Tempo di Avvento anno B

(1° dom Avv., )

 


I Domenica d'Avvento


Nel corso della vita noi spesso dimentichiamo le cose più importanti. Siamo così impegnati a sistemare la nostra vita qui sulla terra che dimentichiamo i valori intramontabili, eterni.
Non ci meravigliamo perciò che la Chiesa continuamente ci ricorda questo. E tra le altre cose anche a questo scopo serve l'Avvento che oggi cominciamo.
Tradizionalmente nel sacro tempo di Avvento la Chiesa ci invita a rivolgere lo sguardo nelle tre direzioni:
- ritornare a quello che è successo ricordando la nascita di Gesù
- guardare nel futuro e ricordare che Cristo ritornerà alla fine dei tempi
- meditare il presente, come prepararci meglio al Natale.
Il tempo d'Avvento soprattutto dovrebbe ricordarci questi avvenimenti dei quali parla la Prima lettura odierna, il tempo pieno di nostalgia e attesa del popolo eletto: "Se tu squarciassi i cieli e scendessi!". Gesù è venuto al mondo, è nato a Betlemme. Si è manifestato come il Messia Salvatore. Ha compiuto l'opera della nostra salvezza. Ha fondato il Regno di Dio sulla terra. Questa è la prima dimensione che ricordiamo e festeggiamo durante l'Avvento.
Il tempo d'Avvento dovrebbe ricordarci anche la futura venuta di Cristo alla fine dei tempi. In quel tempo Gesù ritornerà sulla terra per giudicare i vivi e i morti. Da qui le Sue parole nel Vangelo di oggi: "State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso". Allora l'Avvento ci ricorda che dobbiamo prepararci all'incontro con Cristo - Giudice, e a questo incontro dobbiamo essere pronti in ogni momento.
Ancora più importante è la terza dimensione d'Avvento. In questo tempo dobbiamo essere coscienti che le sue venute non sono limitate solo alla nascita e alla venuta futura nella gloria. Lui viene da noi in ogni momento della nostra vita.
Per la prima volta è venuto da noi nel momento della nostra nascita, quando ci ha chiamato alla vita. Nel momento del nostro Battesimo ci ha invitati ad essere i Suoi figli. Ogni giorno viene da noi per sostenerci nella vita. In ogni battito del nostro cuore possiamo udire le Sue parole: ti amo, ti amo, ti amo…
Viene da noi ogni giorno circondandoci con le persone buone e amate che sono i suoi inviati. Viene nella Sua Parola che leggiamo ogni giorno in Chiesa. Viene nei Suoi segni - Sacramenti che riceviamo. In modo particolare viene durante la Santa messa quando possiamo riceverLo sotto la specie del Pane.
Non dovrebbero perciò meravigliarci le Sue parole: State attenti, vegliate…", cioè siate sempre pronti alla mia venuta, alla mia visita. Siamo allora attenti e vigili durante il tempo d'Avvento per non udire altre, più amare parole: volevo tante volte venire da te, ma le porte del tuo cuore erano sempre chiuse!
Cristo Gesù non è venuto al mondo per condannarci ma per salvarci. Per questo ammonisce nella prima domenica d'Avvento, perché siamo vigili ricordando che la nostra vita ha un valore molto grande e non possiamo sciuparlo.
Non rimandiamo perciò le cose più importanti per dopo. Cominciamo in questo tempo a vivere e ad amare così come si dovrebbe vivere e amare.
Concludiamo la nostra riflessione con la preghiera:
Durante questo tempo d'Avvento, aiutaci o Signore a prepararci bene al Natale e alla Tua seconda venuta nella gloria. Aiutaci a costruire il Tuo Regno sulla terra. Dacci forza per sconfiggere il male con il bene. Insegnaci ad amare gli altri come Tu ci hai amato.

