Il convento, un "Mondo"

     L'ingresso del convento è semplice, quasi anonimo, con un breve corridoietto che immette nel primo e più piccolo chiostro porticato: il "chiostro dei morti". La ragione di tale nome la vediamo incisa nella pietra di una colonna: "QUESTO E' IL CEMETERIO - 1625", dove l'anno indica, come abbiamo visto, la data di consacrazione della chiesa. Nel prato del chiostro, per secoli, vennero sepolti i frati defunti, e solo a partire dal 1903 si cominciò a utilizzare il cimitero comunale.  
     Il chiostro, nonostante la sua funzione funebre, non era un cupo e triste luogo di rimpianto, o peggio di disperazione, bensì di vita. Per i credenti, infatti, la morte non rappresenta una "fine", ma, pur nell'inevitabile e umano dolore essa diventa un momento di passaggio, meglio ancora un "nuovo inizio": la "sora nostra Morte corporale" del Cantico delle creature. In sintonia con tale incrollabile fede, i frati avevano affrescato il perimetro del chiostro con 14 grandi medaglioni raffiguranti la Via Crucis: il cimitero diventava così un quotidiano luogo di pietà popolare, aperto alla partecipazione dei fedeli. Oggi tali affreschi sono in gran parte scomparsi, ma non è difficile immaginare l'originario e suggestivo effetto cromatico.

     Una porta immette nel "chiostro grande", che subito appare arioso, luminoso e movimentato: esso è il cuore di tutte le attività non liturgiche del convento. Sul suo ampio e verdeggiante prato si aprono numerose porte e finestre: il refettorio, la dispensa, i laboratori, le celle dei frati, la biblioteca e ogni altro locale di vita e di lavoro. Dal suggestivo portico perimetrale è visibile, al centro del chiostro, il pozzo della cisterna sotterranea, nella quale confluisce l'acqua piovana raccolta dai tetti. Per secoli la cisterna costituì la fonte primaria di approvvigionamento idrico del convento, ed è ancor oggi utilizzata per usi agricoli. Sul lato nord-est del chiostro un ampio portale conduce nell'orto, posto in posizione dominante rispetto alla campagna coltivata e ai boschi circostanti.

     I locali del convento sono di una semplicità disarmante, in linea con lo stile e la Regola dei francescani. Solo la biblioteca rappresenta un po' una eccezione, non nel senso che sia lussuosa o sfarzosa, ma "preziosa", contenendo anche volumi della seconda metà del cinquecento.