Omelia e Angelus del Papa alla Beatificazione
Udienza: Parole del Papa e del card. Sodano


Nel contesto dell'Anno Giubilare Giovanni Paolo II, con intima letizia, dichiara Beati i due pontefici Pio IX e Giovanni XXIII, l'Arcivescovo Reggio, il sacerdote Chaminade e il monaco benedettino Marmion
Pio IX: È stato molto amato, ma anche odiato e calunniato. In mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo è brillata più vivida la luce delle sue virtù.
Giovanni XXIII: Con una ventata di novità che non riguardava la dottrina, ma il modo di esporla, ha inaugurato, pur tra non poche difficoltà, una stagione di speranza per i cristiani e per l'umanità.
Tommaso Reggio: Uomo di fede e di cultura ha saputo farsi, come Pastore, guida attenta dei fedeli in ogni circostanza. Sensibile alle povertà del suo popolo ha dato inizio alla famiglia religiosa delle Suore di Santa Marta.
Guillaume-Joseph Chaminade: Fondatore dei Marianisti, sempre animato dall'amore verso Cristo e dal filiale attaccamento a Maria, rappresenta un richiamo a prestare rinnovata attenzione ai giovani.
Columba Marmion: È stato un direttore spirituale eccezionale prestando molta cura alla vita interiore dei sacerdoti e dei religiosi. Nei suoi scritti, autentico tesoro di insegnamenti spirituali, indica una via di santità semplice ed esigente

"Cinque personalità diverse, ciascuna con una sua fisionomia e una sua missione, tutte accomunate dall'anelito alla santità... Il loro amore a Dio ed ai fratelli sia luce ai nostri passi in quest'alba del nuovo Millennio". È l'auspicio formulato da Giovanni Paolo II durante la solenne Concelebrazione Eucaristica per la beatificazione dei Papi Pio IX e Giovanni XXIII, dell'Arcivescovo Tommaso Reggio, di Guillaume-Joseph Chaminade e di Columba Marmion, presieduta domenica mattina, 3 settembre, in Piazza San Pietro.

 

L'omelia del Santo Padre:

1. Nel contesto dell'Anno Giubilare, è con intima letizia che ho dichiarato beati i due Pontefici Pio IX e Giovanni XXIII, e tre altri servitori del Vangelo nel ministero e nella vita consacrata: l'Arcivescovo di Genova Tommaso Reggio, il sacerdote diocesano Guillaume-Joseph Chaminade, il monaco benedettino Columba Marmion.

Cinque personalità diverse, ciascuna con una sua fisionomia e una sua missione, tutte accomunate dall'anelito alla santità. È appunto la loro santità che oggi riconosciamo: santità che è rapporto profondo e trasformante con Dio, costruito e vissuto nel quotidiano impegno di adesione alla sua volontà. La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all'imitazione e alla venerazione per le sue virtù, a lode della grazia divina che in esse risplende.

Rivolgo il mio deferente saluto alle Delegazioni ufficiali di Italia, Francia, Irlanda, Belgio, Turchia, Bulgaria, qui convenute per la solenne circostanza. Saluto pure i parenti dei nuovi Beati, insieme con i Cardinali, i Vescovi, le personalità civili e religiose che hanno voluto prendere parte a questa celebrazione. Saluto infine voi tutti, cari Fratelli e Sorelle, che siete accorsi in grande numero a rendere omaggio ai Servi di Dio che la Chiesa oggi iscrive nell'Albo dei Beati.

2. Ascoltando le parole dell'acclamazione al Vangelo: "Signore, guidaci sul retto cammino", il pensiero è andato spontaneamente alla vicenda umana e religiosa del Papa Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti. In mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo, egli fu esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità rivelate. Fedele in ogni circostanza agli impegni del suo ministero, seppe sempre dare il primato assoluto a Dio ed ai valori spirituali. Il suo lunghissimo pontificato non fu davvero facile ed egli dovette soffrire non poco nell'adempimento della sua missione al servizio del Vangelo. Fu molto amato, ma anche odiato e calunniato.

Ma fu proprio in mezzo a questi contrasti che brillò più vivida la luce delle sue virtù: le prolungate tribolazioni temprarono la sua fiducia nella divina Provvidenza, del cui sovrano dominio sulle vicende umane egli mai dubitò. Da qui nasceva la profonda serenità di Pio IX, pur in mezzo alle incomprensioni ed agli attacchi di tante persone ostili. A chi gli era accanto amava dire: "Nelle cose umane bisogna contentarsi di fare il meglio che si può e nel resto abbandonarsi alla Provvidenza, la quale sanerà i difetti e le insufficienze dell'uomo".

