CHIESA MADRE DI CASTELVETRANO

LE CRIPTE DEL SS. SACRAMENTO E DEL CLERO

 

 

La Madrice di Castelvetrano, fin dalla propria origine trecentesca, rive­ste grande importanza per la Città. Essa è collocata fra le piazze Cavour, Um­berto I e Garibaldi.

Fabbrica realizzata nel corso di molti secoli - a impianto basilicale normanno a tre navate con doppio transetto corto e presbiterio - è un manufatto di alto livello artistico sia nella struttura architettonica che negli elementi costruttivi e decorativi del suo interno. La Chiesa Madre, sotto il titolo di “Maria SS. Assunta”, è un luogo di culto particolarmente amato e fruito dalla comunità oltre che sede della memoria collettiva della città stessa. Attualmente, in essa, sono in corso lavori di restauro alle coperture.

Recenti interventi di manutenzione al pavimento hanno messo in luce 14 cripte; di alcune fra queste si co­nosceva già l’esistenza grazie a testamenti rinvenuti in atti notarili dei secoli scorsi, qualcuna era deputata alla sepoltura degli ascritti alle varie confraternite.

 

Per incarico ricevuto dall’Arciprete della suddetta chiesa, don Giuseppe Biondo, le sottoscritte architetto Àngela Costanza e architetto Maria Elisa De Àgostini, in qualità di liberi pro­fessionisti, hanno eseguito gli allegati rilievo e progetto relativi a 2 delle 14 cripte: la cripta del SS. Sacramento e la cripta del Clero.

La cripta del SS. Sacramento costi­tuiva la sepoltura dell’omonima compa­gnia; vi si accede per un ampio scalone e si apre sotto l’antica chiesa di Santa Chiara, nucleo originario dell’odierna Madrice e sede della Confraternita. La cripta ha pianta quadrata con volta a schifo lunettata e con apertura, oggi tompagnata, sull’attuale piazza Cavour. Frontalmente all’accesso, sul quale è incisa la data 1745, sono i resti di ciò che era l’altare; questo, sovrastato dalla finestra, conserva le tracce di un affresco rappresentante la Crocifis­sione. Sedici nicchie sono distribuite sui quattro lati, al centro di due dei quali si trovano gli essiccatoi, parzialmente crollati, e gli scolmatoi, essi pure in estreme condizioni di degrado. L’intonaco che riveste tutte le pareti e il soffitto della cripta è distaccato in piccole zone ma, nel complesso, le condizioni sono buone. Non sono evidenziabili lesioni.La pavimentazione della cripta e dello sca­lone è in mattonelle di cotto ben conservate.

 

Alla cripta del Clero attualmente si accede da un’apertura ricavata nel pavi­mento della chiesa nella zona antistante il Coro. Appena dentro, ci si trova in un primo ambiente rettangolare, coperto da volta a botte e pavimentato in cotto; su uno dei suoi lati corti, vi è un’area destinata al deposito dei defunti; una scala terminante con una botola conduce alla zona del Coro. Sul lato corto oppo­sto, un’apertura praticata nella parete immette nella cripta del Clero: è questo un vano rettangolare coperto a botte con al centro una scala anch’essa chiusa da una botola. Sui tre lati si trovano gli stalli in gesso — alcuni sormontati da targhe in maiolica — dove venivano depo­sti i defunti. Al centro della seduta di ogni stallo vi è uno scolmatoio costi­tuito da un piatto in maiolica decorata con un largo foro al centro. Su ogni lato lungo, e per tutta la sua lunghezza, una mensola in gesso sovrasta gli stalli; la mensola di destra è parzialmente crollata. Sul lato corto, di fronte alla scala d’accesso, si no­tano le targhe in maiolica, i reliquiari e, al centro, una cornice in pietra calcarea che, in origine, doveva contenere una tela della quale non si hanno notizie. Nel pavimento, due botole si aprono su una grande fossa che veniva utilizzata come ossario. Tra le due botole, una decorazione in piastrelle di maiolica porta la seguente iscrizione:

Hic adest Cemeterium Cleri in quo iacent multa corpora Sacerdotum Sacrorumque Ministrorum ac etiam Clericorum 1708.

Anche in questa cripta sono presenti due scolmatoi; la pa­vimentazione è in cotto. Nella parete di accesso, in direzione dell’altare maggiore, si apre una galleria scavata nella roccia, coperta a botte e che immette in un vano rettangolare con la stessa copertura, probabilmente parte delle strutture di fondazione.

 

Dalla relazione tecnico-illustrativa a cura degli Architetti Angela Costanza e

Maria Elisa De Agostini

 Entrambi questi ambienti non sono pavimentati L’intonaco, che riveste le pareti e il soffitto della cripta del Clero e della camera antistante, è in gran parte stac­cato; alcuni braccioli degli stalli sono lesionati.

Il progetto vuole essere un’opera­zione che, nulla trasformando dello spa­zio, riporti alla luce una parte impor­tante della storia locale. Esso si pone come frammento di una mappa necessaria: l’intera operazione di recupero del tes­suto delle cripte della Chiesa Madre di Castelvetrano.

  Segue un’ elencazione degli  inter­venti costituenti il progetto (per l’esecuzione di alcuni fra questi viene impiegato un operaio specializzato):

  creazione di una nuova rampa di colle­gamento alle scale principali della Cappella del Crocifisso;

  scavo di sbancamento per il collega­mento delle scale che conducono alle due cripte;

  riapertura della finestra della cripta del S.S. Sacramento;

  realizzazione di uno scannafosso per il convoglio delle acque piovane;

  risanamento degli essiccatoi nella cripta del S.S. Sacramento;