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"Leggere la Bibbia a scuola"

Il Liceo "Saffo" introduce un progetto di lettura dei testi biblici rivolto a studenti e docenti

Di don Giuseppe Bonomo e Vincenzo Di Marco

 

Una recente inchiesta di Famiglia cristiana ha messo in evidenza che nel nostro Paese esistono molti cattolici poveri di cultura biblica (quasi il 67% degli intervistati), contro un piccolissimo drappello di conoscitori dei Vangeli (al di sotto del 20% del totale). Nonostante questo dato sconfortante, la Bibbia resta il libro per eccellenza, il più tradotto e stampato nel mondo, ma è come se avesse bisogno di lettori, data la scarsa considerazione che riceve dalle nostre parti.

Soprattutto fra i giovani prevale l’ignoranza e la superficialità dei contenuti, senza che si avverta l’importanza di confrontarsi con quello che N. Frye ha chiamato "il grande codice". La Bibbia può essere considerata in effetti la nostra lingua comune, il comune fondamento culturale che nel corso di due millenni ha esteso la sua influenza in ogni campo del sapere letterario, filosofico, artistico, scientifico. Questo libro dell’Occidente, però, viene trascurato dalla cultura scolastica e dalle varie agenzie formative, nonostante i primati che or ora si ricordavano.

Il progetto ideato dal Liceo "Saffo", intitolato "Leggere la Bibbia a scuola", vuole essere una proposta che non ha finalità propriamente "religiose", né intende limitarsi ad una mera illustrazione del punto di vista cattolico, poiché vuole aprirsi al confronto con le opinioni più diverse, contribuire al dialogo con altre tradizioni religiose e soprattutto vuole avere un profilo prettamente didattico e culturale.

Come sappiamo ci si accosta a questo libro con intenzioni molto diverse e, caso paradossale, in un paese come l’Italia, a maggioranza cattolico, sede di millenarie vicende legate alla diffusione del Cristianesimo, nonché culla della moderna civiltà europea, la lettura e lo studio della Bibbia segnano il passo.Il nostro "a-biblismo" si riflette ovviamente nella scuola ed è di grande ostacolo alla normale attività didattica, in particolare nell’insegnamento delle discipline umanistiche ma non solo. Secondo il biblista Piero Stefani, "è sempre meglio accostarsi ad un libro che accostarsi a chi parla sul libro". Anche per noi è necessario consentire agli studenti di prendere in mano i testi e di cominciare a leggerli, con lezioni guidate, riferimenti bibliografici, esemplificazioni pratiche. Si vuole cioè avviare gli studenti alla conoscenza del linguaggio, dei temi, degli episodi narrati, dei simboli maggiormente ricorrenti nei testi biblici, avendo particolare attenzione alle connessioni con le varie discipline, con la letteratura, con l’arte pittorica, musicale, con la filosofia, il cinema ecc…

Questa alfabetizzazione minima diventa di fatto necessaria poiché molti dimenticano che noi usiamo continuamente parole desunte dal linguaggio biblico, che siamo imbevuti di quella cultura, che possederne il codice può rappresentare un aiuto decisivo nella crescita culturale. Nel medioevo gli affreschi delle chiese rappresentavano una sorta di "Bibbia dei poveri" che riusciva a rispondere alla domanda culturale di quelle realtà sociali, mentre oggi, pur professando una fede e una appartenenza religiosa marcate, si sconta un analfabetismo di ritorno inspiegabile. Non si capirebbero secoli di pittura, di arte sacra, di musica sacra e non solo, interi cicli letterari, la cinematografia a sfondo storico-religioso, i grandi temi teologici e filosofici, i dibattiti su scienza-fede che animano le discussioni della modernità, senza il possesso di questo importante strumento di conoscenza. Per dirla con Pietro Citati, "la tradizione cristiana è talmente ricca che esserle fedeli è difficile, mentre è più facile ridurla alle formulette che si ripetono ovunque".

Va precisato che la Bibbia è innanzitutto il libro della "fede". Nella tradizione ebraico-cristiana, l’Antico e il Nuovo Testamento ne sono per così dire i baluardi. Leggere le Sacre Scritture comporta ovviamente un coinvolgimento personale, chiama al confronto ideale, genera appassionate discussioni, critiche, dubbi ma anche fatali trascendimenti. Questi aspetti non possono essere trascurati e vanno valorizzati nella giusta misura. Se torniamo per un momento al passato storico di noi europei, non possiamo nascondere che interi gruppi sociali, popoli e civiltà si sono divisi e scontrati anche ferocemente sulle dispute teologiche e religiose, ma il progetto "Leggere la Bibbia a scuola" intende puntare sui valori comuni rappresentati ancora oggi dalle sacre scritture; sul loro valore aggiunto al progresso civile e sociale e sullo stimolo che esse rappresentano per la crescita culturale e per la formazione personale.

Il progetto si servirà della collaborazione dei biblisti Giuseppe De Virgilio e Gianni Carozza dell’ITAM (Istituto Teologico Abruzzese Molisano di Chieti) e si svolgerà nei mesi di gennaio e febbraio del 2008. Il 7 Marzo, S.E. il Vescovo incontrerà gli studenti per un incontro-dibattito sui temi trattati. In questa fase sperimentale verrà illustrato e commentato il Vangelo secondo Marco.

Prof. Don Giuseppe Bonomo

Prof. Vincenzo Di Marco