STORIA DELLA PARROCCHIA DI S.LORENZO MARTIRE
in Castagneto Carducci
Partendo dalla breve ma succosa ricerca, ancora inedita, sulle origini della parrocchia di S.Lorenzo ad opera dello storico Luciano Bezzini veniamo a sapere che già nell'atto di fondazione dell'Abbazia di San Pietro in Palazzuolo di Monteverdi, fra le numerose donazioni effettuate da Walfredo di Ratcauso, compare anche Castagneto.
Non è difficile desumere che si trattasse di una comunità dotata di una chiesa che con tutta probabilità era annessa al castello come tuttora appare l'attuale chiesa di S.Lorenzo.
Dopo quell'epoca - come nota il Bezzini - su Castagneto e le sue chiese c'è un buio di secoli.
Arriviamo al 5 novembre 1401 quando il Conte Duccio di Dea senatore pisano e conte di Castagneto nel suo dettagliato testamento dichiarava di voler essere sepolto nella chiesa di S.Lorenzo di Castagneto o in quella di S.Francesco di Pisa.
Dopo questa data e presumibilmente dopo la costituzione della parrocchia, la pieve di Castagneto cominciò a tener la conta dei suoi crescenti beni. Ad esempio, già il 15 settembre 1458 risultavano registrate tutte le terre della pieve di Castagneto ancora intitolata a S.Giovanni.
Un secolo dopo, il 9 ottobre 1507, fu solennemente celebrato nella chiesa di San Lorenzo un patto tra il conte Fazio e i castagnetani a proposito del diritto di legnatico.
Nel 1551 in un libro del conte Francesco era ricordato il " Sancto Lorenzo advocato e protettore della casa dei magnifici conti della Gherardesca insieme al Beato Guido di Donoratico".
Nel 1563 Castagneto subì una delle più terribili incursioni piratesche che il pievano don Mario Aurili descrisse nell'ultima pagina del primo registro dei battezzati della parrocchia.
La pieve disponeva di beni sempre più numerosi: ad esempio nel 1570 possedeva un proprio mulino con due mugnai.
Il Bezzini presenta con precisione il succedersi dei vari pievani con le loro caratteristiche e iniziative.
Nel 1680 ci soffermiamo su don Vittorio Gasparucci di Sassetta che diede il via ad un'istituzione assai importante per Castagneto: la prima scuola.
Per un insieme di circostanze - legate anche al problema del compenso ai maestri - si unì la figura del maestro a quella del cappellano. Il primo cappellano-maestro dal 1695 è tale don Alessandro Della Rocca di Campiglia seguito da una folta schiera di cui il Bezzini da' notizie molto dettagliate e che si sviluppa per quasi un secolo fino don Benedetto Grifi
che rimase a Castagneto fino al 1828.
Tornando alle vicende della Pieve di Castagneto sappiamo che don Jacopo Iapini, pievano dal 1710 al 1735, contruì nel 1722 la canonica di Castagneto.
Dal 1769 al 1793 troviamo don Valentino Verdiani chiamato dai castagnetani "Don Verdone" e da questi spesso contestato in quanto esattore di riscossioni a nome dei conti della Gherardesca.
Dopo di lui, con don Vincenzo Verdiani, pievano dal 1793 al 1832, avvennero in Castagneto cose importanti.
Ci fu un primo restauro della chiesa seguito nel 1802 da un secondo in occasione dell'elevatura della chiesa al rango di propositura: fatto che evidenziava il notevole risalto di Castagneto in tutta l'alta Maremma.
Il 31 luglio 1803 ebbe luogo la ricostituzione della confraternita di S.Bartolomeo e del Corpus Domini ( che si sarebbero poi fuse nella Misericordia) e ripresero così slancio ufficialmente le Feste Triennali del SS.Crocifisso
interrotte nel 1785 per la soppressione degli enti religiosi.
Morto don Verdiani nel 1832 il suo posto scatenò un numero notevole di pretendenti. Prevalse però la scelta del conte Guido che fece nominare don Lorenzo Gestri che s'insediò con pieno riconoscimento civile e canonico il 19 gennaio 1833. Dopo soli tre anni don Gestri dette a livello al conte i cospicui beni delle Pieve di Castagneto.
Questo atto fu mal sopportato dai castagnetani e don Gestri fu fatto segno di contestazioni anche clamorose specialmente in relazione alle rivendicazioni e vicende del quarantotto castagnetano. Ci furono violente chiassate di piazza e fu sparata anche una fucilata contro le finestre della canonica. Don Gestri visse qualche tempo nella semi-clandestinità e poi il 17 dicembre del 1847 si ritirò nella nativa Campiglia.
