Baccanello è una Frazione di Calusco ed è nota a tutti per il Convento dei
  FRATI MINORI DI S.  FRANCESCO D'ASSISI.
E
cco alcune foto

Convento di Baccanello visto da lontano con Chiesa e campanile.

Facciata della Chiesa di Baccanello
Il 22 aprile 1625 la Chiesa fu consacrata dal Vescovo di Bergamo 
Mons. Federico Cornaro.
Prima era decorata con Affreschi, poi con Quadri e stucchi 

          

Interno della Chiesa restaurato di recente 
Prima era decorata con Affreschi, poi con Quadri e stucchi di pregevole fattura.
In questa Chiesa c'è un quadro di grande valore che rappresenta 
la Vergine con i vari Santi, opera di Francesco Zucco. 

Scorcio di un chiosco del convento dei Frati Minori di S. Francesco 

di Baccanello

Altra visione del Convento, Campanile e Chiesa 

Baccanello

Il Convento dei Frati Minori di Baccanello

Fondato nel 1605, riacquisito nel 1888, costituì per molti anni la casa Normativa per gli studenti del liceo.
Papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli da Sotto il Monte) amava molto questo convento che conserva i suoi preziosi ricordi.
Il 26 giugno 1981 il P. Generale erigeva canonicamente il Noviziato nel convento di Baccanello ed a settembre i primi novizi iniziavano l'anno della prova.
Dal 1980 sono in atto i restauri di tutto il convento ad opera dei frati, dei novizi e di uomini generosi di Baccanello che gratuitamente prestano il loro servizio.

 

visitor.gif (2706 byte)

i.gif (2854 byte) Baccanello agli occhi di papa Giovanni XXIII

Papa Giovanni XXIII nacque il 25 novembre del 1881 a Sotto il Monte (BG) in località Brusicco.
Dalla sua casa natale si vedeva il Convento francescano di Baccanello a Calusco d’Adda.
A distanza di anni così lo ricordava:
"Gli occhi nostri per altro sino dall'infanzia furono familiari alla vita semplice del conventino regolare dei Frati Minori di Baccanello, che nella distesa campagna lombarda, dove eravamo nati e cresciuti, era la prima costruzione tutta religiosa che incontravamo: chiesa, modesto romitorio, campanile e, intorno intorno, umili fratelli che si spandevano fra i campi e i modesti casolari per la "cerca", diffondendo quell'aria di semplicità tutta ingenua, che rendeva così simpatico San Francesco e i figli suoi.
Ci sia concesso di dire che dopo un lungo "curriculum" per le vie del mondo, e avendo accostate tante nobilissime produzioni di quello spirito presso uomini dotti, illustri, e santi, che onorarono gli Ordini Francescani e la Chiesa di Cristo nel nome del Padre Serafico di Assisi, niente fu mai così dolce e delizioso alla Nostra anima, come il tornare a Baccanello, a quella innocenza, a quella mitezza, a quella santa poesia della vita cristiana, maturata nel sacerdozio, e nel servizio della S. Chiesa e delle anime".
Sarà difficile trovare accenti più commossi e più lirici di questi nei discorsi ufficiali di un Papa.

sotto13.jpg (2524 byte) Gli occhi di Papa Giovanni XXIII abituati a vedere e scrutare le cose, gli avvenimenti, i volti degli uomini di ogni rango e condizione, sono ancora pieni della visione del Convento di Baccanello, dei suoi Frati e della gente che ci vive attorno.
Era il 16 Aprile 1959 e Papa Giovanni XXIII aveva allora settantanove anni.
Che cosa avevano visto gli occhi incantati di Angelo Roncalli ancora fanciullo?
Forse quello che i contemporanei videro di S. Francesco, della sua vita e dei suoi seguaci. Una straordinaria esperienza evangelica dove tutto viene riportato all'essenziale: "Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la Sua Giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù". Il "resto" promesso da Gesù ai suoi seguaci è vivere in semplicità e umiltà, con il cuore gonfio di gioia nella scoperta incessante del tenerissimo amore del Padre che sta nei cieli.
il papa Lui stesso, Giovanni XXIII, divenuto Papa, tradurrà nel suo pontificato tutto questo. Dopo la Canonizzazione di S. Carlo da Sezze avvenuta il 12 aprile 1959 Papa Roncalli fece dono di una reliquia del Santo al Convento di Baccanello con queste parole:
"E’ al conventino ancora agreste, ma tanto caro di Baccanello, ad evocazioni di rimembranze dolcissime di tutta la nostra vita, che vogliamo inviare quale dono Papale il reliquiario prezioso che l'Ordine Serafico si è compiaciuto di offrirci a ricordo perenne del glorioso avvenimento".
il suo ricordo Il ricordo del Convento di Baccanello è spesso ricorrente in alcune occasioni di Papa Giovanni XXIII. "Quando mi ritrovo qui, con i miei confratelli, non penso più alla cattiveria dell'orologio. Tant'è vero che ogni piccolo convento, come questo di Bellegra, come quello di Baccanello, è un piccolo cielo dove si respira aria di eternità" (25 agosto 1959).
"I Frati Minori sono i più vicini alla mia vita, perché anch'io sono francescano: da tanto tempo! Nella mia casa paterna, la mattina quando aprivo la finestra, la prima chiesa che vedevo era la vostra, a Baccanello" (2 febbraio 1961).
ai terziari

