Vita di Papa Giovanni XXIII
Nascita e primi anni di vita in famiglia
Educazione al sacerdozio
Nel 1892 a 12 anni Angelo entrò nel seminario di Bergamo per gli studi
ginnasiali e liceali. Ciò fu possibile per l’aiuto economico del suo parroco
don Francesco Rebuzzini e di don Giovani Morlani, l’amatissimo proprietario
del fondo coltivato dai Roncalli. Qui maturò la determinazione di fare ogni
sforzo per diventare santo come si legge ripetutamente nel suo diario "Il
giornale dell’anima" che cominciò a scrivere in quegli anni.
Date le sue capacità intellettuali e morali, nel 1901 fu mandato a Roma per
continuare gli studi come alunno del Seminario Romano dell’Apollinare,
usufruendo di una borsa di studio. In un clima di aperture e di nuove
impostazioni culturali, la formazione intellettuale impartita dal seminario
romano "dava ali discrete alla nostra giovinezza e incoraggiava a larghi
orizzonti". Negli anni 1901-2 fece la richiesta di anticipo volontario per
il servizio militare, sacrificandosi a favore del fratello Zaverio che era
necessario a casa per i lavori in campagna. Fu un vero purgatorio "eppure -
scrisse - sento il Signore con la sua santa provvidenza vicino a me". Si
laureò in Sacra Teologia nel 1904.
Ordinazione sacerdotale e primi anni di sacerdozio
Il 10 agosto 1904 Angelo venne ordinato Sacerdote in S. Maria in Monte
Santo a Roma. Celebrò la prima Messa il giorno seguente in S. Pietro vicino
alla tomba dell’Apostolo e il pomeriggio di quel giorno fu ricevuto dal Papa
S. Pio X. Nel 1905 venne nominato segretario del Vescovo di Bergamo monsignor
Giacomo Radini Tedeschi e l’anno seguente fu incaricato dell’insegnamento di
Storia e Patrologia in seminario.
Servizio militare durante la prima grande guerra
Dal 1915 al 1918 prestò servizio militare come cappellano
dell’Ospedale di riserva a Bergamo. Con la sua amabilità e il suo ottimismo
riusciva a contribuire alla salute dei soldati e a riconciliarli alla fede.
Primo incarico nazionale
Nel 1921 fu chiamato a Roma come presidente del Consiglio centrale per
l’Italia delle Pontificie Opere Missionarie e qui alimentò il suo amore per
le missioni estere influenzato anche dal contatto con padre Paolo Manna,
superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), che aveva per
programma: "Tutta la Chiesa per tutto il mondo" e che fu uno dei più
grandi animatori della causa missionaria del secolo.
Nel Corpo diplomatico della S. Sede
Nel 1925 Monsignor Angelo Roncalli entrò nel Corpo Diplomatico della S.
Sede. Venne consacrato vescovo il 19 marzo 1925 in S. Carlo al Corso in Roma, e
nominato Visitatore Apostolico in Bulgaria. Soffrì molto per la
difficilissima situazione sociale, politica e religiosa di questo paese e
specialmente per il rapporto con la Chiesa ortodossa. Ma con la simpatia, la
semplicità, il cuore e l’intelligenza riuscì a conquistare tutti. Basti
citare il suo programma nei riguardi degli ortodossi espresso nel suo primo
discorso: "Non basta nutrire sentimenti cordiali verso i nostri fratelli
separati: se li amate veramente date loro buon esempio e tramutate il vostro
amore in azione". Nel 1934 venne trasferito alla Delegazione apostolica di Turchia
e nominato Amministratore Apostolico dei Latini. Qui monsignor Roncalli,
sollecitando la complicità del re, riuscì a salvare 24 mila ebrei, tra cui
numerosi bambini che, per il timore di essere deportati in Germania, avevano
organizzato clandestinamente un esodo in massa verso la Palestina. A
testimonianza di questo fatto, nel museo dei suoi ricordi a Ca’ Maitino a
Sotto il Monte, si trova un prezioso orologio a pendolo dono riconoscente degli
ebrei salvati. Nel dicembre del 1944 Pio XII lo nominò Nunzio Apostolico a Parigi
dove presentò le credenziali il 1 gennaio 1945. Anche in Francia trovò una
situazione difficilissima: quella politica per l’accusa a molti vescovi di
aver collaborato coi tedeschi invasori; quella religiosa per la questione dei
preti operai. Anche là il suo equilibrio, la sua accortezza, la semplicità e
l’amabilità riuscirono a risolvere i problemi e a conquistarsi le simpatie
dei francesi.