Sostenuto da questa interiore convinzione, egli indisse il Concilio Ecumenico Vaticano I, che chiarì con magisteriale autorità alcune questioni allora dibattute, confermando l'armonia tra fede e ragione. Nei momenti della prova, Pio IX trovò sostegno in Maria, di cui era molto devoto. Proclamando il dogma dell'Immacolata Concezione, ricordò a tutti che nelle tempeste dell'esistenza umana brilla nella Vergine la luce di Cristo, più forte del peccato e della morte.

3. "Tu sei buono e pronto al perdono" (Ant. d'ingr.). Contempliamo quest'oggi nella gloria del Signore un altro Pontefice, Giovanni XXIII, il Papa che colpì il mondo per l'affabilità del tratto, da cui traspariva la singolare bontà dell'animo. I disegni divini hanno voluto che la beatificazione accomunasse due Papi vissuti in contesti storici ben diversi, ma legati, al di là delle apparenze, da non poche somiglianze sul piano umano e spirituale. È nota la profonda venerazione che Papa Giovanni aveva per Pio IX, del quale auspicava la beatificazione. Durante un ritiro spirituale, nel 1959, scriveva nel suo Diario: "Io penso sempre a Pio IX di santa e gloriosa memoria, ed imitandolo nei suoi sacrifici, vorrei essere degno di celebrarne la canonizzazione" (Giornale dell'Anima, Ed. San Paolo, 2000, p. 560).

Di Papa Giovanni rimane nel ricordo di tutti l'immagine di un volto sorridente e di due braccia spalancate in un abbraccio al mondo intero. Quante persone sono state conquistate dalla semplicità del suo animo, congiunta ad un'ampia esperienza di uomini e di cose! La ventata di novità da lui portata non riguardava certamente la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla; nuovo era lo stile nel parlare e nell'agire, nuova la carica di simpatia con cui egli avvicinava le persone comuni e i potenti della terra. Fu con questo spirito che egli indisse il Concilio Ecumenico Vaticano II, col quale aprì una nuova pagina nella storia della Chiesa: i cristiani si sentirono chiamati ad annunciare il Vangelo con rinnovato coraggio e con più vigile attenzione ai "segni" dei tempi. Il Concilio fu davvero un'intuizione profetica di questo anziano Pontefice che inaugurò, pur tra non poche difficoltà, una stagione di speranza per i cristiani e per l'umanità.

Negli ultimi momenti della sua esistenza terrena, egli affidò alla Chiesa il suo testamento: "Ciò che più vale nella vita è Gesù Cristo benedetto, la sua Santa Chiesa, il suo Vangelo, la verità e la bontà". Questo testamento vogliamo raccogliere oggi anche noi, mentre rendiamo gloria a Dio per avercelo donato come Pastore.

4. "Siate di quelli che mettono in pratica e non soltanto ascoltatori" (Gc 1, 22). A queste parole dell'apostolo Giacomo fa pensare l'esistenza e l'apostolato di Tommaso Reggio, sacerdote e giornalista, divenuto poi Vescovo di Ventimiglia e infine Arcivescovo di Genova. Fu uomo di fede e di cultura e, come Pastore, seppe farsi guida attenta dei fedeli in ogni circostanza. Sensibile alle molteplici sofferenze e povertà del suo popolo si fece carico di un aiuto tempestivo in tutte le situazioni di bisogno. Proprio in questa prospettiva egli diede inizio alla Famiglia religiosa delle Suore di Santa Marta, affidando ad esse il compito di prestare il loro aiuto ai Pastori della Chiesa, soprattutto nel campo caritativo ed educativo.

Il suo messaggio è riconducibile a due parole: verità e carità. La verità innanzitutto, che significa ascolto attento della parola di Dio e slancio coraggioso nel difendere e diffondere gli insegnamenti del Vangelo. E poi la carità, che spinge ad amare Dio e, per amore suo, ad abbracciare tutti, perché fratelli in Cristo. Se una preferenza ci fu nelle scelte di Tommaso Reggio, essa fu per quanti si trovavano nella difficoltà e nella sofferenza. Ecco perché egli viene oggi proposto come modello a Vescovi, sacerdoti e laici, oltre che a quanti fanno parte della sua Famiglia spirituale.

