Allepoca io non ero molto attento alle vicende della vita di questa parrocchia, n�assiduo frequentatore delle pratiche religiose che vi si svolgevano.
I riflessi pi belli ed esaltanti del 68 non si erano ancora spenti, le delusioni pi cocenti dovevano ancora arrivare. Il vento nuovo del Concilio stava investendo in pieno le nostre abitudini religiose, chiedeva di rinnovare lo stesso nostro modo di essere cristiani, invitandoci a rendere centrale, nella nostra vita di fede, il rapporto con la comunit� ecco la novit� si esce da una fede tutta giocata sullindividualismo per viverla e condividerla con gli altri, nella comunit� Fare Chiesa vuol dire fare Comunit�
Laumentata consapevolezza comunitaria fa inevitabilmente entrare in crisi lassociazionismo un po burocratico ed ingessato in vecchi schemi dellAzione Cattolica; c� soprattutto da parte dei giovani, il desiderio di ricercare nuovi modi, pi autentici e pi veri di stare insieme, nuovi modi di vivere la comunit�e di cercare di crescere con essa.
Anchio non mi potevo sottrarre a questo clima coinvolgente e, per certi versi, entusiasmante, per cui le mie attenzioni erano rivolte ad un gruppo giovanile di S.Nicol che cercava di dare significato diverso allamicizia ed alla esperienza pi forte di servizio della Casa della Carit�
Come si vede le mie scelte non includevano la parrocchia come gruppo significativo. Battista �dunque arrivato qui da noi: ha preso possesso, come si usa dire un po pomposamente, di questa parrocchia e di questo popolo in questo momento di movimento e di trasformazione.
Quando lho visto per la prima volta, grande �stata la mia sorpresa nel riconoscerlo. Lavevo infatti gi�incontrato, giovane curato di mons. Rossi, a Scandiano, impegnato in attivit�doratorio condite, nei ritagli di tempo, da grandi sfide a ping-pong, di cui �sempre stato ottimo giocatore, contro don Adriano, ricordate il curato di don Remo di qualche anno prima? Proprio loro due erano i preti collaboratori del parroco di Scandiano. Mi ha fatto piacere rivederlo! Beh! Io continuavo a non frequentare la canonica.
E riuscito a diventare il prete di tutti i cavriaghini, cattolici e non, sottolineo quel non, grazie alla sua disponibilit�allascolto, al suo modo di farsi carico dei problemi ed all'impegno nel risolverli: la porta della canonica, la sua casa, �sempre stata ed �sempre aperta. Battista ascolta tutti, saluta ed �salutato da tutti, si pone davanti alle questioni in termini non aggressivi, ma �fermo nelle sue convinzioni, di fede e sociali, a cui non �disposto a rinunciare tanto facilmente. Quando c'�qualcosa che non lo convince troppo, e pu succedere, non esprime dissenso, non perch�non sappia cosa rispondere o non ne abbia il coraggio, ma per una sorta di pudore rispettoso della propria e dellaltrui opinione: allora sta zitto. I silenzi di Battista sono spesso pi eloquenti di tante parole, assomigliano alle schiacciate del ping-pong.
Mi piace ricordare la sua attenzione particolare, mai ostentata, verso gli ammalati e verso chi si trova in stato di necessit� il suo impegno domenicale costante e comunque quando si presenta il bisogno �sempre stato rivolto in questa direzione.
Lo ricordo anche negli anni di insegnamento a scuola e nella attivit�verso i giovani. E stata una grande prova per Battista che gli ha richiesto di affrontare un impegno ingrato con spirito di servizio e lui lha saputo fare. I campeggi estivi e invernali sono stati impostati da Battista nella logica di creare occasioni di incontro ed aggregazione per bambini, giovani e famiglie provenienti da esperienze di vita diverse e, perch�no, di offrire vacanze in posti belli, a prezzi contenuti a chi, magari, non avrebbe potuto permettersele. Come si poteva con un tipo cos�in giro rimanere lontani dalla parrocchia? Allora anchio, pian piano, sono rimasto spiazzato dal suo palleggio. Anche se non si pu dire che Battista sia persona particolarmente innovativa, occorre, per, riconoscergli coerenza e fedelt�allinsegnamento della Chiesa, per cui ha percorso le nuove piste dettate dal Concilio con costanza cercando di tirarsi dietro anche i parrocchiani, possibilmente tutti! Con me c�riuscito.
La sintesi migliore e pi alta della figura di pastore di Battista lho trovata nel capitolo 3 della prima lettera di Paolo a Timteo. Si parla della figura del vescovo, ma �sicuramente applicabile a Battista anche se vescovo non �
Sentite cosa dice Paolo:" Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile,[..], sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, [..], non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. E necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo".
Questa lista di qualit��oggettiva per Battista: il linguaggio franco e preciso di Paolo ci permette di superare il velo daffetto che potrebbe offuscare il nostro giudizio.
Mi ritengo fortunato di averlo incontrato.