Il convento francescano di Baccanello, a Calusco d'Adda

SULLE ORME DI SAN FRANCESCO

Un castello distrutto, una chiesa e poi il convento

Fu il luogo prediletto per le vacanze di Papa Giovanni XXIII

   Anno del Signore 1398: nel corso delle interminabili e sanguinose lotte tra la fazione guelfa e quella ghibellina, le truppe agli ordini di Gian Galeazzo Visconti radono al suolo il castello di Baccanello, frazione di Calusco d'Adda, nei pressi dell’omonimo fiume. Dopo la distruzione del fortilizio, che apparteneva ai Colleoni, esso non venne più ricostruito, e al suo posto, su un dolce poggio erboso, venne edificata una piccola chiesa dedicata a S. Maria Assunta. L'esatta data di costruzione non ci è pervenuta, e per quasi un secolo non si hanno notizie certe della nostra chiesetta, che ricompare in un documento del 1491, nel quale Gasparino Colleoni donò alla chiesa del terreno agricolo (tre pertiche).

 La chiesa era un piccolo edificio a navata unica con un portico esterno, e su di essa i nobili Colleoni acquistarono il diritto di patronato in virtù delle loro frequenti donazioni ed elargizioni. Nel secolo successivo la chiesa di Baccanello aumentò sempre più di notorietà, come pure aumentavano i fedeli, tanto che nel 1575 ricevette la visita del cardinale S. Carlo Borromeo.

     Nel 1597 i Colleoni proposero ai francescani di Santa Maria delle Grazie in Bergamo la costruzione di un convento a Baccanello, dicendosi pronti a cedere in donazione l'esistente chiesa. La proposta non fu tuttavia accettata, in quanto la località non venne ritenuta idonea, forse per l'estrema povertà del luogo. Un'autorevole testimonianza di questa situazione di povertà ce la fornisce Giovanni da Lezze, Capitano della Repubblica Veneta a Bergamo, che, nel 1596, così scrive a proposito del territorio dell'Isola: "Qui non vi sono trafichi nè mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere."

     I Colleoni non si dettero per vinti, e con l'aiuto del parroco di Calusco riuscirono a convincere i frati: l'otto novembre 1605 la chiesa di S. Maria Assunta venne ceduta ai francescani, che subito cominciarono la costruzione del convento sotto la guida del primo superiore, padre Bernardino Obicini. Poiché l'affluenza dei fedeli era in continuo aumento, i frati decisero di por mano  a un radicale e completo rifacimento della chiesa, che assunse l'aspetto attuale a tre navate. Il 22 aprile 1625 il nuovo tempio venne consacrato dal vescovo di Bergamo monsignor Federico Cornelio, e, contemporaneamente, anche il convento poteva dirsi ultimato, almeno nelle sue strutture essenziali.

     I decenni e i secoli successivi, fino ai nostri giorni, furono un continuo susseguirsi di lavori, piccoli e grandi, di ampliamento, ristrutturazione, completamento e restauro. Negli anni 1727-1728 venne costruito il campanile, sopraelevando una preesistente piccola torre campanaria. Nel 1776 un violentissimo nubifragio si abbatté su Baccanello, danneggiando gravemente sia il convento che la chiesa. Furono necessari quattro anni di lavoro per riparare i danni e, nell'occasione, si provvide all'inaugurazione del nuovo coro, con un organo della ditta Bossi di Bergamo.

     Ma un'altra ben più terribile tragedia stava per abbattersi sul convento e sui frati: la Rivoluzione Francese. Nel 1798, a seguito dell'invasione francese della Lombardia, il convento di Baccanello, come molti altri, venne soppresso. Due anni dopo i Francesi vennero scacciati dagli Austriaci e i frati poterono tornare, ma solo fino al 1807. Il dominio austriaco fu infatti di breve durata: le conquiste di Napoleone riportarono la Lombardia sotto il controllo francese, e proprio l'undici maggio 1807 fu promulgato il Decreto Imperiale che sopprimeva gli Ordini religiosi. Il convento di Baccanello cessò di esistere, passando a proprietà privata, e solo grazie all'insistenza della popolazione la chiesa rimase aperta al culto, officiata dal clero di Calusco.

     Anche dopo la caduta di Napoleone occorsero decenni perché l'Ordine dei Frati Minori si riorganizzasse. Solo 81 anni dopo i frati riuscirono a rientrare in possesso del convento,che venne riaperto il 21 novembre 1888.

     Il resto è storia recente: interventi rilevanti furono eseguiti nel 1920 (soprattutto alla chiesa, affrescata in stile cinquecentesco) e negli anni 1981-1990, con il risanamento delle strutture murarie del convento. Da poco si sono infine conclusi alcuni restauri conservativi all'interno e all’esterno della chiesa.

     Attualmente il convento svolge l'importante funzione di accogliere i novizi francescani nel loro anno di noviziato: un anno di studio e di riflessione, ma soprattutto un anno dedicato alla "scelta", fondamentale per la propria vita.