Delle parti dell'omelia pronunciata dal Papa in lingua francese ed inglese, pubblichiamo una traduzione italiana:

5. Durante questo Anno Giubilare, la beatificazione di Guillaume-Joseph Chaminade, fondatore dei Marianisti, ricorda ai fedeli che hanno il compito di trovare sempre nuovi modi per essere testimoni della fede, e in particolare per arrivare a coloro che sono lontani dalla Chiesa e non dispongono degli abituali mezzi per conoscere Cristo. Guillaume-Joseph Chaminade invita ogni cristiano a radicarsi nel Battesimo, che rende conforme a Gesù e infonde lo Spirito Santo.

L'amore di Padre Chaminade verso Cristo, che si inserisce nella spiritualità della Scuola Francese, lo spinse a portare avanti instancabilmente la sua opera attraverso la fondazione di famiglie spirituali, in un periodo particolarmente tormentato della storia della Chiesa in Francia. Il suo filiale attaccamento a Maria gli permise di sperimentare la pace interiore in ogni circostanza, aiutandolo a fare sempre la volontà di Dio. Il modo in cui ebbe cura dell'educazione umana, morale e religiosa rappresenta per tutta la Chiesa un richiamo a prestare una rinnovata attenzione ai giovani, che hanno bisogno al tempo stesso di educatori e di testimoni per volgere il loro sguardo al Signore e svolgere completamente il loro ruolo nella missione della Chiesa.

6. Oggi, l'Ordine Benedettino gioisce per la beatificazione di uno dei suoi più illustri figli, Dom Columba Marmion, monaco e Abate di Maredsous. Dom Marmion ha lasciato in eredità alla Chiesa dei nostri tempi un autentico tesoro di insegnamenti spirituali. Nei suoi scritti indica una via di santità, semplice e tuttavia esigente, per tutti i fedeli che Dio, per amore, ha destinato ad essere suoi figli adottivi in Cristo Gesù (cfr Ef 1,5). Gesù Cristo, nostro Redentore e fonte di ogni grazia, è il centro della nostra vita spirituale e nostro modello di santità.

Prima di entrare nell'ordine Benedettino, Columba Marmion trascorse alcuni anni nella sollecitudine pastorale delle anime come sacerdote della sua Arcidiocesi di Dublino, sua città natale. Nel corso della sua vita il beato Columba è stato un direttore spirituale eccezionale prestando molta cura alla vita interiore dei sacerdoti e dei religiosi. Scrisse a un giovane che si preparava all'Ordinazione: "La miglior preparazione alla vita sacerdotale è vivere ogni giorno con amore laddove la Provvidenza e l'Obbedienza ci collocano" (Lettera, 27 dicembre 1915). Che un'ampia riscoperta degli scritti spirituali del beato Columba Marmion aiuti i sacerdoti, i religiosi e i laici a crescere in unione con Cristo e a recare una testimonianza fedele attraverso l'amore ardente di Dio e il servizio generoso verso i propri fratelli e le proprie sorelle.

(©L'Osservatore Romano - 4/5 Settembre 2000)


L'ANGELUS

La riflessione di Giovanni Paolo II al termine della solenne Concelebrazione Eucaristica - La profonda devozione mariana dei nuovi beati.
Al termine della Concelebrazione Eucaristica Giovanni Paolo II ha guidato la recita della preghiera mariana dell'"Angelus Domini". Questo è il testo della meditazione del Santo Padre:

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Al termine di questa solenne celebrazione, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, con un pensiero particolare per quelli di Senigallia, di Spoleto e di Imola, di Sotto il Monte, di Bergamo e di Venezia, di Genova, di Ventimiglia e della Liguria. Tutti ringrazio per la devota presenza ed esorto a seguire l'esempio dei novelli Beati.

Rivolgendosi ai fedeli di lingua francese presenti il Papa ha detto:

Je salue cordialement les personnes de langue française, notamment les jeunes, et tous les pèlerins de la Famille marianiste venus pour la béatification du père Chaminade. Chers amis, puisse votre prière, en ce dimanche, vous conforter dans la foi et stimuler votre désir de suivre vraiment le Christ sur le chemin de la sainteté! Je vous bénis tous de grand coeur.

Successivamente il Santo Padre ha così salutato i pellegrini di espressione inglese:

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors, especially those who have come from Ireland for the Beatification of Dom Columba Marmion. Holiness is a challenge and duty for all Christ's followers in every age. May the example of the new Beati guide, strengthen and encourage our discipleship. God be with you and your families!

