CHIESA MADRE DI CASTELVETRANO
LE CRIPTE DEL SS. SACRAMENTO E DEL CLERO
Recenti interventi di manutenzione al pavimento hanno messo in luce 14 cripte; di alcune fra queste si conosceva già l’esistenza grazie a testamenti rinvenuti in atti notarili dei secoli scorsi, qualcuna era deputata alla sepoltura degli ascritti alle varie confraternite.
La cripta del SS. Sacramento costituiva la sepoltura dell’omonima compagnia; vi si accede per un ampio scalone e si apre sotto l’antica chiesa di Santa Chiara, nucleo originario dell’odierna Madrice e sede della Confraternita. La cripta ha pianta quadrata con volta a schifo lunettata e con apertura, oggi tompagnata, sull’attuale piazza Cavour. Frontalmente all’accesso, sul quale è incisa la data 1745, sono i resti di ciò che era l’altare; questo, sovrastato dalla finestra, conserva le tracce di un affresco rappresentante la Crocifissione. Sedici nicchie sono distribuite sui quattro lati, al centro di due dei quali si trovano gli essiccatoi e gli scolmatoi. La pavimentazione della cripta e dello scalone è in mattonelle di cotto ben conservate.
Alla cripta del Clero attualmente si accede da un’apertura ricavata nel pavimento della chiesa nella zona antistante il Coro. Appena dentro, ci si trova in un primo ambiente rettangolare, coperto da volta a botte e pavimentato in cotto; su uno dei suoi lati corti, vi è un’area destinata al deposito dei defunti; una scala terminante con una botola conduce alla zona del Coro. Sul lato corto opposto, un’apertura praticata nella parete immette nella cripta del Clero: è questo un vano rettangolare coperto a botte . Sui tre lati si trovano gli stalli in gesso — alcuni sormontati da targhe in maiolica — dove venivano deposti i defunti. Al centro della seduta di ogni stallo vi è uno scolmatoio costituito da un piatto in maiolica decorata con un largo foro al centro. Su ogni lato lungo, e per tutta la sua lunghezza, una mensola in gesso sovrasta gli stalli. Sul lato corto si notano le targhe in maiolica, i reliquiari e, al centro, una cornice in pietra calcarea che, in origine, doveva contenere una tela della quale non si hanno notizie. Nel pavimento, due botole si aprono su una grande fossa che veniva utilizzata come ossario. Tra le due botole, una decorazione in piastrelle di maiolica porta la seguente iscrizione:
Hic adest Cemeterium Cleri in
quo iacent multa corpora Sacerdotum Sacrorumque Ministrorum ac etiam Clericorum
1708.
Anche in questa cripta sono presenti due scolmatoi; la pavimentazione è in cotto. Nella parete di accesso, in direzione dell’altare maggiore, si apre una galleria scavata nella roccia, coperta a botte e che immette in un vano rettangolare con la stessa copertura, probabilmente parte delle strutture di fondazione.
Dalla relazione tecnico-illustrativa a cura degli Architetti Angela Costanza e
Maria Elisa De Agostini