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IL METODO DELLA METAFISICA 13 marzo 06 ISSR

La questione del metodo è già implicita nella questione del punto di partenza della metafisica.   Vediamo anzitutto che cosa si intende per metodo.

Che cos'è il metodo

Il termine “metodo”" proviene dal greco (methodos) ed etimologicamente significa "proseguimento", via", "percorso" e quindi sforzo per raggiungere un fine. In Aristotele methodos vuol dire semplicemente "ricerca"; talvolta viene usato anche come sinonimo di teoria.

Nella parola "metodo" è sempre implicita l'idea di "una direzione definibile e regolarmente seguita in un'operazione intellettuale".

 In senso rigoroso si deve intendere per "metodo" un modo di procedere coerente che viene applicato per raggiungere un fine determinato.

La scienza, qualsiasi scienza, è per definizione metodica: si tratta infatti di uno studio metodico e sistematico di qualche sfera della realtà. Tuttavia anche all'interno delle discipline scientifiche i procedimenti che di volta in volta sono considerati come normativi vengono stabiliti con differente precisione. Così ad esempio per la spiegazione di un fatto storico sulla base di una determinata concezione della storia si dispone di un margine di azione molto più ampio che non nel caso di una descrizione matematica di un accadimento naturale nel quadro di una teoria fisica prestabilita; ed i metodi della psicoterapia possono essere formulati meno precisamente dei procedimenti della sociologia. A seconda dell'oggetto di indagine e degli obiettivi che si vogliono raggiungere si attribuirà di conseguenza ai diversi campi di indagine o di operatività un differente carattere metodico.  

I metodi della metafisica

La questione del metodo della metafisica ha appassionato da sempre tutti i cultori di questa disciplina. Di volta in volta ad essa si è applicato quello che veniva considerato il metodo migliore.

Così, per Platone il metodo migliore è la dialettica: è attraverso il dibattito, la discussione tra i rappresentanti di opposte opinioni che si avanza verso la verità. Per contro Aristotele che dà alla scienza una struttura logica, rigorosa, applica anche alla metafisica il metodo dell'argomentazione dimostrativa e del procedimento sistematico.

I neoplatonici si avvalgono del metodo assiomatico-deduttivo, che sulla base di pochi principi consente loro di ricavare tutto il loro sistema metafisico. S. Tommaso, come vedremo meglio più avanti, ripropone il metodo analitico e risolutivo, che va dagli effetti alle cause sulla base di determinati principi e mediante argomentazioni dimostrative.

Nell'epoca moderna, che non è soltanto l'epoca della scienza ma anche della metodologia, assistiamo all'elaborazione di molti nuovi metodi e alla riformulazione di alcuni antichi. Bacone nel Novum organon presenta il metodo induttivo; Cartesio nel Discorso sul metodo ci espone il metodo dell'analisi e della sintesi; Spinoza nella sua Ethica more geometrico demonstrata applica il metodo della deduzione assiomatica; Hume nel Trattato sull'intelletto umano introduce il metodo dell'associazione delle idee; Kant nella Critica della ragion pura elabora il metodo trascendentale; Hegel nella Scienza della logica ripropone il metodo della dialettica; Husserl nelle sue Idee per una fenomenologia pura definisce il metodo fenomenologico; mentre Gadamer in Verità e metodo fornisce i criteri della nuova ermeneutica.

Come si vede, praticamente i metodi adottati riguardano direttamente la metafisica che viene proposta e la possibilità stessa della scienza metafisica. D'altronde le vie condizionano necessariamente i risultati, mentre per un altro verso il traguardo che si intende raggiungere predetermina anche la scelta della via.

Il metodo di S. Tommaso

Del metodo della metafisica S. Tommaso si occupa espressamente commentando il De Trinitate di Boezio e dice che esso si articola in due momenti principali: risolutivo e compositivo. Il primo pratica la via ascendente (è il metodo dal basso): risale dagli enti particolari alle cause universali; dalle determinazioni concrete all'essere stesso, oppure dal contenuto di una cosa ai suoi presupposti necessari. Il secondo momento, quello compositivo, procede in senso inverso,cioè discendente (è il metodo dall'alto): discende dalle cause universali, dall'essere in quanto tale, agli enti e alle cause particolari, sviluppando le implicazioni contenute nella realtà suprema. Ecco come si esprime S. Tommaso al riguardo:"Il processo raziocinativo può assumere due orientamenti: compositivo, quando procede dalle forme più universali a quelle meno universali (particolari); risolutivo, quando procede nel senso inverso. Infatti ciò che è più universale è più semplice. Ora è universalissimo ciò che appartiene a ogni ente. E perciò il termine ultimo del processo risolutivo in questa vita è lo studio dell'ente e di tutto ciò che gli appartiene in quanto ente. E queste sono le cose di cui si occupa la scienza divina (o metafisica) ossia le sostanze separate e tutto quanto è comune a tutti gli enti. Dal che risulta che l'indagine metafisica è massimamente speculativa (intellectualis)”.