Infine Giovanni Paolo II ha così concluso in lingua italiana:

2. Profonda è stata nei nuovi Beati la devozione mariana. A Pio IX, il Pontefice del dogma dell'Immacolata Concezione, il popolo cristiano sarà sempre grato per aver proclamato questa stupenda verità di fede, da cui proviene luce e speranza per il destino del mondo e di ogni uomo.

Giovanni XXIII ha lasciato nel suo Giornale dell'anima la testimonianza di un amore filiale per la Vergine Santa, che si riassume nell'invocazione: "Madre mia, fiducia mia".

Il Vescovo Tommaso Reggio proponeva alle donne di ogni età e condizione come modello Maria, "donna per eccellenza, specchio tersissimo in cui specchiarsi e apprendere quali gesti, per amore del Figlio suo, sia meglio compiere".

Il Padre Chaminade, rivolgendosi ai suoi Confratelli, diceva: "Noi siamo i missionari di Maria, che ci ha detto: "Fate tutto quello che Egli [Cristo] vi dirà"".

Ed infine l'abate Marmion ha scritto nel celebre libro Cristo vita dell'anima: "Se Gesù Cristo è il nostro Salvatore perché ha rivestito la natura umana, come amarlo veramente, come rassomigliargli perfettamente, senza avere una devozione particolare per colei da cui egli ha ricevuto questa natura umana?".

Maria, Regina dei Santi, ci aiuti a realizzare fedelmente nella nostra vita la volontà del Signore, così come hanno fatto questi novelli Beati.

(©L'Osservatore Romano - 4/5 Settembre 2000)


L'udienza di lunedì 4/9 ai pellegrini venuti a Roma per la solenne celebrazione di beatificazione

 "L'Anno giubilare ci invita ad un pellegrinaggio verso Cristo. Pellegrinaggio che i nuovi Beati hanno percorso con impegno e fatica, passando attraverso la "porta stretta" che è Cristo. Proprio per questo ora partecipano alla sua gloria. Spronati dal loro esempio ed aiutati dalla loro intercessione, affrettiamo anche noi il passo verso la Patria celeste". Lo ha sottolineato il Santo Padre rivolgendosi ai numerosi pellegrini convenuti nell'Aula Paolo VI lunedì mattina, 4 settembre, all'indomani della solenne beatificazione. "Alla venerazione di tutti - ha detto tra l'altro Giovanni Paolo II nel suo discorso - i fedeli sono stati proposti ieri due Pontefici, che hanno segnato la storia degli ultimi secoli: Pio IX, che guidò la barca di Pietro in mezzo a violente tempeste per quasi trentadue anni; Giovanni XXIII, che nel suo breve pontificato ha convocato un Concilio ecumenico di straordinario rilievo nella storia della Chiesa". "Tra i devoti del neo Beato Pio IX - ha detto inoltre il Santo Padre - spicca un suo successore, Giovanni XXIII, che avrebbe desiderato - fu lui stesso a scriverlo - di vederlo elevato agli onori degli altari. Papa Giovanni univa alle virtù cristiane una profonda conoscenza dell'umanità nelle sue luci ed ombre. La passione lungamente coltivata per la storia gli era in ciò di aiuto".


L'omelia del Cardinale Angelo Sodano
(Segretario di Stato, alla Santa Messa di ringraziamento per le beatificazioni.)

Alla fonte di ogni santità: carismi diversi ed origine identica.
Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha presieduto lunedì mattina, 4 settembre, nell'Aula Paolo VI, la Santa Messa di ringraziamento per le beatificazioni dei Papi Pio IX e Giovanni XXIII, dell'Arcivescovo Tommaso Reggio, di Padre Guillaume-Joseph Chaminade e di Dom Columba Marmion. Questo è il testo dell'omelia tenuta dal Cardinale Sodano:

"Padre veramente santo, fonte di ogni santità": è l'invocazione che rivolgiamo a Dio all'inizio della seconda preghiera eucaristica. Mettendo sulle labbra del celebrante queste parole, la Chiesa ci vuole ricordare che la sorgente di tutto il bene che si compie in questo mondo è Dio stesso, tre volte Santo.

Del resto è anche questo il canto che si eleva dai nostri cuori durante ogni celebrazione eucaristica, quando in coro proclamiamo: "Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo!".