Ai trentamila Terziari d'Italia convenuti a rendergli omaggio per il suo sessantacinquesimo di iscrizione al terz’ordine Francescano, il Papa ricordò la sua buona mamma che, quando le campane di Baccanello invitavano i Frati al coro per l'Ufficiatura di Sesta e Nona verso le ore 11.30, si faceva sulla porta di casa e lo chiamava: -Angelino, Angelino è ora di mettere al fuoco il paiolo!
"Amo San Francesco e i suoi figli dalla mia fanciullezza. Sono terziario dai 14 anni, quando ricevetti la Sacra Tonsura. Presi la via del Clero Secolare, ma San Francesco fu il più familiare del miei Santi, e lo ebbi in buona compagnia con altri Santi che furono amici suoi. Oh! Che consolazione per il mio spirito quando, nella mia esplorazione di mezzo mondo, dappertutto incontrai San Francesco nelle case dei figli suoi. Così in Europa e in terra di Asia e di Africa. Mi piacciono i ricordi del suo passaggio, e le chiese e gli altari edificati in suo onore; ma soprattutto mi piacciono i suoi figli, umili, bravi, lavoratori, pacifici e lieti, intenti alle opere della pace e del bene, cooperatori validi della mia ansiosa attività pastorale. Siate tutti insieme benedetti nel vostro sforzo tranquillo di santificazione vostra e delle anime. La carità di Cristo e di San Francesco suo, esulti nei vostri cuori" (26 Gennaio 1955).

la sua
cella
Non si può più parlare di un accenno occasionale: il Convento di Baccanello e l'immagine dei Frati che esso rappresentava era entrato nella vita più che nei ricordi di Papa Giovanni XXIII.
Fosse vissuto vent'anni dopo, a Baccanello ci sarebbe venuto anche da Papa.
Da Vescovo, da Nunzio, da Cardinale il "conventino della sua infanzia" era una meta quasi abituale nei mesi estivi.
C'è chi ricorda di averlo visto arrivare a piedi, con il suo bastone, attraverso i campi. Voleva riassaporare la visione dei campi della sua infanzia, risentirne i profumi, vedere spuntare dal verde il conventino in alto. I Frati lo aspettavano. Gli avevano riservato l'unico ambiente formato da una stanzetta da letto e da uno studiolo; tutto in molta povertà e semplicità.
Il letto dall'alta spalliera in ferro è lì ancora conservato come una reliquia.
Per. accedere "al suo appartamento" Papa Giovanni saliva le due brevi rampe di scale con i gradini in pietra d’ardesia scheggiata. Angelo Roncalli amava intrattenersi con i fratelli della comunità con allegria e bonarietà. Affioravano nel suo parlare ricordi, esperienze e tanta, tanta saggezza.
Ascoltarlo era come ritrovare la verità di questa parola di Dio:
"Ricerca la compagnia delle persone anziane, e fai tesoro della loro saggezza. Ascolta volentieri ogni discorso che tratta di Dio, e non lasciarti sfuggire i proverbi dei saggi" (Siracide 6,14-15).
Dopo la chiacchierata del dopo cena i frati, inginocchiati, ricevevano la benedizione del Nunzio Roncalli e ognuno si ritirava nella propria cella per il riposo.
Salendo la scala di pietra il futuro Papa guardava dalla finestrella il suo Paese, Sotto il Monte, lì a tre chilometri, dove era nato.
Era un fiotto di ricordi che si stemperavano nel silenzio e nella pace della notte.
gli artisti I frati di Baccanello hanno voluto perpetuare la presenza di Papa Giovanni XXIII anche con una mostra d'arte permanente. In un locale ricavato da antichi depositi, riportando al vivo le pietre rotonde delle pareti e il soffitto a trave, sono state collocate un centinaio di opere tra pittura e scultura.
Artisti di ogni fede hanno risposto all'invito creando immagini e atteggiamenti di Papa Giovanni XXIII.
gli occhi
di papa
Giovanni
A dare alle immagini la calma, la bontà, la dolcezza di un uomo totalmente in pace con Dio e con gli uomini, sono i suoi occhi sereni e pacifici, con un che indescrivibile di sognante. Erano i suoi occhi che, quando si posavano su qualcuno, comunicavano immediatamente il senso della serenità e della pace.
Ora quegli occhi sono aperti nella grande luce di Dio, ma sul Convento di Baccanello non si sono mai chiusi.
Tratto da "a Baccanello con gli occhi di papa Giovanni XXIII"
di Fra Edoardo Marcellino Ripamonti