SANTUARIO B.V. DELLA SASSOLA

Notizie storiche

Stilisticamente è la più riuscita chiesa del territorio di Campogalliano. E' di linee essenziali e armoniose, a forma di croce greca con cupoletta centrale. Fu edificato tra il 1745 e il 1747, ampliato nell'abside nel 1824 e parzialmente decorato nel 1851. Di gran pregio sono gli artistici altari laterali in marmo e scagliola policromi, innalzati nel 1855. Negli anni trenta furono rifatti l'altare maggiore e il pavimento e negli anni novanta il Santuario fu restaurato sia all'interno che all'esterno e fu stesa l'attuale decorazione. Di notevolissimo interesse la raccolta delle tavolette votive della Sagrestia del Santuario.

 

L'immagine della B.V. della Sassòla - Origine del nome

 

Sul cominciare del secolo XVII, secondo la tradizione vigente in Campogalliano, alcuni contadini videro sopra un mucchio di ghiaia presso il fiume Secchia, una tavoletta, sulla quale era dipinta l'immagine di Maria. La tolsero di là con venerazione e la collocarono lungo il fusto di una quercia, a mezzo miglio dal fiume presso la strada, che ora conduce a Cittanova. Don Paolo Antonio Arienti, che visse in Campogalliano nel secolo XVIII, dice che ai suoi tempi non c'era alcuno, che ricordasse precisamente l'epoca in cui era stata trovata ed esposta alla pubblica venerazione quella devota Immagine. Aggiunge che suo avolo, il quale era nato nel 1655 e morto nel 1737, parlando di essa, diceva di non aver mai saputo nulla della sua origine. Questa testimonianza conferma la tradizione, che l'Immagine della Sassòla sia stata rinvenuta e venerata fino dal 1600. Egli ci fa inoltre sapere che al principio del 1700 il signore Marco De-Pii, modenese, proprietario del campo, ove sorgeva la quercia, atterratala, fece innalzare nello stesso luogo un pilastro e collocò in apposita nicchia la S.Immagine. Ora supponendo che l'albero fosse molto vecchio, quando venne atterrato, resta appieno confermata la tradizione, vivendo la quercia in questi luoghi oltre i cento anni.

Quanto all'origine del nome vi sono tre opinioni. Alcuni vogliono che sia stata chiamata così dai sassolini sui quali fu depositata dalle acque del Secchia dopo una grande piena, e dove la trovarono i contadini. Altri vogliono invece che il nome di Sassòla derivi da una sassata con cui fu inavvertitamente colpita da alcuni giovanetti, mentre si divertivano presso la quercia. Infatti sotto al labbro inferiore della venerata effigie si vede l'impronta di un colpo di piccolo sasso. L'Arienti quantunque dica che ai suoi tempi v'erano persone molto provette, le quali asserivano il fatto della sassata, tuttavia non vuole ammettere che da esso ne derivi il nome, perché aveva veduto un'altra immagine della Sassola col medesimo segno, benchè dipinta su tela. Ma egli doveva riflettere, che se aveva veduto un'altra immagine su tela con quel segno medesimo fatto ad arte, ciò vuol dire che il pittore ebbe in animo di ricopiare fedelmente l'originale, e che se non trascurò quel segno sulla tela, ciò significa che esso è caratteristico di questa immagine, la quale perciò appunto fu detta della Sassola. Altri poi, e fra questi l'Arienti, derivano il nome di Sassola da una certa signora Maddalena Sassoli, vivente nel 1660, e di cui si fa cenno nei libri delle Deliberazioni del Comune di Campogalliano. Costei possedeva dei beni presso il Secchia, e non è improbabile fosse di sua proprietà il terreno in cui fu trovata l'immagine.

Ma qualunque sia l'origine di questo nome, scrive il dott. D.Giuseppe Tommasi-Mazzi, esso divenne ben presto celebre per i fatti prodigiosi e innegabili che accaddero nel luogo in cui l'immagine era venerata. Il nome di Sassola suonò soave a tanti infermi, che invocata Maria sotto questo titolo recuperarono la perduta sanità. Esso divenne conforto ai tribolati, rassegnazione agli afflitti, ancora di salvezza per tanti peccatori, i quali al solo mirare la benedetta effigie sentirono rinascere nel loro cuore la speranza del perdono. Appena invocato questo nome nelle pubbliche e private necessità piovvero dal cielo le grazie, e ne fanno fede le tabelle votive e le gruccie, appese alle pareti del Santuario, ed il numero grandissimo di cuori d'argento, di collane, di orecchini, di anelli d'oro che meglio di qulasivoglia prezioso arazzo coprono tutta la Chiesa.

Chi ha dipinto questa benedetta immagine? Noi non lo possiamo sapere; è certo però, che è un lavoro del miglior tempo della pittura italiana. E' molto espressiva, e raro avviene di incontrare immagini tanto devote. La Vergine SS., è dipinta ad olio, in mezzo busto, sopra un'assicella di rovere, che misura in larghezza centimetri 23, e centimetri 29 in altezza. Un ampio manto discende dal suo capo e le copre totalmente le spalle e le braccia; sul lato sinistro evvi una stella. Non è collocata del tutto di fronte, ma leggermente volta di profilo col capo un po' inclinato e redimito d'aureola, e con gli occhi che amorevolmente guardano chi a Lei si avvicina. Mostra nell'aspetto tutta la dignità d'una regina e tutta l'affezione di una madre, sollecita sempre del bene dei suoi figli. E' un fatto che non si può mirare senza non sentirsi profondamente commossi.

Le notizie qui riportate sono state tratte dal libro "Storia del Santuario della B.VERGINE della SASSOLA presso Campogalliano" edito nel 1903 e ristampato a cura di Edizioni Nuova Pagina nel 1991

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