Patriarca di Venezia
Il 12 gennaio 1953 monsignor Angelo Giuseppe Roncalli fu creato cardinale
da Pio XII e nominato Patriarca di Venezia. Il programma del suo servizio di
pastore, nella prima omelia in S. Marco, dimostra lo spirito che lo animava.
Disse ai veneziani: "voglio essere vostro fratello, amabile, accostevole,
comprensivo". Non acquistò né un motoscafo né una gondola. Per spostarsi
in laguna usò i mezzi pubblici. Si diceva a Venezia di lui: "Ognuno che
l’incontra per le calli rimane con l’impressione precisa che il Patriarca
abbia per lui un’attenzione "tutta particolare"".
Elezione e Pontificato
Il 28 ottobre 1958 a 77 anni, con sorpresa di tutti per la sua avanzata
età, Roncalli venne eletto Papa e assunse il nome di suo padre, del patrono del
suo paese natale e dell’evangelista della carità: Giovanni. Iniziò subito un
modo nuovo di fare il Papa: a nemmeno due mesi dalla sua elezione diede
l’esempio di mettere in pratica le opere di misericordia corporali: a Natale
visitò i bambini ammalati all’Ospedale romano del Bambin Gesù, ed il giorno
seguente i detenuti del carcere romano di Regina Coeli. Solo tre mesi dopo la
sua elezione il 25 gennaio 1959 nella Basilica di S. Paolo, tra la generale
sorpresa, annunciò il Concilio Ecumenico Vaticano II, il I Sinodo della Diocesi
di Roma e la revisione del Codice di Diritto Canonico. Nei primi mesi del suo
pontificato, in tre Concistori, nominò 37 nuovi cardinali tra cui, per la prima
volta, un nero, un giapponese e un filippino. Il 4 ottobre 1962 compì il
pellegrinaggio in treno a Loreto e ad Assisi pregando e facendo pregare per
l’imminente Concilio. Fu la prima uscita di un Papa nel Regno d’Italia dopo
la conquista e l’annessione della città allo Stato italiano nel 1870.
Il Concilio
L’11 Ottobre 1962 papa Roncalli aprì in S. Pietro il Concilio Vaticano
II indicando un preciso orientamento: non definire nuove verità o condannare
errori, ma: rinnovare la Chiesa per renderla più santa e quindi più adatta ad
annunciare il Vangelo ai contemporanei; ricercare le vie per l’unità delle
Chiese cristiane; rilevare ciò che c’è di buono nella cultura contemporanea
aprendo una nuova fase di dialogo col mondo moderno, cercando innanzitutto
"ciò che unisce invece di ciò che divide".
Udienza al genero di Kruscev
Il 7 marzo 1963 prese il coraggio d’iniziare il disgelo con l’Unione
Sovietica ricevendo personalmente il genero di Kruscev, Alexei Adjubei, con la
moglie. Alla fine dell’incontro disse al suo segretario: "Può essere una
delusione, oppure un filo misterioso della Provvidenza che io non ho il diritto
di rompere". La storia ha dimostrato la presenza di quel filo.
L’enciclica Pacem in terris
L’11 aprile 1963 papa Roncalli pubblica l’Enciclica "Pacem in
terris" indirizzata per la prima volta non ai soli cattolici ma "a
tutti gli uomini di buona volontà", e che fu ritenuta da tutti, anche non
cristiani, come l’espressione migliore, nella situazione del mondo
contemporaneo, delle vie per alimentare le speranze di pace e di solidarietà di
tutto il genere umano.
Premio internazionale per la pace
Il 10 maggio 1963 al Papa Bergamasco venne consegnato in Vaticano il
premio internazionale Balzan per la pace.
La morte
Il 23 maggio dello stesso anno venne annunciata la malattia del Papa, e
il 3 giugno 1963, dopo solo 4 anni sei mesi e sei giorni di pontificato, Angelo
Giuseppe Roncalli si spegneva serenamente invocando il nome di Gesù e offrendo
la sua vita per realizzare il testamento di Gesù: "che tutti siano
uno". Il cordoglio fu universale. Una persona che lo ha conosciuto e
seguito in quei pochi anni sintetizzò bene l’impressione di tutti: "Papa
Giovanni mi ha fatto scoprire concretamente la paternità di Dio".
(da www.papagiovanni.com )