1. La potenza dello Spirito

Qui convenuti per ringraziare il Signore per il dono fatto alla Sua Santa Chiesa di cinque nuovi Beati, noi sentiamo oggi il bisogno di cantare la grandezza di Dio, che sempre suscita fra noi forme nuove di santità.

L'Eucaristia che oggi celebriamo tende appunto a dare gloria a Dio: essa è "il sacrificio di lode", "l'oblazione pura e santa" di tutto il Corpo mistico di Cristo, del Capo e delle sue membra.

Oggi noi vogliamo dare gloria a Dio soprattutto per il dono di cinque suoi ministri, che in uffici diversi hanno dato testimonianza eroica di fedeltà alla loro missione. Elevando agli altari dei suoi figli, la Chiesa - ci ricorda il Concilio Ecumenico Vaticano II nella "Lumen Gentium" - riconosce la potenza dello Spirito di santità che è in lei, e sostiene la speranza dei fedeli, offrendo loro i santi quali modelli ed intercessori (Ibidem nn. 40, 48-51).

2. I nuovi Beati

Ed è appunto per la loro personale santità di vita che la Chiesa ha ieri iscritto nell'albo dei Beati i Papi Pio IX e Giovanni XXIII, l'Arcivescovo Tommaso Reggio, il P. Chaminade e Dom Marmion. Gli storici potranno discutere sui metodi o sull'opportunità delle loro scelte operative, come sull'efficacia dei loro metodi di apostolato.

Gli studiosi potranno illustrarci il contesto storico in cui i nuovi Beati hanno dovuto operare ed i loro condizionamenti sociali. A noi oggi interessa contemplare la loro santità di vita, nella piena fedeltà alla volontà di Dio, là ove Egli li ha chiamati a vivere ed operare. Ed è questa santità di vita che ci spinge a venerare coloro che oggi ci sono additati dalla Chiesa quali stelle luminose sul nostro cammino.

3. Il Papa Pio IX

Pio IX si presenta dinanzi a noi come il Pastore mite ed umile di cuore, che cercò di guidare la Santa Chiesa di Dio in un'ora difficile della sua storia. Così apparve nei trentadue anni di Pontificato (1846-1878), come nel periodo anteriore della sua vita sacerdotale ed episcopale, a Spoleto ed a Imola.

Fu questa santità personale che impressionò i contemporanei del Papa Pio IX. Così, ad esempio, scriveva il ministro piemontese Clemente Solaro della Margarita, dopo aver fatto visita al nuovo Papa a fine agosto del 1846: "Fui altamente commosso della bontà con cui mi accolse e compreso di ammirazione per il suo alto sentire, in quanto riguardava il compimento delle sue eccelse funzioni cui Dio l'aveva destinato e vidi essere suo intimo desiderio portare all'amministrazione dello Stato tutti quei rimedi che i tempi esigevano, ma essere risoluto a non lasciarsi trascinare più oltre. Pio IX mi parlò con la serena tranquillità di una retta coscienza della gravità delle circostanze in cui trovavasi l'Italia, e non nascondendo a se stesso gli eventi cui s'andava incontro, si abbandonava in Dio, perché l'assistesse nel tempo della tempesta" (Solaro, Memorandum storico-politico, Torino 1852 [1930] pag. 28 - cfr pure De Mattei, Pio IX, Casale Monferrato 2000, pag. 31-32).

4. Il Papa Giovanni XXIII

Così ci appare anche il Papa Giovanni XXIII, in altro contesto storico: un Pastore mite e buono, totalmente consacrato a servire la Santa Chiesa, prima con la sua testimonianza personale di vita di ministro del Signore totalmente a lui consacrato e poi con la sua opera apostolica. Così nei suoi cinque anni di Pontificato (1958-1963), come pure a Bergamo, a Roma, in Bulgaria, in Turchia, a Parigi come Nunzio Apostolico o a Venezia come Patriarca.

Nel suo diario pubblicato dopo la morte con il titolo "Il Giornale dell'anima" leggiamo delle profonde annotazioni, dalle quali traspare tutto lo spirito soprannaturale che l'animava. Per lui ogni ministro della Chiesa doveva tendere allo stesso fine e la base di ogni attività apostolica era sempre costituita dalle virtù cristiane.

Molti dei presenti hanno ancora avuto la fortuna di conoscerlo e lo ricordano appunto così, come un Pastore buono e santo, animato dallo Spirito di Cristo. Così anch'io l'ho conosciuto. Mi benedisse allorquando quarant'anni fa iniziai il mio servizio alla Santa Sede, invitandomi a lasciarmi sempre guidare nella vita dalla Provvidenza Divina.