Quello proposto da S. Tommaso è un metodo che parte dal concreto, gli enti, e non da idee astratte; parte dall'esperienza e non dalla visione di verità eterne.

Si può dire che all'inizio della sua "navigazione" metafisica S. Tommaso pone un momento fenomenologico. Infatti nella sua indagine metafisica egli muove sempre da un'esperienza a largo respiro (un'esperienza integrale la definisce Berti) che riguarda tutto il mondo che lo circonda, sfruttando al massimo i risultati acquisiti ovunque tanto con la conoscenza ordinaria come con quella più specializzata delle scienze del suo tempo. Questo è, per l'appunto, il momento fenomenologico.

Poi, quando l'esame fenomenologico gli ha fornito sufficienti informazioni sulle proprietà degli enti, egli procede alla ricerca delle loro radici profonde, delle loro cause ultime: è il momento risolutivo.. Questo si conclude con la scoperta dell'esistenza dell'Esse ipsum e delle sue principali qualifiche. Conseguita la massima comprensione possibile all'umana intelligenza dell'Esse ipsum, può iniziare la discesa e ripercorrere il cammino in senso inverso, per analizzare più da vicino i plessi che collegano le radici del reale con gli enti particolari e per comprendere come dalle radici tutti gli enti traggono la loro origine. E’ il momento compositivo (compositio).

Il metodo di S. Tommaso è circolare come quello dei neoplatonici, ma mentre nei neoplatonici il descensus precede l'ascensus, in S. Tommaso il circolo inizia con l'ascensus e si conclude con il descensus. Così mentre nei neoplatonici l'ascensus ha una funzione eminentemente ascetica e morale, in S. Tommaso l'ascensus è una ricerca esclusivamente speculativa.

Il metodo risolutivo‑compositivo assicura alla metafisica di S. Tommaso una struttura piramidale solida e grandiosa, in grado di abbracciare tutti gli enti, di collegarli col loro fondamento, l'Esse ipsum, e di disporli nel loro ordine gerarchico. Nel suo lavoro lungo e faticoso, oltre che del metodo risolutivo-compositivo S. Tommaso si serve anche di molti altri procedimenti quali la definizione, la divisione, la distinzione, la separazione, l'analogia, il paragone, la metafora, la quaestio, l'argomento di convenienza ecc. Questa ricchezza e complessità della metodologia di cui S. Tommaso fa uso nell'indagine metafisica va tenuta sempre presente leggendo i suoi scritti, se si vuole cogliere la portata esatta delle sue argomentazioni.

La scelta del metodo

La scelta del metodo, del buon metodo, della giusta via è sempre un'operazione molto importante. Questo vale per tutti i campi: per l'economia, l'insegnamento, la medicina, l'alpinismo ecc. Così chi si accinge a compiere un'impresa alpinistica, prima studia attentamente la montagna, ne esamina i possibili percorsi, e finalmente decide quale via affrontare. Questo vale anche per quella grande e difficile impresa che è la metafisica. La scelta del metodo è decisiva per la soluzione del problema metafisico. Le vie, infatti, non sono tutte eguali, e non tutte conducono alla meta. Ci sono anche vicoli ciechi!

Va tuttavia osservato che gli approcci metodici e le affermazioni relative ai contenuti per lo più si condizionano reciprocamente, e sono così strettamente congiunti l'uno all'altro, che una separazione diventa praticamente impossibile. C'è una precomprensione della realtà che decide in larga misura anche del metodo con cui si dovrà indagare il problema in questione.

La scelta del punto di partenza pregiudica quindi sin dall'inizio in modo tale la direzione del pensiero che successivamente sarà ben difficile potervi porre rimedio. Tutte le correnti filosofiche quindi possono essere caratterizzate a partire dai loro approcci fondamentali da cui risultano in modo più o meno necessario le questioni particolari. Questa situazione è inevitabile, poiché ogni conoscenza richiede che ci si limiti a un determinato aspetto e che si mantenga la tematizzazione scelta. Le ricerche scientifiche debbono il loro successo proprio a questi principi metodici.

Una cosa comunque è certa: il metodo della metafisica non può essere esattamente lo stesso metodo di cui si avvalgono le scienze. Essa non può, infatti, mutuare il suo metodo dalle scienze sia a causa della singolarità del suo oggetto, che non è particolare e settoriale, né verificabile empiricamente e calcolabile esattamente, sia a causa della singolarità del suo obiettivo che è scoprire il Fondamento di ogni essere e di ogni conoscere. La metafisica non può, perciò, avvalersi né del metodo matematico che è legato alla quantità, né del metodo sperimentale che è legato alla materia.

Il metodo della metafisica deve armonizzarsi con le esigenze del suo oggetto e del suo traguardo.

Nella metafisica dell'essere e della persona che noi intendiamo elaborare, l'oggetto è l'ente in quanto ente, mentre il suo traguardo non può essere che l'Essere stesso, perché al di fuori dell'essere non c'è che il nulla.