Vita di Papa Giovanni XXIII


Nascita e primi anni di vita in famiglia
Angelo Giuseppe nacque il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte, 16 Km a sud-ovest di Bergamo, terzogenito di 13 figli e figlie di Battista Roncalli e Marianna Mazzola. Com’era uso, fu battezzato quello stesso giorno. Crebbe in una modestissima famiglia di contadini mezzadri in un ambiente povero. La più grande ricchezza della famiglia era la fede indiscussa, la carità, la fiducia assoluta nella Provvidenza di Dio, che erano fonte di grande serenità. Il futuro Papa riconoscerà sempre la preziosità di queste virtù che assimilò nel clima familiare e che affermerà essere "le cose più preziose ed importanti che sorreggono e danno calore alle molte altre che appresi in seguito".

 

Educazione al sacerdozio
Nel 1892 a 12 anni Angelo entrò nel seminario di Bergamo per gli studi ginnasiali e liceali. Ciò fu possibile per l’aiuto economico del suo parroco don Francesco Rebuzzini e di don Giovani Morlani, l’amatissimo proprietario del fondo coltivato dai Roncalli. Qui maturò la determinazione di fare ogni sforzo per diventare santo come si legge ripetutamente nel suo diario "Il giornale dell’anima" che cominciò a scrivere in quegli anni. Date le sue capacità intellettuali e morali, nel 1901 fu mandato a Roma per continuare gli studi come alunno del Seminario Romano dell’Apollinare, usufruendo di una borsa di studio. In un clima di aperture e di nuove impostazioni culturali, la formazione intellettuale impartita dal seminario romano "dava ali discrete alla nostra giovinezza e incoraggiava a larghi orizzonti". Negli anni 1901-2 fece la richiesta di anticipo volontario per il servizio militare, sacrificandosi a favore del fratello Zaverio che era necessario a casa per i lavori in campagna. Fu un vero purgatorio "eppure - scrisse - sento il Signore con la sua santa provvidenza vicino a me". Si laureò in Sacra Teologia nel 1904.

 

Ordinazione sacerdotale e primi anni di sacerdozio
Il 10 agosto 1904 Angelo venne ordinato Sacerdote in S. Maria in Monte Santo a Roma. Celebrò la prima Messa il giorno seguente in S. Pietro vicino alla tomba dell’Apostolo e il pomeriggio di quel giorno fu ricevuto dal Papa S. Pio X. Nel 1905 venne nominato segretario del Vescovo di Bergamo monsignor Giacomo Radini Tedeschi e l’anno seguente fu incaricato dell’insegnamento di Storia e Patrologia in seminario.

 

Servizio militare durante la prima grande guerra
Dal 1915 al 1918 prestò servizio militare come cappellano dell’Ospedale di riserva a Bergamo. Con la sua amabilità e il suo ottimismo riusciva a contribuire alla salute dei soldati e a riconciliarli alla fede.

 

Primo incarico nazionale
Nel 1921 fu chiamato a Roma come presidente del Consiglio centrale per l’Italia delle Pontificie Opere Missionarie e qui alimentò il suo amore per le missioni estere influenzato anche dal contatto con padre Paolo Manna, superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), che aveva per programma: "Tutta la Chiesa per tutto il mondo" e che fu uno dei più grandi animatori della causa missionaria del secolo.

 

Nel Corpo diplomatico della S. Sede
Nel 1925 Monsignor Angelo Roncalli entrò nel Corpo Diplomatico della S. Sede. Venne consacrato vescovo il 19 marzo 1925 in S. Carlo al Corso in Roma, e nominato Visitatore Apostolico in Bulgaria. Soffrì molto per la difficilissima situazione sociale, politica e religiosa di questo paese e specialmente per il rapporto con la Chiesa ortodossa. Ma con la simpatia, la semplicità, il cuore e l’intelligenza riuscì a conquistare tutti. Basti citare il suo programma nei riguardi degli ortodossi espresso nel suo primo discorso: "Non basta nutrire sentimenti cordiali verso i nostri fratelli separati: se li amate veramente date loro buon esempio e tramutate il vostro amore in azione". Nel 1934 venne trasferito alla Delegazione apostolica di Turchia e nominato Amministratore Apostolico dei Latini. Qui monsignor Roncalli, sollecitando la complicità del re, riuscì a salvare 24 mila ebrei, tra cui numerosi bambini che, per il timore di essere deportati in Germania, avevano organizzato clandestinamente un esodo in massa verso la Palestina. A testimonianza di questo fatto, nel museo dei suoi ricordi a Ca’ Maitino a Sotto il Monte, si trova un prezioso orologio a pendolo dono riconoscente degli ebrei salvati. Nel dicembre del 1944 Pio XII lo nominò Nunzio Apostolico a Parigi dove presentò le credenziali il 1 gennaio 1945. Anche in Francia trovò una situazione difficilissima: quella politica per l’accusa a molti vescovi di aver collaborato coi tedeschi invasori; quella religiosa per la questione dei preti operai. Anche là il suo equilibrio, la sua accortezza, la semplicità e l’amabilità riuscirono a risolvere i problemi e a conquistarsi le simpatie dei francesi.