II Domenica d'Avvento - L'Immacolata

Oggi ci siamo radunati in chiesa per festeggiare e gioire dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima. Dagli inizi della Chiesa era viva la fede che la Madre del Figlio di Dio, dalla volontà divina, dal primo istante della sua esistenza era "piena di grazia", cioè pura, santa e immacolata. Questa fede totalmente concorda con ciò che dice di Maria la Sacra Scrittura. Prendiamo almeno una frase dal Vangelo di oggi, dove sentiamo le parole dell' Angelo rivolte a Maria: "Ti saluto, o piena di grazia,il Signore è con te".
Sì, Maria è amata, scelta e benedetta da Dio! Allora non c'è niente di strano che Dio le abbia dato il privilegio dell'Immacolata Concezione. In fine doveva essere la Madre del Figlio di Dio, perciò non poteva essere una madre peccatrice.
Questa fede secolare dei cristiani è stata confermata solennemente da Papa Pio IX nel 1854 proclamando il dogma dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Anche la stessa Maria ha rivelato alla quattordicenne Bernardetta Soubirous, veggente di Lourdes: "Io sono l'Immacolata Concezione".
La storia della Chiesa, la vita dei santi e della nostra, sempre ci ricorda che Maria non è solo la Madre di Gesù ma anche la nostra. E così come ogni mamma vuole aiutarci in ogni difficoltà. Soprattutto desidera la nostra salvezza. Anche se da sola non ha sperimentato nessuna colpa, sa che cosa è il peccato. Sa che il peccato è la più grande tragedia di ognuno di noi. Sa che il peccato è la fonte delle nostre sofferenze, difficoltà e tragedie. Maria sa, che il peccato ci allontana da Dio, dalla Sua pace e dal Suo amore. Lei sa anche che cosa ci aspetta se non ci convertiremo e non chiederemo il perdono di Dio. Per questo è sempre pronta ad aiutarci e a chiedere le grazie per noi.
"Prega per noi peccatori" - così preghiamo ogni giorno. Ricordiamo che Maria è Santa e Immacolata e desidera che noi diventiamo simili a Lei. Perciò facciamo del tutto per diventare santi. Conquistiamo la nostra perfezione spirituale con la preghiera, con il lavoro onesto, con i nostri sacrifici. Maria è la nostra Guida e Maestra sulla strada della santità.
Preghiamo oggi la protezione di Maria nella nostra vita:
Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.

III Domenica d'Avvento

Tutti abbiamo la nostalgia della felicità e della gioia. Dicono che Dante una volta, la sera tardi, si è presentato davanti alla porta di un convento, e alla domanda: che cosa cerca a quest'ora, ha risposto: "Cerco la gioia!"
Anche noi la cerchiamo! Sicuramente ci deve preoccupare il fatto che tra di noi ci sono sempre di meno gli uomini felici e gioiosi. Perché succede questo? Qualcuno ha notato che ogni anno nelle nostre case ci sono più comodità e sempre di meno la felicità e la gioia. Questo è la prova che cerchiamo la gioia e la felicità là dove non si può trovarle.
La vera felicità e la vera gioia non sussistono in essere ricchi, avere il conto sostanzioso in banca, possedere un'auto lussuosa o la casa comoda. Nel mondo ci sono tanti molto ricchi e nello stesso tempo molto tristi e infelici. Uno scrittore polacco, Wlasyslaw Fedorowicz ha scritto una volta: "Senza le ricchezze manca tanto alla felicità, ma con le ricchezze ancora di più la felicità è disturbata!".
Anche i potenti di questa terra non riescono a vivere la felicità e la gioia. Basta studiare un po' la vita di alcuni uomini del potere per constatare che erano uomini tristi e infelici. E la vita dei famosi attori, cantanti, sportivi… quando passa il loro tempo???
Allora dove cercare la vera felicità e la vera gioia? Una parziale risposta a questa domanda la possiamo trovare nelle letture liturgiche di questa domenica.
In tutti questi testi risuona la nota della vera gioia. Nella prima lettura abbiamo udito le parole del Profeta Isaia: "Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio". Ancora più gioioso è il salmo responsoriale. Il "Magnificat", l'inno di adorazione e di gioia di Maria. Invece San Paolo invita la comunità di Tessalonica e tutti noi: "State sempre lieti…".
Il cristianesimo è la religione della gioia. Sempre dobbiamo gioire ricordando come Dio ci ha amati. Dall'amore per noi ci ha creati e sempre ci sostiene nella vita. Ha creato il mondo meraviglioso e ci ha circondato di persone amate. Per farci figli suoi di adozione e per salvarci, ha mandato il suo Figlio unigenito sulla terra. Proprio questo ricordo festeggeremo fra meno di due settimane. Allora abbiamo tanti motivi per gioire!
Il più grande ostacolo nella conquista della felicità e della gioia è il male e il peccato. Proviamo a vedere anche dalle nostra esperienza personale e ci domandiamo: abbiamo visto qualche volta un felice egoista, un ubriacone, un tossicodipendente, un ladro, un imbroglione…? Ogni peccato, anche quello più piccolo fa morire la nostra felicità interiore e fa di noi uomini tristi e infelici.
Triste allora e infelice la vita di ognuno di noi finché non ci convertiremo, non confesseremo i nostri peccati e non ci avvicineremo a Dio. Perché la vera felicità e la vera gioia consiste nella vicinanza a Dio.
Come gli abitanti di Gerusalemme venivano da Giovanni Battista per confessare i loro peccati, così anche noi, in questi ultimi giorni di avvento cerchiamo un confessore e celebriamo con fede il sacramento della conversione. Gesù che noi aspettiamo vuole venire ai nostri cuori puri e vuole portarci in regalo la vera felicità e la vera gioia. Non dimentichiamo questo preparando le feste del Natale.
Concludiamo la nostra riflessione con le parole di un canto:
Nella notte, o Dio, noi veglieremo
Con le lampade, vestiti a festa:
presto arriverai e sarà giorno.
Rallegratevi in attesa del Signore:
improvvisa giungerà la sua voce.
Quando lui verrà, sarete pronti
E vi chiamerà "amici" per sempre.