Dopo la comparsa spesso brevissima di cappellani curati, il 10 agosto del 1850 ritornò don Gestri cosa che fu accettata senza contestazioni. Dopo pochi mesi fu ripulita e imbiancata la chiesa di Castagneto.
A don Gestri succedette nel 1869 don Giuseppe Maria Cavancini. Al suo ingresso furono effettuati importanti lavori
all'interno della chiesa e alle finestre. Furono pure installate due campane nuove.
Col suo successore don Giuseppe Pannocchia sorgono contrasti con il conte Ugolino per via dell'orologio che campeggiava sulla facciata della chiesa e che, essendo guasto, il conte aveva fatto rimuovere.
La contesa fu poi risolta dal conte Serristori che rilevò il vecchio orologio e ne fece installare uno nuovo sulla torre civica. Lo stesso che ancor oggi scandisce il tempo a Castagneto.
Nella ricerca di Luciano Bezzini troviamo anche vicende che sfiorano la commedia come la questione del vino da Messa e quella delle panche della chiesa e più ancora del nuovo organo. Organo ufficialmente inaugurato il 3 maggio del 1888 Per chi ne volesse sapere di più rimandiamo alla studio del Bezzini.
Dopo don Pannocchia è la volta di don Celestino Agostini arrivato nel 1898 e che ebbe non poche difficoltà prima ad entrare nelle grazie dei castagnetani e poi per l'opposizione fatta alle pretese o inadempienze del conte Walfredo.
Il quale si adoperò per abbellire la chiesa ponendo,il 25 agosto 1926, una lapide celebrativa dei lavori compiuti.
Don Agostini si dimise nel 1826 lasciando il posto a don Cesare Innocenti che rimase fino al 1950.
Dopo di lui la chiesa fu retta da un economo spirituale don Claudio Tonini fino al 1952 quando giunsero i Padri Giuseppini di Asti nella persona di Padre Carlo Lano.
P.Carlo, durante la sua permanenza a Castagneto fu promotore della nascita della parrocchia di S.Maria Assunta in Marina. Parrocchia che fu affidata ai Padri Giuseppini come avvenne per quella di S.Bernanrdo Abate in Donoratico
alla morte del parroco diocesano don Cesare Banterla nel 1986.
Per la storia recente e in omaggio al lavoro via via compiuto dai Padri Giuseppini ricordiamo che nel 1965 Padre Carlo
Lano partì per il Brasile e al suo posto subentrò dal 1965 al 1972 padre Martino Fantone.
Il primo ottobre 1972 divenne parroco padre Giuseppe Lano seguìto, l'undici luglio 1983 da padre Andrea Zampieri
che rimase parroco a Castagneto fino al 1991.
Dopo una breve amministrazione parrocchiale esercitata per un paio di mesi da padre Alberto Chilovi,
fu la volta di padre Bruno Ferrian al quale fece seguito, il 24 settembre 1996, padre Fiorenzo Cavallaro.
Nel 1997 rientrava a Castagneto padre Andrea Zampieri e il 16 settembre di quello stesso anno decollava l'esperimento dell'Unità Pastorale delle tre parrocchie di S.Lorenzo Martire in Castagneto, S.Bernardo Abate in Donoratico e S.Maria Assunta in Marina affidate ai tre parroci - detti in solidum - padre Andrea Zampieri, padre Oronzo Stella e Padre Ferruccio Corazzola. Nell'ottobre del 1998 a padre Ferruccio subentrava padre Giorgio Spadoni.
Nell'ottobre del 1999 con il trasferimento di padre Oronzo Stella alla parrocchia di S.Giuseppe Artigiano in Sesto Fiorentino i parroci in solidum sono padre Andrea Zampieri e padre Giorgio Spadoni coadiuvati dal viceparroco padre Soy Sebastian.
Al termine di questa rassegna che ci ha fatto intravvedere vari aspetti della vita religiosa castagnetana, ringraziamo nuovamente lo storico Luciano Bezzini dalle cui ricerche abbiamo attinto tutto il materiale esposto e che ci ha dato una conferma ulteriore dell'importanza di questo centro dell'Alta Maremma che è Castagneto.
NOTA BENE: chi desiderasse informazioni sulla vita attuale del Comune di Castagneto Carducci
può visitare l'interessante sito del Comune stesso all'indirizzo:
http://www.castagneto.comune.livorno.it