 

Patriarca di Venezia
Il 12 gennaio 1953 monsignor Angelo Giuseppe Roncalli fu creato cardinale da Pio XII e nominato Patriarca di Venezia. Il programma del suo servizio di pastore, nella prima omelia in S. Marco, dimostra lo spirito che lo animava. Disse ai veneziani: "voglio essere vostro fratello, amabile, accostevole, comprensivo". Non acquistò né un motoscafo né una gondola. Per spostarsi in laguna usò i mezzi pubblici. Si diceva a Venezia di lui: "Ognuno che l’incontra per le calli rimane con l’impressione precisa che il Patriarca abbia per lui un’attenzione "tutta particolare"".

 

Elezione e Pontificato
Il 28 ottobre 1958 a 77 anni, con sorpresa di tutti per la sua avanzata età, Roncalli venne eletto Papa e assunse il nome di suo padre, del patrono del suo paese natale e dell’evangelista della carità: Giovanni. Iniziò subito un modo nuovo di fare il Papa: a nemmeno due mesi dalla sua elezione diede l’esempio di mettere in pratica le opere di misericordia corporali: a Natale visitò i bambini ammalati all’Ospedale romano del Bambin Gesù, ed il giorno seguente i detenuti del carcere romano di Regina Coeli. Solo tre mesi dopo la sua elezione il 25 gennaio 1959 nella Basilica di S. Paolo, tra la generale sorpresa, annunciò il Concilio Ecumenico Vaticano II, il I Sinodo della Diocesi di Roma e la revisione del Codice di Diritto Canonico. Nei primi mesi del suo pontificato, in tre Concistori, nominò 37 nuovi cardinali tra cui, per la prima volta, un nero, un giapponese e un filippino. Il 4 ottobre 1962 compì il pellegrinaggio in treno a Loreto e ad Assisi pregando e facendo pregare per l’imminente Concilio. Fu la prima uscita di un Papa nel Regno d’Italia dopo la conquista e l’annessione della città allo Stato italiano nel 1870.

 

Il Concilio
L’11 Ottobre 1962 papa Roncalli aprì in S. Pietro il Concilio Vaticano II indicando un preciso orientamento: non definire nuove verità o condannare errori, ma: rinnovare la Chiesa per renderla più santa e quindi più adatta ad annunciare il Vangelo ai contemporanei; ricercare le vie per l’unità delle Chiese cristiane; rilevare ciò che c’è di buono nella cultura contemporanea aprendo una nuova fase di dialogo col mondo moderno, cercando innanzitutto "ciò che unisce invece di ciò che divide".

 

Udienza al genero di Kruscev
Il 7 marzo 1963 prese il coraggio d’iniziare il disgelo con l’Unione Sovietica ricevendo personalmente il genero di Kruscev, Alexei Adjubei, con la moglie. Alla fine dell’incontro disse al suo segretario: "Può essere una delusione, oppure un filo misterioso della Provvidenza che io non ho il diritto di rompere". La storia ha dimostrato la presenza di quel filo.

 

L’enciclica Pacem in terris
L’11 aprile 1963 papa Roncalli pubblica l’Enciclica "Pacem in terris" indirizzata per la prima volta non ai soli cattolici ma "a tutti gli uomini di buona volontà", e che fu ritenuta da tutti, anche non cristiani, come l’espressione migliore, nella situazione del mondo contemporaneo, delle vie per alimentare le speranze di pace e di solidarietà di tutto il genere umano.

 

Premio internazionale per la pace
Il 10 maggio 1963 al Papa Bergamasco venne consegnato in Vaticano il premio internazionale Balzan per la pace.

 

La morte
Il 23 maggio dello stesso anno venne annunciata la malattia del Papa, e il 3 giugno 1963, dopo solo 4 anni sei mesi e sei giorni di pontificato, Angelo Giuseppe Roncalli si spegneva serenamente invocando il nome di Gesù e offrendo la sua vita per realizzare il testamento di Gesù: "che tutti siano uno". Il cordoglio fu universale. Una persona che lo ha conosciuto e seguito in quei pochi anni sintetizzò bene l’impressione di tutti: "Papa Giovanni mi ha fatto scoprire concretamente la paternità di Dio".

 

(da www.papagiovanni.com )