IV Domenica d'Avvento

Tutta la liturgia della parola di oggi e in modo particolare il Vangelo, sono una lezione di fede e di fiducia.
Maria e Giuseppe sono esempi imparagonabili nel credere alla Parola. Come ci racconta il Vangelo, Maria ha udito cose incredibili, molto difficili. Il messaggero divino l'ha informata che diventerà Madre del Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo. Come doveva essere grande la fede di questa ragazza ebrea per credere in questa incomprensibile verità! Maria si è fidata di Dio ed è successo come è stato annunciato dall'Angelo.
Ma come spiegherà tutto ciò al suo fidanzato, Giuseppe? Lui crederà che tutto è opera dello Spirito Santo e non di un altro uomo? Maria doveva avere un grande peso nel cuore.
Alcune volte ci sembra che gli uomini scelti da Dio hanno particolari favori, una particolare protezione. In realtà è tutto diverso. Anche loro devono combattere diversi problemi e preoccupazioni, così come facciamo tutti noi.
Come racconta il Vangelo, Giuseppe vedendo Maria incinta, voleva abbandonarla di nascosto. Solo la visione dell'angelo gli ha fatto cambiare l'idea. Giuseppe ha creduto e con grande fiducia ha accolto Maria come sua sposa.
L'esame della fede e della fiducia a Dio per Maria e Giuseppe non finisce qui, anzi, qui comincia.
Sicuramente Maria non sapeva quando le costeranno le parole "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Similmente Giuseppe non prevedeva tutte le preoccupazioni e le difficoltà che doveva affrontare: il viaggio tortuoso a Betlemme, inutile ricerca dell'alloggio, la nascita di Gesù nella grotta, la fuga in Egitto, l'odio dei farisei verso Gesù, la morte di Gesù sulla croce… queste sono solo alcuni problemi che doveva affrontare. Possiamo dire che la loro vita era un susseguirsi di problemi, umanamente non risolvibili, durante i quali poteva venire la tentazione di rifiutare questi "speciali favori di Dio". Però, Maria e Giuseppe totalmente hanno creduto e avevano fiducia in Dio.
Anche a noi la vita non risparmia situazioni simili, nelle quali la nostra fede è provata fortemente. Come è difficile credere a un giovane che ha saputo di avere una malattia incurabile. Come può credere uno che ha perso un genitore nell'incidente? Come può credere una donna avendo un marito alcolizzato o drogato? E queste situazioni possiamo elencare senza fine.
Proprio in queste situazioni dobbiamo ricordare Maria e Giuseppe. Anche a loro non era tanto facile credere e capire il disegno divino, ma nonostante tutto ciò avevano fiducia che Dio sa meglio di loro che cosa è buono per loro. Crediamo e abbiamo fiducia anche noi quando Dio ci richiede prove di fedeltà.
Il tempo di Avvento non è solo il tempo di attesa della venuta del Signore ma anche il tempo di preparazione. Contemplando oggi le figure di Maria e Giuseppe rinnoviamo la nostra fede e la nostra fiducia in Dio che non solo viene a salvarci ma è sempre vicino a noi in ogni momento, per aiutarci in ogni difficoltà.
Concludiamo la nostra riflessione con una breve preghiera:
Signore, insegnaci ad avere fiducia così come l'aveva Maria, quando l'Angelo Gabriele le ha annunciato la nascita del Tuo Figlio. Insegnaci ad avere fiducia in Te, così come Gesù quando ha pregato morendo sulla croce: "Padre nelle tue mani affido il mio spirito". Amen.


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