corriere cesenate
settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina

Anno XXXIV - n. 4
2 febbraio 2001


Continua la liberazione dei bambini soldato da parte di mons. Giorgio Biguzzi
ANCORA MIGLIAIA I PICCOLI SCHIAVI DELLA GUERRA
"Non sono i soldi o le armi a portare la pace, ma la conversione dei cuori"
mons. Giorgio Biguzzi
Mons. G. Biguzzi con gli alunni
della scuola Fondazione S. Cuore

Nella diocesi di Makeni il Giubileo non è ancora finito. Durerà fino a Pentecoste. Il Papa a accettato la richiesta di mons. Giorgio Biguzzi, vescovo nella diocesi sierraleonese, di prolungare l'anno santo. Il 2000, infatti, è stato ancora fortemente segnato dall'odio e dalla violenza.

Un seme "giubilare" però è stato gettato nella terra africana: la liberazione dei bambini rapiti dalle bande armate e costretti a combattere sotto l'effetto di droghe. Mons. Biguzzi ne è il principale artefice. Dalla firma dell'armistizio, infatti, i centri di accoglienza della Caritas diocesana hanno accolto oltre 1.000 ragazzi, dando loro alloggio, istruzione, cure sanitarie, formazione professionale. Circa 700 bambini sono stati riscattati e liberati, altri 500 frequentano le scuole primarie e 150 sono stati avviati al lavoro. Dei 10mila ragazzi che si calcola siano addestrati alla guerra in Sierra Leone, ne restano però ancora 8mila nelle mani del Fronte rivoluzionario unito e di altre formazioni armate.

Un anno fa la tragedia dei piccoli combattenti fu portata all'attenzione internazionale dal Giubileo dei bambini, al quale il vescovo Biguzzi accompagnò dieci piccoli, liberati nei giorni precedenti. «Oggi, solo tre di loro vivono ancora nei centri di accoglienza - racconta il vescovo di Makeni - Due hanno ritrovato la loro famiglia e gli altri cinque sono in affido». La filosofia degli "Interim care center" - così si chiamano gli istituti diocesani - è quella di tenere i bambini solo temporaneamente, permettendo loro di ricongiungersi ai genitori o di venire affidati a famiglie disponibili ad accoglierli. Non è difficile trovare case che aprano loro le porte, anche se in ognuna di esse le bocche da sfamare non mancano di certo.

"Quando sono arrivato a Roma ero molto fiducioso - continua Biguzzi -. Poi le cose in Sierra Leone sono precipitate: l'accordo con i ribelli si è interrotto. Ora, dopo il cessate il fuoco, il dialogo è ripreso, ma è ancora difficile convincere i ribelli a lasciare liberi i ragazzi. Siamo in un momento delicato: di attesa, ma anche di speranza. Non si combatte più, ma non c'è la vera pace perché manca il disarmo dei contendenti.

Il conflitto in Sierra Leone non risponde a motivazioni religiose - la Sierra Leone è un esempio di armonia e tolleranza tra musulmani e cristiani - né a fattori tribali, perché non ci sono mai stati scontri tra tribù. L'oggetto del contendere è di natura economica e riguarda in particolare il commercio di diamanti da parte di alcune grandi compagnie internazionali. "«Per questo è risolvibile facilmente, senza soluzioni militari - spiega Biguzzi -. Basta che chi ha potere di intervenire lo faccia presto, soprattutto per riuscire a liberare altri bambini soldato». Per risolvere la situazione il vescovo suggerisce poi di "intervenire con delle leggi che proibiscano la vendita e lo scambio di diamanti provenienti dalle zone di guerra; applicare l'embargo a quei Paesi, come la Liberia e il Gambia, che non accettano queste forme di controllo; pretendere dalle industrie diamantifere che i diamanti smerciati abbiano un certificato d'origine autentico".

Di passaggio in Italia per descrivere i frutti di un progetto avviato insieme all'Azione cattolica italiana, e che ha già raccolto oltre un miliardo e mezzo di lire, mons. Biguzzi si è fermato qualche giorno anche nella natia Cesena, dove ha visitato le parrocchie di Martorano, San Giorgio e Villachiaviche. A loro ha raccontato la difficile situazione del popolo della Sierra Leone: «Sono andato anche alle Nazioni Unite per avere aiuti e truppe che garantiscano la sicurezza e aiutino gli sfollati e i sofferenti, ma non sono i soldi o gli eserciti che porteranno la pace. Sarà solo la conversione del cuore».

Ernesto Diaco


inizio pagina - sommario

Questa pagina è stata aggiornata il 17/02/01.