare la società per arginare tanta violenza? Anche la comunità cristiana si deve interrogare per trovare risposte adeguate alle esigenze dei giovani di oggi.

Da pochi giorni abbiamo iniziato un nuovo cammino quaresimale. Nel frastuono generale nessuno ormai si accorge più di nulla, figuriamoci dell’inizio della quaresima. Eppure tutti quanti noi siamo invitati alla conversione, a cambiare rotta, a mutare il nostro atteggiamento. Nel concreto, cosa può significare questa sterzata da dare alla vita? Come possiamo realizzare un digiuno autentico, vero, che possa incidere nel quotidiano?

All’esterno di un grande magazzino del cesenate è annunciata la festa di carnevale per sabato 3 marzo. “Non c’è più religione”, verrebbe da dire, eppure è così. Oggi non si fa più caso a nulla. Il carnevale viene festeggiato in continuazione e nel clima di baldoria diffuso nessuno più segue un calendario che appare anacronistico. E’ festa oggi, è festa domani, è festa sempre: è questo il messaggio che lasciano passare i grandi comunicatori di oggi. Chi non si adegua è fuori, è out, è un emarginato. Solo alcuni “eroi” di questo nostro tempo sanno resistere. Per gli altri non resta altro che adeguarsi.

C’è un insidia pericolosa in tutto questo. E’ la banalizzazione, oltre che della vita e dei rapporti, anche della violenza. Fra i tanti commenti letti ed ascoltati, è stata una delle sottolineature più azzeccate. Le immagini televisive e quelle via Internet hanno reso familiari scene di una violenza inaudita. Chi fa più caso a nulla? Chi si scandalizza? Chi ci prova viene tacciato di moralismo o di appartenere ad un’altra epoca. Poi, però, piangiamo i morti fra le mura domestiche e siamo capaci di discettare sui grandi temi della società di oggi.

E’ troppo facile. E’ un atteggiamento infantile quello che oggi sta vivendo l’umanità. Lanciamo il sasso e tiriamo indietro la mano. Nessuno vuole prendersi la responsabilità di nulla. Tutti accusano tutti e nessuno risponde di niente. Ecco, allora, che il tempo quaresimale  ha un senso. Dobbiamo recuperare l’essenza delle cose. Aggiungiamo al digiuno che la Chiesa ci chiede, nuove forme di digiuno. Vediamo di recuperare i rapporti familiari rinunciando ad un po’ di Tv. Stare in casa senza il televisore acceso può essere un bel segnale per grandi e piccini. Abbandonare l’appuntamento via Internet con gli amici di mezzo mondo può far comprendere ai ragazzini di casa che è più importante trascorrere qualche minuto giocando con loro piuttosto che chattare con qualcuno d’oltreoceano. “Dimenticare” il telefonino a casa per essere più sobri e meno attaccati alla cornetta può far comprendere che si può sopravvivere lo stesso senza stare 24 ore al giorno attaccati al cellulare. 

Via di questo passo ciascuno può trovare il suo digiuno. L’importante è ritrovare la giusta dimensione e riassegnare adeguato valore ad ogni aspetto della vita. Questo è il periodo propizio. Approfittiamone.

Francesco Zanotti


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