5. L'Arcivescovo Tommaso Reggio

La terza figura di Pastore della Chiesa, che ha offerto la sua vita per la diffusione del Regno di Dio nella difficile situazione italiana del secolo scorso, è Mons. Tommaso Reggio. Prima come sacerdote a Genova, poi come Vescovo a Ventimiglia ed infine come Arcivescovo nella sua stessa amata città, egli ci lasciò l'esempio di un vero Ministro del Signore, annunciatore del Vangelo di Cristo, prima con l'esempio della sua vita intemerata e poi con la forza trascinatrice della sua parola. Così ci appare anche nell'ultima sua biografia, magistralmente tracciata dall'attuale Arcivescovo di Genova, il Card. Dionigi Tettamanzi (cfr Mons. Reggio - Piemme - Casale Monferrato 2000).

Oggi gode la Liguria nel vedere questo suo figlio illustre elevato all'onore degli altari. Oggi gode in particolare la Congregazione delle Suore di S. Marta che egli fondò per le necessità del clero e per le attività pastorali più urgenti, proponendo alle Religiose l'esempio di servizio di Santa Marta nella sua casa di Betania. Nella casa delle Suore di S. Marta in Genova riposano le spoglie mortali del nuovo Beato. Dal cielo egli vegli sulla sua cara terra ligure e sulle benemerite Religiose di S. Marta, che desiderano continuare a vivere ed operare nella fedeltà allo spirito di servizio che egli ha loro lasciato in preziosa eredità.

6. La santità dei religiosi

Fratelli e sorelle nel Signore, il nostro "Te Deum" oggi diventa ancora più corale, quando contempliamo le meraviglie che la grazia di Dio ha operato in due grandi religiosi, il Padre Guglielmo Giuseppe Chaminade e Dom Columba Marmion. Carismi diversi i loro: l'uno è grande per il suo zelo missionario, l'altro per la sua vita monastica esemplare. Unica però è la fonte: è lo Spirito Santo che anima tutta la Chiesa e continua a suscitare in essa fiori diversi di santità.

Gioiscono oggi non solo la Società di Maria e l'Istituto delle Figlie di Maria Immacolata, gioisce oggi non solo l'Ordine di S. Benedetto, ma è tutta la Chiesa che è in festa nel vedere esaltati due suoi figli esemplari.

Diversi furono i sentieri sui quali il Signore li chiamò. Quando Padre Chaminade moriva a Bordeaux il 22 gennaio 1850, egli concludeva una vita tribolata, passata attraverso le prove della Rivoluzione francese e l'esilio in Spagna. L'amore a Cristo e alle anime sempre però lo aveva sostenuto; la devozione a Maria Santissima sempre era stata il segreto della sua vita. E così egli giunse alle vette della santità.

Dom Columba Marmion è stato condotto dal Signore per diversi cammini, dalla sua cara terra irlandese fino a Roma per gli studi teologici, e poi all'abbazia benedettina di Maredsous in Belgio, ove passò la sua vita di totale consacrazione al Signore, fino a quando Egli venne a chiamarlo a sé il 30 Gennaio 1923. I suoi libri "Cristo vita dell'anima", "Cristo ideale del monaco", "Cristo nei suoi misteri" rimangono ancor oggi per noi una fonte preziosa di vita spirituale. "Defunctus adhuc loquitur", potremmo dire con S. Paolo (Hebr. 11, 4), il defunto ci parla ancora.

7. Conclusione

Fratelli e sorelle, per il dono di questi cinque nuovi Beati noi oggi vogliamo rendere gloria a Dio, fonte di ogni santità. A Lui chiediamo poi, per intercessione di questi campioni della fede, di continuare a suscitare nella sua Chiesa uomini e donne che, in ogni condizione sociale, offrano al mondo la testimonianza della santità cristiana. Amen!

Con il Cardinale Segretario di Stato hanno concelebrato i Cardinali Marco Cé, Patriarca di Venezia, e Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Genova; quaranta tra Arcivescovi e Vescovi; centocinquanta presbiteri, tra i quali i postulatori delle Cause dei nuovi beati. La celebrazione è stata allietata dai canti eseguiti dai novanta elementi della corale del Seminario Maggiore di Bergamo.

"Fai fiorire il bene": uno striscione delle figlie spirituali del beato Tommaso Reggio, sintetizzava le attese interiori di tutti i pellegrini giunti per la beatificazione.